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Autore: Hotina_Chan    10/06/2015    0 recensioni
Benvenuti Daeva =) Questa storia nasce da due mie passioni: Aion e la scrittura... Poi nel mio piccolo vorrei invogliare sempre più persone ad intraprendere questo viaggio ad Atreia e magari sul server Curatus, lato Asmodiano (siamo in minoranza). In questa storia i protagonisti sono i pg di player della comunity italiana, che si sono gentilmente prestati e vi ringrazio. La storia è incentrata su una visione asmodiana del game, ma ci saranno anche spezzoni di racconti Elisiani per una storia più obiettiva e coinvolgente. Buona lettura, spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Avvenimenti.
 
Il silenzio era interrotto solo dal ringhiare sommosso degli Zaion sotto di lei. Quei buffi animali così fastidiosi avevano la cattiva abitudine di seguirti e morderti, soprattutto mentre eri concentrato in uno scontro con un maledetto Elisiano… In quel momento però nessuno strano animale la inseguiva e lei sedeva tranquilla dietro una roccia. Sotto di lei la Guarnigione 73 era Asmodiana e nessuno sembrava voler minare l’armonia che si era creata…A Narvinye andava bene così, non era molto reattiva in quel momento e confidava nel lavoro dei soldati, per prendersi quel momento di pace dal suo turno di guardia nel Katalam Nord.
La ragazza si era ripromessa di non pensare più a quello che era successo, ma nonostante fosse passata una settimana ancora ne soffriva. Davanti ai più si mostrava forte e determinata, ma quando era sola crollava e solo il suo povero maggiordomo sapeva cosa patisse. 
Persa nei suoi malinconici pensieri, la giovane Barda non ebbe sentore del Sin in Hide che le stava scivolando lentamente alle spalle e se ne accorse troppo tardi. Il suo corpo venne sollevato violentemente verso l’alto e la sensazione di venire infilzata da spade roventi la pervase, per il dolore non riusciva nemmeno a gridare. Il suo corpo ricadde con la stessa violenza a terra e Narvinye chiuse gli occhi, immobilizzata, aspettandosi un nuovo attacco, che però non arrivò. Una ruvida lingua fredda le bagnò la guancia e Narvinye aprì gli occhi stupefatta. Uno spirito del vento le stava di fronte, intento a leccarle giocoso il viso.
- “Narvinye, tutto bene?” -
Una profonda voce maschile la fece voltare e le guance le si colorarono di rosso quando notò chi era il suo salvatore. Prese la mano che l’uomo le tendeva e si fece aiutare ad alzarsi. Imbarazzata e con il cuore a mille si premurò di fare un piccolo inchino in segno di rispetto.
- “Si…La ringrazio Lord Rhadamanthys…” -
Di tanti Asmodiani che poteva incontrare nel Katalam doveva beccare l’uomo di cui era follemente innamorata? Il cuore non dava cenni di voler rallentare e Narvinye si vergognava profondamente per essere stata beccata in un momento di debolezza…Non da lui, almeno… Una piccola risata sfuggì dalle labbra del Generale Asmodiano e lei alzò lo sguardo, temendo che si stesse burlando di lei.
- “Buffo…Ci incontriamo sempre in momenti in cui sei in difficoltà… Sarà il destino…Ho sentito molto parlare di te da quando hai fondato la Legione…Hai fatto numerosi passi avanti, sono orgoglioso di te…” -
Il Generale le sorrise e il cuore della ragazza mancò i battiti. L’uomo portò una mano avanti e tolse con delicatezza delle foglie dai suoi capelli, prima di ritirarla del tutto, passò il dorso sulla sua guancia destra.
- “Sto facendo del mio meglio per mostrarmi degna del vostro rispetto e della vostra fiducia Lord Rhadamanthys.” -
Narvinye si stupì di come le parole vennero dette con calma e serietà, dato il battito accelerato del suo cuore e il colorito rosso delle guance.
- “Sono felice di averti rivisto…Stai molto meglio con i capelli sciolti… “-
Il Generale le fece un segno di saluto con la mano e si voltò per andarsene, seguito dallo spirito che gli saltellava dietro. Narvinye sentiva le gambe tremanti e aveva voglia di gridare dalla gioia… In quel momento persino quei piccoli complimenti bastarono a farle dimenticare dei suoi tormenti. 
Ricordava perfettamente, come se fosse ieri, quando incontrò per la prima volta Rhadamanthys. Si trovava al villaggio di Ishalgen ed era stata spedita alla ricerca di Rae, la figlia del Capo Villaggio, che dopo l’ennesima litigata con il padre era scappata. Ovviamente la ragazzina era andata ad infastidire la strega del villaggio, famosa per non avere molta pazienza con i marmocchi. Per salvare la ragazzina, Narvinye doveva adempiere una prova, ma spinta dalla fretta finì dritta dritta contro un branco di Daru che la attaccarono in massa. Presa dal panico, per quella situazione nuova per lei, che non poté fare altro che scappare. Inciampò e cadde per colpa di una radice e si ritrovò tutti i Daru addosso. Fu in quel momento che Rhadamanthys comparve per salvarla. Con un attimo fece dileguare i Daru e la aiutò a rialzarsi. Il loro primo incontro bastò per farla innamorare di lui, ma fu il commento di un Ufficiale al suo fianco a farle decidere di diventare una Daeva. I due erano arrivati ad Ishalgen per chiedere ad Ulgorn se ci fossero nuove reclute da accompagnare a Pandemonium e sul cammino incontrarono lei. Narvinye non era mai stata una ragazza risoluta, ma quando incontrò i bellissimi occhi dorati del uomo decise all’istante di seguirne le orme e di impegnarsi per meritarsi, un giorno, le sue attenzioni.
Un grido la scosse dai suoi pensieri e voltandosi notò che i Balaur stavano cercando di conquistare la Guarnigione. Spicco un balzo e aprendo le ali, planò al centro della guarnigione. Facendo una delicata piroetta su se stessa addormentò le due spie Balaur, per dare tempo alle guardie di riprendersi dall’improvviso attacco. Servì poco tempo per ristabilire l’equilibrio e il Legato tornò al suo posto, controllando la situazione nella tenda.
Dopo qualche minuto le venne dato il cambio e lei fu libera di tornare alle sue commissioni. Si tele trasportò a Pandemonium e muovendo dei piccoli passi avanti cadde su qualcuno. Una risata divertita la fece voltare e realizzò in poco tempo di essere finita contro Asgurgolas, un buffo templare Asmodiano sempre pronto ad aiutare e a provarci con le fanciulle. Narvinye si rialzò spolverandosi la veste e l’uomo rimase disteso dov’era.
- “Ben rientrata a Pandemonium, Narvy cara…” -
La ragazza scosse la testa e incrociò le braccia.
- “Che ti sei inventato stavolta? Vuoi fare da tappetino? Ti è andata bene perché ero io, ma se arriva un Mecha? Fai la fine di una frittella…” -
Asgurgolas sembrò sorpreso dalla sua frase.
- “Effettivamente non avevo pensato a questa ipotesi…Sei stata la prima a piovermi addosso e la cosa non mi è affatto dispiaciuta… Però un Mecha…Ehm…” -
Narvinye gli tesa la mano e lui si rialzò. Doman arrivò trafelato, scendendo le scale.
- “Cosa diamine state combinando? Intralciate il traffico così…” -
Asgurgolas alzò gli occhi al cielo e guardò il Tele Trasportatore.
- “Piuttosto te, non dovresti lasciare il tuo posto…Stai causando molti più problemi di noi…” -
L’uomo punto sul vivo girò i tacchi, tornando a correre lungo il tragitto che aveva appena percorso.
Il templare dai lunghi capelli colore acquamarina si voltò verso di lei e la guardò dubbioso.
- “Ma non vai alla Riunione per la Conquista di stasera??” -
Narvinye lo guardò sconvolta. Si era completamente dimenticata della riunione a cui doveva prendere parte. Si guardò le vesti e decisamente non era il caso di presentarsi con un abito completamente pervaso dalla polvere.
- “Mi ero dimenticata…Grazie Asgu, ci vediamo alla prossima…” -
La ragazza si avvicinò al templare e gli posò un bacio sulla guancia, prima di correre via trafelata. Asgurgolas era stato la prima anima pia che aveva incontrato a Pandemonium. Era stato lui a farle da Cicerone per le strade tortuose e gli immensi palazzi.
Mentre correva prese dalla borsa un braccialetto luminoso, arrivata sul ponte non lo attraversò ma svoltò a destra infilandosi in un vicolo che le avrebbe risparmiato tanta strada, ma soprattutto era sempre deserta e lei poteva cambiarsi. Posò la mano sul bracciale e una luce violetta la avvolse modificandole il vestiario. Un abito nero e lungo le scivolava addosso, coprendole le forme generose. Una coroncina argentea ornava i capelli neri e mossi. Per colpa dei tacchi dovette rinunciare a correre, e camminò il più veloce possibile per evitare di arrivare, per l’ennesima volta, in ritardo ad una riunione.
Quando arrivò davanti al Tribunale delle Ombre si sistemò meglio l’abito e i capelli. Chiuse gli occhi e prese l’ascensore, pregando di non essere arrivata troppo in ritardo. Salutò con un cenno del capo i giudici ed entrò nella stanza adibita a sala riunione. Il Governatore non era ancora arrivato e lei era salva. Quando fece il suo ingresso qualcuno la accolse con un cenno del capo, altri con un’occhiataccia. L’unico che le sorrise fu Rhadamanthys. Rincuorata si mise seduta accanto agli altri Capo Legione e proprio in quel momento il Governatore fece il suo ingresso.
La riunione si svolse in breve tempo. Ordini chiari e precisi, anche se le repliche non tardarono ad arrivare. Narvinye stava sempre bene attenta a non esporsi troppo, voleva evitare di crearsi problemi con gli altri e parlava solo se spinta a farlo, il che accadeva raramente. Quando la seduta fu sciolta ognuno tornò alle proprie faccende e anche lei scese diretta a Pandemonium. Appena arrivata in piazza si trovò di fronte due sue legionarie, la piccola Miowen e Nuert. Il loro sguardo non lasciava presagire nulla di buono e la ragazza si avvicinò a loro preoccupata. Miowen le si avvicinò e puntò i suoi occhioni viola su di lei.
- “Dobbiamo farti vedere una cosa…” -
La voce bassa e tesa della ragazza la mise ancora più in allarme e lo sguardo scocciato di Nuert le fece capire che qualcosa di strano stava succedendo. Li seguì nel Nord del Katalam e presero il volo in direzione della Guarnigione 72.
- “Io le ho detto di farlo fuori, ma lei si è messa a frignare perché la decisione spettava a te…” -
Narvinye non capiva a cosa si stessero riferendo e quando atterrarono li segui in safe. Li, ad aspettarli, c’era Pyriem che si guardava preoccupato intorno…
- “Potrebbe finire male…Miowen tu sei pazza…” -
Narvinye si avvicinò e Pyriem si fece da parte, rivelando cosa stava nascondendo. Miowen si inginocchiò fra l’erba e accarezzo i capelli di quello che era un bambino di meno di cinque anni.
- “Non potevo lasciare che lo uccidessero…Guardalo, è solo un bambino…” -
La pelle chiara e le guance rosee, i capelli di un biondo così chiaro e l’assenza di coda e artigli lasciavano intendere che il piccolo fosse Elisiano, ma le rune sotto gli occhi non davano tutta questa sicurezza… Il piccolo aprì per un attimo gli occhi, di un rosso intenso, per poi ricadere svenuto.
- “Portatelo a casa mia…Svelti…” -
Il gruppetto la guardò sconvolto, ma attraversarono il portale evocato diretti verso la sua dimora. Narvinye prese quel piccolo corpo in braccio, stupefatta dalla temperatura corporea simile alla sua. Non sembrava riportare ferite superficiali. Narvinye durante tutto il tragitto non riuscì a distogliere lo sguardo su quella creatura. Sapeva che non poteva occuparsene, che avrebbe dovuto consegnare il bambino al Governatore, ma non ci riusciva… Un bambino così piccolo non poteva subire un destino così crudele. 
   
 
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