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Autore: VioletTurner    06/06/2015    0 recensioni
E' una storia che ho inventato in base ad un personaggio di mia creazione fatta apposta per una storia d'amore con il nano Kili: Lolaehl è una dwelf...che genere di creature sono?
Sono creature rare, proprio perchè nate dall'amore tra due razze che per anni e anni si sono odiate...ma non tutti gli elfi odiano i nani o viceversa...Elrond, signore di Gran Burrone e Gil Pugniferro dei Colli Ferrosi, ad esempio, si innamorarono, e la donna di razza nanica dette alla luce questa creatura "mezzosangue" simbolo dell'amore puro e raro che la legava ad Elrond...
Lolaehl...o Lola ha sì, l'aspetto e la bellezza di un'elfo, senza barba (non come tutte le femmine di razza nanica) ed orecchie a punta ma è anche, e soprattutto, alta quanto un nano...
E' forte, dolce, solare, ma comunque con un passato tragico alle spalle. Per fortuna che la presenza della sorella maggiore Arwen, non le ha fatto mancare l'amore di una mamma, anche se, nel suo cuore, Lolaehl avrebbe da sempre voluto conoscere Gil venuta a mancarle dalla nascita...
Tutto ciò che caratterizza Lolaehl farà innamorare Kili...
(mia versione alternativa al pairing Kiliel)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 2: Una rosa per te


Cercai in lungo e in largo quel bellissimo principe finchè non lo trovai. Era assorto e parecchio triste. Si rigirava una pietra tra le sue dita, una pietra di colore scuro. Mi avvicinai e appena lo feci lui mi guardò e la nascose in una delle sue tasche. Non mi azzardai a chiedere cosa fosse e mi limitai a guardarlo, rivolgendogli un sorriso. La sua bocca rispose al mio sorriso, mostrando i denti.
“Principessa…” mormorò con una riverenza. “Non serve…Kili…” risposi
“Conoscete il mio nome Milady?” chiese sorpreso
“Beh ho una certa capacità a ricordarmi i nomi…poi ho sentito vostro fratello che lo pronunciava…” risposi sorridendo di nuovo. “Già…” annuì lui abbassando lo sguardo “Mi dispiace per…” continuò ma lo interruppi “Oh no no…non preoccuparti e comunque sono
una tua pari, anche se per metà quindi…preferirei che tu mi chiamassi Lola” “Lola?” chiese sorpreso il nano e riprese a sorridermi “Mi piace…” sospirò.
Rimasi a guardarlo in silenzio, la profondità di quegli occhi nocciola mi ammutolirono. Poi lui riprese a parlarmi “Sai che non ho mai sentito parlare dei dwelf?”
Alzai un angolo della bocca sorridendo di sghembo “Quindi devo sentirmi onorata di essere la prima che tu abbia conosciuto”
“Oh no…quello onorato in realtà sono io…prin…scusate…Lola” mi rispose Kili pi si guardò attorno “Ho visto che non avete mangiato nulla tu e i tuoi compagni…magari più tardi dopo la mia battuta di caccia potrei…”
“Andate a caccia?” mi chiese il nano stupito “Come mai quel tono sorpreso? Non avete mai visto una donna andare a caccia?”
“A dirti la verità ancora no…che armi usate?”chiese
“Uso l’arco…oh beh…vorrei tanto migliorare, me la cavo meglio con i pugnali…difatti solo abituata a selvaggina di piccola taglia…non sono mai riuscita a…” “Vi aiuterei volentieri Lola…ehm”mi interruppe “magari…” continuò. Sapevo ciò che voleva chiedermi anche se non ci riusciva “Credete che potrei
accompagnarvi?”. Il suo sguardo era troppo tenero e non resistetti a dargli il mio assenso “Ma certo…Kili…”…

Mi ricordo che fu un pomeriggio magnifico, quasi ci dimenticcamo di andare a sfamare tutti gli altri della Compagnia. Mio padre Elrond non si accorse della mia assenza perché impegnato a conversare, anzi meglio a discutere, con Thorin, il nano capo della Compagnia.
Naturalmente stemmo ben attenti a non superare i confini di quelle Terre o ci saremmo di certo imbattuti in qualche pericolo. Già gli Orchi li seguivano e mi ero sempre domandata il perché. Ma non mi permisi di chiedergli nulla della loro spedizione, anche se come al solito ero molto curiosa, e feci solo una domanda “So che non sarò molto discreta ma…come mai di visita a Rivendell?”

“In realtà sarebbe un segreto ma tuo padre ci sta aiutando, Gandalf si fida di lui… per cui…” disse Kili mentre ritornavamo carichi di selvaggina “Conosci la storia di Smaug il terribile?” mi domandò
“Eccome no…” ammisi e dei brividi percorsero le mie viscere “A causa del fumo e del fuoco a Dale mia madre è dovuta fuggire e dopo un lungo viaggio attraversò il confine arrivando a corte. Mio padre Elrond, nonostante il comportamento di re Thranduil che alimentò per sempre l’odio con gli elfi, non intendeva essere scortese con una nana bisognosa e fu così che le offrì una stanza a Rivendell…si innamorarono…e poi beh immagina il seguito” dissi inarcando le sopracciglia.
“E’ nata la più bella dwelf che abbia mai visto…” sussurrò Kili che di sicuro non voleva farsi sentire “Come scusami?” chiesi anche se avevo capito.
“Volevo dire…posso immaginare…” mi rispose lui arrossendo leggermente “Dunque…diciamo che mio zio, Thorin, è qui perché vuole recuperare Erebor e ha bisogno di capire alcune cose…” mi disse Kili

“Ma è una spedizione molto pericolosa… commentai “…e dovrete affrontare Smaug…” “Per questo abbiamo uno scasshobbit…ehm scusa lo Scassinatore…Bilbo ci aiuterà ad aprire l’altra porta ma abbiamo bisogno di sapere perché, quando e come…quella mappa in possesso di Gandalf non è tanto chiara ecco perché siamo venuti qui” mi disse il nano Annuii “Quindi vi serve decifrare meglio la mappa con l’aiuto delle rune lunari…beh ti do una buona notizia…siete fortunati, stanotte brillerà una bellissima falce d’argento…” dissi ammirando il crepuscolo.
“Magari potremmo guardarla insieme…” disse Kili all’improvviso “Oh scusami magari ti sarò sembrato troppo audace” ridacchiò imbarazzato. Mi voltai a guardarlo, sentii le mie guance formicolare e scaldarsi “Oh no invece…sarebbe bello…mi piacerebbe” sospirai “Ora sarebbe meglio rimetterci in cammino prima che ci diano per dispersi, poi i tuoi compagni avranno fame e qui ce n’è per sfamare un intero esercito nanico. Non avevo mai visto così tanta selvaggina” affermai.
“Si affrettiamoci prima che faccia buio pesto” disse Kili sistemandosi il cervo sulla spalla. Dalla sua tasca scivolò la pietra che avevo visto prima tra le sue mani e mi piegai a raccoglierla “Ti è caduta questa…” dissi restituendola al nano
“Oh grazie…caspita, non so che avrei fatto se l’avessi persa…” disse poi. Nel riprenderla sfiorò la mia mano e lo sentii tremare come se fosse stato colto da un brivido, lo stesso che colse me.
Ci guardammo un attimo negli occhi senza parlare
“Dev’essere molto preziosa per te…” gli dissi “E’ un ricordo…una specie di promessa…” spiegò Kili “Alla tua sposa?” scherzai. Kili sorrise “No…mia madre…vuole che torni presto a casa…mi ritiene un po’ spericolato…”
“Perché, vorresti dirmi che non lo sei?” domandai sorridendo divertita
“No, non così tanto…” rispose timidamente Kili “Giusto un pochino…” ritrattò poi guardandomi con occhi sinceri e teneri. “Un pochino tanto… renditi conto che non si tratta di cacciare un cervo per mangiarlo, si tratta di un drago sputa fiamme” dissi io.
“Lo so…ma è un modo di dimostrare a mio zio di che pasta sono fatto” “Sono sicura che l’ha capito dal momento in cui hai accettato di partire per quest’avventura” ammisi. Kili non disse nulla sorrise soltanto e guardò avanti a sé. Finalmente di ritorno portai la cacciagione al gruppo di nani che cenarono tutti insieme gustandosela. Mi unii al loro succoso banchetto ascoltando i racconti di Bofur e i canti dei nani. Bombur, un nano corpulento, mangiò più di tutti gli altri ed era seduto su di un’asta di legno. Kili sedeva assieme al fratello fumando del tabacco che emanava un buonissimo odore, come di eucalipto. Ogni tanto posavamo gli occhi l’uno sull’altra scambiandoci timidi sorrisi. I nani banchettavano e scherzavano per liberarsi dai pesnieri negativi e dalle paure che poteva provocare una spedizione così perigliosa. Bofur tirò una salsiccia al fratello ciccione “Ehy Bombur tieni” e questo la prese; forse per un leggero movimento del nano, forse per quella minuscola salsiccia , l’asta si spaccò sotto il suo fondoschiena facendolo cadere e provocando grosse risate. Mi tappai la bocca anche io un po’ spaventata dal botto e poi divertita mi unii alle risate. Anche Kili rideva e mi guardava ridere di gusto. Smise di ridere e stette ad osservarmi. “Oh poverino!” commentai notando il disagio di Bombur nel rimettersi diritto. Ciononostante non riuscivo a smettere di ridacchiare. Dopo un po’ di burle e scherzi vari Kili mi si avvicinò “Sentite…credo che andrò a riposare…sono molto stanco per il viaggio e per la battuta di caccia di prima…spero di non offendervi se…”
“Ma no, figurati Kili…” risposi interrompendolo. Io non ero affatto offesa anzi, anche io ero stanca e avrei avuto bisogno di una bella dormita. Seguì un silenzio d’imbarazzo ed entrambi dicemmo “Buonanotte” per poi sorridere timidi. “Buon riposo principessa” mi augurò lui prendendo la mano e poggiandoci un dolcissimo bacio. Sostenne lo sguardo su di me per un po’ e in quel mentre sentii i battiti del mio cuore accelerare “Buon riposo a te Kili, figlio di Dis” dissi con voce quasi tremante.

Risalii nelle mie stanze a banchetto finito e incontrai mia sorella intenta a ricamare un velo “Buonanotte sorella mia, riposate bene…” mi disse con un gran sorriso “Altrettanto a te sorella mia” risposi quasi buttandomi sul letto. Cominciai a guardare oltre le tende velate della mia branda elfica e cominciai a rimirare il cielo. Tirai un grande sospiro. “Direi che quei sospiri sono di chi è speranzoso di aver trovato la propria anima gemella sorellina mia…dimmi…è il capo dei Nani o il bel Fili l’erede al trono di Durin?” avanzò Arwen. “Nessuno di questi che tu hai menzionato sorella…” “Presumo allora sia l’altro, quello che oggi ti guardava con quegli occhi furbi…stai attenta…” disse Arwen. “Gli occhi più furbi e… belli che abbia mai visto in vita mia…” commentai quasi sussurrando. Arwen stava sorridendo e riportò lo sguardo sul suo lavoro “Dunque è Kili, il secondogenito di Dis colui che ti fa sospirare in tal modo…” Non risposi. Il mio silenzio rispose per me. Quel principe dei nani, l’arciere della Compagnia aveva trafitto il mio cuore non con una delle sue solite frecce. Ma con un dardo infuocato, quello dell’Amore. Non mi ero mai sentita così prima di quel momento. Chiusi appena gli occhi per cercare di dormire e il viso di Kili mi si parò davanti. Il suo sorriso, i suoi occhi fieri mentre mi parlava della spedizione, le sue mani che tenevano e stringevano la pietra e la sua bellissima immagine mentre prendeva la mira durante la caccia. Sentii le mie labbra muoversi e allargarsi in un sorriso mentre presi il cuscino e lo strinsi con le mani.
Avevo da poco preso il sonno quando sentii un fruscìo e quel rumore lo sentii anche mia sorella. Guardai appena sopra di me, mi ero dimenticata di chiudere quella finestra. Lo sentimmo di nuovo e il fruscìo si fece più chiaro. Non erano le foglie e il vento era solo un richiamo come un “pssst!” Arwen andò alla finestra e guardò dappertutto finchè non mi guardò sorridendo. “Sorella hai delle visite…”mi disse
Mi alzai dal letto perplessa ed accorsi alla finestra, poi guardai mia sorella e lei mi rivolse uno sguardo complice e mi soffiò un bacio sulla fronte, piegandosi appena “Forza vai…hai la mia benedizione”. Tornai a guardare il principe nano che ricambiava il mio sguardo al piano di sotto “Non riesci a dormire Kili?” chiesi sussurrando.
Lui scosse la testa “Avete ancora voglia di osservare la falce d’argento?” chiese a bassa voce. Annuii “Aspettami davanti al cancello del giardino delle rose da lì possiamo rimirarla benissimo, c’è una vista bellissima…” dissi indicando la direzione “Non ti puoi perdere” aggiunsi sorridendogli. “Forse solo nei vostri occhi” sussurrò prima di andare.

Raggiunsi il giardino dove roseti bianchi piantati dai maestri giardinieri elfici crescevano rigogliosi. Mi guardai attorno ma non vidi nessuno. Di nuovo un “pssst” richiamò la mia attenzione. Kili emerse dal buio e mi si avvicinò “Mi scuso per prima…non potevo riposare senza prima avervi rivisto principessa…”. Al suo dire arrossii e guardai altrove per un attimo. Riportai il mio sguardo sul nano
“Ti prego Kili, chiamami solamente Lola” ribadii timidamente.
“Va bene…” poi si guardò attorno “Chi si occupa di questo splendore?” chiese guardando le rose bianche oltre i cancelli “A volte anche io…” risposi cercando con gli occhi le chiavi. Le trovai attaccate al chiodo d’argento piantato alla colonna-elfo sinistra e le presi. Cercai quella giusta e aprii il cancello.
“Seguimi” sussurrai varcando il cancello prima di lui. “Come mai rose? E perché proprio bianche?” domandò curioso il naso guardandole senza toccarle. “Era il simbolo della famiglia di mia madre…la Rosa di Mithril, la gemma, appunto, argentea quasi bianca…Re padre Elrond le ha dedicato questo piccolo giardino, ci troviamo ad Ovest di Rivendell” risposi odorando quelle rose
“E’ più preziosa dell’Arkengemma?” mi domandò Kili
“No…ma comunque un simbolo importante per me e per mio padre” . Mi misi a sedere e divenni malinconica e il nano lo capì dal mio sguardo “Ti deve mancare molto, tua madre Gil…”
“Non ho potuto conoscerla ma mi manca lo stesso visto che mi ha portata in grembo…”. Un brivido di freddo raggiunse il mio corpo, ma non fu il vento. Era solo tristezza.
“Non volevo riportare alla vostra mente questi ricordi, me ne rammarico…” si scusò Kili. Respirai a fondo “Quante altre volte ancora devo dirti di non darmi del voi?” dissi guardandolo “Scusate…ehm…scusami Lola…hai ragione, è che sai noi nani abbiamo la testa dura!” scherzò “Oh lo so..” ridacchiai io. Lui apparve un po’ offeso “Stai parlando con una dwelf…essendo nana, anche se per metà, anche io ho la testa dura” continuai. E la smorfia di Kili si trasformò in un fantastico e aperto sorriso. Il suono della sua risata fu musica, un’armonia certamente migliore di quella che proveniva dalle nostre cetre.
La falce d’argento stava lì luminosa davanti ai nostri occhi. La osservammo in silenzio finchè non notai una delle rose colpite dal suo raggio. Brillava di luce bianco argentata, quasi fosse fatta di mithril.
Sapevo che magari sarebbe stato un dolore per mio padre vedere un rametto di questo roseto spezzato, ma questo giardino era anche mio per cui presi le forbici, tagliai una delle più belle rose dal bulbo quasi schiuso e la donai a Kili che rimase stupito e sconcertato del gesto. “Di solito sono abituato a cogliere i fiori per le dame ma non ne ho mai ricevuta una…” mi disse prendendola fra le dita
“Considerala tua prima volta e…diciamo anche uno strappo alla regola!” ironizzai. “Oggi ci sono state tante prime volte per me Lola…l’aver conosciuto una dwelf… essere andato a caccia con una donna…l’aver ricevuto un fiore…e…” non continuò soffermandosi a guardarmi “E…?” domandai curiosa di quello che mi avrebbe detto.
Kili mi guardava la bocca troppo timido per avvicinare la sua “E osservare che tra tutte queste rose, non ce n’è nessuna paragonabile a te”. Piano piano si avvicinò toccando il mio mento con l’indice e proprio quando stava per toccare le mie sfortuna volle che una voce alquanto famigliare, quella di Re Elrond, mio padre, mi appellò “Lolaehl…” ed io mi allarmai allontanandomi dal nano.“Forse non è il caso di fare una terza brutta figura per oggi” disse Kili arrossendo e sorridendo appena. “Lolaehl!” mi richiamò la voce sempre più vicina “Forse è meglio che ti nascondi” dissi guardandomi intorno; poco più in là vi era un piccolo portico immerso nell’oscurità con pilastri abbastanza alti e ampi da coprirlo “Ecco lì…” dissi a bassa voce indicandogli il luogo. Prima di andare via il nano raccolse il coraggio e premette le labbra contro le mie dopodiché si dileguò a gambe levate e fece appena in tempo per nascondersi quando mio padre fece di nuovo il mio nome e mi venne incontro “Lolaehl…perché figliola, a quest’ora della notte, indugi fra questi roseti?” mi disse in elfico. Io che ancora ero sconvolta e felice per via di quel bacio improvviso rimasi ancora un po’ con lo sguardo perso nel vuoto. “Lolaehl” disse ancora mio padre “Che ti succede?” domandò in elfico. Lo guardai come se la sua domanda mi avesse risvegliato da quel torpore che provavo, abbassai il capo “Non avevo sonno mio Signore Padre…volevo guardare la falce d’argento visto che questo era il giorno giusto” Elrond mi sorrise comprensivo e mi mise una mano sulla spalla “E’ tardi yenya (figlia mia) vai a riposare…ci saranno grandi visite a corte…Lady Galadriel sarà con noi… voleva conoscerti…” mi disse e io sgranai gli occhi “Lady Galadriel, o Padre mio quale onore…” sospirai contenta “Perché questa richiesta da parte sua?” domandai… “Perché hai un grande destino davanti a te…e lei ci teneva a rivelartelo…”…
   
 
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