Piccola storia senza trama, personaggi, nomi. Il brano finale è un esperimento di flusso di coscienza (Joyce fa i suoi effetti...).
Buona lettura.






Non avrei mai pensato che la mia stessa mente potesse divenire una gabbia.
Una gabbia in cui improvvisamente mi assale la claustrofobia e mi dibatto, grido, cerco una via d'uscita fino a ricadere dentro, con i denti doloranti e le unghie sanguinanti, poi urlo di nuovo, mi tiro i capelli, mi graffio, mi lacero i vestiti, miserabile.
Non sono pazza. 
Non sono malata. 
C'è che mi sento imprigionata e intrappolata sempre e comunque. 
Non ho soluzioni ai problemi e alternative alle cose e quando le ho sono fuori dalla mia portata.
Sono costretta a stringere i denti e proseguire, trascinando il mio corpo e tutti i miei pesi che sono come una palla al piede di un carcerato il cui ceppo è chiuso troppo saldamente attorno alla mia caviglia per disfarmene.
Sono costretta ad appiccicarmi sul volto una maschera, a dipingermi sulle labbra un sorriso falso.
Sono costretta a fare finta che tutto vada bene quando vorrei poter crollare davanti agli altri senza temere di essere abbandonata e incompresa.
Sono costretta a sorbirmi i consigli inutili e non richiesti quando vorrei soltanto essere ascoltata, non per forza capita, non giudicata, accolta e trovo davanti a me muri insormontabili.
Sono costretta a reprimermi perché dire sempre la verità è scomodo e dà troppi problemi, a lasciar correre ipocrisia e opportunismo perché allo stesso tempo è e non è "affar mio".
Sono costretta a dover lottare contro tutto e tutti per preservare la mia sanità mentale e spirituale da quel soffio di follia che mi porta sull'orlo del burrone quando arrivo al limite e non riesco a reggere più il no sense, l'inutilità, l'ossessività, il vuoto.
E nel frattempo la mia stessa mente mi rema contro, facendomi annegare in un mare di pensieri e seghe mentali da cui vorrei uscire e in cui non vorrei mai ricadere.

Sento come se avessi un mostro celato dentro in qualche buio abisso della mia psiche che mi divora si dibatte per liberarsi ruggisce e il suo urlo echeggia dentro la mia mente e le catene cigolano ormai allentate e chi è fuori continua ad alimentare la bestia in me senza capire senza voler capire senza sapere senza voler sapere non ce la faccio più a volte temo che si liberi e non voglio non voglio essere un animale non voglio perdere la lucidità non voglio diventare folle o forse lo sono già perché la normalità altrui è per me follia e la mia normalità è pazzia per l'altra gente non sono come loro non lo sarò mai le persone vanno viste per come sono davvero e non per l'esteriorità tutti siamo capaci di mettere gli stessi vestiti e dire e fare le stesse cose ma non tutti lo fanno per davvero sinceramente no è tutta una maschera una fandonia una menzogna una moda che se ne frega di chi prima ha sofferto e ora è scomparso travolto dal gregge di pecore brave attrici io non sono un'attrice non sono brava non lo sarò mai non posso fingere che mi piacciano persone maschiliste menefreghiste egoiste stupide ignoranti cattive false salvatemi portatemi fuori dall'incubo fatemi respirare datemi ossigeno non voglio morire voglio vivere voglio farlo in libertà pace serenità senza più questi macigni nello stomaco e queste ferite nel cuore e nell'animo voglio essere leggera e quasi volare nel cielo lontano da tutto