I rintocchi delle campane

La pioggia cadeva incessante quel giorno. Nella testa di Ryuzaki risuonavano continuamente le campane. Gli davano ormai fastidio, quei rintocchi non si erano fermati neppure per un attimo. La pioggia portava via le sue paure, o meglio così sperava. Aveva capito che ormai era arrivata la sua fine, questa volta non si sarebbe salvato. Sapeva che presto se ne sarebbe andato, ma la cosa che più lo rammaricava era non aver concluso quel caso. Il caso Kira era stato il più difficile della sua vita, tutti gli altri li aveva risolti semplicemente stando a guardare e grazie al suo intuito.

Se non ci fosse stata la regola dei tredici giorni sarebbe stato chiuso con la colpevolezza di Light. Aveva capito che c'era qualcosa di strano in lui la prima volta che l'aveva visto. In quei video era parso un ragazzo troppo perfetto. Niente è mai come sembra, tutto prima o poi crolla o si spezza. Pensava che anche Yagami prima o poi avrebbe ceduto, mostrato un suo lato nascosto o fatto almeno un errore; invece niente. Tutto quello che aveva si basavano su sue supposizioni. Gli unici inizi in suo possesso colpevolizzavano Misa, ma non Light. Lui era scaltro, ma era certo di averlo messo alle strette più e più volte, eppure era sempre riuscito a scagionarsi, mai un passo falso. L non ci capiva più nulla, poche certezze gli erano rimaste; una delle quali era che voleva ad ogni costo incastrare Yagami.

Ormai però non credeva ci sarebbe più riuscito, la fine incombeva su di lui. Mentre era immerso nei suoi pensieri scorse con la coda dell'occhio il suo più acerrimo nemico. Gli parlava ma lui non sentiva, il ticchettio della pioggia faceva un rumore continuo, in più c'erano le campane. Quel suono lo stava facendo diventare matto eppure non lo dava a vedere. Sembrava calmo ma dentro qualcosa si agitava. Aveva dedicato tutta la sua vita ai casi di cronaca più difficili di tutto il mondo, quella era la sua vita, non era certo di essere pronto a dire addio a tutto ciò.

Light si stava avvicinando ad L, presto non lo avrebbe mai più rivisto. Il suo cuore scoppiava di felicità, eppure c'era qualcosa che non comprendeva. Il suo io più profondo non era certo di volergli dire già addio. Un demone definito Kira aveva preso possesso di tutto il suo corpo e quasi di tutta la sua mente, c'era però una piccola percentuale che ancora ragionava. Quei giorni senza il diario era stato..felice. Si era sentito vivo ad indagare con il moro, odiava essere un sospettato! Lui era un ragazzo a modo, cresciuto con sani principi: non sarebbe mai stato un assassino! Si ricordava ancora quella frase detta forse con leggerezza ma che aveva risvegliato qualcosa in lui. “ Light è l'unico vero caro amico che ho”, Ryuzaki l'aveva detta forse per tendergli una trappola oppure lo pensava davvero, non sapeva dirlo con certezza. Kira lo aveva odiato per quella frase, aveva finto di corrispondere a quell'amicizia ma anche per Light era finzione quel sentimento? Non lo sapeva, il demone non lo faceva mai ragionare lucidamente, gli unici pensieri che faceva erano su come far morire L.

Avevano parlato a lungo sotto la pioggia. Ogni cosa sentita pronunciare da L per Kira erano sciocchezze. Ormai sentiva la vittoria in tasca, la sua morte era vicina. Quello era l'unico suo pensiero; presto il nuovo mondo sarebbe arrivato e lui ne sarebbe stato il dio. Una volta al suo interno Ryuzaki aveva ammesso di voler provare il diario. Il suo piano sarebbe stato perfetto e certamente avrebbe smascherato Light e Misa, ma aveva scordato un particolare; lo shinigami.

Rem che provava affetto per la ragazza avrebbe fatto qualunque cosa per salvarla, se non fosse intervenuto, lei sarebbe stata giudicata colpevole e condannata a morte. Non poteva permetterselo. Prima andò da Watari, scrisse il suo nome e lo lasciò morire da solo. Il pover uomo appena aveva sentito la fitta al petto aveva usato tutta la sua forza per resettare il computer come L gli aveva ordinato. Morì guardando quello che per lui era diventato un figlio nello schermo dinanzi. Sperò con tutto se stesso di non essere raggiunto da lui. Il suo ragazzo era ancora giovane e sarebbe dovuto vivere ancora a lungo, ma così non fu. Trasse l'ultimo respiro e si accasciò a terra. Dall'altra parte del monitor c'era Ryuzaki. Sapeva di aver dato a Watari regole precise, ma non si aspettava che anche lui morisse. Nelle orecchie ancora quelle campane, non era ancora riuscito a capire se suonassero di gioia o di tristezza. Era più propenso a pensare a quest'ultimo. Arrivò anche a lui una dolorosa fitta all'altezza del cuore. Il dolore fu così atroce che cadde dalla sedia. Light si precipitò su di lui impedendogli di farsi male con la caduta. Una lacrima rigò la sua guancia, L era davvero un suo grande amico. Lo aveva capito solo adesso, quando era stato depresso l'aveva tirato su di morale. Si erano a volte picchiati ma solo per farlo riprendere. Anche Light in quel momento morì lasciando tutto il suo essere a Kira. Sorrise guardando il suo nemico morire. Era quello che voleva da sempre.

Anche lui sentì poi le campane, suonarono i rintocchi di un funerale, ma lui non se ne preoccupò, il suo mondo puro e perfetto era ormai sempre più vicino.  






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Tadannn :) forse questa storia è un po' inutile lo ammetto però bo una volta che l'ho scritta, rileggendola comunque mi piaceva e allora ho detto "ma sì pubblichiamola" :) quindi bo eccola qui, spero vi sia piaciuta :) fatemi sapere per correzioni, critiche o altro sono qui :) un grazie a tutti in anticipo e alla prossima ;)