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Autore: bambi88    13/01/2009    12 recensioni
Prima classificata al contest Metal di Laly e Hipatya
Kankuro, una finestra spalancata e una porta sempre chiusa.
Kankuro e una famiglia che va in pezzi.
Kankuro e la debolezza di non volersi salvare.
L’anta della finestra sbatté di nuovo, ricordandogli, nonostante tutto, che era ancora marzo, e che a marzo era ancora inverno.
Riuscì a sollevare il braccio intorpidito, sfiorandosi la fronte sudata e i capelli sporchi.
Puzzava di fumo ed alcool e gli abiti della sera prima erano accatastati ai piedi del letto, gettati senza riguardo.
Se quella era diventata davvero la vita di Sabaku no Kankuro, posato fratello mezzano della ricca famiglia Sabaku, nonché promettente studente di ingegneria meccanica, allora aveva ragione a smettere di viverla.
E lui ci stava provando disperatamente da mesi.
La storia è stata divisa in piccole parti.
Spero di avervi incuriosito.
Un bacio
Roberta
Genere: Malinconico, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara , Temari, Altri
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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contest metal 4 XV Atto

You wanted to
Hide the scars to fade away the shakeup
You wanted to

L’altalena cigolava piano in quel parco deserto, sottofondo adatto all’umore dei tre ragazzi.
Temari sollevò la terra con la punta dei lunghi stivali, facendo sollevare il bordo della ridicola minigonna scura.
Gaara, stringendo i pugni alle catene dell’altalena, le lanciò un’occhiata assassina, continuando a darsi leggere spinte.
Il cigolio si interruppe per un attimo, come deviato dai suoi occhi chiari.
Kankuro si pentì di non aver portato il pacchetto di sigarette, nascosto abilmente nel fondo della valigia, tra il bagnoschiuma e i calzini puliti.
Sbuffò infastidito.
C’erano tante cose che detestava al mondo.
E da quando era entrato nel fatato mondo dell’adolescenza ogni disturbo era andato moltiplicandosi esponenzialmente.
Guardò trucemente Temari passarsi la mano sotto la palpebra, trascinando via il mascara colato.
Odiava vederla ridotta in quello stato.
Aveva smesso di arrabbiarsi al solo sentirla chiamare puttana, troia, sgualdrina.
Sapeva che Temari non lo fosse. Questo gli bastava, a modo suo.
E sapeva anche che un giorno si sarebbe guardata alle spalle e che si sarebbe pentita dei suoi errori.
Sarebbe stato allora che avrebbe cancellato Hidan dalla sua vita.
Ma forse era ancora troppo presto.
-    odio questo posto – sbottò improvvisamente la ragazza, sbilanciandosi sulla panchina gelida.
Gaara sollevò gli occhi al cielo, sempre silenzioso sulla sua altalena.
Kankuro si puntellò sul cavallo a dondolo, poggiando una mano sul manico scrostato – e dove avresti voluto passare il Natale, è Tem? – ingoiò la bile – magari con il tuo albino del cazzo? –
L’altalena riprese a cigolare, sempre più forte.
La ragazza sollevò un sopracciglio, stringendosi nella giacca di pelle – e che ti frega? – sibilò poi – sono grande abbastanza da poter scegliere della mia vita –
Il cigolio aumentò d’intensità.
L’altro avvertì la solita scossa di corrente attraversargli la schiena – ma zitta, hai diciassette anni, che gran donna che sei! –
Temari socchiuse gli occhi, sussurrando un insulto a mezza bocca.
Il cigolio si interruppe.
-    chiudete quella bocca – Gaara li fissò, nello sguardo il puro nulla – dovrei essere io a lamentarmi, passare una settimana con voi è l’ultima cosa che vorrei al mondo –
Temari si morse un labbro, gli occhi che si inumidirono spaventosamente rapidi.
L’altro fratello ignorò la bile che gli si era riversata in gola e soffocò il grido che gli era montato alle labbra.
In fondo era sicuro di aver perso Gaara tanto tempo prima.
Temari lottò silenziosamente con le lacrime calde, per poi sistemarsi uno dei codini.
Nervosa, come i fratelli.
-    è desolato questo posto - disse poi, come a voler cancellare con una spugna il commento del minore.
Kankuro la fissò, orgoglioso del suo tentativo.
Se c’era qualcuno che ci provava ancora, questa era proprio Temari.
-    Suna non è questo paese ridente – sussurrò di risposta, porgendole idealmente una mano – è un deserto del cazzo – aggiunse poi, osservando di sottecchi le reazioni dei fratelli.
Gaara continuò a fissarli impassibile, chiudendosi nel suo abituale rancore.
Quello del figlio demonio.
Quello di chi non si era sentito mai amato.
Forse a torto, forse a ragione.
Temari reagì con un sorriso forzato – già, qui non c’è nulla, però ricordo che da piccoli ci piaceva passare qui le vacanze –
Da piccoli.
Quando Karura era ancora viva, quindi.
Kankuro osservò le dita di Gaara sbiancare sotto la pressione dei pugni stretti.
Abbassò lo sguardo, incerto tra compassione e rabbia.
-    vi avevo pregato di stare zitti, sapete che non amo ripetermi - sibilò il più piccolo, lo sguardo ceruleo piantato tra i piedi impolverati.
Kankuro si grattò una guancia – con il carattere che ti ritrovi, capisco perché la settimana scorsa Naruto e Sasuke volessero darti una bella lezione – sussurrò, le labbra che si muovevano impercettibilmente.
Temari quasi sbiancò, attaccandosi allo schienale della panchina.
Tra Gaara e Hidan conosceva bene cosa volesse dire “reazione violenta”.
E ora la temeva con tutta sé stessa.
Il rosso incrociò gli occhi del fratello, gelido – non ti ho chiesto io di venire a difendermi – mormorò, rabbioso – oltre tutto sono stato io a doverti tirare fuori dalla rissa, idiota -
Kankuro avvertì nuovamente il sapore della bile in gola – quindi la prossima volta preferisci essere picchiato da due ragazzini piuttosto che accettare il mio aiuto? – ridusse gli occhi a fessura – mi terrò lontano allora. E con piacere
Temari chiuse gli occhi, serrandosi nel suo giacchetto.
Kankuro si morse la lingua, pentendosi di aver parlato.
Fu allora che Gaara parlò.
-    non potete credere di comportarvi da famiglia con me, non lo siamo mai stati –
E fu quel plurale a farli rabbrividire.
- non è questione di volerlo o no, Gaara – Temari socchiuse le palpebre – non possiamo scegliere di amarci, anche se vorremmo non farlo –
Anche lei parlò al plurale, attraverso le labbra screpolate.
Dai baci e dagli schiaffi di Hidan.
-    non puoi chiederci di abbandonarti al tuo destino, neanche se è quello che hai scelto per te, Gaara – si aggiunse Kankuro – non mi fa piacere, davvero, ma devo farlo –
Gaara li guardò, nello sguardo confusione e distacco – nessuno vi costringe – per poi riprendere a oscillare sull’altalena.
I tre rimasero in silenzio, mentre il vento freddo riprendeva a sollevare sabbia attorno a loro.

Solo un cigolio.

Poi qualche parola.

Ed infine anche una risata.

Timida, ma era pur sempre una risata.

-    non possiamo abbandonarti al tuo destino –



XVI Atto

Wake up

Aveva creduto di dover morire.
Parte di lui era davvero convinta di non avercela fatta.
E quando aprì gli occhi e lo sorprese un bianco assurdamente brillante, per un attimo credette di essere in Paradiso.
E si chiese che cazzo ci facesse lui in un posto del genere.
- Mamma? – biascicò poi, mentre la puzza di vomito gli investiva le narici secche.
Solo allora capì di essere ancora vivo.
Il paradiso non poteva puzzare in quel modo, no?!
Avvertì la pressione di cinque dita sulla fronte e il ciuffo sulle labbra scrostarsi con un tocco deciso.
-    Ha parlato –
-    È vivo, sta calma
Il brusio indistinto confuse nuovamente le voci, lasciando filtrare, di tanto in tanto, uno sbuffo annoiato e ansioso.
-    Mamma? – ripeté ancora, mentre rapidi flash si accavallavano nella mente sconvolta.
I capelli biondi di Karura.
La finestra socchiusa.
Il cioccolato nelle mani di Temari.
La porta del padre.
Le ferite sul volto.
Il silenzio del padre.
La mano della madre.
-    Kankuro parlami, ce la fai a parlarmi? – la voce di donna squarciò il silenzio del suo incubo, ricacciando le immagini spaventose nel loro oblio.
Il ragazzo aprì lentamente gli occhi, scontrandosi con un volto pallido e due occhi cerulei sgranati.
-    Gaara? – chiese poi, mentre le mani sulla fronte si staccavano bruscamente.
-    Chiama l’ambulanza! Forza chiama l’ambulanza Shi…- strillò Temari, il tono di voce esasperato.
Kankuro afferrò la mano della sorella, portandosela al petto – sto bene, davvero –
La figura longilinea del ragazzo scuro si allontanò, brontolando qualcosa a riguardo di asciugami e “dare una pulita al casino”.
La bionda fissò il fratello con l’espressione distrutta – che diavolo volevi fare, è? – indurì lo sguardo – non potevi morire proprio quando io e Gaara ci eravamo decisi a venire a prenderti –
Gaara afferrò l’asciugamano dalle mani del ragazzo di Temari, voltandosi verso il castano.
-    non ho intenzione di chiederti quali diavolo fossero le tue intenzioni – sibilò – non ho voglia di ascoltarti –
Kankuro si lasciò sollevare, piantando un braccio lungo il fianco dell’altro.
-    non è che io muoia dalla voglia di parlartene – rispose, sollevandosi sui gomiti.
Temari gli lanciò un’occhiata furente
-    l’ambulanza sta per arrivare – sbottò poi la ragazza, la mano sul fianco e la voce divenuta una corda tesa.
Kankuro si ritrovò a sorridere – è un ultimatum? –
Gaara e la sorella si lanciarono un’occhiata stravolta.
E Kankuro comprese di non averli mai visti così vicini al suo stesso baratro.
- non potevamo farti scegliere, Kankuro – mormorò Gaara, gli occhi infossati – tu e Temari l’avete impedito a me, noi e lui l’abbiamo impedito a lei – cercò i suoi occhi – non possiamo lasciarti fuggire –
Kankuro reclinò la testa sulla spalla, avvertendo il solito mal di testa martellargli le tempie.
-    lo so – biascicò – non possiamo abbandonarti al tuo destino
Temari si portò le mani sugli occhi, stanca e abbattuta.
Gaara sbuffò, il peso al petto che si scioglieva lentamente.
Kankuro si specchiò nel riflesso della finestra socchiusa, le prime luci del sole che illuminavano il suo viso spigoloso.
Sorrise, mentre il ricordo dei suoi genitori svaniva con quella porta chiusa e quella finestra spalancata.
E quella frase gli salì alle labbra.
- credevo ci saremmo abbandonati –


Addio papà,
ho smesso di voler essere come te.

[ad  libitum sfumando]




Capitolo Finale.
La storia finisce qui, con quel ad libitum sfumando che può essere interpretato in tanti modi, sia con Kankuro che riesce a salvarsi, sia con un Kankuro che non ne uscirà mai del tutto.
Spero vi sia piaciuta, qui c’è davvero parte di me, oltre che una buona parte delle mie coppie preferite, dalla ShikaTema d’obbligo, alla TenKankuro e alla KankuroMatsuri.
Senza dimenticare, ovviamente, l’accenno TenLee, per me fondamentale.
Mi sono divertita a scriverla e spero di non aver tediato voi.

Le risposte ai commenti seguono qui.
Ringrazio le colleghe di contest che hanno recensito.
E’ stato un piacere leggere le vostre storie.

Topy: ti ringrazio per i tuoi commenti e mi fa piacere che ti sia piaciuto il personaggio di Kankuro, è vero, su di lui c’è scritto sempre troppo poco.

Kaho_chan: grazie Leti, davvero. Grazie per l’appoggio, per i meravigliosi, intensi commenti e grazie per aver imparato ad amare il sand team XD E ovviamente…grazie per il tifo! XD Se stata davvero molto dolce, in ogni tuo commento. Un bacione!

Lily_90: tu più di tutti hai patito questa fic. Prima come sostegno, poi come beta…e poi come poveraccia che si è sorbita le mie turbe. Grazie, se è stata scritta è anche un po’ merito tuo. Un bacione!

Kalanchoe: che dirti se non: la canzone mi ricorda quando giravamo per scuola, nel corridoio delle palestre a ridere per qualche scemenza o a disperarci per qualche compito in classe? XD Grazie per il commento, davvero. Un bacio

Jess_elric: grazie, collega di podio ^^ è stato un enorme piacere trovare il tuo commento. MI fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto, io adoro il personaggio di Kankuro, seppur secondario, e trovo intrigante scrivere su di lui.
Ancora grazie.

Rory_chan: sasusakurista mia adorata! *_* Grazie per lo splendido commento, sei stata davvero dolcissima. Un bacione

Talpina Pensierosa: Grazie per i complimenti, mi hanno fatto molto piacere. ^_^ Sei stata davvero molto dolce, un bacio!

Valy88: grazie di tutto: dei commenti, dell’aver apprezzato i personaggi e i rapporti che li ho costretti ad instaurare tra loro XD Grazie, mi ha fatto molto piacere leggere le tue recensioni, sono state piacevoli e hanno aiutato la mia autostima XD Un bacio

Terrastoria: Grazie, davvero. Anche di aver rivalutato kankuro. È un personaggio a cui tengo e leggere che te l’ho fatto piacere, interessare è stato davvero molto bello. Grazie di ogni parola, davvero. Un bacio

_Ala_ : grazie dei tuoi complimenti, gentilissimi davvero….e la somiglianza con “quella che non sei” è stravoluta *_* adoro quella canzone, adori li Liga *_*

martufella87: Grazie. Quel tuo “senti le sensazioni dei personaggi, capisci il loro punto di vista” mi ha fatto piacere, è come sapere di essere riuscita a comunicare qualcosa. Grazie ancora.

Shatzy: Leggere anche un solo complimento da parte tua è molto più di una lunga recensione fiume, davvero. Fa con calma nel leggere questa fic, so che a volte diventa un tantino pesante XD Cmq grazie, grazie davvero. Mi fa piacere averti appassionato con un AU, anche se non è il tuo genere preferito. Un bacio.

Gloria7: Grazie per i dolcissimi commenti. ^_^ Un bacione

Eleuthera: sempai, da quanto. Ritrovarla proprio per questa fic mi ha fatto un piacere immenso. Inutile dirti quanto mi ha fatto piacere ritrovare le tue recensioni. Sono stata lusingata, oltre che felice. Questa è la fine di Kankuro. Nelle mani dei fratelli, perché lo sai che mi piace vederli così, un po’ dipendenti l’uno dall’altro, un po’ mai stanchi di sfuggirsi. Ok, forse sono in trip mentale, vero? XD Spero che il finale della fic ti sia piaciuto, un bacione.




  
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