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Autore: _sesshomary    08/06/2015    3 recensioni
Questa veloce one-shot si colloca nella settima puntata di Psycho Pass, al minuto 6.12, tra il momento in cui Shinya Kogami si trova con Akane Tsunemori in palestra e quello subito dopo quando si ritrovano nell’alloggio di lui a parlare del caso del momento. C’è un piccolo salto temporale che ho voluto riempire a modo mio, spero vi piaccia questa mia fantasia.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tsunemori, Shinya Kogami
Note: Lemon, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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«…allora che vuoi?» le chiedo.

«Innanzitutto che si asciughi quel sudore e che si rivesta. Ecco cosa voglio!» le sue parole non erano quelle che mi aspettavo come risposta alla mia domanda, ma non ci faccio troppo caso. La guardo con più attenzione e noto che ha lo sguardo fisso nel vuoto ed è completamente rossa in volto. 

Non mi ero accorto che si sentiva così in imbarazzo. Imbarazzo, per cosa poi? Per il mio petto nudo e le gocce di sudore che scivolano sulla mia pelle? E’ proprio una ragazzina! 

Mi avvicino a lei lentamente e osservo il suo sguardo passare dal mio viso al mio petto in modo estremamente veloce. Da quando l'ho conosciuta ho visto in lei una grande determinazione nonostante il suo carattere, a volte, infantile. Noto spesso che mi fissa credendo che io non me ne accorga, ma sono stato un ispettore ed è difficile che mi sfuggano queste cose.

Nonostante sia tornato a galla il caso per il quale ho penato per ben tre anni, annullando ogni mio altro pensiero, se la vedo così imbarazzata i miei pensieri si rivolgono unicamente a lei. Proteggerla e restarle sempre vicino, oltre che il mio lavoro, diventano la mia unica priorità.

Mi avvicino ancora di più e ora il suo sguardo è rivolto verso il mio, con aria di sfida. Mi fa impazzire quando fa così, riesce a smuovere qualcosa dentro di me, anche se non posso dire con certezza se questo qualcosa sia il mio cuore.

«Signor Kogami mi sta ascoltando?» mi dice ancora più imbarazzata, ma io non rispondo. Le sue gote colorate, le sue labbra rosse e i suoi occhi ormai fissi nei miei mi spingono ad avvicinarmi a lei sempre più. 

La vedo abbassare lo sguardo mentre indietreggia dirigendosi inconsapevolmente verso un punto di non ritorno. Le sue spalle, dopo poco tempo, toccano la parete e sul mio volto si disegna un sorrisetto, la vedo irrigidirsi e cerca di spostarsi lateralmente, ma la blocco poggiando le mie mani alla parete, circondandola.

«Signor Kogami, cosa sta facendo?» mi dice posando le sue mani sul mio petto, come per spingermi via, ma non riesce a muovermi nemmeno di un millimetro. Abbasso lo sguardo verso le sue mani, che spingono sul mio petto, e questo non fa altro che incitarmi ad andare avanti. Passo ad osservarle le labbra, leggermente socchiuse mentre respira a fatica.

«La prego di allontanarsi.» mi dice in un sussurro.

«Non è nelle mie intenzioni.»

«Ma lei…lei deve seguire ogni mio ordine, è un mio…sottoposto!» mi dice cercando di essere ferma e irremovibile, ma la sua voce trema e non poco.

«E se non voglio? Mi spari con il dominator?» sapevo benissimo che avrebbe potuto farlo, per fortuna non aveva con se un dominator.

Alle mie parole non risponde e abbassa lo sguardo, mostrandosi indifesa e, nonostante non ne abbia nessuna voglia, mi allontano da lei, forse sono stato troppo insistente e non ho pensato se è quello che vuole anche lei. Probabilmente lei non ha intenzione di stare con un suo sottoposto, con un esecutore, con un cane da caccia, come dice Ginoza.

«Scusami, vado a vestirmi.» le dico mentre mi volto per dirigermi lontano da lei. Non sarei riuscito a resistere ancora, il mio istinto mi diceva di baciarla e più le restavo vicino più la mia voglia di lei cresceva.

Qualche secondo dopo sento una presa sul mio polso, mi volto e mi trovo vicinissimo a lei, i nostri corpi sono così vicini da sfiorarsi, e sento il respiro di lei farsi più affannoso.
 
«Io…io…» prova a dirmi, me le parole le si bloccano in gola. Percepisco il suo respiro sul mio petto, il quale risveglia il mio istinto, che con fatica avevo cercato di calmare. Libero il mio polso dalla sua presa con delicatezza e la avvicino a me mettendo la mia mano dietro la sua schiena. Faccio aderire i nostri corpi perfettamente riuscendo a sentire distintamente i nostri cuori battere all’unisono in modo furioso.
 
«Ko…» riesce a dire prima che io azzeri la distanza tra noi con un bacio. Sento le sue labbra quasi bruciare sotto le mie e mi rendo conto che lei non cerca di allontanarsi da me. Sapere di avere una speranza con lei fa aumentare la sicurezza dentro me. Non c’è più nessun dubbio, lei è davvero speciale.

Qualche secondo dopo mi cinge il collo con le sue braccia e decido di approfondire il bacio. Sento le sue labbra schiudersi leggermente e il suo dolce respiro arrivarmi diretto in gola. Con la lingua inizio a percorrere delicatamente le sue labbra, per catturare quel sapore di cui sarei sicuramente diventato dipendente. Poi lentamente vado alla ricerca della sua lingua, perché assaporare le sue labbra non mi sarebbe sicuramente bastato. La trovo in attesa e non appena la sfioro iniziamo ad assaporarci l’un l’altro in modo vorace. La sua lingua ha un sapore così buono che non riuscirei ad allontanarmi nemmeno se fossi costretto. Le cingo la vita con entrambe le mani e la sento opporsi leggermente per poi staccarsi dal bacio.
 
«Scusami…io…non riuscivo…a respirare!» mi dice mentre poggia la testa sul mio petto. La prendo per mano e delicatamente la porto verso il mio alloggio. La faccio entrare senza parlare e lei non si oppone. Chiudo la porta alle sue spalle e ritorno a guardarla negli occhi mentre rimane bloccata tra il mio corpo e la porta. Le prendo il viso tra le mani e avvicino le mie labbra nuovamente alle sue, che ormai erano diventate la mia ossessione, il mio unico desiderio.
 
«Non scusarti, per respirare basta che ti allontani un po’, però poi devi ritornare a baciarmi.» le sussurro sorprendendo soprattutto me stesso per essere riuscito a pronunciare queste parole, ma non le do il tempo di rispondere perché torno a baciarla e questa volta in modo più passionale e approfondito di prima. I nostri corpi tornarono ad aderire perfettamente l’uno all’altro, con un mano inizio ad accarezzarle la schiena partendo dal collo fino ad arrivare al fondoschiena e ad ogni mia carezza sento il suo corpo percorso da brividi. Le sue mani questa volta non si posizionano attorno al mio collo, ma mi allontanano di qualche centimetro per accarezzarmi il petto. Ogni suo tocco sembra bollente e fa crescere spropositatamente la voglia che ho di lei. Non riesco più a resisterle, la voglio, ma non come qualsiasi altra donna che mi sono portato a letto per pura lussuria, la voglio perché è il mio cuore a desiderarla, è lui a spingermi a donarmi a lei, è lui a inviare al mio cervello gli impulsi che non mi fanno allontanare da lei.

Continuo a baciarla e lentamente la porto vicino al mio letto. Cerco di farla sdraiare, ma lei mi blocca. Perché proprio adesso? Non sono sicuro di riuscire a fermarmi. Così mi avvicino a lei ancora, ma la sua mano mi blocca. Cerco di guardarla negli occhi, ma non riesco ad incrociare il suo sguardo, che gira per la stanza smarrito. Cosa le succede?

«Io...io sono...beh insomma...per me è...è la prima volta!» le sue parole mi arrivano in un sussurro, ma mi fanno tirare un gran sospiro di sollievo. Sia perché ora ero sicuro che non volesse rifiutarmi e sia perché io sarei stato il primo, il primo uomo ad amarla completamente.

«Hai paura?» le chiedo, perché questa era l’unica cosa che mi importava.

«No, mi sento solo in imbarazzo...insomma...tu...tu hai...sicuramente avuto molte altre esperienze...e io...invece no!» mi dice mentre vedo le sue guance diventare nuovamente rosse.

«Per me non è un problema, ma se tu non vuoi mi fermo!» dico sicuro, ma non avendo la certezza di riuscire sul serio a fermarmi.

«Io voglio!» mi risponde decisa, e dopo quelle parole torno a baciarla. Le tolgo velocemente la giacca e la faccio sdraiare lentamente sul letto. Le sue mani ritornano ad accarezzarmi il petto con tocchi delicati, ma capaci di farmi bruciare. Inizio a sbottonarle la camicia mentre lentamente i miei baci abbandonano la sua bocca per scendere ad assaporarle il collo. La sua pelle è più dolce di qualunque nettare.

Le tolgo anche la camicia e la butto a terra. Mi fermo a guardarla, ha gli occhi chiusi, le labbra socchiuse e respira affannosamente. Ritorno a baciarla sulle labbra e lascio che le nostre lingue ritornino ad incontrarsi e ad amarsi. Si, proprio ad amarsi, perché con lei ogni tocco, ogni carezza è dettato dall’amore.

Le sue mani continuano ad accarezzarmi schiena e petto mentre io, non resisto oltre e faccio finire sul pavimento anche il reggiseno. Mi fermo un secondo a guardarle il seno, piccolo ma non troppo, e ben proporzionato al suo fisico. Noto i capezzoli già turgidi e senza pensarci due volte vado a stuzzicarne uno con le labbra, poi con la lingua e sento uscire dalla sua bocca dei leggeri gemiti di piacere. Continuo a stuzzicare con la lingua un capezzolo e prendo l’altro con la mano. Non volevo lasciare inesplorata nessuna parte del suo corpo.

Poi con la mano scendo ad accarezzarle un fianco e sento lei fare una cosa che mi sconvolge leggermente, ma che mi eccita da impazzire. La sua mano passa ad accarezzare delicatamente il centro del mio piacere. Mi stacco da lei, che non si ferma e ad occhi chiusi continua ad accarezzare la mia eccitazione. Questo tocco lascia crescere a dismisura la voglia che ho di lei e le tolgo in fretta la gonna. 

Sento che lei delicatamente cerca di abbassarmi i pantaloni così mi alzo in piedi e li lascio cadere a terra insieme ai boxer. Poi mi riposiziono delicatamente su di lei, che quando si rende conto di stare accarezzando la mia eccitazione direttamente e non attraverso gli indumenti, sgrana gli occhi e li fa scorrere lungo tutto il mio corpo. Ogni parte di me la desidera e ormai sono rimasti solo i suoi slip a fare da impedimento. Velocemente li tolgo e mi lascio ammaliare dalla bellezza e dalla perfezione del corpo della donna che desidero con tutto me stesso. Prendo un preservativo e lo infilo velocemente. Poi la guardo negli occhi cercando il suo consenso, la vedo sorridere e chiudere gli occhi per farmi capire che è pronta. 

Senza aspettare oltre inizio ad entrare in lei, lentamente, osservando ogni suo piccolo movimento. La sento subito irrigidirsi così mi blocco, lei apre gli occhi e mi sorride ancora, incitandomi a continuare ed io lentamente continuo ad entrare in lei, ma la sento che si irrigidisce ancora, sicuramente per il dolore. Cosa posso fare per contrastarlo? Devo farla rilassare, facendole provare più piacere possibile, allora senza spingere, la bacio sulle labbra poi passo a baciarle il collo e infine scendo lentamente a baciarle il seno e a stuzzicale con la lingua un capezzolo.

Sotto quei baci sento il suo corpo rilassarsi, permettendomi quindi di entrare in lei. Ora non la sento più rigida, ma ben rilassata e tranquilla. Posiziona meglio il bacino per facilitarmi la penetrazione e io inizio a spingere, sempre con delicatezza, e subito sento i suoi gemiti di piacere, così continuo aumentando gradualmente la velocità. Incrocia le sue gambe dietro la mia schiena incitandomi a spingere sempre di più, ed è quello che faccio. Vado avanti mentre ritorno a baciarla e con le mani le accarezzò il seno. 

Mi stacco leggermente da lei e la visione del suo viso pervaso dal piacere, che io le stavo dando, mi eccita ancora di più. Senza aprire gli occhi avvicina il mio viso al suo e mi bacia, per poi passare a baciarmi il collo. Le mie spinte aumentano ancora di più il ritmo fino a che entrambi, nello stesso istante raggiungiamo il culmine del piacere. Io faccio aderire i nostri corpi per poi darle un bacio sulle labbra mentre lei mi abbraccia forte.

Era mia, solo mia, finalmente.

Qualche secondo dopo mi sdraio di fianco a lei e delicatamente con un dito accarezzo il suo corpo, soffermandomi sul suo bellissimo seno. Lei mi sorride e si gira verso di me.

«Dobbiamo rivestirci, devo chiederti alcune cose sul caso dei reperti.» mi dice guardandomi negli occhi. Aveva ragione, alla fine lei è il mio ispettore, ed io solo un esecutore, un suo sottoposto. Tutto quello che c'è stato passa in secondo luogo, i casi da risolvere hanno la priorità assoluta. Nessuna storia d’amore sarebbe potuta nascere tra noi.

Mi alzo dal letto e raccolgo boxer e pantaloni per rivestirmi. Lei fa lo stesso, si riveste velocemente. Quando la vedo completamente rivestita, sembra come se tra noi non fosse successo nulla, è impeccabile. 

Poi mi ritorna in mente ciò che mi aveva detto quando avevo finito di allenarmi, così prendo una maglietta e la indosso per cercare di evitare di vedere ancora sul suo viso quell’imbarazzo che mi ha fatto innamorare di lei.
 






Angolo dell'autrice:
Ho deciso di scrivere una one-shot su Akane e Shinya di Psycho Pass perché adoro questo anime e soprattutto Shinya Kogami.
 
Con questa one-shot ci troviamo difronte ad un risvolto che avrei tanto voluto vedere nella storia. Non posso farci nulla, le storie d’amore le vedo ovunque e secondo me sono di grande aiuto a dare completezza alla trama.
 
Immedesimarsi nella mente di un uomo per una donna non è per nulla facile, soprattutto per un uomo come Shinya. Ma non mi andava di interpretare il punto di vista di Akane, anche perché io lei la vedo innamorata persa, mentre lui è sempre così impenetrabile ed è difficile, molto spesso, capire cosa pensa. E allora ho dato spazio alla sua mente attraverso la mia fantasia. Comunque anche il punto di vista di Akane sarebbe stato carino da leggere, ma io sono follemente innamorata di Shinya e anche per questo ho scelto lui.
 
Allora cosa ne pensate? Vi piace? Oppure ho fatto un’enorme cavolata a scriverla? Spero di poter leggere i vostri pareri, belli o brutti che siano. A presto!!
   
 
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