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Autore: _Lalli    06/06/2015    3 recensioni
Arya Dröttningu, ambasciatrice degli elfi, protegge l'unico uovo di drago in possesso alla resistenza; Durza lo Spettro attende da anni l'occasione di impossessarsene e finalmente pare esserci riuscito, ma l'elfa riesce a rovinare miseramente i suoi piani. Allo Spettro non rimane che un'unica soluzione: torturare la sua prigioniera senza pietà, fino a che non confessi il luogo in cui l'uovo è stato trasportato.
Ma se, durante la prigionia, qualcosa di inaspettato fosse accaduto ad Arya? Qualcosa di cui nessuno, a parte lei e Durza, è a conoscenza?
Costretta ad un viaggio avventato e ad un'improbabile alleanza, Arya scoprirà lati insospettabili del suo nemico e si lancerà in una ricerca che getterà i semi del suo destino. Coinvolta in segreti incredibili, finirà per svelare alcuni dei molti misteri che ancora oscurano la bellissima terra di Alagaësia.
Genere: Azione, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Arya, Durza
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Studio dei nomi

I nomi dei personaggi -sia quelli inventati da me sia quelli di Paolini (che in ben quattro casi sono senza nome!)- hanno sempre avuto un loro perché. Premetto che non sono una linguista, quindi mi sono basata spesso e volentieri su dizionari online e le mie ricerche non saranno precisissime, siate pietosi! ^^

*Hillr
(Antico Norreno)= Leale. È buffo perché in realtà la scrittura corretta sarebbe “Hollr” ma devo avere avuto una grande svista al momento della prima scrittura e mi sono resa poi conto che il suono mi piaceva di più, quindi l'ho mantenuto.
Nadua = Questo è il nome che ho inventato per lo spettro sconfitto da Laetri l'elfo -dato che Paolini non ce l'ha mai detto- ma non ha un significato. È semplicemente un rimaneggiamento del nome “Nuada”, re della mitologia irlandese. Altre info qui ---> Nuada
*
Praéll (Antico Norreno)= Vittima. È l'uomo incontrato da Durza a Taurida, quello che gli da le informazioni e che lui uccide azzannandogli la gola.
Bitr (Antico Norreno)= Coraggiosa. Nome scelto da Durza per Arya, in modo da viaggiare in incognito a Dras-Leona.
Natt (Antico Norreno)= Oscuro. Nome scelto da Arya per Durza, in modo da viaggiare in incognito.
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Svella = Rimaneggiamento di Vesall (Antico Norreno), che significa “miserabile”. È la donna che accompagna Arya da Gamall l'erborista.
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Gamall (Antico Norreno)= Vecchio. È l'erborista incontrato da Arya a Dras-Leona e poi condannato dai Sacerdoti.
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Gagnsamr (Antico Norreno)= Utile. Come dimenticare l'amico Gagnsamr, il monaco che inizia Durza e Arya al culto dell'Helgrind? Mi sembra incredibile che un nome tanto astruso significhi semplicemente “utile”. All'arrivo dei nostri eroi, l'uomo ha cinquantatré anni.
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Fuilteacha (Gaelico)= La sanguinosa. Qui era da intendersi come “La persona sanguinosa”. È il nome assunto dal Sacerdote che viene accolto nel culto la sera in cui Durza e Arya si appostano all'esterno della Cattedrale per origliare i suoni della cripta. Il nome apparteneva ad un adepto del culto famoso per aver sacrificato tutto se stesso al suo Dio, fino a morire.
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Helsa (Finlandese)= Dedicata a Dio. È la monaca dall'aria infelice che fugge dalla Cattedrale. Abbandonata dai genitori -che avevano fatto voto di donare a Dio la seconda figlia se il primogenito fosse sopravvissuto- la giovane entra nel monacato all'età di dodici anni. Ormai sulla soglia dei trent'anni, riceve l'ultima visita di sua madre, che riesce a dirle che suo padre è morto di stenti e suo fratello in un incidente in un cantiere, per poi spegnersi a sua volta tra le sue braccia. Tre anni dopo, Durza e Arya arrivano alla Cattedrale e la giovane mostra ben presto la sua fragilità e la sua insofferenza nei confronti del dio crudele che non ha saputo salvare la sua famiglia, nonostante il suo sacrificio, finendo per fuggire per la disperazione.
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Gefion (Finlandese)= Colei che dona ricchezza. Originaria di una famiglia di ricchi carpentieri, riceve una buona educazione. Unica figlia della coppia, che aveva a lungo cercato di avere un figlio, invano, rifiuta diversi pretendenti ed entra nel Culto all'età di ventuno anni, fiera e convinta della sua scelta. Vista la sua buona educazione, conosce alcuni rudimenti della cura con le erbe.
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Elin (Finlandese)= Dio è la mia luce. Figlia di primo letto di un consigliere alla corte del governatore Tàbor e della figlia di uno speziale, viene presto esclusa e denigrata dai figli che il padre ha con la seconda moglie. La matrigna è ben contenta di incoraggiare il suo fervore religioso e la ragazza entra nel Culto prima di raggiungere l'età da marito. Non ricorda molto della madre, ma ha letto molti dei suoi libri e dei suoi appunti e conosce il mestiere dello speziale.
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Delling (Finlandese)= Affascinante. Il padre è uno spaccapietre, la madre si occupa della casa, ma spesso vende il suo corpo per esigenze economiche. Maggiore di quattro fratelli e una sorella, Delling finisce per diventare a sua volta prostituta. Ha ventidue anni quando prova ad adescare un monaco, Gagnsamr, non riconoscendolo per ciò che è. Il vecchio la porta alla Cattedrale e le parla di Dio e del suo disegno, incantando la giovane donna. Tornata a casa dalla famiglia, li informa che ha deciso di farsi monaca e li lascia a cavarsela da soli, abbracciando il culto dell'Helgrind. Due anni dopo trova un membro delle Ombre nella dispensa, mentre torna dalle latrine, in piena notte. Dopo mesi di innocenti incontri, i due finiscono per diventare amanti. Delling è davvero innamorata di Wachter, che invece sembra più attratto dal suo aspetto, ma che comunque la rispetta.
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Wachter (Tedesco)= Guardiano. L'Ombra amante di Delling che sventa i piani di Augyra e che riferisce i sospetti dell'amante su Durza e Arya al Sommo Sacerdote.
*
Tove (Finlandese)= Buona. Il padre era un macellaio, la madre intrecciava e vendeva cesti di vimini. Si sposa giovane, all'età di quindici anni, ma il marito muore stupidamente: una baracca di legno della periferia di Dras-Leona gli crolla addosso mentre cammina per la strada. Tove mette al mondo un figlio, che tuttavia muore dopo poche ore e, dopo mesi di lacrime, trova consolazione in Dio e nei suoi compagni monaci.
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Broder (Finlandese)= Fratello. Ultimo figlio maschio di un'antica famiglia nobiliare, decaduta dopo l'ascesa di Galbatorix. Originario di Uru'baen, viene in contatto con la religione sin dai vent'anni, ma ne attende altri cinque prima di recarsi a Dras-Leona, il tempo necessario per assicurarsi che le tre sorelle abbiano trovato un buon marito e conducano una vita felice. Benché né ricchi né nobili, i suoi genitori sanno leggere e scrivere e fanno i banchieri, non gli trasmettono il mestiere, ma la capacità sì.
*
Elof (Finlandese)= Erede. Il padre è un vassallo di Lady Alarice e come d'uso lascia tutto in eredità al figlio maggiore, benché totalmente incapace. Il secondogenito fugge di casa indignato e trova una dignitosa soluzione nell'entrare nel culto dell'Helgrind.
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Gillis (Finlandese)= Bambino. Vive in un minuscolo villaggio sul lago di Leona con la sua famiglia. I genitori osteggiano fortemente la sua scelta di entrare nella chiesa dell'Helgrind, ma alla fine il giovane lascia la casa paterna e si dedica finalmente a Dio. È il più giovane dei monaci.
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Mikell (Finlandese)= Simile a Dio. Cresciuto in un orfanotrofio, non ha mai conosciuto i suoi genitori e si vergogna molto delle sue radici invisibili. Sa che l'unica gloria che potrà mai avere sarà al servizio del suo Dio e questo fa di lui un fedelissimo, ma dopo trent'anni al servizio del Culto, ancora non è riuscito a prevaricare su Gagnsamr ed è molto geloso di lui, per quanto lo rispetti.
*
Rasmus (Finlandese)= Amato. È il secondo più giovane dei monaci e non ha ancora venticinque anni. Di bell'aspetto e cordiale, era un famoso rubacuori a Belatona, sua città di origine.
*
Stian (Finlandese)= Vagabondo. La madre era del Surda ed è fuggita con suo padre, che ha sposato ad Arughia. Hanno avuto tre figli, Stian è il mezzano, ma se ne va non appena il padre prova ad imporgli di imparare il suo mestiere di calzolaio, per poter ereditare la bottega, un giorno. Ha l'incredibile capacità di inventarsi storie e di convincere gli altri che sono vere. Con questa capacità è sopravvissuto un annetto, vagando per la parte meridionale di Alagaësia, poi ha saputo del culto dell'Helgrind ed è riuscito a diventare monaco e a togliersi dalla strada. È il meno credente di tutti, è visceralmente attratto da Helsa, anche se è uno dei pochi fatti che non racconta in giro, e talvolta frequenta qualche prostituta, pagandole con le offerte che rubacchia dall'altare.
*
Trygg (Finlandese)= Affidabile. Come Broder, ha quarantadue anni quando Arya e Durza arrivano alla Cattedrale. È figlio di contadini, e particolarmente disponibile e responsabile.
Augyra (Antico Norreno) = Auga [occhio] + Heyra [orecchio]. Ho inventato un ruolo all'interno di Arcaena e un nome per la donna che Paolini ci presenta come Occhi di Lupo. Le parole “occhio” e “orecchio” sono un riferimento alla sua attività di spia.
*
Bidelia (Irlandese)= Esaltata. La sacerdotessa che si strappa un braccio all'altare dell'Helgrind e viene poi uccisa da Durza e Arya con il Fricai Andlat, dopo avere colto i due mentre lasciavano gli ambienti sotterranei, in piena notte.
Abracham (Irlandese)= Padre di una moltitudine. È il Sommo Sacerdote dell'Helgrind, detto anche monco o lingua mozza, ucciso da Angela nell'assedio di Dras-Leona. Il nome, come si può ben facilmente intendere, è un derivato del nome “Abramo”.
*
Solus (Antica lingua di Paolini)= Sole. Stiamo parlando della gemella di Alba, identica a lei sotto ogni aspetto e morta nella battaglia di Ilirea a causa di un colpo di spada al costato. Sul suo corpo fu cantato un salice piangente, lo stesso albero che Arya sceglierà per Islanzadi, pur non sapendo che Alba aveva cantato lo stesso sul corpo della gemella. Mi piaceva il gioco notte/giorno che creavano i due nomi accostati, infatti Aiedail è una stella, visibile sopratutto di notte, ma è anche quella che sopravvive abbastanza da incontrare il giorno, e quindi il sole.
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Damali (arabo)= Bella visione. Nome dato alla madre di Durza.
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Urien (irlandese)= Nascita privilegiata. Nome dato al padre di Durza.
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Rahi (arabo)= Primavera. Nome dato alla sorellina di Durza.
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Ziya (arabo)= Splendore della luce. Nome dato al fratellino nato morto di Durza.
Geerten (Irlandese)= Abile con la lancia/ Fortelancia. Il capitano inviato a Gil'ead da Galbatorix, con precise istruzioni di catturare Eragon e Saphira, se gli si fosse presentata l'occasione.
Athala (Antico Germanico)= Nobiltà di stirpe. Il nome, come anche il ruolo di ultima erede dei Broddring, sono una mia invenzione. Paolini ci aveva solo fornito una descrizione fisica e il misterioso nome di Cantalama.
*
Màthair (Irlandese)= Madre. È la balia che si prende cura della bimba di Arya e Durza, i giorni immediatamente successivi alla sua nascita.
*
Dietfried (Tedesco)= Protettore del popolo. Nome dell'unico figlio di Athala, sorella minore di re Angrenost.
*
Ehren (Tedesco)= Onorevole. Figlio maggiore di Dietfried, morto a nove anni.
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Kerta (Tedesco)= Guerriera. Secondogenita di Dietfried, morta a diciassette anni con il figlio che portava in grembo.
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Ragnol (Tedesco)= Saggio. Terzogenito di Dietfried, nonché unico dei tre figli sopravvissuto. Ha una sola figlia, Athala/Cantalama.
*
Volga = Gioco di parole con “volgo”, da intendersi come “popolana”. È la madre di Athala/Cantalama, uccisa dal secondo marito dopo avergli rivelato qualcosa sulle origini reali della figlia.

*Personaggi inventati da me.

Ho dimenticato nessuno? Spero di no, ma nel caso fatemelo notare, Grazie ^_^





La fine del Culto dell'Helgrind

Il crollo della Cattedrale di Dras-Leona colpì un po' tutti coloro che si muovevano entro le mura della città. I non credenti si videro mancare un pezzo molto importante dell'ambiente cittadino: un punto di orientamento e anche uno per fare affari. I credenti faticarono effettivamente ad accettarne la distruzione.
Avevano visto un drago scontrarsi contro creature orribili sulla montagna sacra al loro Dio, solo pochi mesi prima, e da allora i doni e i sacrifici non erano più stati reclamati dalla divinità. Già era difficile vedere il proprio Dio sanguinare e mantenere intatta la fede, ma il crollo dell'edificio che ospitava il suo culto, la chiesa madre.. Non era uno spettacolo che si accetta senza mettere in dubbio nemmeno per un istante l'esistenza del Dio che avrebbe dovuto reggere la baracca.
Inoltre, dalle macerie della cattedrale, furono estratti solo cadaveri. E come si poteva pensare di mandare avanti il culto, senza sacerdoti che celebrassero i riti?
Cero, tre dei monaci erano sopravvissuti, ma di sicuro non sarebbero stati in grado di ricostruire il credo, dato che ignoravano gran parte dei suoi misteri, e non si poté attingere agli archivi scoperti nei tunnel sotterranei perché i documenti furono quasi totalmente distrutti dal crollo e dai scellerati soldati Varden. I pochi scritti sopravvissuti, vennero venduti dai monaci per sopravvivere e un uomo li portò con sé a Kuasta, anche se nessuno seppe mai cosa intendesse farne.
I tesori custoditi dai Sacerdoti divennero parte della cassa reale e furono usati per riparare alcuni danni di guerra e le gallerie furono ristrutturate e adeguate alla loro funzione originaria: fognature.

Il giorno del crollo, Gagnsamr aveva accompagnato Elin e Stian al mercato. Vi andava raramente, perché le sue vecchie ossa lo preferivano seduto in preghiera su una scomoda panca, piuttosto che in giro tra la folla a prendersi gomitate sulle costole e a farsi pestare i piedi ossuti.
Tuttavia quel mattino era avvenuto un piccolo incidente in cucina: Tove, un poco distratta, aveva totalmente carbonizzato il pane destinato alla colazione dei Sacerdoti e ovviamente non c'era stato il tempo necessario per farne lievitare dell'altro entro l'ora del pasto, quindi si erano avventurati in città alla ricerca di qualche pagnotta calda, poco prima che i Sacerdoti entrassero in chiesa per il rito del mattino.
Poi avevano visto i draghi. Gagnsamr aveva una paura terribile di quelle creature e dei loro cavalieri. La loro stessa esistenza era un insulto e una minaccia al potere del suo Dio.
Le due bestie avevano cominciato a scontrarsi e la folla del mercato si era caoticamente dispersa tra grida di terrore. Stian era riuscito a trascinare via lui ed Elin dalla folla impazzita e tutti e tre erano rimasti ad assistere da lontano alla distruzione della loro chiesa, pietrificati.
Erano riusciti ad avvicinarsi alle macerie solo quando era calata la sera, ed Elin vi si era gettata sopra, urlando, piangendo e spaccandosi le unghie contro le pietre, mentre scavava alla disperata ricerca dei propri compagni. Qualcun altro aveva cominciato già ad estrarre i primi corpi da sotto le massicce pietre che avevano sorretto l'edificio, tutti coordinati da un gruppo di soldati Varden e surdani.
Il primo Sacerdote fu ritrovato tra i resti del campanile, gli altri nella navata centrale, colti sicuramente dai loro nemici nel bel mezzo del rito del mattino e massacrati senza pietà.
Gagnsamr capì che non avrebbe più rivisto nessuno dei suoi compagni nel momento stesso in cui gli riferirono che l'altezza della cattedrale era crollata verso la parte sinistra dell'abside. Il muro di mattoni rossi che aveva delimitato il chiostro era stato sepolto dalle macerie.
Completamente.
Se anche qualcuno fosse sopravvissuto, lì sotto, non sarebbero mai riusciti a tirarlo fuori prima che morisse soffocato o di stenti.
Lui, Elin e Stian si operarono insieme ai cittadini per sgomberare la grande piazza. Impiegarono settimane, ma alla fine recuperarono tutti i morti, tranne il Sommo Sacerdote. Di Abracham non vi era traccia, come se si fosse volatilizzato.
Seppellirono i corpi fuori dalla città, ai piedi dell'Helgrind e lì vi trovarono solo desolazione e abbandono. Se un Dio aveva abitato in quella montagna, ormai non ve n'era più traccia.
Nel frattempo, Alagaësia sembrava come impazzita: il re Galbatorix era stato ucciso e una donna, il capo dei Varden, aveva preso il suo posto. I tesori che le gallerie segrete avevano contenuto erano stati portati via dai guerrieri dei Varden, buona parte degli scritti bruciati dagli stessi soldati, travolti dall'euforia della notizia della sconfitta del re nero. Alcuni dei cavatori impegnati nello sgombero delle macerie avevano consegnato a Gagnsamr alcuni manoscritti sopravvissuti, contenuti in delle casse. Il monaco li aveva concessi ad un uomo di Kuasta, il quale gli aveva detto di essere un amante della conoscenza e di poter conservare gli scritti in un luogo sicuro.
Con il denaro ottenuto, lui e gli altri due sopravvissuti tirarono avanti per i mesi seguenti. Il giorno che Elin gli chiese, tra i singhiozzi, cosa ne sarebbe stato di loro, Gagnsamr non seppe rispondere o darle consolazione.
Già altre persone si erano rivolte a lui, chiedendogli di rifondare la chiesa e di parlare loro di Dio, ma il vecchio non ne era stato capace.
Dove prima c'era il suo Dio, in quel momento vi era solo il vuoto. Dio non aveva protetto la cattedrale, non aveva protetto Broder, Delling, Elof, Mikell, Gefion, Rasmus, Gillis, Tove, Trygg..
Loro erano stati i figli e i fratelli che lui -abbandonato dai genitori- non aveva mai avuto. Ed erano perduti.
Dio era stato ucciso, o peggio, non era mai esistito.
La nuova certezza lo gettò in una crisi profonda, che si protrasse per tre lunghi mesi. Lui, Elin e Stian avevano trovato asilo nella sede dei mastri scalpellini, che li ospitavano per pura pietà, in cambio di qualche semplice lavoretto e del poco denaro che potevano offrire, quello ottenuto dall'uomo di Kuasta.
Ma nessuno dei tre fu in grado di rievocare un canto a Dio, e per mesi, non appena si accennava ad uno dei compagni scomparsi, lacrime di dolore rigavano i loro volti sconvolti.
Quando un giorno, ormai vicino alla primavera, sentì Elin gridare, Gagnsamr si precipitò all'esterno della sede degli scalpellini e la vide abbracciata in lacrime ad una donna dalla pelle abbronzata, con corti capelli tra il biondo e il rosso e gli occhi color sabbia tremanti di incertezza, come anche le mani arrossate che stringevano la schiena di Elin.
Quando finalmente riconobbe Helsa, Stian era già corso incontro all'ex monaca, l'aveva sollevata da terra e, ridendo come un bambino, l'aveva baciata più e più volte sulle labbra.
Quello fu l'inizio di una vecchiaia lieta, per Gagnsamr. I quattro si stabilirono nella casetta di Helsa e trovarono un impiego.
L'altezzosa Elin prese in custodia la piccola bottega di un erborista, un certo Gamall condannato a morte dai Sacerdoti più di un anno prima; Stian si unì ai cavatori e Gagnsamr divenne precettore di alcuni ricchi rampolli di mercanti. Helsa faceva la lavandaia da quando era fuggita dalla Cattedrale, e Gagnsamr non si sarebbe stupito troppo se, prima della fine dell'anno, avesse unito la mano a quella di Stian.
Tutti insieme, rievocavano i compagni perduti e, lentamente, cominciarono ad accettare la loro dipartita, per quanto dolorosa.
Non erano più monaci ormai, le macerie della Cattedrale erano ordinatamente ammucchiate e venivano trasportate fuori città. Ciò che aveva avuto per tutta la vita era scomparso, ma finché lui insegnava loro a leggere e scrivere, Elin preparava buon cibo per tutti, Stian cantava ballate e raccontava storie e Helsa sorrideva con l'espressione di chi non crede alla propria fortuna, Gagnsamr poteva definirsi il vecchio più felice di Alagaësia.

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Finisce qui la prima appendice, la seconda, con POV di Alba e bibliografia/sitografia, arriverà sempre nei prossimi mesi ;)
Grazie a tutti coloro che negli ultimi tempi hanno aggiunto questa storia tra i preferiti/ seguiti/ ricordati e lasciato adorabili recensioni, sono lusingata!
Baci,
Lalli

  
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