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Autore: Silvie_Marie    15/06/2015    0 recensioni
Un gruppo di sopravvissuti di un'invasione aliena deve, con le sue forze, sconfiggere il nemico.
Tra questi si cela un segreto.
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardo il vetro cercando di restare impassibile, sia nei movimenti che nelle espressioni, ma la situazione é la più brutta e difficile che abbia mai passato.

Vedere torturare quella ragazza, oltretutto come me, non è affatto piacevole, per uno spirito guerriero e pronto a difendere gli altri come il mio.

"Codardo" la mi vocina interiore mi schernisce.

La caccio via sospirando.

Mi guardo attorno: tutti sono troppo attenti a quello che succede dentro la stanza, per accorgersi di me.

«Bene, Fuggitiva.» incalza la voce del Capo facendo il suo ingresso teatrale nella sala. «Hai solo due opportunità.» continua «O ci dici dove si trova il tuo gruppo o ti tortureremo finché non ce lo dirai. A te la scelta, cara.» le labbra del Capo si piegano in un mezzo sorriso compiaciuto. Mi dà i brividi. Non oso immaginare cosa le potrà fare. Ecco perché devo tenermi la copertura da Kyle, anche se non mi piace più tanto come idea…

La ragazza si agita sulla sedia. Ed è in quel momento che mi concentro sul suo aspetto: capelli lunghi e biondi platino, viso ovale e occhi piccoli marroni. La sua espressione è di disgusto.

Ha imprigionate sia le mani che i piedi.

Deglutisco a fatica. Ho la bocca secca e il cuore incomincia velocemente ad aumentare i battiti.

“No, no! Non è questo il momento adatto. Ora, Sebastian, vedi di calmarti…” cerco di rassicurarmi, ma nel profondo so che non funzionerà.

La smorfia di Biondo Platino fa irritare il Capo che le tira un pugno in piena faccia. Lei sputa sangue sul pavimento e protesta, stringendo i denti insanguinati. «Puoi anche scordarti che ti dica dove si trova il mio gruppo, perché né tu né qualsiasi altro ci toglieranno la libertà e la nostra casa.» sputa ancora del sangue.

Il Capo sembra sopraffatto da un’intensa e inaspettata rabbia, che vedo riflessa nei suoi occhi, quando si gira a guardare oltre il vetro e incontra il mio sguardo, puntandomi come un faro nella notte e rendendomi ancora più nervoso.

Dopo un lungo e snervante sguardo, il Capo è il primo a distoglierlo e a fingere un sorriso. “Da quando in qua il Capo ha

bisogno di fingere un sorriso?” Il pensiero mi suscita ribrezzo. Cerco di distrarmi, guardando attentamente la situazione: adesso il Capo sta esaminando la Bionda Platino con gli occhi stretti.

Ho ancora più paura per lei….

«Bene» inizia il Capo con un apro accento nella sua voce. Ho i brividi. «Se non vuoi collaborare volontariamente, collaborerai con la forza, che tu lo voglia o no.» fa un mezzo sorriso, poi i suoi occhi si spostano su di me. Trattengo un sussulto.

Lui dà una rapita occhiata alla Fuggitiva poi ritorna su di me.

Ora. Ho. Seriamente. Paura. “Cosa vorrà che faccia?” Va bene, forse sarebbe meglio non saperlo…

Le sue labbra si muovono, ma io non riesco a sentire niente perché i pensieri mi sovrastano la mente.

Lui ha chiuso la bocca e, a questo punto comincio ad agitarmi. Le mie mani formicolano. Vorrei prendere a pugni lui e tutti questi Ibridi, ma non mi faccio sovrastare dalle emozioni. Chiudo la mano in un pugno che tengo fermo.

Lui mi punta ancora. Solo in questo momento mi accorgo di essere osservato da tutti gli Ibridi presenti e anche dalla Bionda Platino.

Il Capo sembra snervato. «Non vorrei ripetere ciò che ho appena detto, ma può darsi che Mr. Simmons non abbia capito» dice piano con un accenno di irritazione. «Mr. Simmons è pregato di entrare nella stanza e far parlare la nostra Fuggitiva. Lei non si è pienamente guadagnato tutta la mia fiducia, e siccome di solito faccio eseguire ai miei prediletti assistenti una prova, questa mi sembra un’ottima occasione» fa un sorriso a denti stretti. Distolgo lo sguardo da lui per guardarmi intorno. Gli occhi degli Ibridi vicino a me ardono dalla voglia di vedere cosa succederà e anche io… Se non fossi in una posizione così scomoda… “Cosa dovrei fare: accettare o finire nelle condizioni della Bionda Platino, rifiutandomi?”

La risposta è chiara nella mia mente e lentamente mi avvio verso la porta della stanza, mentre gli Ibridi si spostano per farmi passare. Arrivato, l’apro e la lascio chiudersi alle mie spalle mentre raggiungo il Capo che mi fa segno di mettermi di fianco a lui. Non sento più i miei muscoli, mentre osservo la Bionda Platino che mi mira con occhi piena di vendetta.

Se solo sapesse che sono come lei… Ma visto che questo dovrà restare per sempre un segreto, lei ora mi vede solo come uno degli Ibridi che le farà chissà che cosa… “Me ne sto già pentendo…”

Le condizioni del mio cuore sono peggiorate: mi sta quasi per uscire dal petto, mentre aspetto l’assegnazione di un compito che sono obbligato a fare.

Il Capo mi osserva con l’orgoglio negli occhi.

«Allora, Mr. Simmons se la sente di guadagnare la mia fiducia facendole dire dove si trova il suo gruppo di Fuggitivi?» la sua voce orgogliosa mi mette ancora più a disagio. Non voglio trasformarmi in un Ibrido. “Tutto, ma questo no.”

Deglutisco. «Certamente, Capo. Non aspettavo altro!» la mia voce non deve suonare così tesa. No… No… No…

Il Capo fa un cenno di consenso e si sposta per lasciarmi il posto.

So che lui assisterà tutto il tempo, quindi non le posso parlare. “Quindi che faccio?” Mi avvicino a lei che mi punta con lo sguardo, agitandosi nella sedia.

Non le vorrei far del male, ma lo devo fare. “Non ce la posso fare… E’ sempre una come me…”

Mi viene il voltastomaco. Dei conati di vomito mi salgono alla gola, li respingo deglutendo.

“Okay, Sebastian, ora fingi di essere cattivo e di voler ottenere delle informazioni…”

Guardo di soppiatto il Capo che sembra innervosito dall’attesa.

Sarà meglio iniziare.

«Fuggitiva…. Ti conviene dire la posizione esatta del tuo gruppo altrimenti incomincerà a torturarti.» la mia voce è roca e abbastanza convincente.

Lei sputa sulle mie scarpe ridendo. «Ma secondo te, io non riesco a sopportare le vostre insulse torture?! Cosa mi potrete fare mai? Entrare nella mia mente? Ferirmi? Uccidermi? Ma dai…» sembra soddisfatta di quello che dice, ma non sa con chi ha a che fare. Gli Ibridi possono essere più scaltri di noi Fuggitivi messi insieme.

Ci vuole un piano B. Andiamo sul pesante. “E so che me ne pentirò amaramente….”

«Va bene, piccola e scorbutica Fuggitiva, pensi di essere furba, ma la verità è che quelli furbi siamo noi, Ibridi» sul mio viso compare una smorfia compiaciuta. Però… Non pensavo che fare la parte di un Ibrido mi sarebbe piaciuto…

“No, No…. No, non va bene… Ti stai lasciando trasportare troppo, Sebastian… Non farlo.”

Quella voce… Quella voce… Mi pare di averla già sentita… Sarò solo la mia coscienza… “Dovrei seguirla, ma così ne varrebbe la mia vita, e così decido la via più semplice: essere un predatore e non una preda.”

Lei fa una smorfia, ovviamente sfidandomi. E io accetto la sfida. «Non vuoi collaborare… Ma sappi che se non mi dici i-m-m-e-d-i-a-t-a-m-e-n-t-e dove si trova il tuo gruppo, ti toglierò i tuoi amati poteri…» dico piano. E’ l’unico modo che ha per collaborare e spero che mi faccia fare la parte del cattivo, perché non lo sono affatto, anche se ammetto che è divertente. Okay, non è così tanto…

Lei rimane sbigottita dalle mie parole e ne sono soddisfatto, a questo punto dovrà pur sacrificare gli altri per lei.

Ma parlo troppo presto.

«D’accordo. Voi pensate che i Fuggitivi si tradiscono da loro perché la vita è più importante di qualsiasi altra cosa, ma vi sbagliate. Il mio gruppo mi ha accolta come in una Famiglia e io non li posso tradire così, quindi se vuoi toglimi i poteri, tanto io non vi dirò MAI niente.» ribatte. Ha la voce tremante. Ha paura.

La guardo con gli occhi sbarrati. “Stai scherzando, vero? Ma perché devi per forza farmi fare l’Ibrido?”

“Ti prego, Sebastian, non farlo! Ti prego… Ti prego…”

Ancora quella voce conosciuta fa capolinea nella mia mente. Vorrei ascoltarla, perché so che è la cosa giusta, ma non posso. Non posso e non devo. Devo fare il mio lavoro o non potrò più proteggere Wanda. Questo era l’ultimo desiderio di mamma e non posso deluderla.

Guardo di soppiatto il Capo che sembra essere fiero di me.

E questa sensazione non mi piace per niente.

Lui indica con lo sguardo una siringa sul tavolo e un liquido arancione riposto in un grande contenitore.

Mi avvicino al tavolo diffidente, afferro tremante la siringa stringendo i denti. Non devo cedere ora. Ora no. Ora no.

“No, Sebastian, non farlo. Quel siero non sai se è testato… E se avesse effetti collaterali… E se morisse, cosa faresti?”

La voce ritorna distraendomi. “Se morisse, ce l’avrei sulla coscienza per tutta la vita al contrario degli Ibridi.”

Non dovrei farlo, ma da quando sono nella Base degli Ibridi ho capito una cosa: sacrificare delle vite, significa salvarne molte altre; ed è il mio scopo.

Sospiro silenziosamente, facendomi forza. Le mie mani smettono di tremare e riesco ad aspirare dentro la siringa il siero arancione.

Ritorno dalla Bionda Platino, che ora mi guarda con la paura che le divora gli occhi. Guardo velocemente il Capo che mi fa un cenno, impaziente.

Deglutisco. Sbatto le ciglia. La mente si libera da ogni pensiero. I miei occhi puntano la vena del suo braccio. Le mie orecchie sentono silenzio. Silenzio carico di tensione e paura. E il mio cuore batte velocemente. La vista si offusca mentre il dito spinge lo stantuffo finché il liquido non scompare.

Sfilo la siringa e la butto per terra. Fa un gran baccano, ma non mi interessa.

La mia mente realizza solo adesso quello che ho fatto: ho condannato la ragazza alla morte. “L’ho praticamente uccisa.”

Mi sento davvero uno schifo per averlo fatto.

Ora c’è solo da sperare che sopravviva.

La ragazza per un po’ sembra non avvertire niente di particolare. Improvvisamente però, la sua bocca sputa sangue. Sputa tutto il sangue sul pavimento, mentre io mi sposto più in là.

Quando solleva gli occhi per guardarmi, noto che perde sangue sia dal naso che dagli occhi. E io mi sento ancora peggio.

Sto per crollare. Le mie gambe quasi cedono.

Ma prima, la Bionda Platino mi rivolge una smorfia intrisa di sangue. «Tu, Ibrido, meriti una morte peggiore della mia e spero tu bruci nelle fiamme eterne dell’Inferno. Perché è solo questo che meritate voi Ibridi!» la sua voce è spezzata dal sangue che le continua uscire dalla bocca.

Quelle parole sono come uno schiaffo. Fa più male di quanto pensassi.

Il mio cuore perde un battito alla vista della Bionda Platino che smette di respirare e crolla sulla sedia.

“Mi sento uno schifo. Più di prima. Ho ucciso una ragazza. Ho ucciso una ragazza come me… Ho ucciso. Una. Persona.”

Cosa direbbe mia madre di questo? Di certo non ne sarebbe decisamente contenta. Sto per vomitare.

I conati di vomito sono più forti. Cerco di respingerli, come le lacrime che mi stanno per offuscare tutta la vista.

Mi dirigo vero la porta, quando una mano oltre a farmi sussultare, mi fa quasi gridare.

Mi giro, ricacciando, immediatamente, le lacrime. Il Capo mi osserva per un attimo impassibile, poi con grande enfasi e un sorriso soddisfatto, mi esclama. «Benvenuto nella Base degli Ibridi, Mr. Simmons. Ora è a tutti gli effetti il mio assistente. Devo dire che non me lo sarei mai aspettato da lei. Beh, sono felice di poter contare su di lei, adesso.»

“Anch’io non pensavo di esserne capace, eppure… Ho distrutto per sempre la mia anima, oltre che una vita.”

Fingo un finto orgoglio. «Anch’io sono felice, non aspettavo altro, del resto.» la mia voce ha un mancamento. Mi riprendo subito. «Ora, se mi vuole scusare, avrei del lavoro da svolgere.»

Il Capo mi da il permesso di congedarmi, apro la porta e mi avvio verso il bagno. Passato il corridoi mi trovo senza neanche accorgermene nel bagno con l’acqua fredda sulla mai faccia.

Vedo il mio riflesso: un ragazzo adesso consumato dal rimorso.

E che non si perdonerà mai per quello che ha fatto. Mi sento un mostro, anche peggio degli Ibridi.

“Forse lo sei” la mia vocina interiore non mi fa stare meglio.

Mi asciugo velocemente il viso, ma questo non basta per impedirmi di far scorrere delle lacrime.

Faccio un bel sospiro. Sono spaventato. Spaventato da quante cose ora mi potrà far fare e non so se sono in grado di sopportarlo.

Mi asciugo nuovamente la faccia. Esco dal bagno, fingendo un sorriso mentre gli Ibridi mi fermano con sorrisi e occhi pieni di felicità, e continuo a camminare finché non sono nel mio ufficio.

   
 
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