Fanfic su artisti musicali > Adam Lambert
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Autore: Emo pumpkin    11/06/2015    3 recensioni
okay allora, è la mia prima e unica fanfiction su Adam e boh, non so cosa ne sia venuto fuori esattamente.
Concerto di Amsterdam, 2010, lo ricorderete no? E' quando c'è stato quel fantastico bacio tra Adam e Tommy ed è proprio questo di cui parla la ff (quindi se non vi piace la coppia non leggete, io vi ho avvisate u.u).
Dal testo: "Non poteva venirmi un attacco di panico in un altro momento? No! Ovviamente prima del concerto di Amsterdam!
Ero rimasto da solo dentro al camerino riservato ai musicisti, tutti gli altri erano fuori, dietro le quinte o nei dintorni, tanto per sciogliere la tensione, o fare le ultime prove. Malgrado le pareti del camerino fossero quasi del tutto asonorizzate, sentivo lo stesso i cori delle migliaia di fan radunate sotto al palco che urlavano –Adam! Adam!- scandendo accuratamente tutte le sillabe."
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam Lambert, Tommy Joe Ratliff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4
 
-Devo dimenticarmi di lui- dissi.
Alzai il viso verso l’acqua calda cosicché la colla dei brillantini e il trucco si sciogliessero e diventasse più facile toglierli del tutto.
“Ah, Tommy, Tommy… certe cose, certe persone non si possono dimenticare così, da un momento all’altro”
Sobbalzai e aprii le porte scorrevoli della doccia. Nel bagno non c’era nessuno, nessun altro oltre a me, e allora perché avevo sentito distintamente la voce di Adam?
“Ah, TJ, io al momento sono solo nella tua testa”
Sbuffai afferrando il flacone dello shampoo e spremendone una considerevole quantità sul palmo della mano. Quella situazione stava prendendo pieghe sempre più assurde, e non andava di certo migliorando.
-Allora esci di lì-
“Tanto sappiamo entrambi che tra poco entrerò nel tuo letto”
Spalancai la bocca, quella era la mia coscienza, lo era di sicuro, e allora perché diceva quelle cose, non le pensavo veramente.
Era di sicuro la follia che avanzava, non c’era altra spiegazione, qualche altro giorno e sarei stato rinchiuso in una casa di cura.
Coscienza/Adam rise di gusto, e mi sembrava di vederlo, appoggiato al muro con una spalla, il peso sbilanciato su una gamba sola e l’altra mollemente piegata tanto che si appoggiava al pavimento in piastrelle di marmo solo con la punta del piede, le braccia erano incrociate sul petto ampio, su una qualche maglietta coloratissima e magari di semplice retina, le fossette ai lati della bocca, aperta in un ghigno diabolico.
“Ma tu quelle cose le hai pensate, eccome se le hai pensate” sussurrò malizioso.
Scossi la testa e mi voltai a fissare le piastrelle bianche con venature verdine della parete.
“Non guardare il tubo della doccia come se fosse la cosa più interessante di questo mondo” mi riprese.
-Vattene- sospirai, esasperato.
Se fosse continuato così mi sarei rinchiuso da solo in una casa di cura, magari proprio ad Amsterdam, mi sembrava una città veramente stupenda, per quel poco che l’avevo visitata.
“Io ho un compito ben preciso, ovvero farti capire”
-Ho già capito che mi piace Adam, la tua presenza qui non è necessaria- replicai sfregando con i polpastrelli le rasature ai lati delle testa dove c’era una maggiore concentrazione di brillantini.
“Allora che ci fai qui? Dovresti essere a tre camere da questa a fare cose vietate ai minori” coscienza/Adam aveva un tono scandalizzato.
Scossi la testa mentre mi risciacquavo i capelli, no, non potevo, forse ero davvero troppo orgoglioso, ma non sarei andato a bussare alla porta di Adam, non dopo quel fottutissimo bacio CHE ERA SOLTANTO UNA STUPIDISSIMA SCOMMESSA.
“TJ, dovresti parlargli”
Oh, certo, e per dirgli cosa? Mi piaci Adam, bene, adesso che l’abbiamo appurato, ciao, so di non piacerti, è stato bello conoscerti.
Ah-ah, certo, sarei andato subito, immediatamente proprio.
Il ricordo di quel bacio, avvenuto poco più di un’ora prima, mi tornò a tradimento in mente, prepotente e così intenso come solo Adam poteva essere.
Le gambe mi si fecero molli e le ginocchia sembravano fatte di burro tanto che quasi non mi reggevano in piedi.
“Oh, ma guarda, l’amico dei Paesi Bassi si sta risvegliando”
Scossi la testa, shoccato, il solo ricordo di un bacio non poteva farmi… con uno scatto repentino spostai la temperatura dell’acqua da calda a gelata.
“TJ, l’acqua gelata non serve in questi casi… vedi, non funziona. Certe situazioni interessanti come questa vanno prese in mano”
Feci no con la testa più volte, no no NO.
-Mi rifiuto di…-  arrossii per l’imbarazzo ma poi mi diedi dell’idiota: stavo parlando da solo, nel mio bagno dell’hotel.
“Su, dillo Honey, non fare il puritano”
Sospirai tenendo le mani sui capelli per non avere la tentazione di spostarle da lì.
-Mi rifiuto di farmi una sega pensando ad Adam-
“E chi ti dice che il vero Adam non sia nella tua identica situazione a sole tre camere da qui?”
Scossi la testa, di nuovo, stava diventando un’azione che facevo troppo spesso. Iniziai a pensare alle cose meno attraenti che mi venissero in mente, come il mio professore di matematica che si puliva le orecchie in classe, o alla casa della mia prozia Pourse che puzzava perennemente di cavolo bollito.
“Tommy, sai benissimo che c’è una sola e unica soluzione. Pensi che Adam non abbia mai fatto certe cose pensando a te? che sia così pudico da farsi una doccia fredda ogni volta?”
L’idea dei gemiti che sarebbero potuti uscire dalle labbra di Adam mi invase il cervello.
Strinsi i pugni fino a tirarmi i capelli, dovevo calmarmi, era solo un fattore psicologico, niente che non potessi gestire. Ma alla fine era solo una questione di orgoglio, non volevo darla vinta ad Adam.
“Tutto questo rimarrà qui, e lo sai anche tu”
Stavo davvero parlando ad un Adam immaginario che cercava di convincermi a farmi una sega pensando all’Adam reale?
Altro che pazzia ai primi stadi, ero fuori del tutto.
Abbandonai le braccia lungo i fianchi, ma anche dopo quella prima sconfitta cercai di ignorare l’erezione pulsante che avevo tra le gambe.
“Immagina solo che sia io a farlo” sussurrò coscienza/Adam con quel suo tono basso e seducente. “Verrà tutto più facile”
E lì mi arresi del tutto.
  
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