"Cause maybe you're loveable 
Maybe you're my snowflake 
And your eyes turn from green to gray 
And in the winter I'll hold you in a cold place 
And you should never cut your hair 
'Cause I love the way you flick it off your shoulder 

And you will never know 
Just how beautiful you are to me 
But maybe I'm just in love 
When you wake me up  “
 
Ed Sheeran, Wake me up

 

 
Fuori era buio, l'aria sembrava fatta di ghiaccio. La maglietta leggera che indossava non impediva al freddo di colpirla in pieno come fossero tanti spilli affilati. Avril stava lì. i gomiti appoggiati sul largo davanzale della finestra della sua camera di Londra, e come ogni notte da lì a qualche mese, tese l'orecchio alla ricerca di quella voce familiare. 
La prima volta che l'aveva sentita ne era rimasta pienamente colpita. 
Era dolce e leggera e sembrava spandersi nell'aria come il più bello dei suoni. 
Il suono di una chitarra ad accompagnarla. 
Ma quella voce, a distanza di due mesi non aveva ancora un volto. 
Aveva scoperto che il ragazzo - perché di un ragazzo si trattava - cantava all'angolo della strada due volte a settimana. Così da quando l'aveva capito, aveva cominciato a programmare la sveglia sempre per la stessa ora per poterlo risentire.
Ogni sera Avril cercava il coraggio di scendere quei maledetti due piani che la separavano dalla strada, girare l'angolo, e scoprire di chi si trattasse. 
Ogni sera " ci penserò la prossima volta! " si diceva. 
Ma quella "prossima volta" non era mai arrivata. 
Guardò l'orologio. 3.40. Era in ritardo di venti minuti. 
Si chiese distrattamente come mai non fosse ancora arrivato. Che stesse male? Che fosse partito?Che avesse cambiato quartiere? Sentì una fitta allo stomaco a quell'ultima domanda. 
3.55.
Scese. 
L'aria fredda la colpì in pieno facendola stringere nella felpa che aveva afferrato prima di scendere. 
La strada era deserta e gli unici rumori che si sentivano erano i suoi passi e il tintinnare delle chiavi strette tra le sue dita. 
I capelli neri svolazzavano spostati dal vento, finendole davanti agli occhi. 
Ebbe il tempo di fare qualche passo che il suono di una chitarra invase l'aria della notte.
Il cuore prese a martellare forte quando quella voce prese a cantare. Il testo sembrava nuovo, le parole vera e propria poesia. Prese un lungo respiro, poi senza voltarsi indietro girò l'angolo.
Un ragazzo, illuminato solo dalla flebile luce della luna, stava lì appoggiato al muro. I suoi capelli erano rossi. Indossava una semplice felpa arancione ed un paio di jeans e scarpe da tennis. Le sue guance erano arrossate mentre le sue dita si muovevano veloci sulla chitarra. Gli occhi chiusi. 
Quando si ritrovò specchiata in quei due oceani che il ragazzo aveva al posto degli occhi, si senti stringere il cuore e "Sei un angelo?"chiese non avendo il tempo di sentirsi stupida.
Il ragazzo fermò la musica e semplicemente..rise. Di una risata divertita, allegra, liberatoria quasi.
"...sono solo Ed." disse sorridendole. "E tu chi sei?"
E mentre si affrettava a rispondere, Avril si chiese come avesse fatto ad essere così stupida da aspettare due mesi per fare un passo avanti.
E si disse che se fino a quel momento non aveva creduto ai colpi di fulmine, da quel momento ci avrebbe creduto per tutta la vita.