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Autore: tomlinshy    13/06/2015    1 recensioni
Harry aveva sempre pensato che Pascoli fosse esagerato, che avesse un pensiero sbagliato del mondo e della natura. Pensava che la sofferenza non fosse un così grande mistero, ma poi il suo fiore era caduto.
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La morte è come la caduta di un petalo di fiore, sembra improvvisa. Ma - in realtà - non lo è per niente
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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A mia nonna, che è indubbiamente il fiore più bello di tutti.
 
A mio nonno, che è l'uomo più forte che abbia mai conosciuto.
 
A Louis, che è sempre con me.

“Ti manca?”
Harry sorrise tristemente, per poi poggiare una mano sul suo ventre terribilmente piatto. Non faceva un pasto decente da più di tre mesi. Il suo viso era scavato, dava mostra di tutta la stanchezza che aveva accumulato in quel lasso di tempo. Aveva sentito quella domanda più di una volta, da diverse persone. Ma non aveva mai risposto, non aveva mai risposto perché gli sembrava inutile. Era ovvio che gli mancasse, gli mancava come l'aria. Gli mancava e non era giusto. Harry lo aveva amato, lo aveva amato con tutto il suo cuore ed era stato orribile vederlo scivolare via in sole due settimane. Proprio per questo, ogni volta, a quella domanda non rispondeva. Si alzava e usciva dalla stanza, non prima di essersi congedato con un sorriso tirato. Sentiva la mancanza di Louis. Harry la sentiva veramente tanto, la sentiva ogni giorno. 
Percepiva l'assenza di quegli occhi azzurri e di quelle labbra sottili, percepiva l'assenza di quella voce cristallina, che stava iniziando a dimenticare. 
Harry non ricordava più la sua voce, non la ricordava e questo lo faceva sentire così incolpa. Tentava di soffermarsi sul ricordo della sua risata, tentava in tutti i modi di pensare ad un'espressione che utilizzava spesso, ma niente. La sua mente rimaneva sgombra da ogni piccolo suono, da ogni piccola parola.
Non lo avrebbe mai immaginato, non avrebbe mai immaginato che un giorno tutto ciò sarebbe successo. Non avrebbe mai immaginato che quel volto, quell'aroma di caffè e tabacco sarebbero usciti dalla sua vita, per non tornare mai più. Non avrebbe mai immaginato che quelle mani minuscole, quel corpo mingherlino ricoperto da costellazioni di tatuaggi sarebbe uscito dalla sua vita. 
Aveva tentato in tutti i modi, in tutti i modi possibili ed immaginabili di dargli la colpa. Aveva provato ad incolparlo, mentre le lacrime scorrevano velocemente lungo il suo volto asciutto. Non era stato abbastanza forte, si ripeteva in continuazione. 
Non aveva lottato abbastanza, diceva a sé stesso. 
Pronunciava quelle parole a labbra serrate, mentre i denti torturavano la lingua spezzata. 
Harry incolpava Louis, ma sapeva che il suo ragazzo non aveva potuto fare niente. Sapeva che Louis aveva messo tutto sé stesso, anche se ci erano volute solamente quindici giorni per vederselo portare via. Quindici giorni di pura agonia. Quindici giorni in cui il più grande aveva sofferto in silenzio, aveva tentato di scappare dagli sguardi carichi di speranza del suo fidanzato. Ci aveva provato. Ma Harry vedeva e percepiva tutto, percepiva i lamenti e le lacrime versate durante la notte. Percepiva il distacco che Louis tentava di porre tra loro. 
Era sempre stato così, Louis. Un tipo freddo e distaccato, cercava di non mostrare le proprie paure ed il proprio dolore. Teneva tutto dentro di sé, ma Harry era sempre lì. Pronto a stringergli una mano e a sussurrargli parole di conforto mente lo teneva stretto tra le sue braccia ricoperte dalla sua, dalla loro storia.
E mentre Louis se ne stava velocemente andando, la sua famiglia gli dava tutto l'amore ed il riconoscimento che gli spettava, che meritava.
Ed il ragazzo sorrideva, sorrideva a quelle persona che lo amavano e che non lo stavano abbandonando in un momento così duro della sua vita. 
Ad Harry veniva quasi da ridere, gli veniva da ridere al solo pensare alle discussioni che erano sorte dopo la sua morte. Quei discorsi senza senso, che forse - alla fine - quadravano un po'. 
Sentiva dire che Louis, al suo posto si sarebbe lasciato andare velocemente, che la troppa sofferenza e la sensazione dell'abbandono lo avrebbero spento più di quanto potesse aver fatto la malattia. E ad Harry veniva da ridere, veniva da ridere perché tutto era così sbagliato. 
Da una parte era vero, Harry accettava ogni singola forma di aiuto, Louis non lo avrebbe fatto. Si sarebbe chiuso in sé stesso e sarebbe scappato ad ogni piccolo gesto. Ma questo non aveva importanza perché nonostante tutto, Harry non era sincero. Nascondeva qualcosa di troppo grande dentro di lui e alcuni dei suoi amici - che tentavano di proteggerlo dentro ad una campana di vetro - non erano d'aiuto. Non gli permettevano di sfogarsi, di lasciarsi andare completamente. Lui voleva farlo però, voleva andare in un campo di fresie, in un campo di fresie bianche come quelle che coltivava e portava ogni giorno nella tomba del suo amato. Voleva andare in un campo enorme ed urlare, semplicemente urlare. Urlare tutto quello che nascondeva dentro, senza parole. Voleva urlare e basta. Voleva che dalle sue labbra rosse uscisse solamente un suono stridulo, finché la sua gola non fosse andata in fiamme. E forse avrebbe continuato anche dopo, nonostante la gola graffiata e la sensazione di bruciore irrefrenabile perché avrebbe accettato ogni sensazione più estrema, se poteva essere considerata tale. Avrebbe accettato la qualunque cosa perché quello che stava provando non sarebbe stato paragonato a nulla.
Harry lavorava nel campo medico, vedeva ogni giorno persone andarsene a causa di tumori, tentava di risollevare le famiglie dei pazienti con parole piene di conforto, a cui lui effettivamente credeva. Però quando ti trovi a vivere quella situazione in prima persona tutto è diverso, tutto cambia. Tutto diventa un vortice senza via di uscita. 
La morte di Louis era paragonabile all'uragano Katrina. Si era formato in un giorno qualunque e aveva devastato la vita di molte persone. Il suo tumore aveva fatto lo stesso, si era formato ed era cresciuto sempre di più, fino a colpirlo definitivamente e a non farlo uscire da quella situazione indimenticabile. L'uragano Katrina aveva causato la morte di circa duemila persone, sicuramente tutto ciò non era paragonabile a quell'avvenimento. Ma cosa poteva farci Harry, cosa poteva farci quel ragazzo quando si sentiva come se fosse stato lui stesso ad esser stato investito da quella tempesta distruttiva? Cosa poteva farci se quella perdita lo aveva ferito in una maniera così anormale? O forse non era anormale, forse era la normalità assoluta, ma lui semplicemente non capiva.
Stava lì, a contemplare tutto in silenzio, a porgere un sorriso triste a tutti e a far finta di niente. A tenersi ogni sensazione dentro, a non avere il coraggio di parlarne. Ad andare fuori in giardino e a coltivare i suoi fiori, quelle fresie bianche dall'odore mistico. 
Louis non sopportava i fiori, gli ricordavano la morte. Pensava che la gente li usasse maggiormente per quelle occasioni. Harry, invece, li amava. Li amava e li piantava. Forse Louis avrebbe odiato quelle calamite dai vari colori che era solito portargli, ma non gli interessava. Voleva renderlo partecipe del suo mondo, del mondo che continuava ad essere loro, nonostante il tempo non fosse stato gentile nei confronti di quella coppia dall'amore irrefrenabile.
 
“Si, mi manca”
 
Quando Harry alzò gli occhi verdi e lucidi e li puntò su quelli di azzurri della sorella di Louis non poté fare a meno di rispondere. Lottie aveva gli occhi simili ai suoi e lui non era mai riuscito a stare in silenzio davanti a quell'azzurro. Nonostante le piccole differenze che Harry riusciva a notare non riuscì a stare in silenzio. Non stette in silenzio perché non ce la faceva più, sentiva la necessità di parlare. Doveva dirlo anche se erano due semplici parole e nulla sarebbe cambiato dopo. Nulla sarebbe cambiato, o forse si. Sicuramente si. Perché Harry voleva rialzarsi, voleva mostrarsi forte davanti a quell'universo che l'aveva tradito così rudemente. Il riccio si sentiva un po' come Pascoli, credeva nella scienza e nella religione, ma non era mai riuscito - e magari non lo avrebbe mai fatto - a capire il mistero della sofferenza. Non riusciva a capire perché davanti a tutto quel dolore il mondo rimaneva indifferente, la natura rimaneva indifferente. Louis aveva porto una mano al cielo e nessuno l'aveva afferrata, ma Harry gli era stato accanto. Harry quella mano l'aveva stretta, l'aveva baciata. L'aveva amata. L'aveva amata nella stessa maniera in cui aveva fatto con quel ragazzo e con il suo cuore. Louis aveva tanti difetti, Harry potrebbe scrivere una lista infinita, ma aveva anche molti pregi. Nonostante la freddezza ed il muro che tentava di costruirsi attorno, ad un minimo sguardo di una persona che a cui teneva si scioglieva. Rideva e amava con tutta la sua anima.
Louis era una tempesta ed Harry l'aveva accolto nella sua vita, non aspettandosi nulla di così grande e doloroso. Ma se qualcuno gli avesse chiesto se avrebbe preferito non incontrare il ragazzo dagli occhi azzurri, se avesse potuto evitare quella sofferenza, Harry avrebbe risposto di no. 
Perché nulla sarebbe mai potuto essere paragonato al colore che Louis aveva portato nella sua vita. 
Il liscio era come i fiori che tanto odiava, come le fresie che Harry tanto amava.
Brillava di luce propria.
Proprio per questo continuava a coltivarle e a portargliele, perché quelle fresie erano Louis. Erano il suo sorriso e la sua forza di andare avanti, la sua determinazione. Non tutti le amavano, ma Harry lo faceva. Le amava, le trattava come se fossero una parte di sé. Proprio come faceva con Louis.
Louis, che mai se ne sarebbe andato.
 
Quando si fece notte ed Harry si mise sotto le coperte non sentì più un peso al petto, non sentì la mancanza di un corpo caldo. Diede un bacio alla foto poggiata nel comò e sorrise. Louis teneva una fresia tra le mani. Sorrise, Harry. Sorrise perché nonostante tutto, Louis rimaneva ciò di più bello. E in quella notte di Giugno, con le lacrime che andavano scemando sopra quel sorriso non più spento, Harry gli promise di amarlo per sempre. Gli promise di amarlo per sempre, in un semplice gesto.
 
“Tu, Louis, sei indubbiamente il fiore più bello” 
 
Il più bello di tutti.
 
Mi scuso per eventuali errori, spero che qualcuno sia arrivato fin qui. È una storia, chiamiamola così, che mi sta molto a cuore. Mi farebbe piacere leggere anche un minimo parere, sul serio. Spero di non avervi fatto perder tempo.
  
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