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Autore: MisticDaisy    13/06/2015    0 recensioni
Vi fu un silenzio tombale,Ender aveva gli occhi sgranati e il fiatone.Non gli piaceva dire certe cose,specialmente lui che era sempre spensierato e allegro.Neanche lui poteva fare qualcosa per fermare la monotonia del nostro mondo.Il mondo degli umani,creato e costretto dagli stessi umani.Un'enorme cupola ricopriva il nostro mondo,una città gigantesca e priva di nome,il cui unico epiteto era quello di "Grande Città".
Correva l'anno 2342 e nessuno di noi due poteva immaginare che questa conversazione ci avrebbe allontanato dalla "retta via"
Genere: Fantasy, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Francamente non saprei da dove cominciare a raccontare....ma credo che il tutto sia cominciato circa qualche anno fa,no,una decina di anni fa,si è più giusto dire così....
Con la testa ciondolante me ne stavo seduta in camera mia,su quella sedia da ufficio posta davanti alla finestra anzichè alla scrivania,messa in tal punto per rendere il mio stato di limbo malinconico meno scomodo.Fuori da casa mia la solita solfa,la signora Murphy che potava le aiuole,e Fluffy il suo cane che scavava buche nel suo giardino.Tutto nella norma.Tutto come al solito.Erano le tre del pomeriggio,e se tutto fosse andato bene Ender sarebbe tornato a bordo della sua scassatissima motocicletta,detta dal propietario "Titina".Giusta predizione;il mio scapestrato vicino di casa effettivamente tornò dal lavoro in perfetto orario,e Titina sbuffava fumo nero più del solito.
La noia non sarebbe passata rimanendo in quello stato così,vinta la mia accidia estiva,mi alzai dal mio comodo giaciglio in cerca delle mie scarpe.Era quasi una settimana che non uscivo di casa e cominciavo a sentirmi imbalsamata,così seppur a malavoglia decisi di uscire almeno sul pianerottolo del nostro palazzo.Uscita dal mio alcova,mi avviai verso la porta principale.
-Mina!Stai uscendo?-era mio padre
-Vado un attimo da Ender...
-Ah...ok..-riprese la lettura del suo libro
Ender viveva da solo al piano rialzato del mio stesso palazzo in un bilocale con tanto di garage annesso.Era un universitario dai capelli bruni e tondi occhi scuri.Si era trasferito all'incirca un annetto prima,e a io quell'epoca lo snobbavo parecchio,lo consideravo un sempliciotto amante delle moto e i film d'azione.Ma in un modo o nell'altro trovammo modo di conoscerci meglio e a diventare amici.
Scesi le scale e vidi che era ancora davanti all'uscio di casa,intento a cavare fuori le chiavi dell'apppartamento dal marsupio.
-Ciao Mina!-si girò un attimo e poi tornò a trafficare.
-Hai perso le chiavi?
-Oddio... spero di no!La signora Murphy mi ucciderà!No!No!No!Accidenti!Aspe...eccole!!!-ne uscì con aria trionfante con in mano uno spesso mazzo di chiavi ricolmo di ninnoli di ogni genere.
-Come hai fatto a non trovare una "Bestia" del genere?!-dissi ridacchiando riferendomi alle notevoli dimensioni.
-Non chiedermelo!Nel mio marsupio ci sta un intero universo....-nel mentre apriva la porta-Ultimamente mi va tutto storto...
-E Titina come sta?!
-Non bene temo,fa fumo da tutte le parti letteralmente!-nel mentre mi faceva entrare.
Il bilocale di Ender era poco luminoso e assai disordinato,ma all'epoca avendoci passato pomeriggi interi non ci facevo caso.Ci sedemmo sulle due poltroncine sgualcite a parlare del più e del meno.Orami era quella la nostra quotidianità.
-Certo che....siamo un po' monotoni noi-dissi di sfuggita.
-A volte non se ne può fare a meno.....E' quasi naturale credo...-rispose lui alla mia affermazione.
-Voglio fare qualcosa....mi annoio da morire!-strepitai-Tu non hai mai voglia di fare qualcosa di interessante?!
-Mi pare ovvio!-era infervorato-Ma lo sai meglio di me che non possiamo!
Vi fu un silenzio tombale,Ender aveva gli occhi sgranati e il fiatone.Non gli piaceva dire certe cose,specialmente lui che era sempre spensierato e allegro.Neanche lui poteva fare qualcosa per fermare la monotonia del nostro mondo.Il mondo degli umani,creato e costretto dagli stessi umani.Un'enorme cupola ricopriva il nostro mondo,una città gigantesca e priva di nome,il cui unico epiteto era quello di "Grande Città".
Correva l'anno 2342 e nessuno di noi due  poteva immaginare che questa conversazione ci avrebbe allontanato dalla "retta via".
   
 
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