Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: changeling    11/06/2015    0 recensioni
Riesci a immaginare di innamorarti per la prima volta? Di desiderare anche solo un singolo secondo in più con colui che ami? Ma se quel secondo non ti fosse concesso, chissà se riusciresti a trattenerti... soprattutto se tu fossi un demone. Questa è la storia di una di loro, che non potè accontentarsi del tempo che aveva, e che, per averne dell'altro, perse molto più di quanto fosse disposta a pagare.
Dopo aver causato la morte del suo primo amore, Sorel ha un solo scopo nella sua vita immortale: proteggere l'unica cosa che ha guadagnato dopo aver infranto il suo stesso contratto. Suo figlio.
Dovrà affrontare angeli e demoni, esorcisti, vecchi nemici e, soprattutto, la paura di perdere il suo adorato David a causa dei suoi innumerevoli segreti: per esempio, quello di essere sua madre. Ma come si può credere a una cosa simile quando lei stessa dimostra appena vent'anni? Riuscirà Sorel a superare il dolore, a costruirsi una famiglia e a guarire il suo cuore grazie all'aiuto dei suoi unici amici?
"Sette" è la settima storia che ho scritto, ma è anche la prima che pubblico online, perciò commentate!!! XD Grazie, e buona lettura.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Odio ripetermi
 
Visto che avevo intenzione di riservare tutto il giorno seguente a David, pensai di concludere il mio giro di addii in una volta sola. In ogni caso non avevo molti amici: me ne restava solo uno da incontrare.
Passai il resto della giornata a girare per la città come una turista, passeggiando tra i parchi e respirando a fondo per assicurarmi di non dimenticare il profumo che permeava le strade.
A pranzo mi fermai a mangiare in un ristorante italiano, e solo verso il tramonto raggiunsi il posto dove sicuramente il mio amico sarebbe andato, sperando che non ci mettesse molto. Nell’attesa scalai la parete di un palazzo e raggiunsi il tetto, dove mi accomodai per godermi lo spettacolo del sole morente. Il vento trasportò alle mie orecchie centinaia di conversazioni in una sola folata, e io lasciai che mi attraversassero. Distinsi liti, chiacchiere amichevoli, dichiarazioni e sussurri, persone che parlavano al telefono e altre che gli rispondevano dall’altro lato del microfono. Infine mi rilassai sdraiandomi sul tetto, finché l’unica cosa che sentii fu un brusio diffuso, e il calore del sole sulla pelle.
Quando riaprii gli occhi, su di me vidi la luna. Era argentea, sottile e bellissima.
“Mi mancherà da morire, la luna”, pensai. Non che il cielo del mio mondo avesse qualcosa da invidiare a quello degli umani, ma la luna sembrava così… pacifica.
Niente affatto come Lucifero, così bellicoso e iperattivo, con quelle sue dannate sciabole. Ero sicura che la luna sarebbe stata un’ospite molto più piacevole per un tè pomeridiano.
Mi drizzai a sedere. Non mi sentivo insonnolita, perché non avevo dormito: in realtà ero caduta in una sorta di trance meditativo durante il quale avevo perso la cognizione del tempo, ma ora che mi guardavo intorno mi rendevo conto di quanto fosse tardi. Tutto intorno a me era calato il buio della notte, e la posizione delle stelle mi diceva che erano passate le dieci.
Tuttavia ero sicura di non aver perso la possibilità di vedere il mio amico, perché se fosse passato mi sarei riscossa all’istante. Un pericolo come lui ero in grado di percepirlo a distanza, anche quando si nascondeva bene.
Come quella sera. Mi sporsi oltre il bordo del tetto su cui avevo passato la serata, affacciandomi sull’angusto vicolo da cui mi ero arrampicata. Lui era proprio sotto di me, e la sua aura era talmente ben mascherata che qualsiasi mostriciattolo o demonucolo che l’avesse incrociato l’avrebbe scambiato per un normale umano; non io.
Il mio amico era in compagnia. Aveva un giubbotto di pelle nera e i capelli ingellati, e teneva una donna sui trent’anni sottobraccio.
All’improvviso la afferrò per le spalle e la sbatté contro la parete di mattoni dell’edificio di fronte. Veloce come un lampo, sfoderò un coltello di ferro scuro decorato con incisioni in ebraico, ma stavolta il suo obbiettivo sembrava non essere un’inetta totale. Lo spinse indietro un attimo prima di essere trafitta, cavandosela con un graffio esteso ma superficiale lungo il braccio.
Ruggì poco elegantemente, e intorno a lei si materializzarono lingue di fuoco che si scagliarono contro il suo assalitore, ma io non mi preoccupai.
Mi diedi una leggera spinta in avanti, e caddi nel vuoto, atterrando con tranquillità sei piani più in basso proprio mentre il mio amico estraeva una fiaschetta di acqua santa dalla tasca interna del giubbotto. Con un gesto rapido la stappò e se la versò addosso, spegnendo le fiamme che avevano attecchito ai suoi vestiti. Subito dopo si scrollò come un cane, schizzando acqua benedetta tutto intorno, me compresa.
-Buonasera Peter- lo salutai, asciugandomi il viso con noncuranza. A contatto con la mia pelle, l’acqua divenne brina e poi si disperse nell’aria in rapidissima successione.
La donna che Peter aveva portato con sé non fu altrettanto fortunata: le gocce sfrigolarono come acido, lasciando sulle braccia e sul viso estese piaghe rosse che le strapparono un verso straziato da bestia ferita.
Peter ne approfittò per assestarle un calcio all’addome che la scaraventò tra la spazzatura ammucchiata da una parte.
La morte per esorcismo, però, non faceva gola a nessuno, quindi la diavolessa fu svelta a indietreggiare, generando altre fiamme che tornarono a incalzare il mio amico, che, guarda caso, sembrava proprio aver finito l’acqua santa.
Alzai gli occhi al cielo quando vidi che era il suo turno di indietreggiare. Per le corna di mio fratello, glielo dicevo sempre di portarsi delle scorte!
Non avevo sprecato un intero pomeriggio in cui avrei potuto vedere mio figlio per questo.
Sbuffai e mi feci avanti, oltrepassando il fuoco della diavolessa senza nemmeno prestarvi attenzione. Mi parai di fronte a lei, infastidita.
-Va’ via.- le intimai.
La donna mi squadrò con tanto d’occhi e io cercai di capire se stesse occupando un ospite umano o meno. Le grosse ustioni da acqua santa e il sangue giallo zolfo suggerivano di no, ma forse era rimasta tra gli umani troppo a lungo, finendo per perdere la capacità di reazione degna di un demone, per quanto di bassa lega.
Continuò a guardarmi a bocca aperta finché non mi chinai su di lei e ripetei, con raddoppiata irritazione: -Ho detto: sloggia, nullità!-
Finalmente la diavolessa tornò a muoversi, ma non fu per scappare via a gambe levate; si prostrò ai miei piedi come un miracolato di fronte a un santo.
-Mia signora…- mormorò, tremante.
-Oh, perfetto…- gemetti, il fastidio che cresceva esponenzialmente di secondo in secondo –Cos’è, non capisci quello che dico? Vattene!!-
Non si mosse di un centimetro. –Non potrei mai voltarvi le spalle dopo che mi avete salvata da quel maledetto esorcista!- esclamò, ossequiosa.
A quel punto sentii Peter gridare da dietro di me. –Sorel! Che ci fai qui?! Lontano dal mio demone!-
Lanciai un’occhiata alle mie spalle e vidi Peter alle prese col fuoco infernale, riuscendo poco a poco a soffocarlo. Ma prima che potessi rispondergli, la diavolessa si frappose tra noi.
-Viscido umano!- sputacchiò spargendo saliva incandescente –Come osi mancare di rispetto alla suprema Sorel?!-
Le fiamme che lo circondavano riacquistarono improvvisamente vigore e lo ricacciarono indietro con un grugnito.
A quel punto avevo proprio perso la pazienza. Non solo quella feccia non si degnava di ascoltarmi, ma ignorava anche i miei ordini.
Sollevai la mano e schioccai le dita. La diavolessa non fece nemmeno in tempo a capire cosa stesse per succederle; un lampo di luce percorse il suo corpo, e lei sparì. Al suo posto rimase solo un mucchietto di cenere giallognola.
-Odio ripetermi.- borbottai.
 
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Eccomi tornata, finalmente!!
Non avete idea di quanto mi siate mancati!! Ma finalmente adesso è finita la scuola e posso riprendere a pubblicare in pace. Allora, intanto volevo ringraziarvi tutti perché, anche se NON AVETE LASCIATO RECENSIONI (vaga allusione che non significa assolutamente nulla), ho visto che i lettori che mi seguono continuano ad aumentare, e di questo vi sono infinitamente grata.
Ora, parliamo di questo capitolo. Appare per la prima volta un personaggio che adoro e di cui sono molto fiera. Parlo, se non lo avete capito, di
 <3 Peter <3. Più avanti acquisterà molta più importanza, ma questo capitolo e quello che seguirà servono soprattutto per presentarlo e per spiegare il suo legame con Sorel, che andrà complicandosi e ampliandosi con l’andare del tempo. Spero di avervi incuriositi ancora, e di avervi spinto a continuare a leggere.
Al prossimo capitolo!!

Baci!!
 Changeling
 
  
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