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Autore: FlyingTrain    15/06/2015    1 recensioni
Non sei tu ad aver appreso la rotta.
E' il mare a prevedere ogni tua mossa e a conoscere anche la più innocua delle tue debolezze.
"Ho atteso da tutta la mia vita di intraprendere un viaggio all'insegna dell'avventura, e ora finalmente sta succedendo."
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 [Più di ogni altro tesoro prezioso]






[ Golfo del Messico, 16 maggio 1720 ]

 

La superficie salmastra dell'acqua cristallina brillava sotto i raggi rosei del sole, e l'aria dell'oceano non vantava una giornata tanto promettente da circa due mesi di burrasca. In un punto preciso poi, ai confini di Isla Riera*, le onde avevano da infrangersi niente di meno che contro lo scafo della famigerata nave braccate da tutte le marine militari, La Tenebra.
Verso l'ora del tramonto, gli uomini di Old Roger potevano finalmente beneficiare, dopo il sudore di un'interminabile giornata di fatica, di un po’ di serenità e perché no, sollazzare in solita compagnia e con l'ausilio di alcune preziose gocce di rum.
Intanto, il primo ufficiale sorvegliava annoiato dal ponte di coperta le anime sudicie e dalla bocca contorta di imprechi e volgarità - sconce quanto scurrili, e tipiche dei bucanieri rozzi dell'oceano Atlantico, ma ben peggiori quando si trattava in verità della ciurma del più spietato pirata dei sette mari.
Dopo aver ormeggiato per svariati porti nelle ultime due settimane, adesso la destinazione rimaneva un'unica e sola località denominata Rock Safe*. Colei che tutti navigano cercando.
Ma sebbene avessero incalzato la rotta capace di condurli esclusivamente all'oggetto del loro interesse, solcando pertanto il mare giorno e notte senza soste aggiuntive, restavano ancora lungi dall'approdare alla meta tanto ambita. E per sfortuna di tutti, l'impazienza era di certo una pecca eccessivamente petulante, nell'atteggiamento per il resto “poco esigente” del loro capitano.

Nel frangente in cui un marinaio si scolò giù per la gola l'ennesimo bicchiere alticcio di alchool, le risate intorno a lui, che solo una manciata di secondi prima usavano riempire di schiamazzi l'aria, sfumarono lasciandosi alle spalle delle grossolane facce confuse.

A mano a mano che il silenzio calava, lentamente un gruppo di nuvoloni, che poco prima non rientrava minimamente nel progetto futuro di questo giorno, si fece largo restringendo la superficie della nave ad una penombra buia.

Joseph, un mozzo raccattato dal capitano due anni prima al porto di Royal Sea*, pertanto l'ultimo arrivato, e salvato da una vita più miserevole di quella che poteva regalargli la pirateria, ora si faceva il segno della croce alla vista di ciò che ne riemerse, quasi trionfante, dalle profondità oscure e minacciose del mare.

La propulsione della Tenebra rallentò senza che nessuno impartisse ordini a tal proposito, fino a che non si fermò definitivamente sul posto, di fianco al veliero appena comparso.
Eppure la sensazione che il vento fosse ancora dalla loro parte era per giunta palpabile sui peli rizzatisi sopra le loro pelli.

Il primo ufficiale, dopo essersi lasciato uscir di bocca un distratto “non può essere” paralizzato dallo sgomento, abbandonò il ponte sui suoi passi e si affrettò a rincorrere l'atto prossimo che qualunque pirata, al suo posto, avrebbe eseguito in una tale circostanza.

Ma non fu necessario. Infatti, come già era successo, il capitano prevedeva ogni situazione, ogni agguato. Fece capolino prima che chiunque altro potesse fare appello alla sua presenza, prima con la sua gamba di legno. E a seguito di ciò, il primo ufficiale si arrestò sospirando forse anche per gradi poco più rincuorato nel rivedere la sua figura.
Ebbene, quest'uomo tanto famigerato, che mai era solito uscire di cabina dopo un orario preciso, accompagnato da un mantello sulle spalle e consumato dall'età in volto (ma ancora saldo più di una roccia) mise anche l'altro piede in carne e ossa sul ponte del veliero, camminando dritto e spedito verso il timone della nave, portandosi dietro non di meno che gli sguardi carichi di rispetto, e soprattutto di speranza, dei marinai al suo servizio.

Arrivò a comando arrancando un po’, ma sempre con quell'aria tranquilla che lo contraddistingueva, e infine, a testa alta, sembrava sfidare qualunque uomo sulla faccia della terra osasse opporglisi contro sulla strada per la conquista della ricchezza e della fama.

“Davy Jones” fu tutto ciò che disse, con una punta di malizia nella voce anche, senza curarsi di guardare altrove che non fosse l'orizzonte spettacolare difronte a sé, mentre zoppicava con il peso riverso sul bastone impugnato.

A quel nome pronunciato, come inevitabilmente, attraverso il volere dell'Olandese Volante (più ricco di vita di quanto le leggende sul mare potessero mai raccontare) un uomo dalla tenuta putrida e grondante di molluschi attaccati alla sua stessa fisicità e alla vista repellenti, si scindeva dal legno da cui era stato inglobato e nascosto fino a quel momento insieme al coro dei suoi seguaci.
Fece così il suo ingresso in scena- ad effetto dramma- il Diavolo del mare.

Il pirata da una vita priva di morte, violò qualche passo sulle assi cigolanti della sua imbarcazione, a detta di molti indemoniata, infondendo a tradimento l'ennesima ondata di terrore. “Ciao, Roger.” Dalle sue fauci, l'alito sprigionava una brezza a dir poco stagnante.

A prova di ciò, e dell'inquietudine, un brivido madido di sudore percorse all'unisono le colonne vertebrali di ognuno dei componenti della ciurma di Old.

“Qual buon vento ti disturba, a tal punto da condurti fin qui da me, vecchio Jones?” si incuriosì poi il capitano. Gli occhi piantati sull'orizzonte e la sfrontatezza di un lupo di mare.

Il diavolo, al contrario, sembrava sul punto di imprecare qualcosa, ma si astenne. “Devi possedere una lingua biforcuta, e una memoria a breve termine, per chiedermi una cosa simile.” sibilò infine.

L'altro virò lo sguardo finalmente alla sua destra, in direzione del suo interlocutore. “Oh no, è solo che in genere non ricevo visite.”

Qualcosa scattò negli occhi vispi di Davy Jones, che si illuminarono come se gli avessero acceso improvvisamente davanti, un lume di convinzione che si rifletteva dentro le pupille ristrette. “Mi stai dicendo forse che tu non ricordi?”

Occhi vuoti e spallucce intanto obiettavano al comando dall'altra parte, al fianco dell'Olandese. “Cosa dovrei ricordare?”

“Sarà un piacere rinfrescarti la memoria allora.” annunciò la risata ambigua di Jones che subito un attimo dopo svanì, materializzandosi dal nulla alle spalle di un mozzo di Roger.

Quest'ultimo non si era reso conto minimamente di nulla, finché non sentì sulla propria pelle, ma soprattutto sulla gola, la forza della lama del coltello impugnato da Jones, squarciarlo crudelmente e senza pietà alcuna.

Il nostromo non riuscì più a trattenersi, scattò in avanti. “Cosa diavolo-” ma venne subito bloccato dalla mano cauta del suo capitano.

“A cuccia, John.” E come se non fosse appena successo nulla, continuò a fissare a nervi saldi davanti a sé.

John rimase esterrefatto e ancora più disorientato di prima. “Ma capitano-”

“Calico John, per quanto io apprezzi e abbia in riconoscente considerazione gli sforzi che avete fatto sempre al mio fianco in tutti questi anni, voi siete al mio servizio su questa nave proprio come tutti gli altri del resto,” accompagnò alle parole un gesto plateale della mano adornata con diversi anelli d'oro. “ricordatevene in futuro.”

Fissato dagli occhi ancora perplessi del primo ufficiale, Old Roger sciolse con la mano la presa sul legno grezzo del timone, affidando così di conseguenza il comando all'altro che dal canto suo, senza batter ciglio in ulteriori proteste, assecondò i voleri del capitano in silenzio, nonostante si trovassero ad essere fermi già da un pezzo oramai.

Egli poi scese un gradino alla volta le scale che lo separavano da colui che aveva appena violentemente strappato la vita ad uno dei suoi uomini. “Confesso di esserne lusingato, che tu ti sia fatto tanta strada per venire a trovarmi. Ma vediamo di scendere a patti, come persone civili, che ne pensi?”

“Non siamo persone civili. Non lo siamo mai stati! Quel che siamo, invece, è la feccia dell'umanità, pirati, contrabbandieri, e io sono stufo di essere preso in giro da un moccioso e incallito mentecatto come te, Roger! Non mi farò trattare, io, come l'ultimo dei pirati!” sputò irato il Diavolo, senza troppi peli sulla lingua.

“Come vuoi, ma ehy, non sono più un moccioso.” una risata roca gli risalì su per la gola. “Voglio dire, sessant'anni.. Tra poco il mare porterà via con sé le mie ceneri e allora tu non dovrai più temermi. Manca poco, sono vecchio, Jones. Sii buono, lascia che io mi ritiri e che viva questi ultimi anni in pace cercando la mia redenzione.” Lo abbindolò, nascondendo però dietro alla barba tanta menzogna.

Davy sorrise raggiante, assaporando il venticello gremito di salsedine che solleticava il suo naso. “Mio caro Roger, non te lo ripeterò più: hai tre giorni di tempo. Tre e soltanto tre. Dopo di ché verrò a prenderti, ovunque tu tenterai di sottrarti al tuo triste destino, e ti giuro sulla barba di Nettuno che se non mi avrai portato quello che ti ho chiesto, te la vedrai con tu sai cosa.” Detto questo, Jones ostentò i suoi due occhi come strumenti per seminare disprezzo e rancore, prima di dissolversi nuovamente e tornarsene a bordo della sua nave fantasma insieme a tutto il suo fascio di equipaggio. “Andiamocene da qui!” Sbraitò contro i suoi uomini.



Tornato il sereno, e placato il vento arido, i marinai si liberarono, gettandolo in mare, del corpo fradicio di sangue del loro ex compagno ucciso.

Il primo ufficiale, Calico John, approfittò della quiete diffusasi per avvicinarsi alla cabina e scambiare due parole con il suo capitano, non prima però di aver gettato un'ultima occhiata anche al resto della flotta che lavorava per ripulire al trambusto scatenatosi sotto di sé.

Afferrò il battente ed entrò annunciandosi: “Capitano.”

Roger abbandonò per un attimo le carte su cui presto aveva preso a lavorare dopo che Jones se ne era andato. Si voltò a suo malgrado assorto, per scorgere chi fosse. In un altro momento non ne avrebbe avuto il bisogno impellente. Sapeva riconoscere perfettamente la voce di ogni suo passeggero, ma in quel frangente lo stress accumulato lo aveva consumato tanto da fargli dimenticare persino il suo nome. “Oh, sei tu.”

John richiuse da bravo la porta alle sue spalle e avanzò verso lo scrittoio fremendo per l'agitazione che finalmente si sentiva libero, da occhi indiscreti, di scaricare. Il capitano era come un fratello maggiore per lui, dunque non avrebbe avuto di che vergognarsi a lasciar andare un po’ della sua frustazione. “Si può sapere perchè Davy Jones ce l'ha tanto con voi? Cosa ha fatto scatenare la sua ira? A cosa sono dovute queste improvvise angherie?"

Roger ascoltò, magari anche attentamente, le domande innescate a raffica una dietro l'altra, comprendendone di sicuro le motivazioni, poi lo riprese: “Quando hai finito..”

John espirò e si massaggiò le tempie. “Ho finito.”

“Bene.” biascicò Roger tornando a darsi da fare sulle carte con le rotte battute con più facilità per ogni porto nelle vicinanze.

L'altro si guardò intorno intontito, poi lo chiese: “..allora?”

“Oh, si, giusto.” Si rimproverò mentalmente per essere così distratto negli ultimi tempi, e non solo a causa di Davy Jones. Non aveva detto niente di falso prima, l'età avanzata comportava i suoi sintomi per un longevo marinaio come lui. Anche per il più forte. Non era più agile come una volta. La vecchiaia era realmente alle porte e la cosa che lo spaventava maggiormente era la consapevolezza di dover nominare un nuovo capitano a cui rilasciare l'ingrato, ma anche decisamente fantastico, compito: essere al comando di una banda di predoni - che avrebbe a distanza di pochi miseri anni affidato nelle mani di qualcun altro- navigando sulla sua Tenebra gli aveva donato una vita di avventure che nessun altro mestiere poteva vantarsi di concedere agli uomini. Il brivido della paura proprio come quello che aveva assaporato pochi attimi prima, quando Davy Jones incombeva sul suo stesso pavimento, a due soli passi dal tagliargli la testa. La speranza di riuscire a salvarsi la pellaccia. L'insicurezza di non farcela che comportava il doversi appigliare a qualsiasi risorsa gli venisse in mente. Era questo che paradossalmente rimpiangeva di dover abbandonare più di ogni altra cosa, addirittura più di ogni altro tesoro prezioso.

“Il cuore di una vergine.” gettò fuori infine, e ci mancò poco che non lo facesse in maniera teatrale.

Il primo ufficiale reagì d'impulso con il cuore tamburellante, come stesse scattando all'attenti. “Cosa?”

“Davy Jones. Pretende che gli sia dato il cuore di una vergine.” rispose come fosse la cosa più scontata e naturale del mondo.

“Ah..” boccheggiò. Iniziava a sudare, il povero primo ufficiale. Lui al contrario non amava trovarsi ad avere a che fare con tutti questi pericolosi pensieri, nonostante fosse di vent'anni più giovane. E nonostante fosse un pirata. Lui preferiva di gran lunga depredare e uccidere, piuttosto che rischiare al punto critico di venire ucciso. “Ho capito, ma perchè?”

Roger tracciò sulla cartina un punto che a parer di John sembrava essere stato scelto a caso, senza rifletterci troppo su. “Tempo fa gli ho chiesto di farmi un favore e come ben tu sai, i favori con quel mostro marino hanno tutti un caro prezzo, più salato del mare che stiamo solcando adesso. E se gliel'ho promesso, lui lo avrà. Avrà quel che mi ha ordinato di prendergli e io ho intenzione di onorare anche questa parte dell'accordo.” Dichiarò solenne. Non avrebbe accettato repliche e questo John lo sapeva bene. “Ordina a mastro Smith di invertire la rotta, approderemo prima a Percy Halt*.”

John esalò l'ennesimo respiro ansioso, in procinto di svenire lì su due piedi sotto lo sguardo assente del suo capitano, infine acconsentì. “Si, signore.”



 


* i luoghi sopra citati sono inesistenti, frutto della mia fantasia.
 
 
   
 
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