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Autore: AlyTae    07/06/2015    3 recensioni
- Sai, quando sei nata tua madre insisteva col chiamarti Tiffany. Abbiamo litigato molto, sai? Che ricordi...-
Alzò la testa lievementi
- Quindi...- mormorò - Qual è il mio nome papà?-
- Cosa intendi dire?- disse suo padre, in tono quasi severo - Stephanie, ovviamente.-
Stephanie lo guardò intensamente
- Non mentirmi, papà.- disse - Qual è il mio nome?-

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SiFany
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Tiffany, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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L’aveva perso un’altra volta. Non le aveva nemmeno lasciato il tempo di spiegare. Semplicemente, era andato via, fuori dall’edificio, lasciando tutti quanti confusi: gli amici di Tiffany, gli amici di Stephanie.. Anche Tiffany era confusa, e lo era anche Stephanie. Ogni parte del suo corpo non sapeva più che pesci pigliare. L’unica cosa che riuscì a fare fu dire frettolosamente – Trovate Taeyeon – ai suoi amici, per poi uscire fuori anche lei. Non le avrebbe lasciato scappare di nuovo. Ora era determinata a dire tutto, e nulla l’avrebbe fermata.
Fuori iniziava a calare la sera. Il cielo era colorato di una sfumatura viola, azzurra e arancione. L’aria era fresca, finalmente anche la California iniziava ad assumere un clima adatto al mese di dicembre.
Stephanie si guardava intorno, ma di Shindong nessuna traccia. Lui non conosceva bene la città, quindi non poteva essere andato lontano. Cercò di fare mente locale, e ricordarsi tutti i posti in cui aveva portato i suoi amici in quei giorni di vacanza. Locali, bar… no. Forse Shindong in quel momento aveva solo bisogno di stare solo, di riflettere, e dubitava fosse andato in qualche pub. E poi non era mai stato il tipo che affogava i dispiaceri nell’alcol.
Rifletti! Tiffany, rifletti!
Sussultò a quel pensiero. Si era chiamata “Tiffany” anche tra sé e sé. E non aveva idea di cosa volesse dire ciò, e soprattutto se volesse dire effettivamente qualcosa.
Già, cosa voleva dire? Qual era la sua vita? Cosa avrebbe detto a Shindong? Che le dispiaceva aver mentito, che si rendeva conto che non poteva avere due identità?
No.
Lei non aveva mai avuto due identità. Era sempre stata sé stessa, e basta. Ciò che faceva Tiffany, sarebbe stata in grado di farlo anche Stephanie. E quando Stephanie prendeva una decisione, Tiffany annuiva con energia, e approvava. E se Tiffany piangeva, anche Stephanie aveva i suoi motivi per piangere ed essere triste. Ma poi trovava un modo per tirarsi su, ed essere allegra, e così anche Tiffany sarebbe stata in grado di sorridere.
Tiffany e Stephanie erano una persona sola. Letteralmente. Che sciocca decisione, quella di cambiare nome! Lei per prima voleva dare una svolta alla sua vita, cambiare, e solo in quel momento si rendeva conto che non aveva cambiato proprio niente! Se non la casa, la scuola, la compagnia… Ma non aveva mai, mai cambiato sé stessa.
Ecco cosa avrebbe detto a Shindong. Ecco cosa avrebbe detto a tutti quanti.
Si diresse verso la spiaggia. Erano stati in tante spiagge in quei giorni, ma probabilmente la scelta più logica era dirigersi verso quella più vicina. Poi l’orario era perfetto: si stava avvicinando l’ora di cena, quindi non ci sarebbe stato nessuno in giro. Il luogo perfetto per stare soli e tranquilli. Shindong era sicuramente lì.
 
 
 
Ed eccolo lì, infatti. Seduto sulla sabbia, girato di schiena, lo sguardo rivolto verso il mare, a fissare la sottile linea dell’orizzonte. Vederlo così, immobile, rigido e freddo come la pietra, le fece sparire anche solo per un attimo tutta la determinazione che aveva provato precedentemente. Fece un respiro profondo: ora era lì, era ad un passo dal levarsi quel peso dal cuore.
Si avvicinò a lui, muovendo i piedi lenti e silenziosi nella sabbia, leggere come un fantasma. Come se non volesse far rumore, come se volesse far credere al ragazzo di essere da solo, almeno fino a qualche secondo prima. Non servì a molto. Infatti, fu il ragazzo a parlare per primo, senza girarsi, come se avesse da sempre percepito la sua presenza.
- Ci hai messo poco, a trovarmi.-
Stephanie sussultò in silenzio. Non se lo aspettava. Cercò di rispondere con tutta la calma e la serietà possibile.
- E’ perché ti conosco.-
Shindong rise amaramente :- Bhe, non si può mai sapere. Anch’io credevo di conoscerti, ma adesso mi rendo conto di non sapere praticamente nulla di te. Quindi, ecco… è un errore credere di conoscere veramente qualcuno, no?-
Tiffany si morse il labbro. Sentì una gelida morsa al cuore. Come dargli torto, in fondo? Nemmeno lei conosceva sé stessa.
Non disse nulla. Si sedette semplicemente sulla sabbia, accanto al ragazzo. Lui non protestò, nonostante fosse palese che era arrabbiato con lei.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, fissando il sole che si tuffava nel mare, donandogli mille colori caldi: dal giallo, al rosso, all’arancione. Come un acquarello che si scioglie nell’acqua, e crea il più bello dei dipinti.
Stephanie ruppe il silenzio.
- E se fossi stata io a scappare? Dove mi avresti cercato?-
- Nell’armadio di casa tua.-
I due scoppiarono in una risata non troppo fragorosa. Erano ancora a disagio, e nonostante stessero parlando come avevano sempre parlato, sapevano che prima poi avrebbero dovuto toccare il punto dolente della situazione.
- Almeno..- mormorò Shindong, mente la risata gli moriva in bocca – Stephanie avrebbe fatto così.-
Stephanie deglutì. Ecco, il punto era stato toccato.
- Anche Tiffany avrebbe fatto così.- disse, il più piatto possibile.
Lo sguardo di Shindong, ancora rivolto verso l’oceano, s’indurì.
- Non saprei. Non conosco questa Tiffany.-
- Io sono Tiffany.- disse Tiffany, decisa.
Shindong ridacchiò :- Tu sei Stephanie…-
- Sì. Ma sono anche Tiffany.- ripetè ostinatamente Stephanie.
- Non puoi essere due persone.-
- Non lo sono. Sono io, e basta.-
- Di solito le persone hanno un solo nome.-
- E io ne ho due.-
- Che cazzata.-
- Sì, hai ragione. Tutto questo è solo una gran cazzata.-
Calò nuovamente il silenzio. Ormai il sole era solo un’insignificante palla arancione, che si nascondeva timido dietro la linea dell’orizzonte.
- Come l’hai scoperto?- chiese Tiffany, rompendo ancora una volta il silenzio.
- L’ho sentito. Ieri notte.-
Stephanie sbarrò gli occhi. Si era già dimenticata di quel particolare. Adesso la risposta le era piombata addosso, inaspettata, e non sapeva cosa pensare o come comportarsi.
- Quindi eri tu..-
- Già.-
- Mi dispiace.-
- Oooh, non devi. Perché devi dispiacerti? Solo perché sono innamorato di te da anni?-
Stephanie sgranò gli occhi :- Non lo sapevo.-
- E non volevo lo scoprissi così.- Shindong sospirò amareggiato – Ma in fondo non mi stupisco che tu abbia scelto quello lì al posto mio. Chiunque lo farebbe.-
-  Shin…-
- Tranquilla.-
- No davvero, fammi parlare…-
- Non ce n’è bisogno.-
- Mi dispiace.-
Non rispose.
- Mi dispiace davvero.-
- Non serve che menti.-
- Non mento, davvero…-
- Oh, ti prego! Piantala! Non credo più a nessuna tua parola. Pensavo fossi diversa, pensavo che tu fossi sincera. Per quello mi piacevi. Non per i tuoi capelli tinti, o per il tuo fisichino, o per i tuoi occhi a mandorla che diventano due deliziose fessure quando sorridi…. NO! Mi piacevi per la tua gentilezza e la tua sincerità. Ma quale sincerità! Sei superficiale, come tutti gli altri! Una superficiale che va ad innamorarsi di bellocci, insapori e senza carattere, che sono sicuro la facciano pure soffrire!-
Tiffany strinse i pugni. È vero, Siwon non l’aveva fatta soffrire più volte, ed in un certo senso, non aveva mai smesso. Eppure provò una punta di fastidio nel sentire quelle accuse contro di lei: non era superficiale, quello mai! Non era falsa. Stephanie aveva sempre voluto bene a Shindong, e di Tiffany poteva dire la stessa cosa. Sentire l’amico giudicarla in quel modo, le fece male. Molto male. Shindong non la capiva, e non aveva capito nulla della situazione.
- Non è vero…- mormorò.
- Cosa?- domando Shindong.
- Non è vero!- ripeté Stephanie, più forte – Non sono una superficiale, e non dico bugie. Se mi sono innamorata di Siwon sono solo fatti miei. Se dici queste cose, vuol dire che sei tu quello superficiale, quello che non capisce nulla!-
Shindong sorrise, un sorriso metà triste e metà divertito :- Non hai idea di quello che si prova ad essere grassi, e ad essere continuamente canzonati, ad essere a disagio con sé stessi…-
- Lo so, invece! Anche io sono stata vittima di bullismo qui.-
- Solo qui, Stephanie! Non la tua intera fottuta vita! Solo qui! E per tutti questi anni, sei stata solo incapace di guardarti intorno.-
- Anche tu, se per questo!- sibilò rabbiosamente Tiffany. Ormai la sua rabbia la stava facendo quasi ribollire.
- Io? IO? Non avevo motivo di guardarmi intorno, io! A chi vuoi che possa piacere uno come…-
- Sunny.-
Le era sfuggito. A causa della rabbia, aveva perso ogni controllo. Le uscì dalla bocca, come può uscire un respiro leggero, un’unica emissione di fiato.
Shindong rimase spiazzato per qualche istante.
- Come?- domandò il ragazzo. Aveva sentito male, pensò. Sì, aveva sicuramente sentito male.
Stephanie si mise una mano davanti alla bocca.
- Non avrei dovuto dirlo.- mormorò, in risposta.
 
 
 
Era un segreto. Stephanie era sempre stata brava a mantenere i segreti. Ecco perché, all’interno del gruppo, quasi tutti si confidavano con lei. Persino Sunny, la quale amava spettegolare soprattutto con la sua migliore amica, Sooyoung, a volte le confidava cose che non avrebbe mai condiviso con nessun altro. Come la sua cotta per Shindong. Non poteva parlarne con Sooyoung. Lei era una schiappa con i segreti, e per di più era la sorella. Avrebbe spifferato tutto subito. Andava avanti da anni, ormai. Stephanie continuava a consigliarle di dichiararsi, ma Sunkyu, ogni volta, scuoteva la testa con violenza, diventando tutta rossa. – Non ce la faccio – diceva – Ti prego Stephanie, non dirglielo mai! Non dirlo mai a nessuno.-
Stephanie promise. Ma Tiffany ruppe quella promessa per sempre.
 
 
Una volta a casa, confessare tutto quanto agli altri fu più semplice del previsto. A Tiffany tremava la voce mentre spiegava, ma nessuno dei suoi amici ebbe reazioni strane. Nemmeno Yoona, Joohyun e Kyuhyun. Certo, ne in un primo momento rimasero letteralmente a bocca aperta, ma non fecero commenti spiacevoli. Hyoyeon era la più seria. Sembrava volesse dire qualcosa, ad un certo, ma poi ingoiò ogni parola e abbassò il capo. Sooyoung e Sunny si trattennero dal ridacchiare, compresero che la situazione era seria, ma non erano arrabbiata. Taeyeon e Leeteuk (solo Tiffany lo notò, probabilmente) si presero segretamente per mano, e non commentarono. La rossa non poté fare altro che respirare di sollievo quando, una volta finito di raccontare, tutti i suoi amici dissero che andava tutto bene. Quella sera andarono al ristorante tutti assieme. La serata fu piacevole, allegra, come se non fosse successo nulla. La mattina seguente, dopo gli ultimi saluti, abbracci e lacrime, gli amici di Stephanie presero l’aereo e se ne tornarono in Corea. La vacanze natalizie stavano per giungere al termine.
 
 
 
- Sei sicura di volerlo dire tu?-
Tiffany si morse il labbro. Tremava. Però annuì.
- Non sei costretta. Posso dirlo io, se non te la senti.-
Guardò Siwon dritto negli occhi, e scosse la testa. No. Sentiva che doveva farlo lei.
- Riguarda anche me!- sospirò il ragazzo, esasperato.
- Lo so..- riuscì a dire la ragazza – Ma… sento di doverlo fare io. Credo di essere molto più coinvolta di te. Mi capisci?-
- Anche io sono coinvolto!- protestò Siwon, però abbassò subito la testa e non disse più niente. Sì, in un certo senso la capiva.
- Siwoooon! Stephanieeee! È quasi pronta la cena! Scendete!-
La voce di Natalie, proveniente dal piano di sotto, fece tremare la schiena di Tiffany ancora di più. Siwon le mise una mano sulla spalla, fissandola con sguardo fiducioso. Bastò quel gesto a darle più coraggio.
Scesero insieme le scale. Sia Natalie che il signor Hwang erano seduti sul divano, a bere il loro solito Spritz prima di cena.
- Oooh! Finalmente siete scesi! La zuppa si fredda! Ma cosa stavate facendo di sopra?-
Tiffany prese un respiro.
- Natalie… Papà… non alzatevi. Dobbiamo dirvi una cosa.-
- Ahia.-  scherzò il signor Hwang – Sono arrivati i risultati dell’esame di cinese? Sarà meglio che ti laurei in fretta, figlia mia. Non accetto nemmeno due minuti fuori corso!-
Anche Natalie scoppiò a ridere. I due ragazzi rimasero seri. I genitori non avevano ancora capitò quanto fosse pesante l’aria che aleggiava.
- Ecco…-
Si bloccò. Non riuscì a dire nient’altro.
Non ce la faccio. Non ce la faccio.
- Stephanie… - suo padre smise di sorridere. Iniziava a preoccuparsi – Ti senti bene, stai tremando. Parla! Cosa succede?-
Era sull’orlo delle lacrime. Ma non poteva piangere. Almeno non prima di essersi tolta quel peso dal cuore.
Siwon la prese per mano. Tiffany quasi sussultò. E sussultarono anche i loro genitori. Di sicuro quel gesto, così semplice e così insignificante, aveva spiazzato anche loro.
Tiffany alzò lo sguardo ed incontrò gli occhi neri del fratellastro. Quegli occhi impenetrabili, che per mesi aveva continuato a fissare, sperando di poter leggere dentro di loro, sperando che le parlassero, senza mai riuscirci. Per la prima volta, riuscì a vedere cosa c’era dentro Siwon. Sì, era palese! Le diceva che era forte, che poteva farcela. La incoraggiava a farsi forza. Era quello il momento di far vedere al mondo la vera sé stessa. Tiffany, Stephanie… erano solo nomi. La vera sé stessa, era lei.
Sentì un fuoco dentro di lei, un coraggio mai provato. Respirò profondamente. Sì, poteva farcela!
Guardò di nuovo Natalie e il signor Hwang.
- Io e Siwon siamo innamorati. Da molte settimane. Vogliamo metterci insieme.-
Non si rese conto esattamente quale faccia fecero le due persone di fronte a lei. Non ricordò nessuna espressione strana, o qualche parola come risposta, ma nemmeno un silenzio imbarazzante. Tutto quello che percepì, fu una mano che, rapida, si alzò e la colpì violentemente in faccia.
   
 
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