Fanfic su artisti musicali > Five Finger Death Punch
Segui la storia  |       
Autore: The_red_Quinn_of_Darkness    13/06/2015    0 recensioni
[Five finger death punch]
[Five finger death punch][...era molto meglio avere l’acqua alla gola, piuttosto che una pistola puntata alla testa…]
"Questa è la storia di una ragazza, tormentata da un passato infernale, che grazie ad un'inaspettata offerta di lavoro e ad un volo diretto verso l'America (e forse, anche grazie al volere del destino?), troverà davanti a sé la possibilità di rifarsi una nuova vita.
Ma verrà anche travolta da un gruppo di cicloni iperattivi che, oltre ad aiutarla, le faranno vivere una miriade di emozioni facendola sentire di nuovo viva...
Ma ci sono anche due occhi di ghiaccio che la osservano... la studiano...e la rapiscono."
Ho trovato il coraggio, finalmente, di pubblicare una storia su efp e per iniziare, ho voluto mettere quella scritta più di recente.
Questa storia ha serie infinita di sfaccettature,come quella comica, quella delicata, quella triste, quella più pazza...
Spero che piaccia e che vi catturi almeno un pò! :)
Mamma mia... che timida e stretta presentazione... non sapevo cosa scrivere! XD
Ora, non mi resta altro che lasciarvi alla fanfiction in questione, ed augurarvi una buona lettura :)
The_red_Quinn_of_Darkness
Genere: Commedia, Introspettivo, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
°FIVE FINGER DEATH PUNCH°
 
Arrivammo a destinazione alle 10 meno 10.
Arrivai davanti al cancello automatico e mi fermai.
Un signore ci venne incontro e volle vedere i nostri documenti e la richiesta di lavoro firmata.
Mentre controllava le carte alzò la testa e si trovò davanti il musone di Ivy con la lingua penzolante in cerca di coccole, che scodinzolava dentro all’abitacolo come se non ci fosse un domani.
Subito indietreggiò ma poi, capendo che la cagnona era grossa, si, ma buona come il pane, sorrise e le fece le coccole.
Appena finì di verificare tutto, ci salutò e fece segno al collega di aprire il cancello.
Passando vidi che c’era un gruppetto di persone fermo davanti all’entrata, che stava sghignazzando mentre alcuni di loro fumava una paglia.
Entrai e parcheggiai elegantemente la macchina in un posto all’ombra.
Scesi dalla macchina, mi girai e feci un profondo respiro, molto zen, poi aprii la portiera ad Ivy e la feci scendere, tenendola per il guinzaglio.
Lo zaino stavolta, lo lasciai in auto…
Thomas mi venne incontro infilandosi una camicia nera sopra la canotta bianca.
-Sei agitata? – chiese guardandomi negli occhi.
Lo guardai.
Gli volevo tanto dire che sarei risalita in macchina e sarei tornata indietro subito, ma mi limitai a guardarlo e a fare segno di sì con la testa.
-Anche se mi sto cagando sotto per la paura, mi devo dare un contegno.
Da dietro i finestrini oscurati della mia macchina vidi 5 volti che si sporsero per guardare il Q7 appena entrato in parcheggio.
Tornai a guardare Thomas ed emisi uno strano verso ansioso mentre facevo un sorriso isterico.
-Appicciati una paglia va… - disse ficcandomi in bocca una delle sue sigarette.
-Forse è meglio…
-Dai su, non vorrai mica ritardare all’incontro? – disse prendendo la mia borsa del lavoro.
-Oh no… ci mancherebbe altro…- sibilai.
Non so perché, sentii una frase provenire dal gruppetto che mi fece tornare la mia grinta che stava facendo le valigie per andarsene.
-No ma davvero? È una vecchia davvero??
Mi gonfiai di figaggine e assunsi un’espressione provocante… se non omicida.
Vecchia… a me?
Adesso ti faccio vedere io brutto… brutto tizio!
-Herie? – bisbigliò Thomas con un sopracciglio alzato, non riuscendo a capire quell’improvviso cambio di umore.
Iniziai a muovermi.
Sbucai da dietro il culo della macchina prima con una gamba e poi con il resto, avanzando verso i ragazzi con passo da femme fatale, con la sigaretta in bocca, con Ivy al guinzaglio e Thomas che mi seguiva a ruota.
Mentre mi sollevavo gli occhiali sulla testa, vidi la bocca dei 5 ragazzi spalancarsi lentamente man mano che mi avvicinavo.
Mi stavo immaginando la scena a rallentatore e mi stava per uscire una risata malefica dal profondo del cuore.
Feci un sorrisetto seducente e l’unica cosa che riuscii a pensare a 5 metri da loro non fu “ora come mi presento?” bensì “Cazzo che entrata in scena da figa pazzesca che ho fatto”.
Appena mi fermai davanti a loro, tenni gli occhi fissi su quello che praticamente avevo di fronte.
Lui guardò prima Ivy e poi me, poi ancora Ivy e poi ancora me.
-Ma…tu non sei vecchia! – disse stupito.
-Chi sarebbe la vecchia, scusa? – chiesi sorridendo.
Il ragazzo mi guardò e sorrise arrossendo.
-Ci avevano detto che la nuova consulente d’immagine è una vecchia! Non è colpa mia…
-Ho 23 anni… ti sembro vecchia? – dissi ridendo.
Lui mi guardò un po’ da capo a piedi con aria da intenditore.
-No… direi decisamente di no tesoro!
Gli tesi la mano tenendo la sigaretta con le labbra.
-Piacere, mi chiamo Herie.
Il ragazzo la strinse energicamente.
-Io sono Ivan, il cantante, piacere mio dolcezza!
Mi piaceva.
Era un ragazzone, con gli occhi azzurri, una cresta bionda al centro e la testa rasata ai lati, un piccolo tatuaggio che ritraeva una lacrimuccia nera ornava il lato sinistro del suo volto.
Un volto di per se strano, perché incuteva un po’ di timore… sembrava un pazzoide a prima vista… ma nel momento in cui mi fece un sorriso e rivelò il suo volto da pacioccone, mi sciolsi.
Aveva le braccia muscolose, il braccio sinistro era coperto di tatuaggi, dalla spalla alle dita della mano.
Dalla canotta smanicata rossa vedevo così, non so se poi sotto aveva altri tatuaggi…
Rimase a fissarmi un secondo.
Poi scoppiò.
-WHEN I SAY “FIVE FINGER” YOU SAY “DEATH PUNCH” !!!!!!!! – urlò tutt’ in un colpo.
Sbiancai improvvisamente saltando su me stessa come un gatto.
Cos’è, uno schizofrenico?!?!
Rimasi a fissarlo mentre a lui scappava da ridere.
Eh ci credo… ho fatto un contorsionismo niente male quando ha urlato… sarei scoppiata a ridere anche io.
Continuò imperterrito.
-FIVE…FINGER…- urlò.
Io schiacciai la testa nelle spalle.
-…Death punch…? – sibilai.
-I CAN’T HEAR YOU!!!! FIVE FINGER?!?!
-Death Punch! – dissi un po’ più ad alta voce.
-FIVE FINGER?!?!?!
-DEATH PUNCH!!!! –urlai capendo il giochetto.
-FIVE FING-
-DEATH PUNCH !!!!!!!!!!!! – mi uscii un urlo che sovrastò quello di Ivan.
Ci fissammo, poi sentimmo un guaito interrogativo di Ivy che mi guardava con la testa piegata di lato.
Scoppiammo a ridere tutti quanti ed io mi chinai ad abbracciare Ivy.
-Non ce l’ho con te cucciola! – le dissi dandole un bacio.
Quando alzai lo sguardo, vidi un ragazzo dietro ad Ivan che mi fissava intensamente…
Mi fissava senza battere ciglio, aveva incollato i suoi occhi di ghiaccio su di me.
Mi persi per un secondo a guardarlo anche io, mentre continuavo a coccolare Ivy, quando Ivan tornò alla carica.
-Bene, sei forte ragazza, mi piaci! Hai urlato persino più forte di me! – disse il cantante mettendomi una mano sulla spalla.
Wow, che confidenza che hanno questi Americani…
-Beh grazie mille Ivan!
Tirai fuori dalla mia borsa il mio diario nero ed estrassi anche la penna.
-Bene! Mi devo scrivere i vostri nomi perché sono sicura che fra una quindicina di minuti me li scordo tutti! – dissi, iniziando a scrivere su una pagina dell’agenda.
-Allora… abbiamo detto che tu sei Ivan…
-Yes! Ivan Moody! Detto anche Ghost! –disse Ivan orgoglioso.
*Cantante - Ivan Moody (Ghost) -> lo schizzato col crestino biondo…
-Bene… poi? – dissi sorridendo.
Si fece avanti un colosso altissimo, con lunghi rasta scuri che arrivavano fin sotto al culo, con occhietti scuri piccoli e attenti e una barbetta a punta; gli enormi avambracci palestrati ornati da grossi tatuaggi tribali spuntavano da sotto una camicia da arti marziali nera, chiusa in vita da una fascia bianca.
-Io sono Zoltan Bathory, secondo chitarrista… piacere di conoscerti. – disse il ragazzo tendendomi una mano ed abbozzando un mini… ma molto mini… sorriso.
Solo che rimasi a guardarla dal tanto che era grossa e rimasi di stucco stringendogliela.
-Piacere mio! – dissi mascherando il terrore nei miei occhi.
Guardai la pagina di diario e provai a scrivere.
Il chitarrista attento mi corresse.
-Mi chiamo Zoltan…
Sentii i brividi scorrermi su per la schiena e tirai una riga, scrivendo di nuovo.
-Zoltan… - ripetè lui.
Tirai un'altra riga e provai a riscrivere.
-Z-o-l-t-a-n …- disse lui trattenendo una risata.
Non finii di scrivere il nome che lui mi si avvicinò, prese la penna e mi scrisse nome e cognome ridacchiando come una nonnetta.
-Scusami… - mormorai.
-Tranquilla! Non è un nome facile il mio…
*2° chitarra – Zalton Zolten Zho ZOLTAN Bathory -> il tizio coi rasta paiura…
Mentre finivo di scrivere la mia osservazione, si avvicinò un'altra montagna, stavolta però con un barbone ramato infinito.
-Io sono il bassista, Chris Kael, molto piacere di conoscerti!
-Grazie, anche per me! – dissi sorridendogli.
Lui sembrava un boscaiolo dal collo in giù e Devy Jones dal collo in su.
Era una cosa inquietante, ma aveva un sorrisone dolcissimo.
-Complimenti per la maglia, vedo che sei sulla buona strada coi gusti musicali! – disse indicando la mia canotta degli Heaven Shall Burn.
Gli altri dietro di lui annuirono con molto entusiasmo.
Non so se per la maglia o per le mie tette.
Mi limitai a sorridere e a scrivere.
*Basso – Chris Kael -> il boscaiolo.
Guardai bene e mi parve molto triste come descrizione.
*Basso – Chris Kael -> il boscaiolo Il Devy Jones formato boscaiolo…
Completai il tutto facendo un piccolo disegnino di lui con il barbone.
Guardai compiaciuta la mia opera d’arte e puntai gli occhi su chi mi stava davanti.
E mi trovai davanti un ragazzo non tanto grosso come gli altri… né tanto alto.
Sorrise.
Aveva la faccia strana.
Ed era coperto di tatuaggi coloratissimi, in entrambe le braccia, collo e spalle compresi.
Una cresta mezza bionda e mezza nera si ergeva imponente sulla sua testa.
-Io sono Jeremy Spencer, il batterista, piacere tesoro.
Gli sorrisi ma poi alla vista del ragno tatuato sul collo, sbiancai vistosamente.
Lui mi guardò con un sopracciglio alzato.
-Non mi lamenterei se ti dovessi fare una respirazione bocca a bocca, ma sai, vederti stare male davanti a me non rientra nei miei piani… tutto bene?
Indicai il collo.
-È un ragno quello? – balbettai.
Lui se lo coprì con la mano.
-Si! Ti fanno paura?
Annuii ridendo istericamente.
-Si ma non ti preoccupare!!! Prima o poi ci farò l’abitudine! – dissi concentrandomi a scrivere.
*Batteria – Jeremy Spencer -> il tizio con il ragno tatuato sul collo…
Sapevo già che lui me lo sarei ricordato proprio perché mi faceva paura il tatuaggio…
Alzai lo sguardo dal diario e mi pietrificai.
Davanti a me c’erano gli occhi ghiacciati e intensi di prima che mi guardavano ancora.
Sembrava che mi stesse guardando l’anima… cercava qualcosa…
Lui era un ragazzo abbastanza alto, un po’ muscoloso, con le braccia coperte di tatuaggi colorati che sbucavano da sotto la maglietta a mezze maniche verde e nera.
Anche il collo era tatuato, ma in modo più leggero di quello di Jeremy, e da lì scendevano due catene argentate, una semplice e l’altra da dove pendeva una spada argentata.
Le mani erano belle… con le vene in risalto e le dita lunghe, con un tatuaggio sul fianco della mano destra.
Ma quello che più mi colpiva di lui… era il suo viso.
Era bello.
Aveva il pizzetto nero curato, che si collegava alle basette con un filo sottile di barba scura, la pelle lievemente abbronzata e una folta chioma nero corvino che gli incorniciava il viso.
Iniziava con due ciuffi che gli ricadevano in modo sexy intorno al viso e finiva con un taglio lungo scalato che arrivava alla base del collo.
E poi… gli occhi.
Erano talmente tanto azzurri che sembravano fatti di ghiaccio davvero.
Io non sapevo cosa dire, ero rimasta come stregata.
Lui continuava a fissarmi negli occhi, non abbassava lo sguardo nemmeno per un secondo.
-Lui è Jason Hook, primo chitarrista nonché membro più grande del gruppo! – intervenne Ivan per accendere una scintilla di discorso.
Jason alzò gli occhi al cielo e poi lo guardò.
-Ivan… so presentarmi anche da solo, non sono un bambino di due anni che ha bisogno del baby sitter… - ringhiò.
Wow… incazzoso direi…
Ivan rimase impassibile e poi si avvicinò a me con fare furtivo.
-No… infatti ne ha 43… - bisbigliò.
Thomas sgranò gli occhi e lo guardò.
-Cosa?! 43 anni?! Ma stai scherzando!!!
Il chitarrista si passò una mano sulla faccia e fulminò Ivan con un occhiataccia.
Poi alzò il dito come se fosse un maestrino.
-Per l’esattezza, ne ho 42. – disse guardando Thomas con un sopracciglio alzato.
Poi i suoi occhi tornarono a guardare me.
Io per tutta risposta ero arrossita come un pomodoro.
Ma ero rimasta shockata nel profondo.
Lui aveva 43 anni?!? Ma dove?!?!?!?! Sembrava un mio coetaneo!!!!
Ivan rimaste un attimo zitto, poi tornò alla carica.
-Ne ha 43, tanto li compie fra pochi giorni. – bisbigliò.
-IVAN!!! – urlò esasperato Jason.
-Ah… - iniziai una frase ma nel momento in cui Jason si girò di nuovo verso di me, mi morirono di nuovo le parole in bocca.
Lui notò le mie guance rosse e fece un mezzo sorriso, tendendomi la mano.
-Jason Hook… piacere.
Nel momento in cui provai a stringergliela, lui la tolse e mi guardò ancora con il mezzo sorriso stampato sulla faccia.
-Ah ah ah… non vorrei che ti facessi male… Hai le mani giovani molto più delicatine delle mie.
In quel momento, a quelle parole, mi morì tutta quanta la poesia del momento.
Figo… ovvio.
Ma era un fottuto sbruffone.
Lo guardai con un occhiatina di sfida.
-Oh, non ti preoccupare, sono più forte di quanto sembro. – risposi secca.
Lui sorrise guardandomi negli occhi.
Non so perché avevo detto quella frase… probabilmente perché più forte di lui la ero davvero… Ma non come pensava.
Più che una frecciatina rivolta a lui… era una frecciatina rivolta a… all’altro.
-Hai la risposta sempre pronta, vero?
-Io sono sempre pronta, è una cosa diversa.
-Come pensavo… - disse facendo un mezzo sorriso inarcando un sopracciglio.
Arrossii di nuovo.
E non volendo farlo notare, mi misi a scrivere sul diario.
*1° chitarra – Jason Hook -> il tizio con la faccia da schiaffi…
Mentre finii di scrivere, Thomas si illuminò.
-Un momento… scusate ma se lui ha 43 anni-
-42…- disse Jason correggendolo acidamente.
-Va bene, 42 anni ed è il più grande…voi altri quanti ne avete?
Ivan si fece avanti.
-Zoltan ne ha 36, Jeremy 41, Chris 39 ed io – disse indicandosi – ne ho 34!!!
Thomas aveva gli occhi sgranati.
Io pure.
Sembravano tutti dei pischelloni… e invece erano degli uomini adulti!!!!
Ivan per tutta risposta, si gonfiò di orgoglio e allargò le braccia.
-Ragazzi… benvenuti a bordo dei Five Finger Death Punch, la band dei vecchiacci!!!!
 
 
Ed eccomi risorta dalle tenebre dello studio ragazzi!
Scusate se per un po non ho pubblicato, ma purtroppo il peso degli esami si fa sentire forte e chiaro! (tanto non frega a nessuno, ma volevo specificarlo XD)
Signori e Signore... finalmente i FIve Finger si sono fatti vivi! Era ora! *-*
Herie è rimasta un po’… spiazzata... ma vi assicuro, che questo è solo una parte di inizio per lei.
Un inizio vero e proprio... e un inizio di guai, risate, follie, batticuore, frecciatine e ... coccole per Ivy!
Cosa ne pensate fino ad ora? Se avete domande o curiosità scrivetemi, fa sempre piacere dialogare con qualcuno! :D
 ... anche perché ... nessuno mi ha ancora scritto T_T *forever alone*
Anche se non vi sono mancata... voi mi siete mancati! >-<
Beh, gente, ci si rivede al prossimo capitolo!!!! ;D
Baci e abbracci da me, Herie, Thomas, Ivy e i Five Finger Death Punch ( più il simpatico omino della guardiola dello studio, che non è stato degnato... ma esiste!  *forever alone 2*) SEE YOU GUYS \m/
The_red_Quinn_of_Darkness
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Five Finger Death Punch / Vai alla pagina dell'autore: The_red_Quinn_of_Darkness