Capitolo diciassette
Damon
“Che fai lì impalato?” domando a mio
fratello, attualmente con le braccia
conserte esattamente di fronte alla televisione sulla quale stavo
guardando un
film.
“So della scommessa”
Il mio corpo si irrigidisce per qualche secondo, flettendosi il momento
dopo in
cui realizza che Stefan era già a conoscenza della
scommessa: “E allora? Me lo
hai già detto” mi sporgo oltre la sua figura per
osservare la televisione.
“E allora sei uno stronzo”
Alzo gli occhi al cielo: “Prima che il tuo istinto da mamma
lupo possa avere il
sopravvento su tutto il resto, ne ho già parlato con Klaus,
ho risolto tutto,
quindi ti prego, smettila di rompere”
“Che cosa hai sistemato?”
Sbuffo sonoramente: “Ma hai qualche problema di comprensione?
Ho detto che ho
sistemato la questione della scommessa con Klaus!”
sbotto.
“Quella che riguardava uscire con Elena per la casa al
mare?”
Uno strato di nervosismo appostato sul mio stomaco, esplode:
“Qual è il tuo
problema!? Si, maledizione, quella! Ora mi lasci in pace? Devo
telefonare alla
mia ragazza, quella che tu non hai, perché sei troppo
impegnato a fare il
noioso per averne una!”
Lui borbotta qualcosa, che non riesco a sentire, ma decido di ignorarlo.
“Che fai?” domando, non appena la sua voce risuona
allegra dall’altro capo del
telefono.
“In realtà, sono appena stata da Caroline
… adesso Bonnie ed io ordiniamo la
pizza e guardiamo un film a letto …”
“Uh – sorrido involontariamente
all’ultimo ricordo che ho di quel letto – mi
piace il tuo letto … è decisamente comodo
per-” mi interrompe.
“Non dire niente!” esclama, scoppiando a ridere.
“Vorrà dire che te lo ricorderò nei
prossimi giorni, quanto sia comodo …
piuttosto – mi faccio serio – come mai non ci si
vede più per teatro?”
“Caroline è in una fase di rehab, al momento
– la sua bocca è piena di patatine
e mi fa sorridere, ancora, per la sua semplicità,
perché non vuole apparire
bella ai miei occhi, perché in sostanza non ne ha bisogno
– ma tanto eravamo a
buon punto, quindi …” una voce che credo si tratti
di quella di Bonnie,
richiama l’attenzione di Elena che improvvisa un
‘arrivo’.
“Devo andare” ammette, con un pizzico di dispiacere.
“Ci vediamo domani”
“Mh … a domani” sorride.
“Ehi Elena” la richiamo.
“Si?”
Tutto ciò che per una frazione di secondo avrei voluto dire,
mi muore in gola,
facendomi scuotere violentemente la testa e maledicendomi per aver
pensato ad
una cosa del genere: “No, niente … notte”
“Notte”
Le serate sono diventate praticamente noiose, estremamente noiose; da
quando
sono ‘ufficialmente’ insieme ad Elena, passo le
serate davanti alla tv o a
baciarla in camera sua, sparendo dalla finestra quando i suoi genitori
la
chiamano per la cena.
Non diciamo niente, non parliamo, ma a me va bene così, mi
basta guardarla e mi
sento così idiota, un totale incapace di fronte a lei, ogni
volta che mi bacia
rimango immobile, stupido.
E quando vado a letto, non vedo l’ora di alzarmi, solo per
poter passare
qualche ora insieme a me, rubarle qualche bacio mentre è di
fretta o portarle i
libri pesanti in corridoio.
Come volevasi dimostrare, seppure Mystic Falls abbia una media di due
abitanti,
il nostro liceo sembra ghermito dell’intera popolazione del
Montana; sono
passate quattro ore e io non ho ancora trovato Elena, contando di
pranzare con
lei, se solo sapessi dove si è cacciata.
Chiudo l’armadietto, un po’ svogliato, e sobbalzo
quando Rebekah compare alle
mie spalle: “Si?”
“Damon … allora, come va con
Elena?”
Alzo gli occhi al cielo, perché cavolo sono tutti
così dannatamente gelosi di
me ed Elena.
“Alla grande” mi limito a rispondere.
“Ne sei sicuro?”
Sospiro: “Si”
“Secondo me – prosegue, non appena mi allontano
– dovresti fare un salto in
mensa”
Un velo di ansia mi ricopre lo stomaco quando queste parole vengono
registrate
dalla mia testa.
L’unica cosa che vedo e che, onestamente, mi spezza il cuore,
è Elena che esce
piangendo dall’aula.
“Elena – le afferro il braccio – che
diavolo è successo?” domando, preoccupato,
se non terrorizzato dall’idea che sia accaduto ciò
che pensavo.
Rimango basito quando, la sua mano libera, molla un sonoro schiaffo
sulla mia
guancia: “Non toccarmi – afferma, con voce tremante
– sei un bastardo! Come hai
… come hai potuto …” un altro
singhiozzo, un altro pezzo di me che va alla
deriva.
“No Elena, non capisci …”
“No – alza lo sguardo su di me: gli occhi
terribilmente rossi e le lacrime che
non accennano a smettere di scendere lungo le guance, le labbra
– tu non
capisci, ascoltami bene, Salvatore … non devi più
parlarmi, scrivermi, esci
dalla mia vita, chiaro?” lascia con forza la mia stretta e si
allontana,
stringendosi la borsa sulla spalla e sono più che sicura che
stia ancora piangendo,
e io ho, per la prima volta, il cuore spezzato.
La campanella segnala la fine della pausa pranzo, e io lascio che la
gente mi
passi accanto, fino a quando, l’immagine di mio fratello,
seguito da Klaus,
esce dalla stanza, quest’ultimo, con un ghigno ad incurvargli
labbra ed io, non
ci vedo più.
Mi avvicino rapido a lui e lo sollevo per il colletto della camicia,
sbattendolo contro l’armadietto: “Che diavolo hai
fatto!? Che problemi hai?!”
Lui si fa serio: “Ho detto che la scommessa era chiusa per
te, non per Elena”
ed il mio destro non tarda ad arrivare. Incurante di Klaus, mi avvio
all’uscita, imbattendomi in mio fratello: “Spero
sarai contento adesso …”
riesco solo a dire, ora che la rabbia mi ha abbandonato lasciando posto
ad un
buco nello stomaco, che penso non sparirà presto.
Lui non risponde, non accenna nemmeno un movimento ed io lo supero,
scontrandomi con la sua spalla e avviandomi
all’uscita.
Elena
Non voglio andare a casa.
Penso rapidamente all’unica persona che, adesso, saprebbe
esattamente cosa
dire, quell’unica e sola persona che è sempre
stata più forte di me.
“Avevi ragione tu” sussurro, quando Caroline mi
apre la porta. Un paio di
ciabatte a forma di coniglio e i capelli legati in una coda disordinata.
“Elena che … che è
successo?”
Mi distraggo dal
vassoio di plastica rosso pieno di tacos—si da il caso che
oggi sia
la giornata dedicata ai cibi alternativi, ossia quelli di
nazionalità non
americana che possiamo gustarci poche volte durante
l’anno… e sì, cosa stupida,
davvero, oggi mi sono sentita felice anche per
questo ma l’increspatura delle mie labbra si disfa quando una
voce
irritante cattura l’attenzione di tutta la scuola riunita in
sala pranzo. Quella
di Klaus, adesso in piedi rispetto alla sua cerchia di amici e
familiari che è
del tutto seduta ed ha anche accolto un nuovo membro… cosa
ci fa Stefan lì
seduto?
“Vorrei farvi sentire una cosa
ragazzi,
qualcosa che, sicuramente, non farà piacere ad una persona
in particolare”
afferma Klaus; alla sua destra, Stefan e Kol che si guardano fra di
loro,
complici.
Credo di aver perso un
battito. Ho le
labbra socchiuse, la mano ferma a mezz’aria e decine di
sguardi poggiati sulla
mia figura esile e quasi del tutto ricoperta dalla cascata di capelli
lunghi,
ottimi, come in questo caso, per fungere da muro innalzato contro il
mondo
intero.
Una registrazione che non ho idea da dove provenga è
caratterizzata dalla voce
di Damon che, parlando con suo fratello, dice di aver fatto una
scommessa … non
una scommessa qualunque, una scommessa su di me, sul portarmi a letto.
Una voragine si apre nel mio stomaco, seguita dal senso di imbarazzo e
di
smarrimento nel trovare gli sguardi di tutta la mensa, adesso, piantati
su di
me, specialmente quello di Rebekah che, con un ghigno, mi fissa
soddisfatta.
Maledico mentalmente le mie amiche per non essere qui, ma subito dopo
maledico
me stessa, per aver pensato, anche solo per un istante, che a Damon
Salvatore
potesse seriamente interessare qualcosa di me, Elena Gilbert, la
ragazza
slavata e secchiona, che lavora nel progetto teatrale e che si
è presa una
bella cotta per la persona sbagliata.
“Oh mio Dio – Caroline si porta una mano davanti
alla bocca – sono un’idiota!
Non dovevo stare a casa! Fanculo, non sarebbe successo … non
… non lo avrei
permesso e quella Mikaelson, ah, lo vedrà! Grease
sarà solo un lontano ricordo,
giuro … razza di stronza arrampicatrice sociale, ce ne
occuperemo Elena, te lo
prometto, nessuno ti farà niente, non permetterò
a nessuno di avvicinarsi alla
mia migliore amica!” esclama, risoluta.
“Grazie” sussurro.
“Vuoi piangere?” domanda, comprensiva.
Non faccio nemmeno in tempo ad annuire, che le lacrime hanno
già ricominciato,
inesorabili, a scendere.
Caroline mi stringe forte, e io mi stringo spasmodicamente alla mia
amica,
respirando il profumo dei suoi vestiti che sa di casa, sa della mia
migliore
amica Caroline, che mi ha preso per mano il primo giorno di asilo e che
mi ha
promesso che niente mi farà più del male, che
andrà tutto bene.
I singhiozzi si fanno più rumorosi, e io annaspo alla
ricerca di aria, che non
sono del tutto sicura abbia voglia di respirare.
Ma io sono forte, devo esserlo.
Mi sono sempre detta che non avrei mai permesso a nessuno di togliermi
il
sorriso, e seppure questo sia, ultimamente, legato
all’immagine di Damon, mi
sforzerò di essere forte.
Farò vedere a tutti che sto bene, non importa se
piangerò ogni notte, se vorrò
tornare indietro nel tempo ogni santo giorno, se ogni singolo angolo
del liceo
mi ricorderà lui. Voglio solo fingere che vada tutto bene,
perché forse è
l’unica cosa che sono in grado di fare.
Bonsoir!
Immagino di non avere scuse: innanzitutto, voglio dire che chi parla è missi ossia fede, e mi spiace aggiornare senza valins, ma purtroppo lei è impegnata con gli esami e comunque non ci sentiamo da un po'... in più, quando ci siamo sentite tempo addietro avevamo condiviso un certo disinteressamento verso la serie tv, che io ho soffocato continuando a scrivere un paio di cose (e altre sono in cantiere tipo una Klayley!AU) ma che comunque è stata una delle motivazioni maggiori per cui non abbiamo aggiornato!spero che vi ricordiate di noi e della storia, che ha visto davvero una fine alla fine... spero vi piaccia questo breve capitolo bomba e se sì sono curiosa di sapere i vostri pareri! cercherò con un po' di lentezza di rispondere alle vostre recensioni che ci hanno scaldato il corazon ma nel frattempo ripeto di perdonare il grande periodo in cui abbiamo abbandonato efp e TBITG!
rivedere questa vecchia storia mi fa tenerezza, e sono felicissima che stia per arrivare la fine, perchè gli ultimi capitoli sono quelli che mi hanno emozionata maggiormente **
ne mancano molti, comunque, quindi non disperate!!
non vi prometto un aggiornamento veloce, perchè devo recuperare gli altri capitoli come ho già detto (ops) ma mi auguro di ricevere un feedback!
vostre fede e valins (anche se momentaneamente assente)
un bacio