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Autore: Euthymia    18/06/2015    0 recensioni
«Wendy?»
La voce di Peter la riscosse dai suoi pensieri. Si scambiarono uno sguardo, intenso e vivo, e ciò che passò in quell'istante fra i loro occhi non poté davvero esser colto, quantomeno non in maniera razionale, da nessuno dei due – il ragazzo mai cresciuto e la giovane che fu bambina.
«Sì, Peter?»
Lo guardò a lungo, un misto di tristezza e dolcezza nei suoi occhi così consapevoli da un lato, e così smarriti dall'altro.
«Wendy, ritorna sull'Isola che non c'è. Con me. Un'ultima volta.»
(cap. III)
Questa è una storia di crescita. È una storia di scelte e insicurezze, di timori e gioie. È una storia per tutti coloro che almeno una volta si sono sentiti al tempo stesso troppo grandi e troppo piccoli per la vita, che si sono scontrati col diventare adulti sentendo di non avere gli strumenti per affrontarlo. Questa è la storia di Wendy Darling, e del suo ultimo viaggio sull'Isola che non c'è.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Pan, Quasi tutti, Wendy Darling
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II: The lost thimble.

 

 

And then that word grew louder and louder
'til it was a battle cry…




 

 




«Wendy!»

Si svegliò di soprassalto, gli occhi sgranati, la mente invasa da un viso che non vedeva da quella che gli sembrava una vita intera. Un viso che era precisamente come lo ricordava, come l'aveva lasciato, ormai… quanto tempo era passato? Difficile a dirsi. Difficile anche solo a pensarsi, quando si trascorrono i propri giorni in un luogo in cui il tempo non è nulla. In cui il sole nasce e muore ogni giorno, sempre uguale a se stesso, e i cui abitanti non cambiano mai neppure di un singolo particolare.

Ma quel viso, il suo viso, non l'avrebbe dimenticato mai, per nessun motivo al mondo. Il viso di Wendy.

Senza neppure rendersi conto del mezzo sorriso che gli stava spuntando tra le labbra, Peter lasciò l'amaca su cui era disteso con un balzo improvviso. Incrociò le gambe, seduto a mezz'aria, e prese a massaggiarsi il mento, meditabondo. Certo, Wendy avrebbe sempre avuto un posto speciale nei ricordi e nei cuori degli abitanti dell'Isola che non c'è – figuriamoci in Peter stesso, poi! – ma c'era qualcosa di strano, in atto, quella notte. Perché mai si era svegliato col suo nome in bocca?

Aveva forse sognato qualcosa, di cui si era subitaneamente dimenticato? Ma a cosa servono i sogni nel sonno a qualcuno che li vive ogni giorno, ogni attimo della propria vita? I bambini di tutto il mondo andavano a fargli visita tutte le notti, da sempre, e avrebbero continuato a farlo in ogni avvenire immaginabile. Ma Peter Pan non ha bisogno di far sogni. Lui è un sogno. Il sogno per eccellenza! Quale poteva esser stata la causa di un così brusco risveglio?

«Maledizione!»

Peter sferrò un pugno all'aria, frustrato, e galleggiò fino a ritrovarsi nuovamente disteso sulla sua amaca. Qualcosa gli stava sfuggendo. Ma cosa?

Prese a camminare su e giù per la stanza, senza toccare terra. Non pensava a Wendy da molto tempo. Molte cose accadono sull'Isola che non c'è, molte avventure prendono il sopravvento. E Peter aveva avuto buoni, anzi ottimi motivi per cercare distrazioni e diversivi in tutto ciò.

Quella notte, tanto tempo prima, aveva fatto una promessa. Una promessa che, lo sapeva anche in quel momento, mentre guardava in quei suoi occhi così azzurri, avrebbe mantenuto solo per metà. Non sarebbe mai più tornato alla finestra di casa Darling. Non avrebbe mai più ascoltato le risate di Michael, il buffo parlottare di John, e soprattutto, sopra ogni cosa, le mirabolanti storie di Wendy. Ma dimenticarla? Mai. Non avrebbe mai potuto dimenticare. Né dimenticare lei, né il suo prezioso dono, che…

…Fermò di colpo quel flusso di pensieri in cui si era aggrovigliato. Cos'era? Che cos'era? Qual era il tanto prezioso oggetto che Wendy gli aveva donato, quel qualcosa, tanto unico che aveva giurato a se stesso di custodirlo gelosamente per sempre? Era qualcosa di… ce l'aveva sulla punta della lingua, ne era sicuro. Qualcosa di nascosto, forse? Peter rimase muto, a bocca aperta, nella penombra di una notte non ancora matura.

L'aveva dimenticato. Aveva dimenticato quale fosse il dono di Wendy. E se fosse stato solo l'inizio? E se pian piano avesse cominciato a dimenticare anche lei?

«Mai!»

Esclamò, colto da un impeto di orgoglio e di rabbia. Il suo primo impulso fu di svegliare ogni singolo Bimbo Sperduto che ancora russava nel Nascondiglio, deciso a interrogarli senza sosta finché uno di loro non l'avesse aiutato a ricordare. Forse qualcuno di loro ricordava ancora. Forse qualcuno di loro non aveva dimenticato perché Wendy era stata così fondamentale per Peter. Con un altro balzo fu in piedi, le mani chiuse a pugno appoggiate sui fianchi. Ma la sua determinazione durò pochi attimi, e una tristezza agghiacciante s'impadronì di lui. La sua ombra, riflessa nella parete legnosa davanti a lui, si mise le mani tra i capelli e si sedette mogiamente per terra.

Chi voleva prendere in giro? Come poteva sperare che i Bimbi Sperduti ricordassero, custodissero qualcosa che lui stesso, che ne era stato e avrebbe dovuto esserne ancora il depositario privilegiato, aveva dimenticato? C'era una sola cosa da fare. Un solo posto in cui andare.

«Trilli… Trilli!»

Peter si avvicinò furtivo al giaciglio della piccola fata, che dormiva beatamente esibendo un lieve tremolio delle ali sottili a ogni respiro.

«Trilli, svegliati! Dobbiamo andare!»

Al suono allarmato della sua voce, Trilli si svegliò in un tintinnìo vivace, rifilandogli un'occhiata inviperita. Come osava Pan svegliarla così, nel cuore della notte, senza neppure mostrare un minimo di gentilezza? Con un trillo sostenuto, gli domandò dove mai dovessero andare, di così importante, da non poter aspettare neppure il mattino.

Sul viso di Peter fece la sua apparizione un sorriso inconfondibile, quel sorriso che, in un posto molto, molto lontano, una fanciulla in procinto di crescere aveva da poco ricordato con malinconico affetto.

«Dobbiamo andare a ritrovare il mio dono nascosto. Dobbiamo andare a Londra.»

 

I'll come back when you call me,
no need to say goodbye…

 

 

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So che anche questo capitolo è molto breve, ma siamo agli inizi, e voglio procedere con calma. :D
E niente... mi sembra sia chiaro cosa abbia dimenticato Peter. Qualcosa che Wendy, invece, ricorda ancora bene nonostante il tempo trascorso. Forse diventare grandi non è sempre il peggiore dei mali. Sarà tutto come sembra? Un bacio a tutti. 

P.S. La canzone è sempre The Call di Regina Spektor. :)

  
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