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Autore: Mary P_Stark    21/06/2015    4 recensioni
Stheta mac Lir è il principe ereditario della casata dei mac Lir, prossimo re di Mag Mell e valente condottiero fomoriano. Il suo essere primogenito è stato spesso fonte di drammi interiori, così come di conflitti con il padre e la madre. L'aver tradito, seppur inconsapevole, il fratello minore Rohnyn, ha causato in lui ulteriori dubbi e ulteriori sofferenze, portandolo a rivalutare concretamente tutta la sua esistenza. E' giusto che il suo popolo sia così chiuso in se stesso, che i sentimenti vengano banditi dalla vita quotidiana? Perché, l'essere come gli umani, è visto come un difetto, quando la vita sulla terraferma pare, ai suoi occhi curiosi, piena di meraviglie? Ciara, suo capitano delle guardie e fidata amica di una vita, è preoccupata dalla svolta pericolosa presa dai pensieri del suo principe, soprattutto quando scorge in lui un interesse sempre crescente per l'umana Eithe, amica di Sheridan. In questo triangolo di interessi sovrapposti, Stheta scopre anche una nuova realtà, creature ancor più mistiche di quanto già loro non siano e che, per ironia della sorte, lo aiuteranno a scoprire le verità che cercava. - 2° RACCONTO SERIE "SAGA DEI FOMORIANI"- Riferimenti presenti nel racconto precedente. Crossover con ALL'OMBRA DELL'ECLISSI
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga dei Fomoriani'
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Epilogo.
 
 
 
 
 
Tre anni dopo.
 

Attendere all’esterno della sala parto non fu piacevole, così come non lo fu non potersi lasciare andare a grugniti indispettiti e imprecazioni.

Tutto ciò sarebbe stato inammissibile, a Mag Mell.

Specialmente, per bocca di un principe.

La presenza dei miei genitori non mi fu di alcun aiuto, poiché essi erano più che miseri corollari, previsti solo dal protocollo reale.

Non era ad uso che i padri in attesa venissero confortati, anche se ne avrei avuto un gran bisogno, in quel momento.

Già pronto a mandare al diavolo l’ennesima regola comportamentale – ne avevo già trasgredite molte, dal mio matrimonio con Ciara, e altre ne avrei infrante – mi bloccai quando vidi uscire le guaritrici.

Una di loro, la più anziana in grado, dichiarò che tutto era andato bene e, dopo un inchino ai miei genitori, mi consigliò di entrare.

Tethra e Muath, a quel punto, si levarono dalle rispettive sedie per andarsene, come era da protocollo, e io non ne sentii affatto la mancanza.

Il fatto che il cerimoniale prevedesse che solo il padre potesse vedere i propri figli appena nati, mi piacque molto, in quell’istante.

Le guaritrici mi fecero entrare e, con rispettosi inchini, si dileguarono dalla stanza, lasciandomi infine solo con Ciara e…

Sorrisi spontaneamente, quando vidi due identiche copertine accanto ai suoi seni, e piccole testoline brune spuntare da quei tessuti morbidi e color lavanda.

Mi avvicinai con occhi sgranati, sicuramente sognanti e, grato che nessuno potesse vedermi in quel momento a parte la mia consorte, iniziai a piangere silenziosamente.

Chinai il capo a baciare le testoline gemelle, dopodiché dispensai lo stesso regalo a mia moglie, che sorrise, stanca ma fiera.

«Due… e chi se lo immaginava?» mormorai, ancora frastornato, ma più che felice che tutto fosse andato bene.

«Così non ce li litigheremo» ironizzò Ciara, la sua voce un po’ fiacca ma soddisfatta.

La baciai nuovamente, stavolta sulle labbra, e le domandai: «Sai già come vuoi chiamarli?»

Lei annuì birichina, e mi mise al corrente della sua decisione.

«Spero che la cosa non ti dia fastidio, ma ho consultato Sheridan, per la scelta. Volevo che i nostri figli avessero nomi con un significato importante, e che provenissero da una cultura alla quale entrambi noi ci siamo ispirati, così mi sono fatta consigliare.»

«Hai fatto benissimo. Quindi, ove è caduta la tua decisione?»

«Il maschio sarà Conor, mentre la femmina sarà Seanán.»

In un sussurro di miele, Ciara poi mi spiegò i significati dei nomi e, nel saggiarli sulla lingua per la prima volta, annuii.

Sì, Conor e Seanán erano davvero perfetti.

«Non vedo l’ora di mostrarli ai tuoi… ai nostri fratelli e sorelle» mormorò Ciara, stringendo un poco più a sé i gemelli.

Le sorrisi. «Ci sarà tempo per tutto. Ora riposa, e sappi che io rimarrò qui ad attendere il tuo risveglio, assieme ai nostri figli.»

Ciara assentì e, dopo aver sistemato Conor e Seanán nelle rispettive culle, mi accomodai sul bordo del letto per osservare, e vegliare, il sonno di mia moglie.

Ci sarebbe stato un tempo per ogni cosa, ma in quel momento volevo godermi da solo quella pace, quella gioia, quell’evento unico.

Avevamo lottato, per ottenerlo, e molte altre volte avremmo combattuto per ottenere altri risultati.

Ma per quel giorno, poteva bastare.

 

 
 
_____________________________________
Conor, leggasi “Conner”. Significa ‘forte determinazione’.
Seanán, leggasi “Shanawn”. Significa ‘grazia di dio’


Note: E con questo breve squarcio nel futuro, si chiude l'avventura di Stheta e Ciara, che comunque ritroveremo nella prossima storia, dedicata a Krilash, che si intitolerà "The eyes of truth".
Avremo a che fare con il passato oscuro di Krilash e con un presente colmo di sorprese, in cui il mito e la realtà si fonderanno, portando il fomoriano a scavare a fondo nei propri ricordi e in quelli dei suoi antenati.
Ringraziandovi per avermi seguita fino a qui, vi do appuntamento alla prossima settimana, con le avventure di Krilash e i fratelli mac Lir.
  
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