Fanfic su attori > Youtubers
Ricorda la storia  |      
Autore: _ItalianIdiot_    03/06/2015    4 recensioni
Francesca è una timida ragazza di quattordici anni, con poca fiducia in sé stessa.
Sembra aver perso il sorriso da quando in casa i litigi tra i suoi genitori sono più frequenti.
La sua unica via di fuga sono i video di Lorenzo Ostuni, alias Favij.
E se si presentasse l'occasione di incontrarlo?
DAL TESTO:
-Ceci. Ceci. Ceci. Merda. MERDA!-
Fra era agitata.
-Che succede, Fra?- chiese l'amica preoccupata.
-A te piace ancora Favij, vero?- domandò ansiosa.
-Beh, sì, dai, perché?-
-Cecilia. 28 Maggio. Ore 17. Mondadori. Bologna.-
La ragazza scandì le parole.
L'amica, dall'altro capo del telefono, parve pensierosa.
-Cosa?-
[...]
-Ehi, ehi, stai tranquilla! È tutto a posto!- rise Lorenzo, forse un po' imbarazzato.
E continuò a ridere, quando la ragazza gli appoggiò la testa sul petto.
Fra desiderò con tutto il cuore che quella risata diventasse la sua colonna sonora di vita.
[...]
Lorenzo le aveva finalmente tolto il mondo da sopra le spalle, diventando lui il suo mondo.
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Favij
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quell'abbraccio tanto atteso.

 

Premetto che questo racconto non è altro che la mia storia.

La storia da quando ho scoperto Favij all'incontro tanto atteso faccia a faccia con lui avvenuto il 28 maggio a Bologna e tutta una serie di avvenimenti in mezzo.

Forse più che Favij in questa one-shot si parla di me.. Ma ci tenevo davvero con tutta me stessa a pubblicarla!

Fatemi sapere in una recensione cosa ne pensate, mi ci sono messa davvero di impegno per questa storia!

Un bacio.

 

Mercoledì 05/11/2014 – ore 11:04

Quel giorno pioveva molto forte.

Il cielo era grigio e le nuvole facevano cadere una pesante acqua sporca e fredda.

La gente camminava spazientita, troppo occupata a lamentarsi delle basse temperature e degli acquazzoni recenti per accorgersi dell'esistenza di Francesca, seduta ai margini del marciapiede, avvolta nel suo piumino nero.

Ma d'altronde lei è persa nel suo mondo.

I capelli castani, un tempo lisci, erano diventati crespi e si erano arricciati a causa dell'umidità.

Nelle orecchie teneva le cuffie, volume sparato al massimo.
Eminem, ovvio.

Di solito Francesca amava la pioggia, ma quel giorno il brutto tempo rispecchiava esattamente il suo umore.

Non era proprio il più bel periodo del mondo per la ragazza.

Frequentava il liceo delle scienze umane, era in prima superiore e all'inizio dell'anno aveva fatto un solenne giuramento:

Quest'anno sarà diverso! Quest'anno niente sofferenze, niente tristezza. Sarò felice, talmente felice da far invidia al mondo! Avrò delle nuove amiche e mi andrà tutto bene, finalmente! Andrò anche bene a scuola e non avrò più gli stessi problemi avuti alle medie!”

Così aveva promesso a se stessa all'inizio dell'anno.

Purtroppo le cose erano andate in modo completamente diverso.

Le compagne erano simpatiche e carine, sì, ma Francesca non riusciva ad aprirsi.

Nonostante fosse una ragazza simpatica, era sempre stata bloccata da una grande timidezza.

E in quel momento, seduta sul marciapiede, si sentiva più sola che mai.

Oltretutto in casa non si respirava un bel clima. I genitori litigavano sempre più spesso e Francesca non riusciva più a trovare rifugio nemmeno dalle sue amiche.

Erano troppo preoccupate a loro stesse, avevano anche loro i propri problemi, questo Fra lo capiva e non voleva certo scocciarle con i suoi.

Ma ciò aumentava soltanto la sua solitudine.

Una lacrima le scivolò solitaria.

Nemmeno la musica l'aiutava.

Era stata una giornataccia, quella.

Aveva avuto un brutto litigio con una sua compagna e aveva preso un brutto voto in latino.

Come lo avrebbe detto ai suoi? Quell'anno, doveva essere migliore, si stava rivelando l'esatto contrario.

Quasi rimpiangeva le medie.

Un'altra lacrima scivolò solitaria dall'occhio sinistro.

Francesca questa però l'asciugò velocemente e fece un sorriso sforzato.

Il mercoledì in fondo aveva i suoi vantaggi.
A differenza dei suoi compagni usciva alle 11, saltandosi religione.

Avrebbe avuto tempo per pensare un po' a se stessa e rilassarsi, pensò cercando di tirarsi su con il morale mentre l'autobus si fermava per farla salire.

 

Giunse a casa dopo circa un quarto d'ora, era da sola, come lo era sempre stata.

Mentre aspettava che le alette di pollo si riscaldassero al microonde, Francesca accese il computer, dando un'occhiata a Facebook, al suo profilo.

No, non stiamo parlando dell'account della ragazza. Stiamo parlando di un profilo particolare.

Di quel ragazzo dell'economico sociale, bello da far paura, al quale Fra andava dietro da un anno almeno.

E continuava a sperarci, a sperarci che lui la notasse, le dicesse qualcosa.

Ma no, non era il suo tipo. Lui preferiva ragazze sfacciate, un po' oche magari, di quelle che il sabato sera vanno a ballare e a strusciarsi con il primo che capita.

Il tipo di persona che Francesca non riusciva ad essere.

Chiuse Facebook, non l'aiutava per niente.

Era tentata di spegnere il computer, quando i suoi occhi balzarono su un link particolare, condiviso da un'amica.

Francesca lesse velocemente.

IL GIOCO DEL SECOLO!! ...o forse no. (Barbie Dreamhouse Party)

FavijTV™

 

Esitò a lungo, indecisa se cliccare sul link o meno.

Favij.

Aveva sentito già parlare di lui, il nome non gli era nuovo.

Ah, sì, è quel tizio scemo che fa dei video riguardanti i videogames, il tipo di cui mi ha parlato Cecilia l'altro giorno. Ma sarà fare un gameplay su Barbie? Come fa ad avere più di un milione di iscritti? Non è neanche tutta 'sta bellezza, anzi..”

Questo pensò.

Poi cliccò sul link.

In fondo, cosa le costava?

Chissà, magari le riusciva a strappava due risate..

 

Ragazzi, avete presente quei videogiochi con grafica mozzafiato, trama epica, gameplay fantastico, c'è, roba assurda.. Ecco, questo gioco..” agitò le mani in modo teatrale

... non lo è.. ma proprio un cazzo!”

Favij un sorrisetto scemo.

 

Un sorrisetto spuntò anche sulle labbra di Francesca, dall'inizio fino alla fine del gameplay.

Di tanto in tanto ridacchiava, pensando a quanto fosse stupido quello strano personaggio.

Ignorò completamente le alette di pollo che bruciavano nel microonde.

Quel video fu solo il primo dei tanti che guardò quel pomeriggio.

Si dimenticò completamente di tutti i suoi casini, si dimenticò di tutto.

Era inchiodata allo schermo del computer.

E rideva, osta se rideva!
Da quanto tempo non rideva così!

Quelle risate a bocca spalancata, dove non ti interessa più niente e nessuno.

 

Presto divenne un'abitudine.

Ogni giorno, appena tornata da scuola, Francesca mangiava, poi si chiudeva in camera, prendeva cuffie e computer (o, nel caso non fosse possibile, telefonino!) e si metteva a guardare il video giornaliero.

Inoltre, dopo la scoperta di quello strambo youtuber, la vita di Francesca era (in qualche modo) migliorata.

I voti a scuola aumentavano e con le amiche le cose andavano meglio.
Se solo fosse riuscita ad avere una condizione famigliare decente, sarebbe stata davvero felice!
Purtroppo però, i litigi tra i genitori erano sempre più frequenti.

La ragazza non riusciva a parlarne con nessuno, sarebbe stato inutile.

Era inutile raccontare dei propri problemi a qualcuno.

Potevi sfogarti e sentirti meglio momentaneamente, ma il casino rimaneva in ogni caso.
A volte in casa le urla erano talmente potenti che nemmeno le cuffie riuscivano a distrarla.

Nemmeno la musica, fino a quel momento la sua migliore amica, riusciva ad essere così alta da superare il rumore dei suoi pensieri e delle brutte parole che si scambiavano i suoi genitori.
Sembrava facessero a gara a far star male l'uno e l'altro e di conseguenza far star male lei.

A volte passava la notte a piangere, sentendosi addosso un macigno enorme.

Poi però sorrideva, anzi, rideva, a vedere gli scleri di Lorenzo durante una partita di Cat Mario.

Ma era un'allegria momentanea.

Poi Francesca era costretta a tornare alla vita reale.

 

Favij era a Bologna il 13 Dicembre, ma Francesca non era riuscita ad andarlo a vedere.

I biglietti per gli MTV Awards erano finiti.

Francesca si maledisse per non averli presi in tempo, ma ormai non c'era più niente da fare.

Quella sera era costretta a rimanere a casa e non sarebbe potuta essere presente all'evento che rendeva partecipi non solo Favij, ma anche altri youtubers che la ragazza seguiva (Leonardo Decarli, iPantellas, per esempio!)

Anche se per lui aveva un'amore particolare.

Lorenzo Ostuni, alias Favij, aveva quel qualcosa che gli altri youtubers non avevano.

L'idiozia, forse?

-Ci saranno altre occasioni, Fefe. Non demoralizzarti!- la consolò l'amica Elisa, con la quale si era sfogata durante la ricreazione a scuola quel sabato mattina.

Francesca masticò lentamente un pezzo della piadina appena comprata.

Se c'era una cosa che amava del liceo era la panineria.

-Lo spero proprio, Eli- disse tristemente la ragazza, passandosi una mano tra i capelli castani e giocherellando con una ciocca.

Allungò poi la piadina verso l'amica.

-Vuoi un pezzo? Oggi è più buona degli altri giorni.- si sforzò di sorridere.

 

 

E poi ci fu una litigata, quella litigata, peggiore di altre, durante la quale Fra desiderò con tutte le sue forze morire.

E a quel punto non ce la fece a tenersi tutto dentro, non se la sentì proprio più.

Scrisse alle sue due più care amiche, Elisa e Vittoria, ottenendo da parte loro un grande appoggio.

Si sfogò, come non aveva mai fatto in vita sua.

E loro l'aiutavano, come era possibile fare.

Ma, per quanto avessero fatto il possibile, Francesca stava ancora male.

Le parole dei genitori erano ancora nella sua mente.

Stammi lontano, pezzo di merda!”

Fai schifo!”
E poi il piatto che si rompeva, quei rumori pesanti simili a botte, che si erano poi rivelate spintonate l'uno all'altro.

Come due bambini piccoli.

Passò l'intera notte a piangere, stringendosi al cuscino, desiderando di sprofondare e di sparire per sempre, nonostante la mamma si fosse sforzata di spiegarle la situazione e di scusarsi per aver assistito ad una scenata del genere.

L'aveva raggiunta in camera e l'aveva abbracciata, mentre lei piangeva.

Le aveva detto che doveva star tranquilla e che presto si sarebbe risolto tutto.

-Risolto tutto IN CHE SENSO?- aveva chiesto Francesca, tra le lacrime.

La mamma era ammutolita.

E la ragazza aveva capito.

E il padre?
Oh, lui se n'era sbattuto altamente.

Verso le 3 di mattina, non riuscendo a dormire, prese il cellulare.

Diamine, quel giorno non aveva visto un suo video.

Andò su YouTube e cliccò il link più recente.

Si presentò un ragazzo dai capelli disordinati e il cappello di Angry Birds.

Favij, ovvio.

Bella a tutti, ragazzi..”

Sorrise tra le lacrime, sentendosi improvvisamente meglio grazie a quelle quattro paroline, che per lei avevano sempre più importanza.

Quelle quattro parole erano sinonimo di serenità e tranquillità.

E ridacchiò, di fronte alle sue boiate.

Come faceva sempre poi.


Tornare a casa dopo scuola era sempre più difficile.

Quei video erano una ventata d'aria fresca per Francesca.

Il padre, resosi conto dei suoi errori, cercava disperatamente ora un allaccio con la figlia, la quale si rifiutava espressamente di avere ogni legame.

Una sera si trovarono in macchina, mentre si dirigevano verso la palestra dove la ragazza praticava Taekwondo, un'arte marziale che era diventata un grande sfogo per lei, negli ultimi tempi in particolare.

Francesca era nei sedili posteriori, con le cuffie nelle orecchie, intenta a sprecare tutti i GB di internet per guardare un gameplay di Favij, ridacchiando di tanto in tanto.

-Perché ridi?- chiese il padre con dolcezza.

L'espressione della ragazza mutò.

-Niente.- rispose fredda e acida.

Il padre sbuffò.

-Si può sapere che hai fatto?-

-Che cos'ho fatto?!- Francesca si staccò le cuffie.

-Che cos'ho fatto?! Che cosa hai fatto tu piuttosto.- disse con rabbia.

L'uomo ammutolì.

-Sai che cos'hai fatto? Niente. Non hai fatto niente. Niente di niente. Sai solo trattare male la mamma. Sapete solo litigare. Sapete solo farmi stare di merda perché siete due bambini! Ma almeno la mamma si sforza di essere presente e di darmi una spiegazione! Tu invece? Fai finta di niente, come se potessi scappare da tutto!-

-La mamma è stanca.. Io non so cosa..-

-La mamma mi ha detto che non sa cosa volete fare! E non credo mi abbia detto una bugia!- disse Francesca, lasciandosi scappare un singhiozzo.

A quel punto l'uomo comprese finalmente la situazione.

Cercò di spiegarsi, ma Francesca lo zittì, non lasciandogli aprire bocca.

-Non darmi spiegazioni, trovate una soluzione in fretta e decidetevi, io mi adatterò.- disse, scendendo dalla macchina e rifugiandosi in spogliatoio, dando via ad un pianto liberatorio.

 

-Si sono davvero detti così? E tu e tuo padre vi siete detti.. Così?-

Francesca annuì. Accanto a lei, Vittoria era ancora a bocca aperta.

-E.. Ora?-

La ragazza sospirò, torturandosi le mani.

Il pomeriggio dopo la litigata era andata a trovare l'amica, considerando il fatto che in casa c'era proprio un clima di merda.

-Ora..- fece una piccola pausa -ora non lo so. Ma credimi, sto quasi sperando in una separazione. È brutto sai? È brutto desiderare una cosa che da un lato non vuoi che accada. Ti incasina.-
Vittoria giocherellò con un ricciolo che le cadeva sulla fronte.

-Purtroppo so bene com'è..- disse tristemente.

Tra le due ragazze calò silenzio, interrotto soltanto dalla musica proveniente dal Mac.

Poi il telefono di Fra vibrò e lo schermo si illuminò, mostrando così l'immagine di un ragazzo castano con in testa il cappello con un orso.

Vittoria guardò l'immagine.

-Favij.- disse Francesca, rispondendo alla domanda che Vichi si stava formulando mentalmente.

-Lo segui? Ma non è granché..- disse, un po' stupita.

-È anche troppo. Sto aspettando con ansia che arrivi quella maledetta occasione.- le rispose Fra, volgendo lo sguardo verso l'amica.

-Che occasione?-

-Quella di vederlo dal vivo.- disse, con gli occhi che brillavano dall'emozione.

 

Il tempo passò in fretta e in men che non si dica Francesca si ritrovò verso la fine dell'anno scolastico, stressata come non mai a causa del tanto studio e dei problemi in famiglia che nel frattempo si erano per fortuna risolti (anche se avevano lasciato un segno profondo).

Quella domenica di maggio decise di staccarsi un po' dai libri, magari stando spaparanzata sul divano, con il computer sulle ginocchia a guardare “Teen Wolf”, la sua serie Tv preferita.

E, oh! Magari mangiando anche un intero sacchetto di gocciole.

Con questi propositi Francesca si alzò dal letto quella mattina.

E mentre si dirigeva verso la cucina, il telefono le vibrò, segno che le era arrivato un nuovo messaggio.

Prese il Nokia Lumia in mano.
-Arianna. Strano che mi scriva la mattina.- pensò.
Visualizzò il messaggio.

Ehi, tu ci sei a Bologna giovedì?”

Francesca inarcò le sopracciglia, pensierosa.

Che succede a Bologna giovedì?” scrisse di malavoglia.
Poggiò il telefono sul tavolo della cucina e prese fuori una tazza e un cartoncino per il latte.

Il telefono vibrò ancora.

Francesca sbuffò.

Poi trattenne a stento un urlo di stupore.

Favij che firma gli autografi di 'Sotto le cuffie' non ti dice niente?”

Rilesse il messaggio una, due, tre, quattro, dieci, quindici volte.

Cosa?

Favij.

A Bologna.

Quel giovedì stesso di quella settimana.

Ehi, ci sei? Sei morta?”

Sì.

Era morta.

Era morta dalla gioia.

Lanciò un grido di felicità.

Doveva assolutamente avvertire colei che gli aveva fatto scoprire l'amato youtuber.

Sicuramente non ne era al corrente.

 

Tremava, mentre digitava il numero sul telefono e sperò con tutto il cuore che l'amica rispondesse.

Dopo circa quattro squilli, che a Francesca parvero infiniti, Cecilia rispose dall'altro capo del telefono.

-Pronto?-

-Ceci. Ceci. Ceci. Merda. MERDA!-

Fra era agitata.

-Che succede, Fra?- chiese l'amica preoccupata.

-A te piace ancora Favij, vero?- domandò ansiosa.

-Beh, sì, dai, perché?-

-Cecilia. 28 Maggio. Ore 17. Mondadori. Bologna.-

La ragazza scandì le parole.
L'amica, dall'altro capo del telefono, parve pensierosa.

-Cosa?-

-Cecilia, questogiovedìFavijèaBolognaa firmaregliautografidi“Sotto le cuffie”eafarelefoto,ci andiamovero?!- disse velocemente allora Francesca, rimanendo senza fiato.

Calò il silenzio.

Poi dall'altro capo del telefono, Fra avvertì un urlo.

-E cosa me lo chiedi a fare?! OVVIO, OVVIO CHE CI ANDREMO!- disse Cecilia con un tale entusiasmo che alla ragazza vennero le lacrime agli occhi.

 

Giovedì 28 Maggio 2015, Bologna 15:47

-Diamine, non credevo ci sarebbe stata tutta questa fila.- disse Fra a Sofia, la sorella di Cecilia, che per tutto il tempo non aveva fatto altro che ringraziarla per averle detto dell'evento.

-Nemmeno io. Per fortuna mia madre ha ordinato i libri, sennò.. Addio Ostuni!-

Francesca ringraziò con tutto il cuore mentalmente Anabel, madre delle sue amiche, che le aveva fatto quell'immenso favore.

Quando infatti le ragazze erano giunte alla libreria, “Sotto le Cuffie” stava cominciando a scarseggiare e la fila ad aumentare.

Ed era caldo, madonna, che caldo!
O meglio, 'madogna che caldo', come direbbe Lorenzo.” pensò sorridendo Francesca.

Lorenzo.

Oh, mio dio, l'avrebbe visto entro poco.

Si lasciò sfuggire un urlo di gioia.

-Non ci posso credere!- disse, felice, saltellando.

-Nemmeno io.. Ti ho già detto che ti adoro?- disse Sofia.

Fra ridacchiò, poi voltò lo sguardo verso Cecilia, seduta a terra intenta a scrivere su un foglio appoggiato alle ginocchia.

-Che stai facendo?- chiese Sofia, per poi rispondersi da sola.

-Gli stai scrivendo una lettera?! Ma perché?!- chiese stupita.

-Per ringraziarlo. Per ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per me.- disse seria la sorella.
Allora Francesca prese un bigliettino e usò il libro come appoggio.

Scrisse velocemente, sforzando di essere ordinata e di avere una calligrafia leggibile.

Mi hai reso la vita migliore. Non ti dimenticherò MAI.

Grazie di tutto, Lori <3

Francesca

Ps: Volevo farti un disegno, ma le mie doti artistiche non sono granché.

Accontentati!”

-Voi siete pazze.- disse Sofia, mentre Francesca piegava il biglietto, indecisa se darglielo o meno.

Dopo tutto, sperava di potergli dire ciò che pensava a voce.

 

-Ma quando arriva?- sbuffò spazientita Francesca.

Erano scoccate le cinque, orario per il quale Lorenzo avrebbe dovuto essere presente.

La fila era aumentata terribilmente.

Non era la prima volta che Francesca faceva un Meet&Greet alla Mondadori di Bologna: ci era già venuta in precedenza, nel novembre del 2013, per Emis Killa.

Ma non si ricordava tanta fila per il rapper.

Sofia era terribilmente agitata, continuava a saltellare da una parte all'altra.
Cecilia leggeva il libro per la quinta volta, passandosi continuamente le mani tra i capelli scuri.

Il tempo sembrava non passare MAI.

Fortunatamente ad alleggerire la tensione c'erano due simpatiche ragazze, Ilaria e Arianna (proprio come l'amica salvatrice che le aveva detto dell'evento e l'aveva chiamata ventordici volte sclerando!), agitate quanto loro.

-Cazzo, cazzo, CAZZO! Tra poco lo vedremo!- dicevano, agitando due cartelloni.

Avevano girato pure un video, che avrebbero messo su Youtube per ricordare la giornata.
Erano l'una l'opposto all'altra esteticamente.

Se Arianna aveva i capelli scuri, quasi come quelli di Cecilia e la pelle appena un po' abbronzata, Ilaria era bionda e aveva una carnagione chiara.

Eppure sembravano così legate e così affiatate che a Francesca erano state simpatiche sin dal primo istante (cosa strana, perché alla nostra protagonista era difficile che al primo momento le stesse simpatico qualcuno!)

-È la prima volta che lo vedete?- aveva iniziato a dire Francesca, per poi essere interrotta da un boato.

Mille teste si alzarono verso le finestre della libreria.

Anche la ragazza e le sue amiche lo fecero.

A tutti mancò il respiro e i battiti del cuore si fecero più violenti.

Dalla terrazza della Mondadori era spuntato un ragazzetto con una felpa rossa e i capelli sparati da tutte le parti.

-Oh. Merda.-

Il ragazzo salutò, sorridendo e mandò un bacio alla folla.

E a quel punto Francesca spalancò la bocca, lanciando un ennesimo grido di gioia.

Era lì.

Era lì vicino a lei.

Non c'era più uno schermo di vetro a dividerli.

L'avrebbe visto da ancora più vicino.

Si coprì la bocca con una mano, mentre le lacrime le salivano agli occhi, guardando Lorenzo ballare (sì, esatto, ballare!).

Sì, perché quel ragazzo era lo stesso idiota che la faceva continuamente ridere con le sue sclerate.

E in quel momento era lì, quasi vicino a lei.

 

Da quel momento in poi il tempo passò sempre più veloce e l'ansia cresceva sempre di più.

In men che non si dica, Francesca non si trovava più in mezzo alla folla e al caldo, ma in un luogo fresco e grande con un gruppetto di circa venti persone.

-Oddio, oddio, oddio.- blaterava Cecilia, con gli occhi lucidi e le lacrime che rischiavano di uscire da un momento all'altro.

E lui era lì, a pochi istanti da lei, mentre abbracciava un bimbo di circa sette anni che aveva l'aria più felice del mondo.

Le ragazze si lasciarono sfuggire un gemito per la tenerezza.

-Aw, ma quant'è tenero!-

-Ehi, voglio anche io la foto con il bambino!-

-Omioddio, com'è carino!-

-Aw, lo sposo!-

Lorenzo si voltò verso di loro e le imitò.

-Aww.- disse, sorridendo stupidamente.

Fra scoppiò a ridere, le sue amiche scoppiarono a piangere.

Una voce le richiamò momentaneamente alla realtà.

-Ehi, signorine? I pass, prego.- disse una donna ridacchiando.

Le ragazze mostrarono i foglietti.

-Volete andare in gruppo voi tre?- chiese la signora dopo averle controllate, indicando Fra, Sofia e Ceci.

-Per me posso andare anche da sola.- disse senza pensare la prima.

La signora ridacchiò bonariamente.

-Osta, ti importa proprio delle tue amiche, eh?- disse, facendole passare.

Dentro di sé, Fra si sentì un po' bastarda, ma in quel momento davvero, a lei importava solo di Favij.

Ma sicuramente anche per le sue amiche valeva la stessa cosa.

Era arrivato il momento tanto atteso.

Francesca osservò da vicino Lorenzo.

Era un metro e ottanta buono e magro come uno stecchino.

Sorrideva, rideva e abbracciava tutte le ragazze che aveva intorno.

Le stringeva, mentre queste piangevano per la felicità.

Ma in fondo, anche dal vivo rimaneva lo stesso identico deficiente che era nei video.

-Pss.. Fra! Tocca a te!- sussurrò Cecilia.

Fra scosse la testa, come risvegliatasi da un sogno.

Annuì verso le amiche.

Si avvicinò lentamente al ragazzo, che intanto le sorrideva e le tendeva le braccia in avanti.

-Posso... Posso abbracciarti?- domandò la ragazza in un sussurro.

Lui sorrise.

-Ma certo, vieni qui!-

Francesca non lo abbracciò.

Gli si avvinghiò addosso come un koala, appoggiando la testa nell'incavo tra il collo e le spalle, inspirando il suo profumo.

-Ehi, ehi, stai tranquilla! È tutto a posto!- rise Lorenzo, forse un po' imbarazzato (Fra si era completamente dimenticata della timidezza del ragazzo)

E continuò a ridere, quando la ragazza gli appoggiò la testa sul petto.

Fra desiderò con tutto il cuore che quella risata diventasse la sua colonna sonora di vita.

E desiderò anche avere due braccia che la stringessero così calorosamente.

Chiuse gli occhi, beandosi di quel momento, di quell'abbraccio tanto atteso che più volte aveva desiderato e che più volte necessitava.

Si sentì finalmente libera, libera dai suoi problemi, dai suoi pesi, dai suoi ammassi.

Lorenzo le aveva finalmente tolto il mondo da sopra le spalle, diventando lui il suo mondo.

Si staccarono, a malincuore per la ragazza, che non sentiva più il calore delle sue braccia, ma solo freddo.

-Come ti chiami?- domandò Lorenzo, prendendo il libricino.

-Francesca.- rispose, sorridendo.

-Ok, Francy.-

Francy.

Merda, l'aveva chiamata Francy.

Lori firmò il libro e abbracciò di nuovo la ragazza.

-Ora facciamo una foto seria, ok?- disse, ridendo.

Francesca sorrise e poggiò le sue labbra sulla guancia del giovane, mentre quest'ultimo faceva il segno della vittoria e una delle sue solite facce buffe.

La fotografia venne scattata. Arrivarono i momenti dei saluti.

Fra prese il libro e guardò verso il ragazzo.

-Grazie, grazie di tutto, mi hai salvato.- disse Francesca prima di andarsene via.

Lorenzo sorrise, un sorriso un po' più dolce rispetto agli altri.

La ragazza si diresse verso l'uscita.

Si voltò.

-Ciao, Lori!-

-Ciao, bella!- salutò di rimando lui.

Ritrovatasi fuori dalla libreria, Fra aprì il libro.

Per Francy, da Favij. L”

Scoppiò finalmente a piangere.

Ma per cosa piangeva?
Per gioia perché l'aveva visto e perché gli aveva detto tutto senza il bigliettino?

O per tristezza perché già gli mancava?

 

Guarda caso quel giorno Favij pubblicò un video, un gameplay nel quale giocava a “One Night at Flumpy's”.

Il titolo del video era il seguente.

HO VINTO NON CI CREDO!!! - One Night at Flumpty's - #2

Fra sorrise.

-Anche io ho vinto.- pensò, voltando lo sguardo sul muro della sua camera nel quale erano state appese le foto di quel giorno.

Francesca Pradelli

 

Angolo autrice

Ci ho messo una settimana esatta per scrivere questa storia e anche ora non mi convince per nulla.

In ogni caso volevo provare a pubblicarla.
Sono pronta ad accettare critiche e consigli :)
Un bacione a tutti :*

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Youtubers / Vai alla pagina dell'autore: _ItalianIdiot_