Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Mary P_Stark    13/06/2015    3 recensioni
Stheta mac Lir è il principe ereditario della casata dei mac Lir, prossimo re di Mag Mell e valente condottiero fomoriano. Il suo essere primogenito è stato spesso fonte di drammi interiori, così come di conflitti con il padre e la madre. L'aver tradito, seppur inconsapevole, il fratello minore Rohnyn, ha causato in lui ulteriori dubbi e ulteriori sofferenze, portandolo a rivalutare concretamente tutta la sua esistenza. E' giusto che il suo popolo sia così chiuso in se stesso, che i sentimenti vengano banditi dalla vita quotidiana? Perché, l'essere come gli umani, è visto come un difetto, quando la vita sulla terraferma pare, ai suoi occhi curiosi, piena di meraviglie? Ciara, suo capitano delle guardie e fidata amica di una vita, è preoccupata dalla svolta pericolosa presa dai pensieri del suo principe, soprattutto quando scorge in lui un interesse sempre crescente per l'umana Eithe, amica di Sheridan. In questo triangolo di interessi sovrapposti, Stheta scopre anche una nuova realtà, creature ancor più mistiche di quanto già loro non siano e che, per ironia della sorte, lo aiuteranno a scoprire le verità che cercava. - 2° RACCONTO SERIE "SAGA DEI FOMORIANI"- Riferimenti presenti nel racconto precedente. Crossover con ALL'OMBRA DELL'ECLISSI
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Saga dei Fomoriani'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
14.
 
 
 
 
 
 
Dire che me l'aspettavo, è un eufemismo.

Il come, però, fu una sorpresa anche per me.

Seduti comodamente sul divano dell'appartamento di Sheridan e Rohnyn, terminai il mio riassunto, mentre Krilash e Lithar erano impegnati a capire un nuovo gioco della Wii.

Quei due, erano incorreggibili.

Da quando Sheridan li aveva instradati, poco alla volta, nel mondo dei videogiochi, non c’era stata più speranza alcuna di recuperarli.

Ciara, al mio fianco, sorrise tranquilla, dandomi una pacca sul ginocchio.

Rohnyn scosse il capo, disgustato, e si dichiarò più che solidale nei nostri confronti.

Sheridan, belligerante come sempre, non si levò solo dal divano con un diavolo per capello, imprecando e maledicendo metà delle creature viventi, e l'altra metà inventandosele.

No, fece molto peggio.

Prese Ciara per mano, la trascinò con sé nella stanza da letto e, rivolto a me, ringhiò: «Avrete un matrimonio degno di tale nome, e tra persone  che vi amano! Non tra quei trogloditi con le pinne di pesce!»

Ciò detto, sbatté la porta per chiudersi con la mia selhin nella camera, a confabulare di dio solo sapeva cosa.

Un attimo dopo, Lithar abbandonò il fianco di Krilash per unirsi al gruppo, tutta ridacchiante e felice.

Rimasti noi tre, ci guardammo vicendevolmente con esasperazione, ma Rohnyn non se la sentì di andare a fermare la moglie.

«In fondo, ha ragione. Avete bisogno di una cerimonia vera, sentita. Quella che si svolgerà a Mag Mell sarà intrisa di veleno, lo sai benissimo, e ben poche dame si schiereranno dalla parte di Ciara. Almeno, non finché lei non diventerà regina, e allora, le donne che la affiancheranno saranno in gran parte persone mendaci e senza valore. Sarà molto difficile, per lei.»

«Me ne rendo conto, e in parte mi sento colpevole nei suoi confronti. Ma mentire sarebbe stato peggio» ammisi, sospirando. «I suoi genitori le hanno a malapena parlato. Da quel poco che ho capito dai silenzi di Ciara, non sono stati molto comprensivi con lei.»

Krilash imprecò tra i denti e Rohnyn, sbuffando, accavallò nervoso le gambe per poi dire: «Ci vorranno secoli, prima che capiscano che Ciara non ha fatto nulla di male

Reclinai il capo all'indietro, poggiando la testa contro i morbidi cuscini color cioccolato, ma assentii. Sapevo che aveva ragione, ma sapere anche la famiglia di Ciara contro di noi, mi fece sentire male.

Le avevo letteralmente bruciato i ponti attorno, solo per averla.

Krilash venne a sedersi accanto a me, atterrando sul divano con la stessa delicatezza di un bisonte.

«Scommetto che Ciara sarebbe felicissima di festeggiare qui. Rohnyn non avrà problemi a creare una falsa identità per lei, esattamente come ha fatto a suo tempo per noi, così sarà tutto perfettamente legale. E voi vi divertirete davvero

Sorrise ghignante, mimando le virgolette sulla parola 'legale', e noi sorridemmo.

Rohnyn aveva aperto diversi conti correnti, devolvendo parte dei suoi soldi - guadagnati nei millenni grazie alla vendita di oggetti d’epoca – a ciascuno di noi.

Niente l'aveva smosso dal prendere una simile decisione, e ora avrebbe aiutato anche Konag e Ciara a introdursi nel mondo degli umani.

Sorrisi al mio fratellino, al minore tra di noi, e che in quel momento mi parve il più coraggioso tra tutti.

Aveva volontariamente abbandonato la sua longevità per stare con la donna amata, si era prodigato per darci un'eventuale via di fuga, ci aveva accolti a braccia aperte nella sua nuova vita.

E, in barba alle proteste di Konag, avrebbe provveduto che anche lui beneficiasse in parte dei suoi averi.

«Avervi accanto mi rende più forte, fratelli» mormorai, dando una pacca a entrambi.

Krilash ridacchiò, come sempre imbarazzato dai complimenti, mentre Rohnyn si limitò a sogghignare, replicando: «Non ti sbarazzerai così in fretta di noi, fratello. Ci avrai sempre alle calcagna.»

«Lo spero. Lo spero davvero.»

Fu in quel momento che la porta della stanza da letto si riaprì, e ne uscì quasi di corsa Ciara, diretta a spron battuto verso il balcone.

La seguii con lo sguardo, chiedendomi il perché di quello strano comportamento ma, quando notai cosa vi fosse all'esterno, compresi e sorrisi.

Lasciai che fosse Sheridan la prima a seguirla, poi mi accodai.

Le trovai accanto al parapetto di metallo, in assorta contemplazione della nevicata che stava imbiancando Dublino.

«E’ così, allora, che giunge dal cielo?» domandò sorpresa e ammirata Ciara, sollevando una mano per raccogliere un fiocco di neve.

Sorrise, quando il gelido cristallo si poggiò sul suo palmo, tramutandosi in una gocciolina d'acqua nell'arco di pochi secondi.

«Nessun gioco di prestigio. Solo acqua congelata che cade dalle nuvole, esattamente come la pioggia. Anche se è più carina» le spiegò Sheridan, sorridendole gentile.

«E' bellissima» sussurrò Ciara, levando nuovamente il capo perché i fiocchi bianchi le bagnassero il viso.

Il suo sorriso si fece lucente e, per un istante, desiderai strapparla all'attenzione di Sheridan per baciarla, a lungo e con veemenza.

Repressi a stento quel desiderio, limitandomi a stare al suo fianco mentre scopriva quella bellezza della natura.

Quel momento era suo, e solo suo.

Krilash, Lithar e Rohnyn ci raggiunsero sul balcone, ammirando quella quieta nevicata dicembrina.

I loro sorrisi mi fecero capire che, anche ai miei fratelli, quello spettacolo piacque particolarmente.

«Farò nevicare per te, al tuo matrimonio» le promise di colpo Krilash, guardando Ciara con profonda serietà.

«Come?» esalò lei, fissandolo sorpresa.

Krilash allora afferrò con una mano un fiocco di neve e, trattenendolo sul palmo, lo mostrò a noi tutti.

Il cristallo non si sciolse e, anzi, divenne ghiaccio sotto i nostri occhi, biforcandosi, ingrandendosi fino a formare una piccola statuetta lucente.

«Posso governare gli stati della materia, ricordi? Visto che ti piace tanto, farò nevicare per te.»

Le sorrise e, sorprendendo noi tutti, la abbracciò in modo un po’ goffo, mormorando: «Benvenuta in famiglia, sorella.»

«Oh, Krilash... grazie» sussurrò Ciara, ricambiando l'abbraccio con voce tremante.

Sorrisi a mezzo. Krilash poteva essere uno scapestrato, poteva divertirsi in giro per il mondo, facendo cose più o meno folli, ma rimaneva un tenerone nell'animo.

Abbracciai entrambi e, così pure fecero gli altri.

E restammo sotto la nevicata a goderci quel rinnovato senso di unione famigliare.

 
***

«Lithar, il venti di gennaio non ci sarà affatto caldo. Non voglio morire congelata perché tu devi essere sexy, e solo perché a Mag Mell non puoi indossare niente di simile!»

L'urlo di Sheridan rimbombò nell'appartamento e, nel volgere lo sguardo assieme a Rohnyn, sorridemmo divertiti nel vedere le due donne impegnate a sfogliare una rivista.

«No, tu non capisci, Sheridan... non è questione di essere sexy. E' questione di essere perfette!»

Ciara rise, accanto a noi, ma non disse nulla. Era evidente che non voleva intervenire a favore dell'una o dell'altra.

Essendo amica di entrambe, non voleva fare favoritismi.

Erano tre settimane che, praticamente ogni giorno, Ciara o entrambi noi, ci trovavamo nell'appartamento di Rohnyn e Sheridan per organizzare il nostro frettoloso matrimonio.

Da quel poco che ero riuscito a capire, l'abito di Ciara era già stato scelto, ma le tre damigelle d'onore – o meglio, Sheridan e Lithar – dovevano ancora decidersi in merito.

Eithe, la terza damigella, non avrebbe mai messo il becco in mezzo a quelle due, e questo dimostrava quanto sapesse essere sensata e matura.

«Si tratta di non morire di freddo, testona che non sei altro! Parte della cerimonia si svolgerà nel bosco, per cui dovremo essere coperte!»

«Indosseremo un mantello, oppure una cappa, ma solo nel bosco. Alla cerimonia, e nel salone dei ricevimenti, saremo spettacolari

Sheridan sbuffò, Eithe le diede una pacca sulla spalla con fare consolatorio e Lithar, ghignante, esclamò: «Dammi retta, Sheridan. Saremo esplosive!»

«Voglio un mantello di velluto... pesantissimo

Lithar balzò in piedi come una furia e, afferrata Sheridan a un polso, la attirò verso di sé per un abbraccio stritolante, che fece lagnare la cognata e ridere Eithe.

Da quando Lithar aveva scoperto quanto fossero piacevoli gli abbracci, si era prodigata per recuperare il tempo perduto.

E quando si parla di millenni…

«Sarebbe bello se fossero anche loro a Mag Mell. Sicuramente, si riderebbe di più» mormorò al mio fianco Ciara, sorridendomi malinconica.

«Mi spiace. Ti ho messo in una situazione impossibile.»

«Non mi pare tu mi abbia obbligata a fare nulla, Stheta. Solo, sarebbe divertente se Lithar potesse sempre stare in compagnia di Eithe e Sheridan. Sono un trio affiatato.»

«Diventerebbe un quartetto, se ti unissi a loro» le feci notare, ammiccando.

«Oh, ma non voglio prevaricare nessuna di loro con...»

La azzittii con un bacio ma, prima ancora di dire qualcosa, Eithe afferrò la mano di Ciara e la condusse via, sorridendomi divertita nel dire: «Te la rubo per un po'. Porta pazienza.»

«Non c'è problema.»

Le osservai sedersi nuovamente sul divano, quattro teste indirizzate su un unico giornale dalle pagine ormai sgualcite.

Continuarono a confabulare a bassa voce per un po' ma era evidente quanto, i due bastioni contrapposti, rimanessero Sheridan e Lithar.

Mia cognata, a un certo punto, levò fiera il capo e, fissando arcigna sia me che suo marito, bofonchiò: «Ricordatemelo, per favore; perché mi piace Lithar?»

Scoppiammo a ridere e nostra sorella, data una pacca sul braccio a Sheridan, replicò: «Perché sono dolce, gentile e generosa. Una vera principessa.»

«Dispotica, testarda e irremovibile, vorrai dire» aggiunse l'avversaria, pur sorridendole.

Ciara ed Eithe sorrisero complici, mentre Lithar e Sheridan continuavano a discorrere su quale abito avrebbe colpito gli invitati e, al tempo stesso, non avrebbe fatto congelare tutte loro.

Quella confusione, mescolata con una buona dose di complicità, mi fece sospirare.

Rohnyn, al mio fianco, mi domandò: «Cosa ti turba, fratello?»

«Nulla, Rohnyn. Pensavo solo a quanto sarebbe bello, se la stessa cosa potesse avvenire anche a Mag Mell.»

Lui mi sorrise divertito, e replicò: «Nevicherà per davvero in fondo al mare, quando Muath si metterà al tavolo con Lithar per scegliere un abito, e lo farà con un sorriso stampato in faccia. Perché pensi che nostra sorella si stia scervellando per far ammattire Sheridan? Perché le piace quest'atmosfera goliardica, il modo in cui Sheridan ribatte alle sue idee, la dolcezza con cui Eithe cerca di fare da paciere, o come Ciara sorride loro per chetarne gli scoppi d’ira.»

Tornò mortalmente serio un attimo dopo, e aggiunse: «Non ho rinunciato a Mag Mell solo per Sheridan, ma anche per me stesso. Non era più il mio regno. Da molto, moltissimo tempo.»

«Spero di cambiarlo, anche se per te e Konag è troppo tardi.»

Mi diede una pacca sulla spalla, scuotendo il capo.

«Sono sicuro che lo cambierai, ma non spiacerti per me o Konag. Per me stesso, posso dire che non vivrei in nessun altro luogo se non questo. Ma penso che anche Konag ti risponderebbe nello stesso modo.»

«Anche Ciara pare affascinata da quest'atmosfera. E so già che, a Mag Mell, non potrà mai averla.»

Sospirai, ma ancora Rohnyn mi fu di incoraggiamento.

«Ci sarà Lithar, con lei. E credimi, nostra sorella vale per un reggimento.»

Risi flebilmente e, quando vidi rientrare Krilash in compagnia di Díomán, li salutai con rinnovata fiducia.

Sarebbe andata bene, pur con tutte le difficoltà che avremmo potuto trovare lungo il nostro cammino.

Eithe sorrise nel vedere giungere il suo uomo e, come al solito, arrossì e reclinò il capo, quando lui le baciò i riccioli con fare tenero e protettivo.

Non si era ancora abituata ad avere ciò che aveva desiderato per tanto tempo.

Díomán allora le sollevò il viso, ponendo un dito sotto il suo mento, le sorrise e replicò il bacio sulle sue labbra, mandandola in tilt.

Sheridan e Lithar la presero subito in giro, ma non Ciara, che le diede una pacca sulla  spalla quando Díomán si diresse verso di noi, lasciandola alle sue amiche.

«Futuro sposo... Ronan...porto buone notizie. Fenrir ci assicura un passaggio sgombro fino al Vigrond, così che possiate ricevere la benedizione della quercia sacra» ci riferì il licantropo, sogghignando fiero.

Immaginai che non fosse una cosa che avveniva tutti i giorni, perciò lo ringraziai sentitamente.

Lui si limitò ad annuire, lo sguardo puntato sul viso sorridente di Eithe.

Ebbi il sospetto che neppure lui si fosse ancora abituato ad averla intorno, e la cosa mi fece sorridere.

Essere grandi e grossi non voleva dire, necessariamente, essere più svegli, e io lo avevo imparato a mie spese.

 
***

Se mi stupii della bellezza incredibile di Ciara, avvolta da un abito a sirena bianco e blu, su cui spiccavano stupendi ricami a fantasie fiorate nei toni del cobalto, dovetti ricredermi alla svelta.

Con l’abito al suo meglio, corredato da una bellissima giacca blu dal cappuccio foderato di pelliccia bianca, rimasi semplicemente strabiliato.

Non c’era che dire, Sheridan aveva scelto bene.

Anche per lei, Lithar ed Eithe, naturalmente.

Tutte e tre, indossavano lunghi e sinuosi abiti in velluto blu, impreziositi da applicazioni di paillettes sui seni e, per la loro uscita notturna, avevano abbinato eleganti mantelli scuri.

Avvoltolate nelle pesanti stole di velluto blu notte, coi cappucci levati a coprirne le chiome, sorrisero divertite quando tre enormi lupi si presentarono per accompagnarle nel bosco.

Allo stesso modo, io e Ciara si accomodammo sulle possenti schiene di altri due mannari, mentre Díomán procedette al nostro fianco senza badare alla neve che cadeva fitta su di noi.

Ronan era al mio fianco assieme a Krilash, bardati fin sotto il mento con i pesanti cappotti scuri che Sheridan aveva scelto per il matrimonio.

Proprio non andava a genio a nessuno di noi, il freddo.

Sorrisi nel vedere la gioia negli occhi della mia sposa, che aveva dimostrato di apprezzare la cerimonia in chiesa, svoltasi solo poche ore prima.

L’idea del ‘finché morte non ci separi’ l’aveva fatta sorridere trionfante – non v’era nulla del genere, nel rito fomoriano – e ora, immersa in quella nevicata, sembrava addirittura raggiante.

In quel momento, il freddo doveva essere l’ultimo dei suoi pensieri.

«La tua sposa approva il freddo, fomoriano?» mi domandò all’improvviso Díomán, sorridendomi.

Sorrisi di rimando, replicando: «La neve, per essere precisi. Non l’aveva mai vista cadere, prima di qualche settimana fa, e lo spettacolo le è piaciuto molto. Probabilmente, ha le mani ghiacciate e i piedi congelati, ma non lo dirà mai, visto che è impegnata nell’ammirare questo splendido spettacolo.»

«Deve essere davvero una sensazione unica, se non lo si è mai visto prima» annuì pensieroso. «Sarà lieta di scoprire, allora, che la radura della quercia è satura di neve, molto più della volta precedente.»

«La adorerà.» Poi, tra me, aggiunsi: “Come io adoro lei, del resto.”

Ciara a quel punto si volse verso di me, mi sorrise, e io seppi che mi aveva sentito.

Non solo io ero diventato bravo nell’utilizzare le mie doti mentali, ma anche lei, e tutto grazie a Eithe.

Dovevo ben più di un favore, a quella dolce fanciulla, poco ma sicuro.

Impiegammo quasi venti minuti per raggiungere il Vigrond ma, quando infine giungemmo, compresi che Díomán non aveva affatto esagerato.

La radura era sommersa da almeno cinquanta centimetri di neve freschissima e là, in mezzo a un semicerchio di lupi ossequiosi, trovammo Felicity.

Il fatto che fosse in forma animale diede un che di speciale a quell’incontro, poiché avevo ormai imparato quanto fosse importante, per loro, la forma ferina.

“Rimanete sulle nostre schiene. La neve non vi permette di scendere… a meno di non bagnarvi fino alle ginocchia.”

La voce del lupo su cui ero assiso giunse nella mia mente come un rimbombo solenne e io, annuendo, lanciai un’occhiata alla Capobranco.

La licantropa, volgendo lo sguardo su tutti noi, aprì la sua mente perché potessimo raccogliere il suo messaggio.

“Questa notte è sacra, perché il patto viene rinnovato tra noi e i nostri nuovi alleati. Possa la quercia sacra, che noi onoriamo, benedire questa unione e questa amicizia.”

Avrei voluto dire qualcosa di altrettanto saggio, ma non me ne fu dato il tempo.

L’enorme quercia, che sorgeva alle spalle di Fenrir, si illuminò sotto i nostri occhi sorpresi, emanando luce dorata e inondando per intero il Vigrond.

Avvertii sulla mia pelle il suo potere, la sua saggezza, la sua antica memoria e, al suono di campane lontane, udii parole di benedizione e di fiducia.

Reclinai ossequioso il capo, impressionato da una simile dimostrazione di potere e, contrito, mormorai: “Primo fra i fomoriani, accetto la tua benedizione e metto la mia mano al servizio dei tuoi figli. Se e quando avranno bisogno di me e del mio popolo, noi ci saremo.”

Tu e la tua compagna avete anime lucenti, figlio di Vanaheimr. Gli dèi che vi furono padre e madre hanno lasciato in voi un’eredità importante, fatta di gloria e di forza. Fai che essa sia stemperata anche dalla saggezza e dall’amore, poiché questo vi renderà invincibili. Mia figlia Freya non era solo guerriera indomita, ma anche grande amante della vita. Così come mio figlio Freyr. Siate sia carezza che pugno, e nulla vi potrà sconfiggere.

“Ho potuto toccare  con mano la potenza dell’amore, perciò sarò lieto di portare la tua perla di saggezza tra le braccia del mio popolo, rammentando loro le nostre origini perdute nell’abisso.”

Ciò detto, lanciai un’occhiata orgogliosa a mio fratello e alla sua sposa che, per primi, mi avevano dimostrato quanto forte fosse l’amore, e quanto fosse superiore a qualsiasi altra cosa.

Avevano dimostrato di essere invincibili, e io sperai di dimostrare altrettanta forza, al fianco di Ciara.

Mi volsi poi verso di lei, che sorrise fiera e orgogliosa – forse aveva seguito lo scorrere dei miei pensieri – e, a mezza voce, le sentii dire: «Spenderò tutta me stessa fino all’ultimo respiro, per mantenere salda questa amicizia. E, al fianco di Stheta, sono sicura che essa crescerà nel tempo, attraverso i secoli.»

La luce della quercia si fece più intensa a seguito delle sue parole e, per un attimo, mi parve di scorgere un albero molto più grande, dalle radici infinite e l’infinita chioma.

Yggdhrasil.

L’immagine, però, svanì com’era venuta, assieme alla luce e, a prenderne il posto, fu solo la neve che, soffice, non aveva mai smesso di cadere dal cielo.






Note: Le ultime parole che Stheta scambia mentalmente, sono rivolte a Madre, a Colei-che-tutto-regge, a Yggrdhrasil, per questo la voce dice che Freya e Freyr - gli dei Vani che diedero l'inizio alla stirpe dei fomoriani - sono i suoi figli. Yggdhrasil è madre di tutte le creature viventi, anche degli dèi.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Mary P_Stark