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Autore: Elissa_    12/06/2015    3 recensioni
E' questa una delle ragioni per cui odio dormire: i miei sogni sono così noiosamente banali, privi delle psichedeliche visioni delle persone ordinarie. Sono tanto accurati che posso percepire il tessuto rovinato dei tuoi jeans contro la mia guancia, il callo sull'indice, la piccola macchia di curry sopra il ginocchio, lascito del take-away.
A volte, i confini tra sogno e realtà sono così labili che non si nota la differenza.
John, Sherlock, e due monologhi mai pronunciati.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei stessimo volando.
Vorrei ci stessimo librando per aria, così avrei la definitiva certezza che questo è un sogno; ma non te lo dico, John, perché so quanto in fretta i sogni possano tramutarsi in incubi: le tue mani, ora tra i miei capelli, potrebbero facilmente lasciarmi, e il tuo sorriso svanire, per diventare una smorfia disgustata. Perciò non dico nulla, e le tue mani vagano distrattamente sul mio capo mentre guardi la televisione.
E' questa una delle ragioni per cui odio dormire: i miei sogni sono così noiosamente banali, privi delle psichedeliche visioni delle persone ordinarie. Sono tanto accurati che posso percepire il tessuto rovinato dei tuoi jeans contro la mia guancia, il callo sull'indice, la piccola macchia di curry sopra il ginocchio, lascito del take-away.
Distinguere la realtà dai sogni è quasi impossibile, se non per questo: le tue mani tra i miei capelli. Il sorriso da gatto che ha catturato la sua preda quando mi dici "E' già tardi", e la mano che mi offri, dopo esserti alzato, che non lascia la mia fin quando non siamo in camera da letto. (Mia, tua: sembrano definizioni superflue in questo universo in cui siamo una cosa sola.)
Preferirei stessimo volando. Preferirei che avessimo delle antenne al posto degli occhi, penne per dita. Che dallo stomaco provenisse il trillo di un telefono. Preferirei avere la certezza che questo è un sogno, invece di scoprirlo solo dopo, quando, addormentato tra le tue braccia, mi risveglio in un mondo dove il tuo sguardo mi schernisce e le tue mani sono artigli.
(Ti ringrazio comunque, mio John. Perché senza questa oasi, non saprei affrontare la realtà.)

 
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"Vorrei fare ammenda, Vostro Onore", ti direi, se solo mi ascoltassi.
Vorrei fare ammenda per tutte le volte in cui non ti ho baciato. Per tutte quelle in cui ho perseverato nel mentire: per omissione, al mondo, a me stesso, ma soprattutto a te. Vorrei fare ammenda per tutte le volte in cui non ti ho detto che eri l'unica cosa che mi teneva in vita, in quei primi mesi; e anche dopo, quando non avevo più bisogno di essere ancorato al presente, eri l'unico che la vita me la facesse amare. Vorrei fare ammenda per tutte le volte in cui "ti amo" era sulla punta della lingua e io l'ho ricacciato indietro.
Vorrei soprattutto fare ammenda, Vostro Onore, perché se veramente pensi che sia tutto frutto della tua immaginazione, è solo colpa mia.
E lo sai, Sherlock... parlare non è il mio forte. Non lo è mai stato. E forse è tardi per convincerti che tutto questo è vero, che noi lo siamo, lo siamo sempre stati. Forse è tardi per farti capire che per te sarei disposto a ben più che qualche discorso lacrimevole. Ma devi saperlo. Da qualche parte, dentro di te, quella consapevolezza ci deve essere: sei tu. Sei sempre stato tu.
Ed è l'unica cosa di cui non mi pentirò mai.





Note: Era tanto tempo che non infangavo la sezione con qualcosa di mio, so here I am. Prima di tutto, un grazie enorme alle mie amike bellissime Chiara e Frà, che hanno letto questa cosa in anteprima assoluta e mi hanno assicurato che fosse sufficientemente non-schifosa da essere pubblicata. Spero che anche per chi legge sia lo stesso. Sappiate che è il frutto di una maturanda frustrata che invece di studiare si è messa a Scrivere Cose, perciò buona parte della stramberia deriva da quello.
Nel caso qualcuno si stesse chiedendo "Ma cosa cazzo sta succedendo in realtà?", la risposta è: quello che volete voi, è aperto ad ogni interpretazione. Io lo vedo come Sherlock che non riesce a realizzare la cosa (e, dati gli accadimenti della scorsa stagione, non sarebbe tanto strano che la sua presa sulla realtà si allentasse, tbh), ma mentre scrivevo mi accorgevo che è anche possibile interpretarla come Sherlock che salta da un universo all'altro??? Perciò sbizzarritevi pure con la fantasia.
Se volete dirmi qualcosa su altri lidi, mi trovate su ask e sul Caro Vecchio Fesso.
Che dire, grazie di aver letto!
  
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