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Autore: NimRosemary    11/06/2015    3 recensioni
' I compagni, ancora all'interno, si sentirono richiamati da quel forte rumore che li spinse ad attaccarsi al finestrino per sbirciare i due senza interagire direttamente.
< Questa.. è la volta buona che lo ammazza. > confermò sicuro Bob che non appena voltò il capo al proprio fianco si trovò ad affrontare lo sguardo omicida del Way più giovincello.
< O.. o forse no, chi lo sa eh? > tentò di nuovo, facendo scuotere il capo a Mikey e rigirare gli occhi a Ray. '
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bob Bryar, Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola nota: Se state davvero iniziando a leggere questa FF, vuol dire che siete davvero coraggiosi. No dai, scherzo. Questa è la mia prima FF e sono davvero terrorizzata da ciò che potreste pensarne. Aiut. Se volete lasciare una recensione sono contentissima. Accetto critiche perchè mi servono davvero, gn. CwC Buona lettura e Grazie.

Batteva ripetutamente la sottile suola della scarpa nera e bianca contro il freddo pavimento di marmo mentre la mano libera si occupava di sistemate il lungo ciuffo nero dietro all'orecchio sinistro, dove andava a contrastare con la rasatura ossigenata. < Si può sapere che cosa intendi per 'Un attimo'? >. Urlo' di fronte alla porta sulla era stata attaccata una targhetta: 'Gerard Way'. Il più grande stava finendo oramai da interi minuti di “sistemarsi i capelli”, o almeno così pareva a parole sue. < Sei una pippa, Frank! Ti ho chiesto solo un attimo! >. Rispose stressato il frontman che tutto stava facendo tranne che sistemare veramente i lunghi capelli corvini. Avevano finito, da almeno un'oretta prima, uno mini-show per uno di quei canali televisivi americani super trash e privi di senso. Era ora di tornate al Tour Bus per una nuova, pallosa, puzzolente, rumorosa notte parcheggiati davanti a gli studi del programma perché, no, non si poteva dormire nei camerini. < ..Io ci rinuncio. Quando hai finito sono di fuori, okay? Ah e per la cronaca, se non trovo della Coke, il tuo caffè farà un bel viaggio nel mio sto-  >.La porta si aprì di colpo e un Gerard avvolto in accappatoio rosa fece capolino sulla soglia della porta. < Non ti azzardare nemmeno, stupido gnomo! >.Gli occhi di Frank si spalancarono increduli. Ecco che cosa intendeva Gerard per 'Un attimo': Sono appena uscito dalla doccia, mi devo ancora vestire, asciugare i capelli, mettermi le scarpe e truccarmi. < Non t'azzardare a chiamarmi gnomo. Lo sai che non mi piace! >. Ringhiò tenendo il capo alzato per cercare una parità di sguardi. Che vergogna. Un nano incazzato ed un gigante in accappatoio rosa in pieno litigio, nel corridoio di uno degli studi più famosi al mondo.La mano di Gerard fece uno scatto verso quella di Frank che però allontanò immediatamente il caffè da quelle sue pallide grinfie. 
< Non fare la donnicciola scassa scatole e dammi il mio caffè! >. Urlò stressato il ragazzo avvolto nella stoffa rosa. 
< Avevamo un appuntamento, circa mezz'ora fa. Ora il caffè me lo bevo io e tu ti attacchi al ca- >. Al più piccolo si bloccarono le parole in gola non appena la mano destra del cantante prese il pieno possesso dei suoi 'paesi bassi'. Stringeva con forza il cavallo dei pantaloni di Frank con sguardo beffardo rivolto al suo, vistosamente sofferente ed impotente. Il più piccolo si strinse nelle spalle, mugolando di dolore mentre gli occhi si assottigliavano. < Ecco fatto, Frank. Proprio come hai detto tu. Ora dammi il caffè. >. La mano del chitarrista cominciò ad avvicinarsi tremolante verso quella del cantante che ne stappò via il bicchiere di caffè. Godeva nel vedere come Frank cascasse sempre ai suoi piedi in un modo o nell'altro. Quello di Gerard era un particolare modo di scherzare, abbastanza pesante da sopportare, solo che non se ne rendeva conto ed il piccolo partner era sempre il bersaglio centrale. La presa della mano si allentò e tutti i muscoli del latteo viso si rilassarono per dare alla luce un piccolo e dolce sorriso, come se nulla fosse successo. Frank era la vittima non solo di Gerard ma anche di tutti gli altri. Ma nulla lo feriva più dei dispetti del più grande. Le labbra di Gerard si unirono a quelle di Frank per rubarne un piccolo bacio a stampo, facendo risuonare lo stacco in leggero, quasi impercepibile, schiocco.
< Scusa piccolo. Lo sai che ti amo..  >. Sussurrò con in filo di voce il più grande, ancora nelle vesti di quel ridicolo accappatoio da principessa del bagnetto. Frank era esausto di quel suo comportamento, lo si vedeva dai suoi occhi. Questi si erano nascosti dietro ad un velo trasparente di lacrime che sforzava di non far scivolare sulle guance con dei lunghi sospiri. 
< S-sono felice per te. >. Furono le sue ultime parole prima di marciarsene via, lungo il corridoio che l'aveva inizialmente condotto davanti a quella dannata porta. Era stanco di essere sempre trattato come un perfetto imbecille da tutti, ma da Gerard in particolare. Era da un po' di tempo che andava avanti con il 'maltrattamento del cucciolo'. Oh si, perché aveva trovato anche un nome a quei bei momenti passati ad infastidire in compagno.
< Frank. Frank, fermati! Io dico sul serio. Frank, torna qui! >. Non poteva nemmeno muoversi dalla porta adesso: Il vero imbecille era lui con quel suo stile da principessina ed il volto assorto del rimpianto dei propri gesti. Sarebbe andato a chiedergli scusa non appena rivestito in modo decente e decisamente più virile. 

Intanto Frank se ne era tornato al bus. O meglio, se ne era andato da Bob. Bob era l'unico davvero disponibile ad ascoltare l'ometto della band anche se sotto bombardamento.
< E così la nostra Divah ti ha di nuovo spremuto i tenerini?! >.
< Bob! E che cazzo, vuoi farlo sapere a tutti o cosa? >.
Il ragazzone che se ne stava sdraiato al proprio letto, giocando distrattamente con le bacchette usate per lo show, scoppiò in una goffa risata, senza degnare di un minimo sguardo il più piccolo che se ne stava seduto accanto a lui. < Oooh e su, stai buono! Tanto alla fine la cosa si sa. >. Frank spalancò gli occhi verso Bob che aveva preso a canticchiare tutto fomentato mentre con le bacchette batteva sulla struttura che sorreggeva il letto sovrapposto al suo: Quello di Frank, appunto.
< L'hai detto a gli altri?? >.
< Oh no no! Gli altri l'hanno detto a me e io, che sono un vero genio, ho fatto una tipica sceneggiata da mammina sconcertata. >.
< Bob! Piantala! Lo sai solo tu qui dentro. Chi te l'avrebbe detto? >.
< Tesorino di mamma Bobby.. Mikey e Gerard non sono fratelli quanto migliori amici, fidati. Mikey mi ha detto che è stato Gerard a raccontargli tutto e che io non avrei dovuto dire di tutto questo a nessuno. >. Il chitarrista, confuso quanto spaventato, prese possesso di una sua bacchetta con un veloce movimento di mano. < Quindi lo sa anche Ray?? >.
< Non so cosa? > chiese una buffa voce proveniente dallo sportello d'entrata.
Quando si dice 'Parli del diavolo e spuntano le corna.', ecco Ray che si avvicina ai due con aria interrogativa. Aveva già intuito che sotto a quel musetto teso di Frank ci fosse un bel segreto pronto ad essere svelato. Fini' per legare le braccia al petto mentre con la spalla sinistra poggiava alla struttura del letto sul quale i due erano seduti. < Nulla, Fro. Davvero. > rispose Frank con un lungo sospiro mentre i piccoli occhi nocciola fulminavano il batterista che si riprendeva la bacchetta dalla sua manina tatuata. 
< Ma si può sapere perché siete tutti così strani oggi? Giusto 5 minuti fa ho visto Gerard, in accappatoio rosa, litigare con lo staff.. E' stato.. ah dannazione, solo in pensiero mi raccapriccia. >. Il volto del più giovane tornò lentamente ad essere riempito da una leggera risata. Non poteva davvero non dare ragione al collega che si stringeva nelle spalle fingendo dei brividi di paura, così da far ridere non solo Frank, ma anche Bob che aveva smesso di giocare con le bacchette. Era ora, dannazione. Quel suo continuo ticchettare stava facendo saltare i nervi del piccolo punk del gruppo.
< Tornando seri, colleghi miei. Da quando Gerard ha un ragazzo? >. Domandò ai due inarcando un sopracciglio con fare superiore, come se già sapesse. Bob e Frank si guardarono con gli occhi che sembravano uscire fuori dalle orbite. Allarme rosso. Il più giovane pareva essersi totalmente congelato a seguito di quella domanda.
Ora toccava a 'Mamma Bob'. < Già, da quando Gerard ha un ragazzo? >.
< Vorreste dirmi che nemmeno voi lo sapevate? L'ho chiesto a Mikey ma l'unica cosa che è riuscito a dirmi è stata: “Ops! Scusami, amico, ma mi sta chiamando mamma!”. Pazzesco! Secondo me qua c'è qualcosa sotto. Mikey stava facendo finta. Si sa che Donna lo chiama solo la mattina. Alle 10.30, precisamente. Ora, siete voi i miei nuovi sospetti. >.
< Noi?.. Scusa perché noi? Se Gerard ha un principe dei sogni, noi che ne possiamo sapere? > intervenì subito Bob a cui non venne data risposta.
< Perchè Frankie non parla? >. Domandò autoritario mentre alzava leggermente il viso, guardando il piccolo dall'alto come fosse davanti ad un giudice di pace. Frank stava già male per cavoli suoi e ora ci si metteva pure Ray? Fantastico.
< S-sto solo pensando! >.
< Pensando? A cosa? O a chi? >.
< Perchè te la riprendi con me? Che cosa ho fatto? >.
< Tu avevi una cotta per lui, me lo ricordo bene eee e non sbaglio, qualche minuto fa sei uscito di qui dicendo che andavi a portare il caffè a Gerard. Allo stesso Gerard che ho sentito gridare come un pazzo per il corridoio dicendo che dovevano lasciarlo stare con le interviste, perché aveva addirittura litigato con il suo ragazzo. E tu, Frank, tieni il muso da quando sono entrato. Perchè me la riprendo con te, Frank? Come funziona.. siamo una famiglia e le cose si dicono solo ad una persona? >.
Il chitarrista più giovane guardava il collega con le labbra schiuse e gli occhi che si erano velati di uno strato lucido, ancora una volta. Non c'era proprio pace per lui. Ray si maledì subito per il proprio comportamento. Gli era bastato guardare negli occhi il compagno per sentirsi affogare nei sensi di colpa. Frank era forte, ma non se messo all'angolino come se colpevole di qualcosa. < R-Ray.. io.. io- >.
Un forte rumore metallico richiamò l'attenzione dei presenti che voltarono istintivamente il capo verso la portiera da cui era comparsa precedentemente la figura di Ray. I fratelli Way avevano deciso che era ora di rifugiarsi del caldo bus parcheggiato assieme a quelli di altri gruppi e lì calò un profondo silenzio. Solo Mikey si fermò a guardare i tre compagni che li fissavano come se fossero extra-terresti o chissà cosa. < Ragazzi?.. è tutto oka- Frank? Che diamine hai fatto a gli occhi? > chiese avvicinandosi al piccolo con fare seriamente preoccupato. Mikey combatteva quotidianamente contro allergie e vari disturbi. Forse avrebbe potuto aiutarlo, se si fosse realmente trattato di intolleranze. Frank non si fece nemmeno sfiorare. Aveva gli occhi rossi e gonfi dallo sforzo di trattenere le lacrime causate da tutta quella tensione che gli si era costruita attorno. Scattò in piedi, lasciando così il materasso alla completa disposizione del batterista che per coprirgli le spalle, non poteva far altro che tirare una delle proprie magiche scuse: < Cann- cioè.. non quello. Emh.. Sapete com'è Frankie, no? A lui piacciono i cani, ma ha scoperto ora di essere allergico e- >
< Frank non è allergico ai cani. > ringhiò la voce di un Gerard alle loro spalle. < Frank è allergico a gli stronzi.. alla cattiveria. A tutto ciò che è tanto, troppo grande rispetto a lui. >. I colleghi si guardarono con aria interrogativa, ancora una volta, prima di tornare a guardare Gerard che era invece sparito, lasciando il suo famoso caffè, oramai ghiacciato, sul micro-onde e lo sportellone d'entrata aperto. Era andato a riprendersi ciò gli spettava davvero, non come quella stupida bevanda (per lui davvero succo degli Dei) di cui prese presto possesso il riccio chitarrista. Frank era in lacrime, diretto chissà dove, quando la mano di Gerard lo prese per tirarselo contro il caldo petto, finalmente vestito da una degna felpa nera e rossa dei Green Day. Il più piccolo cercò immediatamente di ribellarsi alla stretta. Era davvero pericoloso se colmo di adrenalina. Gerard si era già preso un bel calcio dritto ai paesi bassi e un bel tuffo a balena con tanto di chitarra. Insomma, conosceva i suoi polli. 
< La.. Lasciami stare! > gridò disperato il chitarrista soffocato dalle braccia del frontman che non si arrendeva, nonostante la paura di beccarsi una nuova aggressione. < No. Non ti lascio. >. 
Un nuovo suono metallico: Frank aveva letteralmente sbattuto Gerard con la schiena contro il fianco del bus.

I compagni, ancora all'interno, si sentirono richiamati da quel forte rumore che li spinse ad attaccarsi al finestrino per sbirciare i due senza interagire direttamente. < Questa.. è la volta buona che lo ammazza. > confermò sicuro Bob che non appena voltò il capo al proprio fianco si trovò ad affrontare lo sguardo omicida del Way più giovincello. < O.. o forse no, chi lo sa eh? > tentò di nuovo, facendo scuotere il capo a Mikey e rigirare gli occhi a Ray.

La schiena di Gerard si staccò immediatamente dalla lamiera verniciata, permettendo al corpo di avvicinarsi nuovamente a quello del ragazzo che tenta di tirare a se per i fianchi, ma nulla. Un secondo rumore. Una seconda schienata.
< Come mi hai chiamato prima? Ah, giusto.. Gnomo. >. Un terzo rumore: Un pugno di Frank, proprio accanto al capo di Gerard che sorreggeva il suo sguardo con dei profondi respiri. Si sentiva tremendamente in colpa. Un perfetto cretino. Un disastro. Ce ne voleva di cattiveria per far innervosire in quel modo Frank che con il trucco colato lo guardava negli occhi, come a supplicarlo disperatamente. < Pensi davvero che sia divertente? Pensi che io mi diverta nel sentirmi preso in giro ogni cazzo di giorno? Pensi sia bello essere continuamente preso di mira da bulletti e da.. da voi. Gerard. Da voi che siete la mia famiglia ora. Mi hanno dato della ragazzina per tutti gli anni del liceo e ora vi ci mettete pure voi. Ma sai cosa mi sorprende davvero? >. Il volto di Frank era oramai unito a quello del ragazzo in una lotta fronte contro fronte. < Il fatto che tu, che dici di amarmi sul serio, sia sempre il portabandiera di questo scempio. > La mano, con la quale aveva scagliato un pugno alla dura lamiera del bus, cominciò lentamente a rilassarsi per lasciar unire il palmo alla fredda superficie che nascondeva il resto del gruppo da loro. < Basta chiamarmi Nano.. Basta chiamarmi Femminuccia. >.

< Hei ragazzi! Guardate, abbiamo i 30 sec- >. E stavolta il povero Bob dovette prendersi un sonoro schiaffo in piena faccia da Ray. < Chiudi il becco. O ti seppellisco di botte. >.
< Ma.. > mugolò il batterista con il malinconico sguardo che puntava al bus affiancato al loro.
< BOB. > urlò esausto Mikey prima di tornare a studiare i due in modo furtivo da dietro il vetro appannato dell'auto. Condizioni igieniche davvero invidiabili insomma. 

< Io ti amo, Gerard.. T-ti amo davvero. Ti ho mai ferito? Ti ho forse mai fatto mancare qualcosa?.. Perchè mi tratti come.. come fossi un giocattolo? Se ho sbagliato in qualcosa, qualsiasi cosa, dimmelo. Ora. >. 
Un profondo silenzio crollò tra i due. Il più grande dovette dividere la collisione tra gli sguardi, chinando il capo con un pesante sospiro. Erano le 23.30 passate di una lunga giornata assai faticosa ed erano tutti maledettamente esausti.

Avrebbe voluto chiedergli scusa, come ogni altra volta, ma questa volta era davvero diverso. Aveva fatto esplodere Frank. L'aveva fatto piangere ed urlare come un pazzo in preda alla paura. Perchè, si, quella di Frank era paura. Paura di non essere mai abbastanza, di essere affogato dalle cattiverie che lo circondavano.
< No.. No, Frank. Non hai mai fatto nulla di tutto ciò. Non ho mai provato dolore con te. Non ho mai sentito il bisogno di avere altro oltre a tutto quello che mi hai sempre dato. > sussurrò il più grande, con le guance che si rigavano lentamente di lacrime. Le così dette “Lacrime del coccodrillo”.

“Chi tanto ride, tanto piange.” avrebbe commentato Bob, se Mikey glie l'avessero permesso, dato che lo teneva imbavagliato con la mano destra sulle labbra, avvolte nella barbetta biondiccia.

< Sono io quello che ha sempre sbagliato con te. Sono io quello che non ti ha mai dato abbastanza.. Frank, io.. >. Un lungo sospiro interruppe Gerard che finalmente mise nuovamente in mostra il pallido volto verso quello del più piccolo che lo guardava premendo nervosamente le labbra tra di loro, incastrando tra queste il piccolo anellino argentato. 
Proseguiva < Io ti chiedo scusa. Te lo chiedo per davvero stavolta. Ed in oltre.. in oltre ti prometto che tutto questo non accadrà più. Mai più. E se dovesse accadere di nuovo, che qualcuno mi punti mille aghi sul corpo! >. 
Gerard stava dicendo sul serio. La sua fobia più grande erano gli aghi, dopo quella di perdere il suo piccolo Frank, ovviamente. Per fargli fare i vaccini era sempre un dramma. Dovevano reggerlo almeno in tre per non farlo alzare dal lettino in preda a gli attacchi di panico. 
< Oh Gee..  > mormorò il chitarrista che lo guardava con il nasino arrossato dal pianto. Il suo ragazzo “vampiro” respirava profondamente a labbra schiuse, con la schiena ancora poggiata alla parete di metallo su cui era stato sbattuto ben due volte mentre lui, alzandosi in punta di piedi, andava a circondargli il latteo collo da cui spiccava l'evidente pomo d'Adamo. L'unica cosa bella dell'essere il più bassino era quella di avere il diritto di aggrapparsi come un koala al proprio amore. < Non lasciarmi più così.. da solo, per il corridoio, con uno stupido accappatoio rosa da principessa. > si raccomandò il più grande che prese immediatamente il chitarrista in braccio, come fosse il suo bambinone che ora se la rideva teneramente alle sue parole. 
< Te la sei meritata tutta.. > mormorò Frankie facendo sfiorare i due nasini l'uno con l'altro prima di posare un piccolo bacio sulle sottili labbra del suo ragazzo che riusciva a sorreggerlo senza troppi sforzi. Non si sarebbe più azzardato a dare del cucciolo a Frank per prenderlo in giro, ma solo per segnarne la sua proprietà privata.

< Emh.. ragazzi.. venite un po' a vedere.. > invitò un Ray perplesso i due compagni che erano finiti per rotolarsi a terra a forza di pizzicotti, schiaffi e altri insoliti dispetti da bambini.
< NON ORA, FRO. NON. ORA. > cominciò ad urlare Mikey che cercava di tappare la bocca a Bob che invece provava a sfilargli il cappellino grigio dalla testa. Toro, che tanta pazienza aveva, scese dal divanetto sul quale si era inginocchiato per sbirciare i due compagni che avevano finalmente preso a baciarsi con passione contro la fredda superficie del bus, saltando letteralmente addosso al bassista ed il batterista che ancora se la bisticciavano tra loro.
< PIANTATELA DI FARE I BAMBINI. PORCA MISERIA. >.
< HA INIZIATO L'ASMATICO. >.
< MA COSA TI INVENTI? SEI STATO TU A NON CHIUDERE BOCCA. >.
Nessuno dei tre si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi presto sotto gli occhi confusi del frontman e del chitarrista che si tenevano per mano davanti all'entrata. E pensare che la chiusura dello sportellone non era nemmeno silenziosa, ma loro non si erano resi conto di nulla. Solo Mikey, con la faccia spiaccicata a terra, notò delle scarpe molto familiari davanti al proprio naso. Le scarpe da ginnastica nere del fratello e le converse bicolori di Frank. Tossì rumorosamente, così da richiamare l'attenzione dei colleghi che immediatamente smisero di tirarsi i capelli a vicenda. Si, alla fine anche Ray si era messo fare il bambino.
< NO, MIKEY. ADESSO SE L'E' DAVVERO CERCATA LU-.. Oh..  >. Le mani del batterista abbandonarono la folta chioma del chitarrista che ne imitò il gesto, portandosi le mani dietro la schiena mentre con il corpo se ne stava ancora seduto sul povero mingherlino del gruppo. 
< Leto mi ha appena chiesto cortesemente di smetterla con queste urla.. Cortesemente, per ora. Io, fossi in voi, non lo sfiderei.  > rise Gerard saltando il mucchio di compagni a terra per portarsi Frank in un angoletto del bus più calmo per le loro coccole e smancerie da piccioncini innamorati. L'appuntamento era andato a rotoli, ma non era poi una cosa così grave dato che avrebbero comunque avuto una scelta molto ristretta sul dove andare a passare la notte al di fuori di quel parcheggio. Anche delle semplici attenzioni avvolti nelle strambe coperte da viaggio, sdraiati sul piccolo divano posto sul fondo del bus, potevano essere una buona scelta per concludere la faticosa giornata da piccole rock-star.

I 3 cominciarono quindi a rialzarsi da terra con dei veloci movimenti nervosi. Capitava spesso che Mikey e Bob facessero "a capocciate", ma mai che Ray si aggiungesse a loro.
 < Io. L'avevo detto che c'erano i Mars. > Sbuffò il batterista mentre si ripuliva la felpa dalla polvere. Ma sul serio aveva ancora voglia di insistere a notte fonda?
I due compagni spalancarono istintivamente gli occhi verso di lui. < BOB. BASTA! >.
< Hey! Ma che vi urlate? Non avete sentito Gerard? Dopo Leto si incazza. >.

   
 
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