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Autore: _Will_    23/06/2015    1 recensioni
[I Dalton]
[I Dalton]Joe fissava l’orologio che teneva in mano. Com’era possibile che quel piccolo oggetto avesse portato a lui ed ai suoi fratelli così tanta felicità e tristezza insieme?
Genere: Avventura, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Joe fissava l’orologio che teneva in mano. Com’era possibile che quel piccolo oggetto avesse portato a lui ed ai suoi fratelli così tanta felicità e tristezza insieme? Per trovare risposta alla sua domanda non c’era niente da fare se non tornare indietro nel tempo con la mente: era stato Averell a fargli aprire gli occhi, azione che avrebbe cambiato in un solo giorno la loro vita…
*FLASHBACK*
“Quindi a quanto ho capito, questo luogo dove siamo capitati non ha ne spazio ne tempo, insomma da qui possiamo andare in qualsiasi epoca storica e in qualsiasi luogo?”chiese dopo aver ascoltato il fratello maggiore Jack; “Esattamente come hai detto tu” “Io non ho capito però!” “Ti spiego meglio io dopo Averell” rispose dolcemente William rispondendo agli interrogativi dei fratelli. Amava i suoi fratelli e sin da piccolo aveva sempre avuto l’istinto di aiutarli a crescere, a sognare… Sognare,era quando i suoi pensieri arrivavano qui che il suo stomaco si scombussolava, la testa si riempiva di parole confuse e i suoi occhi iniziavano a bruciare. Ogni Domenica sera,quando erano ancora bambini William adorava fare un gioco con i fratellini: Sognare; chiedeva ad ogni fratello di descrivere cosa sperava nel suo futuro e il perché:
Averell, voleva diventare un cuoco perché amava il cibo, Jack un’ingegnere perché adorava giocare con i suoi attrezzi giocattolo e Joe il più grande bandito del West assieme alla sua famiglia da secoli ricordata come rapinatori, di banche, treni e quant’altro!
L’ultimo desiderio più di tutti scoppiava dalla voglia di diventare realtà e purtroppo quello che era solo un’illusione era diventata con gli anni una dura realtà che gli altri tre fratelli avrebbero dovuto digerire man mano col tempo. “William” lo chiamò dolcemente prendendogli la manica della maglietta Averell vedendo lo sguardo perso nel vuoto del fratellone; “Cavolo” sfuggì al maggiore accorgendosi di essersi di nuovo perso nei suoi pensieri “Sei hai finito caro Signor Sognoadocchiaperti vorrei capire come dovremmo usare questo coso per evadere” gli urlò Joe svegliandolo definitivamente da quello stato diciamo di trans . “Carino il nuovo soprannome!” disse con ironia iniziando il suo discorso William: ”Per evadere grazie a questo oggetto non serve troppo per capire come: entri in uno di questi portali e sei fuori dal penitenziario e se lo desiderassi potresti anche andare in un’altra nazione o addirittura un altro continente! Ma se vuoi le banche e i soldi, l’affare si complica perché dobbiamo unire l’effetto del pulsante che ferma il tempo a quello che teletrasporta. Jack mi puoi aiutare a capire come?””Certo!”, aveva risposto il più piccolo con una luce negli occhi! ”Si e noi che facciamo?” aveva sbuffato il più basso; “Per adesso rilassatevi e…” mise una mano in un portale e ne tirò fuori un vassoio di biscotti ”… fate merenda!””Siiii!”rispose afferrando un dolcetto dal piatto” Grazie mammina!”disse Joe incrociando le braccia e sedendosi a terra vicino al fratellino. “Da quando William è così odioso?” chiese al ragazzo seduto affianco a sé Joe con fare odioso; “Piuttosto da quanto non era così William!”,”In che senso?” aveva domandato confuso il più basso. “Era da tanto che William non aveva quel luccichio negli occhi quel tono da guida, da fratello maggiore! Ogni volta che gli parlavamo dei nostri progetti i suoi occhi brillavano” rispose emozionato il più piccolo dando un morsetto al biscotto che aveva in mano.
Averell capiva poco e niente ma più di una volta dimostrava avere uno sguardo più attento di Joe: uno sguardo oltre le apparenze…
Joe non capiva: di solito era lui ad avere i piani, non William; di solito era lui a fare tutto il lavoro, non Jack; e di solito era lui a non farsi capire da Averell, non il contrario.
Erano quattro individui completamente diversi accumunati insieme da un qualche cosa.
Dal sogno di diventare il miglior bandito? No quello era il suo sogno.
Dalla rabbia incontrollata? Nemmeno, quello era un suo difetto.
Non sapeva niente di quegli individui che lo circondavano. Erano una famiglia.
Ma erano la sua famiglia?
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Lo so sono in straritardo ma meglio tardi che mai, no?
Pubblicherò presto anche gli ultimi capitoli della storia così per chi ha letto il primo capitolo (ovvero nessuno) non lo lascio più in suspance. Mandate tante recensioni, baci Blue Dreamer/ Marty! ;*

 
   
 
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