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Autore: Jade Tisdale    12/06/2015    0 recensioni
Post seconda stagione | Nyssara
È passato un mese dalla sconfitta di Slade, e mentre Starling City cerca di risollevarsi in seguito ai danni subiti, il Team Arrow continua a vigilare sulla città, proteggendola dai numerosi e frequenti pericoli.
Sara, invece, ha fatto ritorno a Nanda Parbat. Ma qualcosa, o meglio, una notizia, potrebbe dare una nuova svolta alla sua vita. E mettere a rischio quella di chi le sta intorno.
*
«La tua ragazza» sussurrò la mora «è questa Nyssa?»
Sara annuì, arrossendo lievemente.
«Dev'essere una persona splendida. Voglio dire, se è ancora con te dopo aver saputo di questa storia, significa che ti ama veramente.»
*
«Credevo di essere perduta per sempre» sussurrò, solleticandole dolcemente la pancia nuda «ma poi sei arrivata tu, e hai sconvolto completamente la mia vita. Tu mi hai ritrovata, Sara. Mi hai ritrovata e mi hai fatta innamorare follemente di te con un semplice sorriso.»
Nyssa intrecciò la propria mano in quella di Sara, rossa in viso.
«E poi» proseguì, con un sussurro «in questo inferno chiamato vita, stringerti la mano è la cosa migliore che mi sia potuta capitare.»
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Nyssa al Ghul, Oliver Queen, Ra's al Ghul, Sarah Lance, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love is the most powerful emotion'
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Prologo:
Heir to the demon
 

 

 


 

«Padre, volevi vedermi?»
Una figura famigliare riemerse dalle acque del Pozzo di Lazzaro, avvolgendo il proprio corpo bagnato in una morbida e pregiata vestaglia.
Nyssa si inchinò dinanzi al padre, che le rivolse un'occhiata severa, ma al tempo stesso, amareggiata.
«Dobbiamo parlare della tua posizione, Nyssa.»
Quest'ultima alzò di colpo il capo, al sentir nominare la sua eredità.
Ra's iniziò a camminare lentamente, le mani giunte dietro la schiena. Quello che stava per dire non era facile, nemmeno per uno come lui. E di certo, lo sguardo nervoso di sua figlia non rendeva le cose migliori.
«Ormai sei una donna adulta, addestrata e pronta ad accettare le responsabilità che ti spettano. Presto prenderai il potere al posto mio, quell'eredità tanto attesa che ti spetta di diritto. La Lega sarà completamente tua, e il sogno che brami fin da quando eri bambina si avvererà molto presto.»
Nyssa accennò un piccolo sorriso al padre, che in quel momento le dava le spalle; le piaceva la sensazione di avere il comando su tutto, la consapevolezza che molte persone l'avrebbero temuta per il suo nome. Ancor di più, adorava parlare della sua eredità. Poter diventare la Testa del Demone, era da sempre il suo desiderio più accanito, una realtà che presto si sarebbe avverata e che il solo pensiero le faceva venire la pelle d'oca.
«Mi sono pienamente meritata questo titolo» azzardò la ragazza, sicura delle sue parole.
Ma l'espressione rigida del padre la fece riflettere, e pentire di ciò che aveva appena detto.
Nyssa si schiarì distrattamente la voce, distogliendo lo sguardo.
«Ti sbagli. Non è esattamente un premio meritato. Hai dimostrato una forza di volontà degna del tuo nome, ma c'è un'ultima cosa che dovrai fare per diventare la nuova Testa del Demone.»
Ra's si fermò di fronte alla figlia: pochi centimetri li separavano, e l'uomo percepì chiaramente la tensione provata da Nyssa.
«Dovrai sposarti. Trovare un uomo all'interno della Lega degno di divenire il marito del Demone. E sono disposto a darti libera scelta sullo sposo che si inginocchierà dinanzi a me per chiedere la tua mano.»
La mora assimilò le parole di Ra's come una pugnalata in pieno petto. Lui sapeva bene che i sentimenti che la figlia provava nei confronti di Sara erano sinceri: come poteva farle un simile ricatto, solo per cederle la propria eredità -che, come aveva detto lui poco prima, teoricamente le spettava di diritto?
Si alzò con lentezza, osservando con stizza l'uomo che si trovava davanti: lo conosceva da ventinove anni, eppure, gli pareva di aver iniziato un dialogo con un perfetto estraneo che non sapeva assolutamente niente di lei.
«Sai bene che non posso farlo. Non sarebbe onorevole da parte mia un tale comportamento nei confronti di Ta-er al-Sahfer. Non posso tradirla in questo modo.»
«E ti è sembrato onorevole il modo in cui lei si è comportata nei tuoi confronti? Illudendoti, rendendoti debole, e andandosene senza dire una parola?» Il Demone puntò i suoi occhi in quelli della sua unica figlia, il cui sguardo era più che furente. «Al-Sahfer ti ha tradita due volte, la prima tornando a Starling da Arrow, la seconda ripresentandosi alla Lega solo per salvare la sua città. Credi davvero che gliene importi qualcosa di te? Ti sta solo usando.»
«Non hai il diritto di parlare così!» sbottò Nyssa, il cui tono di voce, da rispettoso e pacato, era divenuto ben presto alterato. «Lei ci è stata di aiuto più di una volta, ha intrapreso missioni che neanche i tuoi più fedeli guerrieri sono riusciti a portare a termine. Merita il titolo di Testa del Demone tanto quanto me.»
Ra's s'incupì leggermente, dando nuovamente le spalle alla figlia. «Hai ragione. Anzi, forse meriterebbe quel titolo più di quanto lo meriteresti tu.»
Nyssa inspirò profondamente, trattenendosi dal mettersi a urlare. «Già, lo meriterebbe. Se solo tu non la odiassi.»
L'uomo non ebbe alcuna reazione a quelle parole. D'altronde, non c'era niente di non vero in ciò che aveva detto Nyssa.
Quest'ultima scosse impercettibilmente la testa; si aspettava una risposta negativa, un'esclamazione che le facesse capire che si sbagliava, che il padre stava solo bleffando e che in realtà non aveva niente in contrario alla sua relazione con Canary.
Ma non sarebbe mai successo, e lei lo sapeva bene.
Ra's voleva che la tradizione fosse portata avanti. Nyssa avrebbe dovuto avere dei figli con un uomo che a malapena conosceva -e che di sicuro avrebbe ucciso non appena se ne fosse stancata. Ma quella non era la vita che voleva.
Si mosse rapidamente verso il portone della stanza, intenzionata ad uscire, ma nel sentire il rumore dei suoi passi, Ra's parlò di nuovo, facendola bloccare.
«Se ci tieni davvero a questo anello, ti conviene prendere in considerazione la mia offerta. Non hai nessun'altra scelta, se non quella di concederti del tempo per rifletterci.»
Nyssa scosse con forza l'uscio alle sue spalle, sbuffando sonoramente. Le sarebbe tanto piaciuto lasciarsi alle spalle i suoi problemi, così come aveva sbattuto la porta in faccia al padre.
Il rispetto a Nanda Parbat si stava lentamente dissolvendo, così come la sua pazienza.
Voleva prendere le redini della Lega, ma voleva farlo a modo suo. Al contempo, il padre desiderava cedere il potere alla sua erede, ma non riusciva ad accettare che un'insulsa bionda proveniente da una ricca città sposasse la sua unica figlia e stravolgesse i suoi modi di fare, i suoi modi di comandare, che avrebbero sicuramente influito nel futuro della Lega degli Assassini.
Ra's voleva il meglio per sua figlia, anche se aveva un modo alquanto strano di dimostrarlo. E Nyssa voleva bene a suo padre, ma non poteva rinunciare a Sara. Non di nuovo.
Ormai aveva deciso: presto, lei e Sara sarebbero fuggite. Era la loro unica occasione per avere una vita serena. Sarebbero state nel mirino della Lega per un po' di tempo, ma si sarebbero difese, e quando la morte avrebbe abbracciato Ra's, sarebbero state libere. Per sempre.
I pensieri di Nyssa apparivano così infantili e spontanei da sembrare irrealizzabili.
Suo padre non era in punto di morte. Chissà quanti anni ancora avrebbe avuto da vivere. Semplicemente, per evitare spiacevoli sorprese prima del previsto, voleva ad ogni costo mettere a posto le questioni interne della Lega.
Ma l'erede avrebbe lottato, pur di far accettare al padre la realtà: lei non avrebbe mai più lasciato andare Sara. Era lei la persona che voleva sposare, lei e nessun altro.
E glielo avrebbe fatto capire con tutte le sue forze.



Nyssa chiuse la porta della sua stanza con forza, come aveva fatto pochi minuti prima dopo la discussione avuta col padre. Si accasciò a terra, osservando con sguardo vigile il letto rifatto.
Si prese la testa fra le mani e cominciò a bisbigliare qualche parola in arabo, trattenendo a stento le lacrime.
Una figura le fu subito accanto, e silenziosamente, iniziò ad accarezzarle i capelli.
Nyssa alzò lo sguardo, incrociando quello preoccupato e confuso di Sara.
«Che cosa ci fai qui?»
«Ho saputo che sei stata convocata da tuo padre. Cos'è successo?»
La mora distolse la visuale dagli occhi di ghiaccio che si ritrovava davanti e si mise a osservare un mobile in legno antico alla sua destra, che tanto odiava.
«Si tratta di me?» azzardò la bionda, sistemando una ciocca scura dietro l'orecchio dell'erede.
Nyssa scosse la testa, gli occhi ancora lucidi. «Non mi va di parlarne.»
«Va bene.» Sara ritrasse lentamente le mani, lasciando un'ultima carezza sulla guancia di Nyssa, prima di andarsi a sedere nel letto di quest'ultima. «Di qualsiasi cosa si tratti, sappi che io sarò qui ad aspettare che quel muso lungo si tramuti in uno splendido sorriso, dopodiché ne parleremo.»
La diretta interessata, come da copione, si lasciò sfuggire una piccola risata.
Sara ruotò leggermente la testa di lato, e Nyssa, dopo aver riposto la divisa della Lega nell'armadio, si sedette di fianco a lei.
«Perché mi hai rifatto il letto proprio ora, che devo rimettermi sotto alle coperte? Tanto valeva lasciarlo com'era, non credi?»
Sara si strinse nelle spalle: «Mi viene difficile accettare il fatto che tu non sappia rifarti il letto da sola. Quando diventerai la nuova Testa del Demone, qualcuno dovrà pur pensarci al posto tuo, mattina o sera che sia. Non credi?»
Nyssa scosse leggermente la testa di fronte alle frasi senza senso dell'amata. «Se mai diventerò il nuovo Demone, perché mai dovresti rifarmi il letto alle nove di sera?»
«Perché essendo tu il capo mi permetterai di dormire tutto il giorno, è ovvio!»
La mora scoppiò a ridere, una risata che ben presto contagiò anche Sara. Ma a differenza di quelle che dedicava alla bionda quando erano sole, quella volta la risata di Nyssa lasciava trasparire segni di preoccupazione.
Probabilmente quell'episodio non si sarebbe mai verificato, anche se la faceva sorridere il pensiero di una futura lei intenta a mettere alla prova un nuovo membro della Lega, e nel mentre Sara occupata in chissà quale strano sogno.
Era il loro ideale di vita normale, e decisamente difficile da realizzare. Ma Nyssa avrebbe lottato duramente per rendere felice Sara. Le avrebbe regalato la vita che tanto sognava, e lo avrebbe fatto anche a costo di mettersi contro suo padre.















Finalmente sono riuscita a cominciare questa long. Come vi ho già anticipato, la coppia principale della fanfiction è quella composta da Nyssa e Sara (ah, la mia adorata otp♥), ma tratterò spesso anche di Oliver e Felicity.
Dal prologo si può già dedurre qua
lcosa sulla trama, ovvero che approfondirà principalmente la posizione di Nyssa, scatenando fin da subito in lei un dubbio di vitale importanza - essere la Testa del Demone, o la persona sulla quale Sara potrà sempre contare?
Piccola annotazione: può sembrare stupido che la figlia del demonio non sappia rifarsi un semplice letto, vero? Beh, per me Nyssa, nella sua vita, ha dovuto imparare cose più importanti di sprimacciare un cuscino o piegare delle lenzuola, e questo piccolo pensiero mi è servito per creare un clima allegro nel finale del prologo: come ha detto l'erede nella 3x21, la felicità è un sentimento che non le appartiene, e questo buffo fatto -che lei non sappia rifarsi il letto, intendo- dimostra invece che non è così. Pur essendo in mezzo a milioni e milioni di assassini, Sara e Nyssa, quando sono insieme, riescono ad essere felici.
Siccome credo di essere stata poco chiara, non so se avete capito l'antifona; se così non fosse, sarà tutto molto più chiaro man mano che la storia procede. 
 

   
 
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