La pioggia ticchettava sulle finestre e tuoni rombavano in quel salotto. I lampi illuminavano, i tappeti, i mobili e i quadri di quel salotto antiquato come l'uomo che avevo davanti.

Sapevo che questo momento sarebbe arrivato "di cosa mi vuoi parlare? Nonno". Il vecchio mi lanciò uno sguardo indignato. "Di cosa sarei accusata?" aggiunsi. Il vecchio rispose "Greta! Questo è un discorso serio, io penso che tu debba smettere di sprecare la tua vita con il teatro" io gli lanciai uno sguardo infuocato "È giunto il momento che tu faccia un lavoro serio, che ti permetta di vivere al meglio..." lo guardai fisso e lui dopo una breve pausa continuò "...penso che tu debba fare l'avvocato"

Io sbuffai. L'avevo sempre saputo, ma anche se io avessi accettato di fare l'avvocato ci sarebbe stata comunque una grande differenza tra lui e me. Io non l'avrei fatto con la stessa passione di mio nonno e sarò sempre inferiore a lui. Dopo aver abbassato lo sguardo per un secondo lo rialzai, "dimmi! Nonno" continuai a fissarlo con un sottile sorriso furbo "cosa vuol dire “sprecare la vita”?"

Il vecchio spalancò le labbra... ma poi le richiuse abbassando lo sguardo concentrato. Io aspettavo la risposta, ma dopo pochi secondi suo nonno sbuffò chiudendo le palpebre. Allargai il sorriso con soddisfazione "ma ti vedi?" domandai beffarda, mio nonno spostò lo sguardo "non sai nemmeno di cosa stai parlando!..." mormorai alzandomi "non hai convinzioni a cui aggrapparti... tu! Parli a caso" mi voltai, e con calma e fierezza uscì dalla stanza. Qualcuno non può parlare di vita se non sa cosa significa vivere.