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Autore: CalimeNilie    12/06/2015    1 recensioni
Sarà poi vero che Sam si è offerto di accompagnare Frodo nel suo viaggio di sua spontanea volontà? E che Frodo è il padrone misericordioso e gentile descritto dal Maestro Tolkien? Probabilmente no. Non sarà solo un equivoco la partenza del povero Sam, schiavizzato a vita da un padrone crudele e tiranno?
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frodo, Sam, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando il capo-orchetto non c'è...

Intanto che Legolas faceva il funerale alle sue bionde ciocche, Merry e Pipino venivano trasportati dalla comitiva di orchetti verso un posto non ben precisato. Il punto è che, se Aragorn, Legolas e Gimli non avevano la minima idea di dove stessero andando, gli orchetti invece l'avevano fin troppo bene in mente.
Fodza, fodza, domani li voglio già qui, questi due. Oh, dod vedo l'ora, quando metterò le bani sul mio anello... vedrà, Gaddalf, vedrà!” diceva quasi ogni sera Saruman, ancora raffreddato, al capo-orchetto, grazie ad un Palantir.
Ora, Merry e Pipino non avevano la minima idea di quello che stava succedendo ed erano preoccupati perché temevano che Saruman avesse scoperto il loro giro illegale di erba.
“Eh, non si sa mai con questi stregoni, è sempre meglio essere prudenti.”
“Dico anch'io. Ti ricordi Gandalf?”
“Mi voleva truffare... mi ha detto che potevo spacciare sul Caradhras, ma hai visto anche tu come è finita... con un uomo di Neanderthal che ci inseguiva...”
Intanto proseguivano verso Isengard. Se non che, mentre erano vicini a Fangorn, al capo-orchetto giunse una multa da Lorien: a quanto pareva uno dei suoi sottoposti aveva defecato sulla via, e a lui sarebbe toccato ripulire. Una nota scritta a mano accompagnava la multa:

I sacchettini e le palette per la pulizia sono distribuiti ogni 300 metri. Provi a sporcare di nuovo, lei o uno dei suoi goblin immigrati, e se la vedrà con il re Celeb la Splendente Magnifica Illustrissima Regina Galadriel in persona. Dura lex, sed lex.

Terrorizzato a morte, l'orchetto si mise in marcia per Lorien, non volendo avere fastidi con la legge elfica.
Da quel momento il viaggio divenne una vera e propria tortura: gli orchetti erano compagni di viaggio terribili, si ubriacavano ogni sera, facevano scoppiare risse ogni cinque minuti – nemmeno nella compagnia dell'anello erano così frequenti – e parlavano sempre di mangiare gli hobbit. In più, non potevano fumare – Merry e Pipino sarebbero stati lieti di una bella fumata di gruppo – perché avevano finito le loro scorte nel viaggio d'andata e non potevano fumare quelle degli hobbit perché lo stregone aveva promesso loro che “avrebbe impedito loro di tramandare il loro orchico cognome alle generazioni future se si fossero azzardati a mettere le mani su ciò che avevano i suoi prigionieri”. Per cui niente erba.
“Oh, un autogrill. Ci fermiamo?” chiese a un tratto un orco al vice capo-orchetto.
“Ma ci siamo fermati mezzora fa, all'autogrill sulla Edoras-Celenhad!”
“No, ti prego, devo troppo andare in bagno!”
“Anch'io, sì. E voglio una brioche alla cioccoccacca.”
“Ma... abbiamo dei passeggeri, dai...”
“No, io voglio andare all'autogrill, voglio andare all'autogrill!”
“AUTOGRILL, ORCOGRILL!”
“E va bene” cedette il vice. “Ma fate in fretta, che se mi chiama Saruman gli devo pure spiegare 'sta storia della multa. Che la deve pagare lui, poi...”
Così tutta la comitiva entrò all'autogrill, ma si sa come vanno queste cose. Basta un bagno e una folla di gente per trasformare grassi e vecchi orchetti in pestiferi scolaretti (fa pure rima) e far scoppiare risse a volontà.
A guardia dei due hobbit, opportunamente impacchettati, rimase il vice capo-orchetto. Che si addormentò dopo pochi minuti di veglia. Al vederlo crollare, Pipino si diede subito da fare: si liberò delle corde e slegò anche Merry.
Stavano giusto per fuggire verso un boschetto lì vicino quando...
TUUU tuuuu tuuuuu TUU TUU!
Il vice fece un salto di tre metri e si guardò attorno, individuando la fonte del rumore: un palantir che si era appena illuminato di azzurro, nel quale era apparsa una foto di Saruman e la scritta “Videochiamata in arrivo”.
“Porca la miseria” sbraitò l'orchetto, vedendo che i compagni non erano ancora tornati. E rispose alla chiamata.
“Uglukyyyy!” tubò la voce di Saruman, e un secondo più tardi la sua immagine tremolante apparve nella sfera del palantir.
“No, sono il suo vice, Blobb. O Blobby, se ti va.”
Spiegò in breve cosa era accaduto. Alti si levarono gli insulti dello stregone bianco.
“E ora dove sono quei dementi dei tuoi colleghi?”
“Ehm...”
Merry e Pipino, rimasti paralizzati sulle soglie del bosco, ne approfittarono per volatilizzarsi.
Fuori della selva, però, in quel momento Saruman stava facendo una richiesta speciale al vice capo-orchetto. “Voglio vedere quei due prigionieri. Voglio parlare con loro.”
Al lettore di immaginare il terrore negli occhi del povero orco quando si accorse che i due hobbit erano spariti.
“Eh?” disse quindi, facendo ondeggiare il palantir tra le mani. “Cosa? Non ti sento più, Saruman! Cosa? COSA? Ci deve essere un problema... con... la linea... non sento cosa stai dic...” Spense la chiamata e si precipitò nel bosco a cercare i due fuggitivi.
I due hobbit terrorizzati, intanto, erano alle prese con problemi più grandi che un orchetto vendicativo.
“Le dico che non l'abbiamo presa qui, quest'erba! Eh! Non. L'ho. Presa. Qui.”
“E io come vi credo?”
“Guardi le nostre facce. Le paiono le facce di due spacciatori? NO!”
“Mmmmh, magari la tua no... ma quella del piccoletto...”
“Che piccoletto?”
“Zitto Pipino!”
L'enorme albero davanti a loro fiutò. “Pupille dilatate, senso di smarrimento... Conosco i sintomi. Voi verrete condotti davanti all'Entaconsulta e verrete giustiziati.”
“No, no, non faccia caso a lui... è nato scemo. È sempre così!”
Se non si era capito, sì, Pipino aveva fumato. E per fortuna Merry non aveva fatto ancora in tempo a prendere la pipa.
“Mmmmh...”
“VI AMMAZZOOOOO!” il vice capo-orchetto arrivò urlando. L'Ent non lo vide e lo schiacciò.
“Oh, una mosca... povera. L'ho schiacciata.”
I due hobbit erano paralizzati dal terrore.
“E va bene, vi credo. Ma fatto sta che avete dell'erba in tasca.”
“Quella... quella non è erba... è polvere di fata!”
Poteva avere anche milioni di anni, l'albero, ma sapeva essere piuttosto stupido, alle volte.
“Io mi chiamo Barbalbero, comunque.”
Barbalbero se li caricò in spalla e decise che li avrebbe portati a vedere una persona di sua conoscenza. Intanto che camminava, si divertì a raccontare loro storie che dovevano essere divertenti.
“Senti, tu che sai tutto” intervenne improvvisamente Pipino, alla sesta storia, che finiva esattamente come le cinque precedenti, ossia con un Ent che beveva acqua – a quanto pareva gli Ent trovavano spassosissimo descrivere le bevute. Merry si chiedeva che cosa sarebbe successo se si fosse messo a raccontare a Barbalbero i banchetti della Contea. “Tu che sai tutto... Mi dici che cos'era quel rumore strano che faceva quella sfera strana che aveva l'orchetto?”
“Ah quello... quello è Skype!”
“Però, come sono avanti, questi orchi!” fu l'unica cosa che trovarono da commentare i due hobbit. “Nella Contea il signor Bilbo Baggins non lo usava mica... lui era fermo al telegrafo.”

 

 


Data la nostra lunghissima e ignobile scomparsa, abbiamo deciso di aggiornare più in fretta. Diciamo che è un modo per scusarci (sì, come se a qualcuno interessasse). Questo capitolo è, temo, ancora più demenziale e senza senso e idiota degli altri. Che ci potete fare... “il greco ha sempre un prezzo”.
Ah, non abbiamo nessuna idea del perché gli orchetti dovessero essere sulla Edoras-Celenhad... forse hanno sbagliato un po' strada? XD
Grazie a chi è riuscito a leggere fino a qui senza ritrovarsi a metà del capitolo con uno strano capogiro e la sensazione di non ricordarsi più il suo nome (effetti collaterali... non ve ne avevamo parlato?).

Chiara, Nina ;)

   
 
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