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Autore: Mr Apricot    13/06/2015    2 recensioni
[TRAILER: http://youtu.be/ndfs75Lblkk]
Nome?
-Andrea
-Alberto
Età?
-18 anni
-Prossimamente 19!!
Segni particolare?
-Nessuno...
-Vediamo, occhi verde-ghiaccio, tanti e troppi tatuaggi...insomma, mi si vede lontano un miglio che sono io!
Sapresti definire il tuo carattere con una sola parola?
-Lunatico...molto!
-Solare!
Che lavoro fanno i tuoi genitori?
-Mio padre!? Psicologo...
-Ho solo una madre! Psicologa...che stress!
Che rapporto hai coi tuoi genitori?
-Mi sono dimenticato di dire che mio padre come secondo lavoro si impegna a rovinarmi la vita!
-Da piccolo mi usava come una cavia per i suoi studi...diciamo che il nostro rapporto non è certamente cominciato col piede giusto!
Come definiresti la tua vita sociale?
-Inesistente...
-Molto spesso mi sveglio con gente che non ho mai visto in vita mia! Ahah!
Etero o gay?
-Nessuna delle due...è normale?!
-Decisamente gay!!
Quante volte l'hai fatto?
-Mai!
-Troppe...
Ultima domanda: a cosa non potresti mai rinunciare nella tua vita?
-Facile: alla danza hip hop!
-E c'è da chiederlo?! Alla danza hip hop ovviamente!!
Genere: Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 7: Monster (Eminem feat Rihanna)
 
 
Andrea's POV:
 
Quella mattina dovevo ammettere che
stavo andando a scuola con un certo entusiasmo!
Il motivo?
Ci sarebbe stato Alberto e avremmo continuato a parlare
della questione del corso di hip hop!
Ero letteralmente su di giri!!
Da quando ci eravamo lasciati non avevo smesso
di pensarci un attimo!
Avevo mille domande, idee e proposte che in quel momento
non mi avevano neppure sfiorato la testa!
 
Ero letteralmente andato!
 
E pure in ritardo.
 
Feci le scale di corsa.
Nel giro di qualche istante sarebbe suonata
la campanella.
 
Una volta raggiunto l'ultimo piano, nonostante
il fiatone -non mi sarei mai abituato a fare le scale
di prima mattina-, mi fiondai in classe.
 
Come prima cosa notai che il posto vicino al mio banco era vuoto.
 
Come seconda cosa invece, notai che Samantha era seduta
vicino ad Ella, al posto di Alberto.
 
Terza cosa: guardando dappertutto,
mi resi conto che Alberto non c'era.
 
Sentii che gli angoli della mia bocca
volevano precipitare a terra, mentre tutto
il mio entusiasmo si smorzò di colpo.
 
Cercai di farmi forza...
Andai a posare lo zaino sul mio banco
e poi un po' esitante andai verso Ella e Samantha.
 
"Ehi!", mi salutò subito Samantha, interrompendo
di punto in bianco una discussione che sembrava
le stesse particolarmente animando entrambe.
 
"Buondì!", la salutai, sporgendomi per salutarla
con due baci.
 
"Ciao", disse semplicemente Ella, senza nessun tono particolare.
Inutile dire che con lei non stavo per niente guadagnando punti...
 
Ma a quello ci avrei pensato in un altro momento.
 
"Senti, Ella...", cominciai ficcando le mani in tasca e guardando
per terra, un poco imbarazzato. "Volevo chiederti se sapevi nulla di Alberto?"
 
Alzai poi gli occhi, appena in tempo per vedere l'espressione
stupita sul suo volto, che si ricompose subito dopo.
 
"Veramente no!", rispose tranquillamente. "Gli ho scritto
un dieci minuti fa...", disse, controllando il cellulare. "Ma non
mi ha ancora risposto!"
 
"Ahn", feci alquanto deluso.
 
"Come mai ti interessa di Alberto...se posso chiedere?",
domandò poi cauta. Notai un certo interesse nei suoi occhi.
 
La cosa non mi stupì più di tanto, dato che se potevo evitavo
di parlare con Alberto. Simpatico era simpatico, ma con lui
sapevo di non avere niente in comune...poi neppure lui
aveva mai fatto niente perchè fosse il contrario,
per cui...
 
"Dovrei parlargli", risposi vago.
Non avevo voglia di star lì a spiegare
tutta la faccenda.
"Devi parlargli...?", fece eco Ella.
"Potresti dargli il numero, Ella!", propose Samantha.
"Così si parlano direttamente."
 
"Mm...", ci pensò su Ella, un po' titubante.
"Sì", fece poi. "In effetti...se vuoi, potrei sempre darti
direttamente il suo numero."
 
Stavo per rispondere quando sentii qualcuno
schiarirsi rumorosamente la voce alle mie spalle.
"Allora, Andrea?", riconobbi immediatamente
la voce di Riboni, il prof di italiano. "Saresti così gentile
da farmi cominciare la lezione o ti devo mandare dal preside?!"
 
Ero talmente messo male da non essermi minimamente
accorto del suono della campanella e dell'arrivo del prof...
Fantastico!
 
"Scusi!", bofonchiai, precipitandomi immediatamente
al mio posto.
 
Notai con la coda dell'occhio il sorriso che era spuntato
sul viso di Samantha alla vista del suo amato prof.
 
Non solo suo, a giudicare dallo stesso identico sorriso
sul viso di Ella...
 
Sbuffai, lasciandomi andare sulla sedia,
prendendo a picchiettare e maltrattare una penna,
distratto...e a chiedermi dove fosse finito Alberto.
 
I’m friends with the monster
That’s under my bed
Get along with the voices inside of my head
You’re trying to save me
Stop holding your breath
And you think I’m crazy
Yeah, you think I’m crazy (crazy)
 
Alberto's POV:
 
(Il giorno prima)
 
Me ne  stavo  tornando a casa
tutto contento, quell'incontro si
era rivelato proficuo alla fine!
 
Era venuto qualcuno alla fine!
 
Dovevo ammettere che ormai
avevo smesso di sperarci!
 
E poi non uno qualunque!
Ma Andrea!
 
Andrea...
 
Chi se lo sarebbe mai aspettato?!
 
Dovevo ammettere che ero rimasto
sorpreso da quella scoperta, 
piacevolmente sorpreso.
 
E contento.
 
Mi ritrovai a girare la chiave del
portone di casa con un sorrisetto
ebete a trentadue denti stampato
in faccia.
 
Finalmente i miei problemi
sembravano essere finiti!
 
E per questo ero troppo felice!
 
Il mio sorriso però si smorzò
non appena entrai in soggiorno...
 
Mi ritrovai davanti ad una scena surreale,
in cui mia madre piangeva a dirotto
-quando mai mia madre aveva pianto?!-,
seduta sul divano e confortata da un alquanto
(assurdamente) premuroso dottor Latorre.
Com'era che quell'uomo era sempre qui?!
 
"Ehi...", accennai una specie di saluto,
non sapendo neppure io cosa dire.
Mi sentii stringere lo stomaco nel
ritrovarmi in quella situazione,
cosa diavolo era successo?
 
"Che è successo?", diedi poi voce ai
miei pensieri, con un filo di voce.
 
Notai immediatamente lo sguardo
carico di disprezzo che mi lanciò il
dottor Latorre.
 
Cominciai a deglutire a vuoto.
 
I wanted the fame, but not the cover of Newsweek
Oh well, guess beggers can’t be choosey
Wanted to receive attention for my music
Wanted to be left alone, public excuse me
Been wanting my cake, I need it too
Wanting it both ways
 
"Ehi, Andrea?", mi sentii domandare d'un
tratto da Samantha. "Che succede?"
 
Alzai gli occhi dal libro che stavo
distrattamente leggendo per italiano.
"Cosa?", domandai, guardandola.
 
"È da stamattina che sei distratto", disse
lei. "Che hai?", chiese preoccupata.
 
"Nulla", dissi semplicemente, guardando
distratto intorno a me. "Pensavo."
Eravamo seduti nel tavolo della cucina, a casa
di Samantha, per darci una mano a fare i compiti.
 
Lei stava facendo gli esercizi di chimica, mentre io
dovevo finire le ultime pagine del Notturno di D'Annunzio
per poi farci una relazione sopra.
A lavori ultimati ci saremmo poi scambiato il tutto.
 
"Eddai!", fece lei, mettendo giù la penna e fissandomi
dritto negli occhi. Aveva capito che c'era qualcos'altro.
 
Distolsi lo sguardo, sperando che si decidesse a mollare.
Inutile dire che fu tutto inutile.
 
"Su, dimmi tutto", disse infine. "Ti ascolto."
 
Alzai gli occhi al cielo. "Che antipatica!", sbuffai.
 
"Solo ed esclusivamente per te!", scherzò lei, facendomi
l'occhiolino. "Dai, raccontami cosa ti preoccupa!", mi incitò.
 
"Prometti che non ridi?", domandai.
 
Lei si limitò ad inarcare un sopracciglio,
rimanendo del tutto immobile.
"Certo", disse poi, appoggiando le mani
sui braccioli della sedia.
Dio mio, in quella posizione pareva 
una scienziata pazza...pronta a sezionarmi
il cervello!
 
Scossi la testa per scacciare quei pensieri,
mi bastava già mio padre come scienziato pazzo!
 
"E che...", cominciai poi a spiegare. "È da tre giorni
che Alberto non viene a scuola e nessuno sa dove sia."
 
"E allora?", fece lei. "Magari c'ha la febbre", ipotizzò.
 
"E allora perchè nessuno sa che sta male?", domandai.
 
"Forse perchè...sta tanto male!"
 
Fame may be a balloon cause my ego inflated
When I blew seep it was confusing
Cause all I wanted to do is be the Bruce Lee of loose leaf
Abused ink, used it as a tool when I blew steam
Hit the lottery (oh wee)
 
"Cosa sono queste?", esclamò mia
madre d'un tratto saltando in piedi.
Solo in quel momento mi accorsi
che stava stringendo qualcosa tra le mani.
 
Mi vidi sbattere qualcosa in faccia,
senza un minimo di delicatezza...
 
Che stava succedendo?
 
Misi a fuoco e mi sentii sprofondare.
 
Si trattava di foto che mi ritraevano
a letto con altri ragazzi...
 
Palesemente dei foto montaggi,
dato che di 'mio' in quelle foto
c'era solo la testa...
però comunque vedere quelle
foto faceva...male.
 
"Sono solo dei fotomontaggi...", 
dissi piano, allungando la mano
per prenderglieli dalle mani, 
ma mia madre scacciò la mia mano
con un gesto secco.
 
"Voglio sapere se è vero!", strillò lei,
incatenandomi ai suoi occhi rossi e gonfi.
 
Provai a far finta di niente e cercai
di strapparle quelle foto, ma lei mi evitò ancora,
afferrandomi un braccio.
"Non provare a mentirmi!", sibilò.
 
Non sapevo cosa fare.
 
In quel momento riuscii più a pensare a niente.
 
Ero andato in tilt.
 
Preso in contropiede.
 
"Sì...", sussurrai,
mentre sentivo delle lacrime
scendermi lungo le guance.
 
With what I gave up to get was bittersweet
It was like winning a huge meet
Ironic ’cause I think I’m getting so big I need a shrink
I’m beginning to lose sleep: one sheep, two sheep
Going cucko and cuckier as Kool Keith
But I’m actually weirder than you think
Cause I’m…
 
Ero rientrato in casa che erano le sette di sera.
Alla fine con Samantha eravamo riusciti
a finire tutta la marea di compiti che avevamo per domani.
 
Mi cambiai, dirigendomi poi in cucina per cominciare
a preparare la cena. Mio padre sarebbe tornato verso sette
e mezza, così tanto valeva cominciare già subito a cucinare.
 
Stavo attraversando il corridoio, quando d'un tratto prese
a squillare il telefono di casa.
Chi poteva essere?
 
Mi precipitai a rispondere e per poco non mi ammazzavo!
"Pronto?", domandai, senza fiato.
"Pronto? Marco?", riconobbi immediatamente la voce di Luigi,
un collega di mio padre.
 
"No", risposi subito. "Sono il figlio."
 
"Ah...", fece lui. "Potresti passarmi tuo papà, per favore?"
Padre, al massimo!
E poi che era tutta questa confidenza?
"Mio padre non c'è in questo momento", risposi educatamente.
"Se vuole lasciarmi detto qualcosa o richiamare verso le sette e mezza, che di solito per quell'ora torna da lavoro..."
 
"Perchè? È fuori?", domandò lui interrompendomi.
 
"Sì...perchè?", domandai a mia volta, confuso.
 
"Perchè è da tre giorni che pensavo che fosse a casa ammalato, visto che in ufficio non sta più venendo!", rispose lui.
"Digli di chiamarmi appena torna!", aggiunse poi con un tono di voce leggermente alterato e mettendo subito giù la cornetta.
 
Rimasi fermo immobile davanti al telefono per qualche istante,
completamente imbambolato.
Cos'era questa storia adesso?
 
Okay...dovevo restare lucido!
Mi avviai in cucina, dove cominciai a tagliare le
verdure.
Non passò molto tempo che sentii il rumore
familiare di chiavi tintinnare al di fuori della
porta d'ingresso.
"Sono a casa!", annunciò mio padre a gran voce.
"Ciao", urlai di rimando dalla cucina.
Smisi per un attimo di tagliare le carote,
rimanendo fermo immobile per qualche istante.
"Ha chiamato Luigi!", urlai poi.
"Che voleva?", la sua voce pareva tranquilla.
"Ha detto se lo richiami!", risposi.
Silenzio.
"Ti ha detto altro poi, Andrea?", questa volta il tono di voce cambiò,
più misurato.
"No!", mentii spudoratamente.
"Ma non vi vedete in ufficio?", domandai come se nulla fosse.
"Oggi al lavoro non è proprio venuto!", rispose.
 
I miei occhi si fecero due fessure, osservando un punto
indefinito davanti a sè.
 
Qui c'era qualcosa che non andava...
Se mio padre per tre giorni non era andato
a lavora, allora dov'era andato?
E soprattutto, perchè tanto mistero?!
 
I’m friends with the monster
That’s under my bed
Get along with the voices inside of my head
You’re trying to save me
Stop holding your breath
And you think I’m crazy
Yeah, you think I’m crazy
Well, that’s not fair
Well, that’s not fair
 
Successe tutto in un attimo.
 
Mi ritrovai mia madre che mi stava
spintonando e colpendo,
finchè non mi sbattè in camera mia.
 
E poi chiuse la porta a chiave.
 
"Ehi!", urlai quando realizzai
quando era appena successo,
sbattendo i pugni sulla porta.
 
"Aprite la porta!", urlai di nuovo.
 
"È inutile che urli, tanto nessuno può
sentirti", la voce fredda di mia madre
non sembrava essere tanto distante.
"Così avrai modo di riflettere
sulle tue colpe", aggiunse poi.
 
Solo in quel momento realizzai
che non avevo il cellulare con me
e osservando il resto della mia stanza
mi resi conto che non c'era neppure
il mio computer.
 
In pratica ero stato messo in trappola.
 
Now I ain’t much of a poet
But I know somebody once told me to seize the moment
And don’t squander it
Cause you never know when it could all be over
Tomorrow so I keep conjuring
Sometimes I wonder where these thoughts spawn from
(Yeah, ponder it, do you wonder there’s no wonder you’re losing your mind the way you’re brought up?)
I think you’ve been wandering off down yonder and stumbled upon Jeff VanVonderen
 
Feci finta di niente
E passai tutta la sera
come se nulla fosse successo.
 
Una volta finito di cenare
e dopo aver sparecchiato tutto,
mi chiusi in camera mia.
 
Come ormai era diventato rituale,
provai a richiamare Alberto,
senza successo.
Provai allora a scrivergli l'ennesimo
messaggio, anche se già sapevo
che non mi avrebbe risposto...
 
Dio mio, la cosa stava veramente
cominciando a darmi sui nervi!
 
Perché non mi rispondeva?!
 
Okay che non eravamo amici,
ma almeno poteva degnarmi
di una risposta...
Così perlomeno avrei smesso 
di cercarlo, se proprio non gli 
importava niente!
 
Mi buttai sul letto,
nonostante fossi piuttosto
nervoso.
 
Stavo andando in paranoia
per una cazzata, lo sapevo,
ma almeno un minimo
di cortesia da parte sua!
E che cavolo!
 
Cause I needed an intervention in this to intervene between me and this monster
And save me from myself and all this conflict
Cause the very things that I love is killing me and I can’t conquer it
My OCD is clonking me in the head
Keep knocking, nobody’s home, I’m sleepwalking
I’m just relaying what the voice of my head saying
Don’t shoot the messenger, I’m just friends with the…
 
Rimasi fermo lì,
immobile davanti alla porta,
per non so quanto tempo.
 
Però...che altro avrei potuto fare in fondo?
 
Era una situazione completamente assurda!
 
Cosa pensava di fare mia madre
chiudendomi a chiave in camera?!
 
Cominciai a sentire l'ansia e
la paura stringermi la bocca
dello stomaco.
Cosa ne sarebbe stato ora di me?
 
Non c'era una risposta certa
a quella domanda...
 
Sentii dei passi avvicinarsi
alla mia porta e poi
il rumore della chiave
che girava nella serratura.
 
Senza muovermi di un millimetro
osservai la porta aprirsi.
 
 
I’m friends with the monster
That’s under my bed
Get along with the voices inside of my head
You’re trying to save me
Stop holding your breath
And you think I’m crazy
Yeah, you think I’m crazy
Well, that’s not fair
Well, that’s not fair
 
"Di Alberto non si sa ancora niente?",
domandai ansioso.
 
"No", rispose Ella. "Sto continuando
a provare a chiamarlo, ma non mi risponde."
 
"Che strano!", commentò Samantha.
 
"Già!", fece Ella. "Sono preoccupata! Ieri
ho provato a chiamare a casa sua e mi ha risposto
prima un uomo e poi sua madre. Ma poi mi
hanno detto entrambi che non c'era e che
avrebbe richiamato lui, ma...", non terminò la frase.
Non serviva.
 
"Davvero?", chiese Samantha, sorpresa.
"Ma l'uomo non era suo padre?", domandò.
 
"No", fece Ella. "Alberto non conosce suo padre!"
 
"Il compagno di sua madre?!", fece di nuovo Samantha.
 
"No", scosse la testa Ella. "Sua madre non ha nessun tipo
di relazione con nessuno. Non dopo essere stata lasciata dal
padre di Alberto", spiegò. "Così almeno mi ha raccontato lui."
 
"E se provassimo ad andarlo a trovare a casa?",
proposi. "Magari con la scusa di
portargli i compiti."
 
"Mi sembra un'ottima idea!",
esclamò Ella.
 
"Bene, allora è deciso: oggi pomeriggio
lo andiamo a trovare a casa!", 
dissi smettendo di dondolare sulla
sedia e sbattendo a mo' di conferma
il pugno sul banco.
 
Call me crazy, but I had this vision
One day that I’d walk amongst you regular civilians
But until then drums get killed I’m coming straight at
Emcees, blood get spilled and I
Take it back to the days that I get on a Dre track
Give every kid who got played gat
Pumped the villian and sh*t that say back
 
"Dimmi solo perchè", sibilò
mia madre entrando in camera.
 
Mi guardava con  odio e con disprezzo.
 
Non sapevo cosa rispondere.
 
Provai ad avanzare un passo verso
di lei, ma lei mi blocco con un
gesto della mano.
 
"Mi hai profondamente deluso, sappilo!",
esclamò.
 
Dietro di lei, al di là della porta,
notai il padre di Andrea osservare la scena.
 
"Rimarrai chiuso qui dentro finchè non deciderò
di farti uscire!", strillò mia madre.
 
"Ma..."
 
"Fai silenzio!", gridò.
 
Il dottor Latorre mi lanciò uno sguardo
carico di comprensione, appena un'attimo prima
che mia madre richiudesse un'altra volta la porta a chiave.
 
Dovevo essere nella merda quindi per andargli
un po' più a genio?!
 
Che situazione del cavolo!
 
Mi passai nervosamente le mani
sui capelli.
 
Che cosa sarebbe successo adesso?
 
To the kids who played ‘em
I ain’t here to save the f*cking children
But if one kid out of a hundred million
Who are going through a struggle feels and relates that’s great
It’s payback, Russell Wilson falling way back
In the draft, turn nothing into something, still can make that
Straw in the gold chump I will spend
Rumpelstiltskin in a hay stack
Maybe I need a straightjacket, face facts
I am nuts for real, but I’m okay with that
It’s nothing, I’m still friends with a…
 
Dlin, dlon!
Aspettammo qualche secondo, finchè
non vedemmo la porta di casa aprirsi.
"Chi siete?", domandò la dottoressa Martin, affacciandosi un poco.
 
"Salve!", salutò Ella. "Siamo dei compagni di classe di Alberto", ci 
presentò. "Alberto è in casa per caso?", domandò gentilmente.
 
"No, mi dispiace!", rispose lapidaria la donna.
 
Io, Samantha ed Ella ci guardammo, non sapendo cosa fare,
mentre la dottoressa Martin, dopo averci velocemente liquidato
con un "arrivederci", stava già chiudendo la porta.
Quando notai un particolare che mi fulminò il cervello...
 
Mi accorsi che a qualche metro da noi era parcheggiata un'auto
identica a quella di mio padre, se non la stessa...e in quel momento
gli ingranaggi del mio cervello cominciarono a girare.
 
"È da tre giorni che Alberto non viene a scuola e nessuno sa dove sia."
 
"Perchè è da tre giorni che pensavo che fosse a casa ammalato, visto 
in ufficio non sta più venendo!"
 
"Ti ha detto altro poi, Andrea?"
 
"Mi ha risposto prima un uomo e poi
suo madre."
 
"Ma l'uomo non era suo padre?"
 
"No...Alberto non conosce suo padre."
 
 
"Aspetta un attimo!", urlai.
Che cazzo sta succedendo qui!?
 
 
 
 
I’m friends with the monster
That’s under my bed
Get along with the voices inside of my head
You’re trying to save me
Stop holding your breath
And you think I’m crazy
Yeah, you think I’m crazy
 
Cosa ne sarebbe stato di me...
 
I’m friends with the monster
That’s under my bed
Get along with the voices inside of my head
You’re trying to save me
Stop holding your breath
And you think I’m crazy
Yeah, you think I’m crazy
Well, that’s not fair
 
 
 
SPAZIO AUTORE:
 
Sì...lo so! Mi vorreste bruciare vivo dopo questo capitolo *evita gli ortaggi*!
Chiedo venia!!! Ma, fidatevi ragazzi...era necessario per spiegare un paio di cosette che vedremo nel prossimo capitolo (che ho già iniziato, non temete, visto anch'io mi detesto per aver lasciato Alberto sospeso in questa situazione!!) 
Per questo capitolo vorrei ringraziare caty_21 visto che è stata la sua proposta nel tempo che fu a darmi l'ispirazione per questo capitolo:) grazie veramente<3
Ringrazio inoltre tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/preferite! (Ragazzi vi amo letteralmente !!! Uno per uno !! x3) e anche tutti coloro che leggono silenziosamente nell'ombra...ma io so chi sieteeee *occhietti sluccicosi da gufo*...è inutile che vi nascondete cari miei!!
 
Scherzo dai :3 non mordo nessuno!
 
Facciamo inoltre Tutti un mega-strepitoso-gigante in bocca al lupo a Destiny_96 che è alle prese con quella brutta bestia chiamata 'Maturità'! Siamo tutti con te! :D
Distruggilo! Fallo fuori! Sbranalo! E dai fuoco alle sue ossa(?!)!
 
Okay...sono impazzito!XD
 
Comunque...piccolo spoiler del prossimo capitolo per non farvi stare troppo in ansia, angioletti miei ;3
 
"E se adesso...", cominciai come se nulla fosse. "Le dicessi che suo figlio potrebbe trovarsi in guai seri...lei cosa farebbe?"
 
TAA-TAAAA-DAAAAAAMMMMM!!!
Che succederà secondo voi?!!! MAAAHHHH ! IO NON LO SO!!!*^*
 
Aspetto i vostri commenti e le vostre recensioni ;)
Fatemi sapere che ne pensate eh!
Un abbraccio a tutti!
 
mr Apricot
 
 
  
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