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Autore: Jasmine_dreamer    16/06/2015    3 recensioni
Mi ricordo il profumo di Oliver, le sue mani incrociate alle mie, i suoi occhi verdi.
L'amore, l'alcol, le sigarette e l'erba, si respirava tutto.
La spiaggia era buia, tutti erano tornati a casa, e Oliver mi aveva appena vista piangere.
Un amore clandestino, un amore durato una sola estate e da lì a breve sapevamo che i nostri sguardi non si sarebbero più incrociati.
Oliver si muoveva dentro di me, rendendomi sua per sempre.
"Nicole.." gemette: "Ti amo."
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dopo aver saputo di essere incinta, mi eliminai da Facebook per paura che Oliver e gli altri ne venissero a conoscenza, ma ciò nonostante a volte lo aprivo senza eseguirci l’accesso per controllare cosa stesse combinando Olly.
Quando però vidi la sua immagine del profilo mi venne un tuffo al cuore: si era fidanzato insieme a Jane, una ragazza del gruppo.
Il padre di mio figlio aveva una ragazza, ma d’altronde era giusto così no?
Da quando avevo saputo della gravidanza di Christian avevo interrotto ogni tipo di rapporto con lui senza dargli spiegazioni, avevo semplicemente smesso di rispondere ai suoi messaggi ed alle sue telefonate per permettergli di avere una vita normale, nonostante sapevo quanto lo stessi ferendo.
E ora cosa stava succedendo? Lui aveva ripreso in mano la sua vita, era andato avanti senza di me proprio come volevo io, ed io ero colta dall’impulso di chiamarlo e sputargli tutta la verità in faccia.. ma non potevo, era troppo tardi, lo avevo perso.
Io non ero riuscita ad andare avanti, io non mi ero innamorata di nessun altro dopo di lui, mentre lui si e questo faceva male.
Mi voltai a guardare Christian che giocava con Laika dietro di me.
Lui era su di lei a tirarle le orecchie, e la mia povera Laika mi guardava con aria disperata senza fare il benché minimo accenno alla violenza. Risi e spensi il computer.
Christian stava crescendo a vista d’occhio, aveva 11 mesi e sapeva già dire mamma, Laika, Karen e quasi il suo nome.
“Chi ama la mamma venga a darmi un bacio, forza!” esclamai io.
Lui si alzò venne da me e mi baciò.
Christian da me aveva preso soltanto quei grandi occhioni azzurri, perché per il resto aveva gli stessi lineamenti del padre e una folta chioma castana proprio come Oliver. Chissà quando sarebbe diventato grande, lo immaginavo bello e forte come il suo papà. Con quelle grandi spalle che mi facevano sentire così al sicuro, quel metro e ottantasei di altezza, quel bellissimo sorriso e quei ricciolini in cui si passava sempre la mano destra quando era in imbarazzo. Ricordai la prima sera al bar, lui che venne verso di me. Ricordo ancora come le sue guance diventarono rosse quando gli feci un timido sorriso.
Il telefono affianco a me squillò, era mio padre.
Quando ero piccola mio padre andò via di casa con un’altra donna ed io non avevo alcun ricordo legato a lui.. ma da circa tre anni si era rifatto vivo, cercando di recuperare un rapporto che però dopo così tanti anni non era recuperabile. Nonostante ciò apprezzavo il suo tentativo e gli davo l’opportunità di passare del tempo con me e Christian, che aveva sicuramente bisogno di suo nonno.
“Ciao papà, dimmi.”
“Ciao tesoro.” La sua voce era dolce: “Hai già mangiato?”
“Mmh no, tra poco dico a Karen di preparare, perché? Vuoi venire qui?”
“Oh menomale, perché io sono già in macchina. Ti va se vengo lì e ci mangiamo una pizza tutti assieme? Magari anche Karen, così non cucina.”
“Oh si, per me vabene. A tra poco papà.”
Riattaccai.
Karen era la nostra domestica da prima ancora che nascessi io, era un amica per me e per tutta la mia famiglia. Era arrivata a casa nostra chiedendo un lavoro quando aveva 20 anni, orfana di entrambi i genitori, per noi era diventata una di famiglia. Quando morì mia madre anche lei stette malissimo.
Quando mio padre arrivò con le pizze, Christian aveva appena terminato la pappa ed era seduto in terra a giocare con Laika.
Come immaginavo saltò fuori il discorso di Oliver.
“Hai notizie di Oliver?” domandò papà.
“Si è fidanzato con Jane.”  Risposi addentando la prima fetta di pizza.
“Quando hai intenzione di dirgli di Christian, Nicole?”
“Papà, non posso dirgli di Christian.” Risposi .
“Per quale motivo?” il suo tono stava diventando nervoso.
“Perché non posso papà!” sbottai io.
I miei occhi si riempirono di lacrime, quindi esitai per qualche secondo prima di riprendere il discorso.
“Si è finalmente rifatto una vita, mi ha dimenticata. Non posso chiamarlo o presentarmi da lui e dirgli: oh ciao, sono Nicole, ti ricordi di me? Questo è Christian, nostro figlio di quasi un anno!”
Annuii in silenzio e riprese a mangiare.
 
 
Oliver:
 
Jane dormiva accanto a me, le gambe intrecciate alle mie e il suo respiro era regolare.
Il sonno a me mancava, quindi presi il cellulare e aprii la galleria.
Scorsi tutte le foto fino ad arrivare alle foto di Nicole.
Quando non avevo sonno facevo sempre così.
Mi chiesi per la millesima volta il motivo per cui lei fosse scomparsa dalla mia vita, ma non ero in grado di darmi delle spiegazioni, non sapevo quale fosse la risposta.
Mi apparve una foto che mi aveva inviato sul treno del ritorno, i suoi occhi azzurri, i suoi capelli biondi, quel sorriso dannatamente perfetto, era alta poco meno di un metro e sessanta e pesava poco più di 45 kg.
Ma nessuna foto era paragonabile alla realtà, nessuna foto le avrebbe potuto mai rendere giustizia.
Mi alzai dal letto per andare a fumarmi una sigaretta.
“Amore, che fai?” sussurrò Jane.
“Nulla tesoro, non ti preoccupare.. Vado solo a fumare, dormi.”
Lei fece un verso di approvazione, si girò dall’altra parte e si rimise a dormire.
Io amavo Jane, ma continuavo a interrogarmi sulla sparizione di Nicole, lei mi disse che fui il suo primo amore e lei fu il mio, perché quindi sparire così?
Spensi la sigaretta e mi misi a dormire.
Nicole abitava a Milano, non sapeva che per lavoro avrei dovuto trasferirmi lì per un po’.
 
 
   
 
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