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Autore: Kurokage    09/06/2015    1 recensioni
[Storia in fase di revisione | Sarà interrotta per un lungo periodo]
[Bloody Kiss]«Vorrei che la mia vita cambiasse. Solo un poco.»
Yuki Katokashi è una donna di ventun anni con una vita monotona. Lavoro normale, vita normale, vita sentimentale al di sotto del normale ed una gran voglia di staccarsi da quel capo che la corteggia.
Mandata a chiedere la vendita di una casa, Yuki scoprirà che qualcuno, lassù, l'ha ascoltata ed ha in serbo un po' di cosette per lei.
Cosa fare quando l'amore ti coglie (quasi) a prima vista?
Cosa fare quando, quell'amore è il tuo opposto?
Cosa fare quando, lui, si rivelerà essere...
«Vorrei che la mia vita cambiasse. Solo un poco.»
Ne sei sicura, Yuki?
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-:-:- Fanfiction Ispirata dal Manga Bloody Kiss di Furumiya Kazuko. La storia avviene dopo la fine del manga.
Questa storia riguarda un'ipotetica relazione tra un nuovo personaggio (Yuki Katokashi) ed Alsh.
Ci tengo a dire che, la suddetta, non è un continuo del manga, e quindi di non prenderla per oro colato(?).
Il titolo "Io.. non ho una sposa", è una citazione presa dal manga e detta da Alsh. -:-:-
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6.5 - Titolo
Capitolo 7
Love hides in every little thing: ma comunque non lo ammetto


Mi stiracchiai in mezzo alle coperte e socchiusi un occhio quando un raggio di sole mi centrò in pieno volto.
Chi diavolo non aveva chiuso le tende, ieri sera?!
Ah. Io.
Sospirando, mi voltai a vedere come se la cavava Yuriko e, trovandola a russare con una faccia da bimba indifesa, non mi preoccupai più di tanto.
Quella mattina sarebbe cominciata nel migliore dei modi se non fosse stato per il boom di ricordi che esplose nella mia mente.
Ed allora mi arrabbiai sul serio.
Facendo il minimo rumore e stando attenta a non svegliare Yuriko, mi alzai, pronta e combattiva per affrontare l'Alsh del giorno.
Volevo finire la giornata con uno schiacciante "Yuki 2 - Alsh 0".
Uscita dalla porta, trovai una Kiyo fischiettante che mi salutò con un gioioso "buon giorno" ed un sorriso a trentaquattro denti.
Vederla placò un poco la mia ira, ma ero comunque arrabbiata.
Passai davanti un paio di porte, nel salotto ed arrivai in cucina, dove trovai una tazza di thè fumante ed un biglietto.
Presi in mano il biglietto e lo osservai.
Era finemente piegato in quattro e la carta era leggermente rigida e ruvida.
Rimisi il biglietto sul tavolo e portai con me la tazza da thè.
Doveva sicuramente esserci un'errore, non poteva essere  indirizzato alla sottoscritta.
Alla fine del salotto, mi fermai.
Potevo tornare in camera e fare finta di nulla, o tornare la dentro e prendermi una batosta.
"Quindi? Cosa facciamo, Yuki?" chiesi a me stessa in un impeto di indecisione.
Alla fine, scelsi  la più ragionevole.
Mi voltai e tornai in cucina a prendere quel maledetto biglietto.

La carta ruvida e leggermente pesante faceva uno strano effetto al tatto, come qualcosa di molto antico.
Aperta una sola metà, trovai il mio nome scritto in una bellissima calligrafia elegante e antica.
Come piaceva a me.
Con coraggio, spiegai anche l'ultima metà del bigliettino, trovandovi scritto nel centro solo poche righe.

"Signorina Elizabeth.. ho lottato invano e non c’è rimedio.
Questi mesi trascorsi sono stati un tormento, sono venuto a Rosings con lo scopo di vedervi, dovevo vedervi!
Ho lottato contro la mia volontà, le aspettative della mia famiglia, l’inferiorità delle vostre origini,
il mio rango e patrimonio, tutte cose che voglio dimenticare e chiedervi di mettere fine alla mia agonia"

Al momento rimasi molto stordita dalla cosa.
Non riuscivo minimamente a capire che cosa diavolo significasse quella frase, e non mi ricordavo nemmeno di averla mai letta.
Accuratamente, richiusi il bigliettino e lo posizionai esattamente dove lo avevo trovato.
Prova inconfutabile che non lo avevo nemmeno letto.
"Sè! Col cavolo!"
Tornai tranquillamente in camera e aspettai che Yuriko si svegliasse, scossa ancora da ciò che era appena successo.



Erano circa le quattro del pomeriggio quando, in fretta e furia, eravamo pronte per tornare a casa.
Volevo casa.
ESIGEVO casa.
Salutammo Kiyo, mentre mi guardavo intorno per scovare un qualche Alsh da evitare, ma non vi era traccia di lui.
Diamine, mi ero presa un così grosso spavento!
«La prossima volta vedi di andarci con più calma e avere dei riflessi un po' più decenti. Ma dico, l'istinto non ti diceva nulla?!»
Lei mi rispose con una risatina sbadata ed io feci finta di mettere il broncio.

Arrivate all'hotel, feci una corsa veloce nella mia stanza a raccattare la mia roba, feci una veloce telefonata al capo per farci venire a prendere e scesi... praticamente volando.
Con un taxi arrivammo alla stazione e salimmo, pronte per tornare a casa.
Seduta verso il finestrino, guardavo per la millesima volta il paesaggio mentre il ronzio della voce di Yuriko che mi raccontava cos'era accaduto, mi entrava da un orecchio e mi usciva dall'altro.
Mi strinsi un po' di più nella giacca che mi ero messa, avevo improvvisamente più freddo del solito e rimasi sorpresa quando le mie dita tastarono qualcosa di familiare ma estraneo.
Yuriko si fermò quasi immediatamente quando estrassi il bigliettino dalla tasca della giacca.
Era identico a quello della mattinata, la copia esatta.
Un fischio partì da una sogghignante Yuriko.
«Te. Lo. Avevo. Det-to!»
«Taci.»
«Heee!!! "Love is in the Air, Baby!" Sento profumino di rose rosse, all'orizzonte!»
«Ta. Ci»
Dopo aver cercato di zittire Yuriko per una buona mezz'ora (anche se, in realtà, dovevo ammettere che si era autozittita quando ero diventata rossa come un pomodoro), aprii il biglietto delicatamente, ma solo una metà.
Pensavo fosse quello della mattinata, ma al suo interno, questa volta, non c'era scritto il mio nome.
«Sarà caduto per sbaglio nella tasca della giacca, non sarà nulla d'importante»
«Da' quà!» mi disse lei strappandomelo di mano e aprendolo del tutto.
«Eh?» disse lei guardandolo sbalordita «Si può sapere cosa vorrebbe dire?»
Sapevo che lo aveva fatto apposta.
Io lo sapevo.
Eppure ci ero cascata come un'allocca.
«Cosa vuol dire cosa?» dissi prendendole il biglietto dalla mano.

Era scritto con la stessa calligrafia elegante di quello della mattinata, ma questo recitava un'altra frase.
Ci misi poco per leggerla, ma non parlai per qualche minuto, finché non fu Yuriko a parlare per prima.

«Yuki...?» mi chiese preoccupata Yuriko «Stai... stai bene?»
«Sì, perché?»
«Yuki, tu... tu... stai piangendo...»


«Lo so»

"Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice, ma non dubitare mai del mio amore"





/*Note del Testo*/
Nel primo bigliettino ho citato le parole di Darcy de Orgoglio e Pregiudizio;
Nel secondo biliettino ho citato l'
Amleto di Shakespiere (Atto II, Scena II)


/*Note d'Autore*/

E dopo tempo immemore, ecco anche il capitolo 7!
Ce n'è volutodi tempo, eh?
Ma almeno, sono abbastanza soddisfatta, constatando che sono nella settimana antecedente gli esami (partono il 17), fra un po' faccio 19 anni (non voglio invecchiare é_è) e che sono una maturanda in crisi con la tesina e con gli esami in generale.
Però c'è un lato positivo.
Almeno ho più tempo.
Aaaad ogni modo, tornando a noi,  questo capitolo l'ho scritto un po' di getto, facendomi prendere dai feels e dalle emozioni ( xD ) e senza una musica in particolare.
Però se la volete ve la cito, alla fine quella dannata canzone la trovo sempre xD
Kiss while your lips are still red - Nightwish
He, un grazie alla mia adorata mamma per questa meravigliosa canzone!
Baci,
ღ Kurokage
   
 
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