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Autore: Randa_Zero    11/06/2015    0 recensioni
Una mezza sirena.
Due licantropi.
Un mutaforme.
Un mezzo volatile.
E una ragazza senza un passato.
Sei ragazzi scappati da un Centro di Ricerca.
Braccati da scienziati che vogliono cancellare ogni prova sui loro esperimenti, dovranno scoprire l'obbiettivo di colui che li ha creati.
Riusciranno a scoprire la verità?
Genere: Generale, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fiamme divampavano nella stanza, il fumo, che non trovava sbocchi, si accumulava rendendo ancora più bassa la visibilità, il caldo era quasi insopportabile.
In quell'inferno di fuoco e fumo una ragazza si muoveva in cerca di una via d'uscita.
Come ogni mattina, era stata svegliata da una Guardia che le aveva letteralmente lanciato la colazione attraverso un'apertura nella porta.
Poi la mattinata era proseguita con una serie di esami e di prove, che miravano a valutare la sua forma fisica e mentale.
Tutto sembrava normale, il ripetersi infino della solita routine quotidiana, fino a quando non era scattato l'allarme.
Qualcuno aveva buttato un torcia accesa nella sua stanza e, essendo piena per la maggior parte di mobili in legno, era subito scoppiato un incendio.
Arrancando la ragazza era arrivata alla porta blindata, unico elemento di ferro insieme al letto, e sbattendoci contro cercava di aprila, senza successo.
Dopo aver scartato le varie ipotesi che si venivano a creare nella sua mente, decise di rischiare il tutto per tutto: si concentrò, e stese una mano in avanti.
Quella prese a diventare sempre più rossa e un leggero fumo bianco iniziò ad alzarsi  dall'arto, andando poi a mescolarsi a quello che già si trovava nella stanza.
La ragazza avvicinò poi la mano al punto che credeva più vicino alla serratura, appena posò il palmo sul metallo questo prese a diventare sempre più rosso per poi iniziare a  sciogliersi, attese poi fino a quando non sentì un leggero scricchiolio, segno che il meccanismo che teneva chiusa la porta aveva ceduto.
Ritirando la mano con una smorfia sul viso, la ragazza provò ancora a spingere la porta con la spalla, e questa volta cedette sotto il suo peso e lentamente si aprì.
Piano sgattaiolò fuori dalla stanza, e non si sorprese a notare che il fumo aleggiava anche nei corridoi.
Non curandosi del rumore che avrebbe fatto, siccome quello della sirena avrebbe prevalso, iniziò a correre per il corridoio.
Quello che vide le fece accapponare la pelle: Scienziati in camice bianco, Guardie con la loro uniforme mimetica , e semplici ragazzi con tuniche grigie come la sua giacevano morti a terra in pozze di sangue.
Non riusciva ancora bene a capire che cosa fosse successo, o chi avesse provocato quel macello, ma in fondo non le importata più di tanto, quello che le premeva di più era uscire da quel posto.
Passando davanti a una stanza però sentì delle voci, questo la fece bloccare di colpo e piano si accostò allo stipite della porta.
- Distruggi tutto! Appena abbiamo finito qui passiamo all'ultimo piano!
Disse un uomo con un camice nero, mentre inseriva dei documenti in un trita carte.
- Sono stati già tutti uccisi?
A parlare era stato un secondo uomo, sempre vestito di nero, che pareva però più giovane del primo.
  - Si, sia le guardie che i medici, per gli esperimenti … quelli fuori dalle celle sono stati uccisi a vista , mentre per quelli rinchiusi ... Beh ci penserà il fuoco... Veloce passami quei documenti.
L'uomo più giovane passò un plico di fogli abbastanza grosso rilegato in una copertina blu, appena l'altro se lo trovò per le mani non esitò a infilarlo nel macchinario per distruggerlo.
  - Maledetti... Alla fine quelli del governo ci hanno trovato ... Lo dicevo io a Spencer  che dovevamo spostare questa sede ...
  - Beh ma con i successi riscontrati qui potremmo sempre riiniziare da un'altra parte ...
Quando vide l’ennesimo plico blu venir passato all’uomo più anziano decise di agire: saltò dentro alla stanza, senza pensarci due volte tirò un calcio allo stinco dell’uomo più giovane facendolo cadere, per poi sferrargli un colpo abbastanza potente dietro alla nuca, che servì per farlo svenire.
- Ma che diavolo …
L’altro si era girato di scatto lasciando cadere il plico a terra.  La ragazza non esitò nemmeno questa volta, si abbassò per prendere più slancio e si scagliò verso lo stomaco dell’altro scienziato che, dopo aver urlato un'altra serie di imprecazioni e aver cercato inutilmente di difendersi, ora giaceva contro il muro anche lui svenuto.
Preso il plico blu che tante volte aveva visto in mano ai suoi carcerieri e che quindi sperava potesse fornirle informazioni utili, riprese a correre ancora più velocemente per i corridoi.
Era quasi arrivata all'uscita quando si bloccò sentendo delle urla, stette alcuni secondi ferma in mezzo al corridoio, poi scuotendo la testa riprese a correre, fermandosi però, una seconda volta all'ennesimo urlo.
Andate tutti al diavolo!
Imprecando  girò verso un corridoio laterale, e si diresse nel luogo da cui provenivano le urla.
Si trovò ben presto di fronte ad un  grosso portone di ferro, la porta di una cella.
Guardandosi intorno notò subito che lì  vicino giaceva morto un guardiano, e fortunatamente chi lo aveva ucciso non si era curato di togliergli il mazzo di chiavi dalla cintura.
Abbassandosi strappò le chiavi che gli interessavano dal mazzo e senza pensarci due volte aprì la porta.
Spalancata, un enorme nube di fumo uscì dalla stanza, rivelando al suo interno 5 ragazzi più o meno della sua età rannicchiati in un angolo, nel vano tentativo di scappare dalle fiamme e dal fumo.
 - Uscite forza!
 Urlò la ragazza facendo un gesto con la mano per intimargli a muoversi.
I ragazzi non se lo fecero ripetere e si precipitarono tossendo fuori dalla cella.
Appena fu sicura non c’era nessun altro dentro, chiuse con uno strattone la porta.
 - Ora dovete correre!
Detto questo riprese a correre ancora più veloce verso l'uscita posteriore, seguita questa volta dai ragazzini che aveva salvato.
Arrivata alla porta arancione che indicava l’uscita d’emergenza , le bastò tirare un calcio ben assestato per abbatterla.
Un ondata di aria fresca investì i ragazzi, e oltre ad aiutarli a respirare più facilmente, fu come un balsamo sulla loro pelle ustionata.
Senza indugiare un attimo la ragazza si lanciò fuori dall'uscita e riprese a correre in direzione della foresta che sorgeva a un centinaio di metri di distanza.
Dopo circa mezz'ora di corsa, nei quali solo l'adrenalina e l'istinto di sopravvivenza avevano impedito ai ragazzi di crollare, si decisero a fare una pausa.
Tutti, ragazza esclusa , si accasciarono a terra esausti: lei si accontentò di appoggiarsi ad un albero.
Ora che poteva osservarli meglio notava che la maggior parte sembrava più piccola di lei e solo un ragazzo pareva avere la sua stessa età se non un anno in più.
Fu quel ragazzo a parlare, ansimando pesantemente.
  - Allora siamo fuori?
  - Siamo fuori.
  Rispose lei e nella sua voce non si leggeva il minimo segno di stanchezza.
 
* Nello stesso momento all’Istituto.
 
- David svegliati cos’è successo?
Un uomo in camice nero con i capelli dello stesso colore lunghi fino alle spalle, stava scuotendo ormai da parecchi minuti , l’uomo che la ragazza aveva stesò colpendolo alla testa.
Piano quello sembrò reagire alle urla del compagno e bofonchiando disse:
- L’originale… entrato… colpito…
Poi svenne di nuovo.
L’uomo a quelle parole cacciò un urlo isterico, se aveva capito bene la peggior minaccia per la loro ricerca era riuscita a scappare e questo non andava per niente bene.
Stava per rialzarsi e chiamare rinforzi per portare via i due colleghi svenuti quando un uomo biondo, sempre col camice nero, entrò trafelato nella stanza.
- Signore, gli esperimenti nella camera 5 sono riusciti a fuggire.
- Cazzo.
Urlò l’uomo spaccando a terra il trasmettitore per la frustrazione.
- Chiamate Spencer abbiamo un problema.
   
 
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