Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: Xion92    04/06/2015    4 recensioni
Introduzione breve: se immaginate un sequel di TMM pubblicato su Shonen Jump invece che su Nakayoshi, probabilmente verrebbe fuori qualcosa di simile.
Introduzione lunga: Un'ipotetica seconda serie, in cui il tema serio di fondo è l'integralismo religioso e il nemico principale è un alieno, Flan, intenzionato a portare a termine la missione fallita nella serie precedente. E' suddivisa in tre parti:
I. In questa parte c'è il "lancio" della trama, del nemico principale, l'iniziale e provvisoria sconfitta di gran parte dei personaggi, l'approfondimento della relazione tra Ichigo e Masaya, fino alla nascita della loro figlia;
II. Questa parte serve allo sviluppo e all'approfondimento del personaggio della figlia di Ichigo, Angel, la sua crescita fisica e in parte psicologica, la sua relazione con i suoi nonni e col figlio di Flan, i suoi primi combattimenti in singolo;
III. Il "cuore" della storia. Torna il cast canon e i temi tornano ad essere quelli tipici di TMM mescolati a quelli di uno shonen di formazione: spirito di squadra, onore, crescita psicologica, combattimenti contro vari boss, potenziamenti.
Coppie presenti: Ichigo/Masaya, Retasu/Ryou.
Nota: rating modificato da giallo a arancione principalmente a causa del capitolo 78, molto crudo e violento.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti! Allora, da qui si entra nel vivo dell'azione. Voglio solo puntualizzare una cosa, per evitare che chiudiate la pagina appena finito il capitolo (anche se per farlo dovrò fare un piccolo spoiler): qualunque cosa dovesse succedere a qualunque personaggio buono, non preoccupatevi, perché più avanti (molto più avanti) ci saranno di nuovo tutti. Inoltre ci tengo a precisare che io non sono una che tende ad accanirsi su un personaggio in particolare (anche perché i personaggi di TMM a me piacciono tutti, chi più e chi meno, quindi li tratto tutti con rispetto), quindi se a qualche personaggio succederà qualcosa di spiacevole, sarà legato soltanto ad esigenze di trama (in pratica, c'è un motivo dietro ad ogni fatto, non mi accanisco su un qualche personaggio solo per il gusto di farlo). Buona lettura!

 

Capitolo 3- Perdite

 

Ichigo si stava girando e rigirando nel letto, mentre le lenzuola le si stavano attorcigliando sempre più attorno al corpo, impedendole i movimenti. Nonostante fosse stata una bellissima serata, passata insieme al suo ragazzo, e per di più con una magnifica e un po’ calda conclusione, la giovane non poteva fare a meno di pensare alle parole che Ryou le aveva detto: sembrava tutto troppo facile nella loro nuova missione… forse sotto a tutto questo c’era qualcosa… Le era sembrato che sul viso del ragazzo biondo fosse apparsa un’espressione apprensiva e preoccupata mentre le stava dando le sue spiegazioni, ma perché? Non era mica la prima volta che combattevano, dopotutto.
Decisa a scacciare quei brutti pensieri dalla mente e a farsi una bella dormita, chiuse gli occhi, ma venne risvegliata quasi subito dalla vocina di Masha vicino al suo orecchio:
“Ichigo, alieni! Alieni!”
Si tirò su dal letto di scatto. “Alieni?! Dove?!”
“Al caffè! Al caffè!” rispose il robottino.
“Santo cielo! Devo avvisare subito le altre e Aoyama-kun!” gridò allarmata la ragazza. Chiuse la porta a chiave per evitare che i suoi la scoprissero, e senza neanche cambiarsi si gettò dalla finestra per correre verso il luogo dell’attacco. Masha aveva detto il vero: dal punto in cui doveva trovarsi il caffè Mew Mew si alzava una colonna di fumo, e delle sirene dei pompieri si stavano iniziando a sentire in lontananza.
“No… no! La nostra base! Shirogane, Akasaka-san!” gridò Ichigo, in preda all’agitazione, al pensiero di quello che stava accadendo. Velocemente si trasformò in Mew Ichigo per far prima, ed arrivò sul luogo del disastro insieme alle altre Mew Mew e al Cavaliere Blu.
Davanti alle loro sei paia di occhi si profilò uno spettacolo terribile: dove fino a poche ore prima stava il loro bel locale, la loro base operativa, ora non stava più nulla. Al suo posto c’erano solo fiamme e fumi neri che partivano dalle macerie.
“Presto, ragazzi, cerchiamo Shirogane e Akasaka-san! Devono, devono essere qui da qualche parte!”
I sei guerrieri si separarono e, nonostante il caldo terribile e la pericolosità del fuoco, si infilarono tra quel che rimaneva dell’edificio, per riuscire a trovare i loro due amici.
Cercarono per molti minuti, con gli occhi che lacrimavano per il fumo e la tosse che li tormentava per le esalazioni tossiche, e finalmente riuscirono a trovarli. Erano al piano superiore, distesi a terra, a poca distanza l’uno dall’altro.
“Presto, portiamoli fuori!” gridò Mew Zakuro. Afferrò Keiichiro sotto le ascelle e lo trascinò fuori da quel che restava dall’edificio, mentre il Cavaliere Blu fece lo stesso con Ryou.
Appena furono tutti fuori, i guerrieri cercarono di risvegliare i due ragazzi esanimi in tutti i modi che conoscevano ma, alla fine, furono costretti a lasciarli alle mani dei medici che erano arrivati con l’ambulanza, i quali non poterono fare altro che constatarne il decesso.
I sei guerrieri, che si erano ritirati sulla cima di un palazzo lì vicino, distrutti dal dolore, non avevano nemmeno la forza di commentare quello che era successo. Mew Lettuce era quella più disperata fra tutti: piangeva in modo incontrollato aggrappandosi alle sue compagne, non riuscendo a capacitarsi di come fosse possibile che Ryou, di cui era innamorata e che ultimamente pareva che stesse accorgendosi di lei, adesso non esistesse più. Mew Pudding le era strettamente abbracciata, piangendo e gridando con quanto fiato aveva in gola. Mew Zakuro, benché profondamente scossa, stava riuscendo a mantenere un certo contegno, tuttavia sosteneva Mew Mint che si teneva la faccia coperta dalle mani, singhiozzando. Mew Ichigo era stretta al Cavaliere Blu, bagnandogli il soprabito con le lacrime, mentre lui la teneva stretta, ringhiando fra i denti per la rabbia sorda che stava provando: anche se Ryou era stato suo rivale in amore in passato, negli ultimi tempi avevano maturato un rispetto reciproco molto profondo ed erano arrivati ad andare quasi d’accordo. E Keiichiro… così disponibile, gentile con tutti… com’era possibile che loro due, i ragazzi che avevano dato via al µProject, adesso non ci fossero più? Erano stati loro a farle incontrare, a far vivere loro quell’avventura senza la quale non sarebbero state complete. E il loro locale, dove avevano vissuto tutti insieme per un anno, consolidando la loro amicizia, ma anche litigando, con tutte le gioie e i dissapori della loro gioventù…
Mew Ichigo si staccò improvvisamente dal petto del Cavaliere Blu, la sua disperazione mutata in rabbia cieca, e gridò al vento: “chi è stato? Chi ha osato fare una cosa così orribile? Fatevi vedere, vigliacchi!”
I suoi compagni si unirono alle sue grida disperate e rabbiose, invocando gli esseri che avevano ucciso i loro due amici.
Dopo pochi attimi, sopra le loro teste si materializzarono due individui, alieni, un maschio e una femmina, che a braccia conserte e con un sorrisetto di sufficienza squadrarono i loro avversari.
“E voi chi siete? Vi ha mandati Quiche?” chiese Mew Ichigo, sentendo un brutto presentimento.
“Quiche? Sì, bella battuta. Non nominare nemmeno quel nome in nostra presenza. Noi non abbiamo nulla a che fare con quei tre. E voi dovreste essere…”
“Siete stati voi?! Voi avete ucciso Shirogane e Akasaka-san?!” lo interruppe Mew Ichigo, sentendo una gran rabbia crescerle dentro.
“Esattamente. Ma prima le presentazioni, ragazzi, l’educazione prima di tutto. Io sono Flan e lei è Zefir. E voi sicuramente siete quelli che hanno osato opporsi al nostro dio, il grande Profondo Blu.”
“Voi… come avete potuto uccidere i nostri amici?!” gridò Mew Pudding a quel punto.
“E questo non è che l’inizio. I prossimi sarete voi! Ma non stanotte. Noi la vendetta ce la gustiamo con calma. Ora che la vostra base operativa è andata distrutta non potrete più prevedere i nostri attacchi, né potrete scegliere nuove guerriere. Questo mondo precipiterà nel terrore, riusciremo dove Pie e i suoi compagni hanno fallito, e Profondo Blu avrà la sua vendetta!”
Detto ciò, i due alieni sparirono, lasciando i guerrieri nel silenzio più assoluto, sbigottiti e confusi. Mew Ichigo si lasciò cadere a terra in ginocchio, singhiozzando di rabbia e disperazione. Il Cavaliere Blu le si inginocchiò vicino, stringendola a sé per confortarla. Mew Mint a quel punto disse, con voce fredda: “la realtà è dura da affrontare, ma è così: d’ora in poi dovremo combattere senza una base a cui appoggiarci. Non possiamo lasciarci abbattere, il destino di Tokyo e della Terra sono nelle nostre mani.”
Mew Ichigo si rialzò ed annuì. La sua compagna aveva ragione. Nessuno di loro aveva idea di chi potessero essere quei due alieni, ma una cosa era certa: erano estremamente pericolosi, molto astuti e spietati. Dovevano reagire, non solo per la Terra, ma anche e soprattutto per i loro due amici morti.

L’indomani mattina, Ichigo sembrava come in trance. Fece tutto come al solito, si alzò, fece colazione, e prese la strada per la scuola, senza dire nulla a nessuno, perché non poteva rivelare quello che era accaduto senza confessare anche la sua identità segreta. Ma un pezzetto di lei dentro era morto: Ryou e Keiichiro erano due delle persone alle quali era più vicina, e ancora non riusciva a capacitarsi che non ci fossero più. Quando incontrò il suo ragazzo prima di entrare in classe, lesse anche nei suoi occhi una profonda tristezza per quello che era successo. Ma quando le fu abbastanza vicino in modo da poterle parlare senza essere sentito da altri, Masaya sussurrò: “gliela faremo pagare, vedrai.” Ichigo, ora più determinata, annuì decisa.
Dopo le lezioni, Ichigo si fermò con Masaya nel giardino della scuola deserto, e fece velocemente un giro di telefonate alle altre quattro ragazze per decidere dove incontrarsi, in sostituzione del loro quartier generale ormai andato distrutto. Decisero infine per la casa di Minto, visto che era molto grande e potevano quindi trovare facilmente una stanza vuota senza il timore di essere sentiti da terze persone.
Si sentiva che c’era un’atmosfera triste, tanto che a Minto non venne nemmeno in mente di offrire del tè agli amici.
Ichigo, in quanto leader del gruppo, cercò di raccogliere tutte le informazioni e tutto quello che si sapeva su questi nuovi alieni. Ben poco le riuscì di raccogliere: si sapeva soltanto che gli alieni in questione erano due, uomo e donna, che si chiamavano Flan e Zefir, e che a differenza di quelli che avevano affrontato precedentemente, pareva che fossero più propensi ad attaccare di persona piuttosto che utilizzare dei Chimeri.
“Ragazzi” disse Zakuro molto seriamente “cerchiamo di non lasciarci abbattere dalla morte di Shirogane e Akasaka-san, e andiamo avanti. Stiamo sempre in guardia e pronti a combattere, questi due alieni potrebbero attaccare quando meno ce li aspettiamo.”
Gli altri cinque annuirono, convinti.
“Ma… fermi tutti!” esclamo Retasu a quel punto. “Secondo voi Pie e i suoi c’entrano qualcosa in tutto questo?”
“Bu-Ling non crede proprio… hai visto che faccia schifata ha fatto Flan quando glieli abbiamo nominati?” rispose la più piccola, pensierosa.
“Secondo me loro tre non sono responsabili di quello che è successo. Dobbiamo metterci in contatto con loro, in qualche modo, farci aiutare. Come possiamo fare?” chiese Minto, nervosa.
Ichigo rifletté un po’, senza riuscire a trovare una soluzione.
“Ichigo! Forse Masha può farci qualcosa?” chiese Masaya a quel punto. La ragazza schioccò le dita, illuminata, e afferrò il suo robottino che le stava svolazzando attorno.
“Masha! Tu puoi! Io lo so che tu puoi! Ci aiuterai?”
“Certo! Certo!” rispose il piccolo peluche con la sua vocina. Ma non diede tempo ai ragazzi di iniziare ad esultare, ed aggiunse: “ma ci vuole il computer! Il computer!”
Le espressioni di trionfo sui sei volti nella stanza svanirono immediatamente.
“Quale computer?...” chiese Ichigo con un filo di voce.
“Quello sotto il caffè! Quello sotto il caffè!” rispose il robottino.
Ichigo lo lasciò lentamente andare. Certo. Non poteva essere così facile. Quei due alieni erano stati furbi, non solo avevano ucciso i loro due responsabili per mandarli in confusione, ma avevano distrutto completamente il sotterraneo, in modo da prevenire ogni contatto con Quiche e gli altri due. Dopotutto i tre li avevano attaccati nella loro base una volta, quindi Flan e Zefir dovevano essere a conoscenza dei tecnologici macchinari che Ryou e Keiichiro possedevano, e quindi di conseguenza li avevano distrutti. Era finita. Erano completamente isolati. Non c’era nessun modo per contattare i loro vecchi nemici.

Per molti giorni non successe nulla di particolare. Ogni tanto spuntava un Chimero di quelli facili da sconfiggere, ma i due alieni non si fecero più rivedere. I sei guerrieri affrontavano ogni nemico che appariva con coraggio e perseveranza, ma nel profondo avevano paura: dopotutto, in fondo erano sei comuni ragazzi, non dei supereroi, e temevano molto per la propria incolumità e quella dei propri cari.
Dopo poche settimane, tuttavia, Flan decise che era giunto il momento di fare sul serio, e di far partire sulla Terra la vendetta che aveva in mente da mesi. E la prima cosa che doveva fare era sbarazzarsi di tutti e sei i suoi avversari. Ma per far ciò non si sarebbe affidato a dei Chimeri. Voleva che il sangue dei suoi avversari colasse dalle sue armi, non dagli artigli di uno stupido bestione.
“Zefir, forza, sbrighiamoci ad agire. È ora di farla pagare, a questi terrestri” ordinò, dalla dimensione aliena in cui si trovava con la sua compagna. La donna, obbediente, si alzò dai gradini in cui stava seduta spiluccando cibo, e lo seguì.
Apparirono nei cieli di Tokyo, proprio sopra il quartiere di Odaiba. L’alieno maschio decise di iniziare in grande, in modo da attirare tutti e sei i guerrieri nello stesso momento. Strinse tra le nocche i suoi kunai, cominciando a generare scariche elettriche, e quando ebbe raccolto una quantità di energia sufficiente, lanciò un potente fulmine proprio sulla sede della Fuji TV. Immediatamente l’edificio incominciò a crollare sotto i colpi delle esplosioni generate dalla grande quantità di elettricità, mentre dall’interno provenivano delle urla disperate di tante persone che cercavano invano di mettere in salvo la propria vita.
“Sì… così dovete gridare, tutti quanti, miserabili terrestri” li incitò Flan, trasudando emozione sadica dalla voce.
“Lo sai, caro, quando ti sento così felice sono felice anch’io” cinguettò Zefir, passandosi il Nunchaku che usava come arma da una mano all’altra.
“Forza, Tokyo Mew Mew, spuntate fuori, brucio dal desiderio di farvi assaggiare il filo dei miei coltelli” incitò Flan, facendo riecheggiare la sua voce terribile tra le vie della città sotto di lui.

Dopo parecchi minuti in cui gli unici suoni che si sentivano erano le sirene dei pompieri e delle ambulanze, e le grida terrorizzate e pregne di morte che salivano dagli edifici in fiamme, finalmente una voce femminile riecheggiò fra tutte le altre.
“Ancora voi due!”
Le cinque Mew Mew, più il Cavaliere Blu, apparvero sul tetto di un palazzo poco distante dal luogo del disastro.
Mew Lettuce ringhiò, con le lacrime agli occhi: “Perché? Perché state facendo tutto questo? Come potete essere così crudeli verso degli innocenti?”
“Il perché ve l’ho già spiegato, non perderò tempo a ripetermi con degli inutili terrestri come voi. E adesso basta con gli scherzi, è ora di chiudere i conti. Nessuno di voi sei uscirà vivo da questo scontro, ve lo assicuro!” gridò Flan.
Senza aggiungere altro, l’uomo si teletrasportò all’istante alle spalle di Mew Lettuce, dandole velocemente un fendente con i suoi affilatissimi kunai in mezzo alle scapole. La povera ragazza si ritrovò almeno cinque centimetri di lama infilati nella schiena, e quando l’alieno ritirò di scatto il polso, si accasciò a terra gravemente ferita.
“Mew Lettuce!” gridarono i suoi compagni, stringendolese attorno. La povera Mew Mew verde era distesa sul ventre, mentre ansimava forte emettendo rantoli di dolore.
“Siete ridicole!” li derise il perfido alieno “Insieme potreste essere anche discrete, ma prese una per una non valete niente!”
“È una ferita profonda, accidenti!” ringhiò Mew Zakuro. “tu resta qui buona e non ti muovere, ci pensiamo noi a combattere”.
I cinque guerrieri rimasti saltarono verso i loro due nemici, pronti a sferrare i loro attacchi. Mew Zakuro utilizzò il suo Ribbon ZaCross Pure per cercare di avvinghiare e tenere fermo Flan. In un primo momento ci riuscì, ma subito la sua compagna Zefir intervenne e lo liberò con i Nunchaku.
“Così non va, ragazze. Proviamo un attacco combinato. Sarà dura senza Mew Lettuce, ma dobbiamo provarci. Cavaliere Blu, quando avremo preparato il nostro attacco, potenzialo con la tua spada!” gridò Mew Ichigo.
Mew Mint, Mew Pudding e Mew Zakuro si concentrarono e, attivate le loro armi, passarono la loro energia a Mew Ichigo. La leader unì ad essa la propria e lanciò un intenso fascio di luce contro i due nemici. Il Cavaliere Blu, pronto, usò la sua Lama della Cometa Azzurra per aggiungere potenza all’attacco delle Mew Mew. Ma anche col suo aiuto l’attacco non risultò potentissimo, perché le Mew Mew ad averlo lanciato erano solo quattro invece di cinque. Flan e Zefir erano preparati anche a questo: Flan, usando i suoi kunai elettrici, lanciò un potente contrattacco, e Zefir gli diede manforte col nunchaku. Ne uscirono indenni, mentre invece i giovani guerrieri avevano consumato tutta la loro energia con quell’attacco combinato.
“Ora tocca a noi, però” disse l’alieno con un lampo cattivo nelle pupille gialle.
Caricò una potente scarica elettrica nella lama dei coltelli e la lanciò contro i ragazzi, che erano raccolti in gruppo poco più sotto. Il Cavaliere Blu, a cui rimaneva ancora un po’ di energia, saltò verso la scarica.
Usò la sua lunga spada per cercare di deviare l’elettricità, ma aveva usato gran parte della sua energia nell’attacco precedente e non gli riuscì di respingerla.
“Sparpagliatevi, presto!” gridò alle guerriere sotto di lui, senza riuscire a vedere la loro condizione. Ma le cinque ragazze erano troppo deboli per riuscire a spostarsi in tempo, e quando l’attacco elettrico arrivò riuscì a centrarle in pieno. Mew Ichigo sentì un dolore fortissimo alla tempia destra, poi il buio totale.

 

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Mamma mia, in questo capitolo ho fatto una strage! Me ne ricorderò la prossima volta che vado a confessarmi (scherzo, ovviamente!).
Comunque, piccola spiegazione: tutti gli alieni sembrano possedere dei poteri legati all'elettricità, e quindi ho reso elettrica anche l'arma di Flan: i kunai sono delle specie di coltelli che si tengono stretti tra le nocche. Il nunchaku invece è un'arma composta da due bastoni uniti da una catena.
A giovedì prossimo! 

   
 
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