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Autore: ehijared    25/06/2015    1 recensioni
Sceglie la vittima, la seduce, la uccide e ne prende il nome. Tutto questo solo per puro divertimento.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come tutte le atre mattine, Thomas si svegliò ben presto, ma c’era una novità nel suo letto. A dormire con lui, infatti, c’era Samantha.
Era distesa,  con ancora una macchia di sangue sul collo, con un’espressione leggermente imbronciata e il respiro lento e regolare.
Ma chi era Samantha? Non avrebbe dovuto fidarsi, insomma, l’aveva conosciuta solo il giorno precedente, lui non era un tipo da lavoro di coppia, non aveva mai avuto una relazione stabile e,francamente, era un po’ spaventato dall’amore in generale. Dipendere da una persona, pensare per due, coinvolgere qualcun’altra nella propria vita era, semplicemente, troppo complicato.
Inghiottito dai suoi pensieri, non si era quasi reso conto che la ragazza si era svegliata, e lo stava guardando.
“A cosa pensi?” chiese lei, con voce assonnata.
“A te.”-fu la risposta di lui-“Tu chi sei?”
“Vuoi sapere qualcosa in più su di me? Il nome e l’età li conosci, ho origini californiane, mi sono trasferita qui per cercare un brivido. Mi annoio facilmente, di persone, di oggetti, di emozioni. La mia famiglia è molto ricca, ma io sono la pecora nera della famiglia, quindi non mi accettano e io non ne faccio un dramma.”
Thomas rise. “Cerchi un brivido e vieni in questa città? Sarebbe come cercare un’avventura oltre i confini dell’immaginabile nel cortile di casa.”
Samantha si giustificò dicendo che non sapeva il mortorio che era la città e la conversazione scivolò sul cosa preparare a pranzo.
Presero due hamburger lì vicino e pranzarono in casa.
“I corpi dove li nascondi? Questa mattina non l’ho trovato.” Chiese Samantha.
“Verso le tre e mezzo/quattro vado in un cantiere in periferia e li getto in delle fosse, nessuno se ne accorge.” In realtà, non era così. Li gettava in mare, con un peso legato alle gambe (di solito del cemento che prendeva in un cantiere poco distante), ma di Samantha ancora non si fidava completamente.
Samantha credette alla menzogna di Tom, e continuò a mangiare il suo hamburger.
“Senti, ragazza che vuole provare dei brividi, hai intenzione di restare con me?” Chiese Tom. Non sapeva cosa voler sentire come risposta. Era vero che non amava il lavoro di coppia, ma lavorare con lei rendeva il tutto più divertente. Decise di affidarsi alla sua scelta.
Lei ci pensò un attimo, poi disse:”se non ti creo problemi, perché no”. Il suo tono era così sereno che rendeva tutto semplice come bere un bicchier d’acqua, quindi accettò.
Durante il pomeriggio, Samantha chiese:”come scegli le tue vittime?”
Quella domanda lasciò Tom un po’ sconcertato. Nessuno sapeva il suo segreto, nessuno aveva mai chiesto di dare una spiegazione all’apparente caos che lo circondava. Decise, però, di dirglielo.
“È per gli occhi.” Disse.
Samantha gli chiese delle informazioni in più, ma Tom non rispose, gli aveva detto la verità, ed era già troppo.
Poi, alle diciannove circa, decisero di iniziare a prepararsi per uscire. Differentemente dalle previsioni di Tom, Samantha impiegò pochissimo tempo per lavarsi. Uscì dalla doccia, raccolse i capelli in un turbante, mise una canottiera e andò vicino alla finestra.
L’uomo fece la doccia, si vestì e uscì dalla doccia. Trovò la ragazza di spalle e non potette fare a meno di notare che aveva un tatuaggio, sotto alla clavicola. Era  una piccola forca, quasi invisibile, con delle fiamme rosse, sbiadite forse dal tempo. Sam si accorse che l’altro le stava guardando il tatuaggio e disse svogliatamente “non chiedermi il significato, non lo so.”
“Che cosa stupida” pensò Tom, ma non lo disse. A volte era meglio che i pensieri restassero tali.
Terminati i preparativi, i due uscirono.
Lei, vestita con un jeans attillato e un maglione largo nero e lui, con una felpa abbastanza larga con scritto “Motorhead” e il suo solito jeans nero. In fondo si somigliavano.
Quella sera i due decisero di non andare in un locale, era mercoledì e nessuno di interessante sarebbe andato in un bar. Volevano passare la loro prima serata insieme in un modo diverso.
Presero un bus di città e andarono nel lato nord della città, piena di ville con persone piene di soldi.
Scesero e si trovarono lungo un grosso viale, illuminato da molti lampioni che lo costeggiavano.
L’aria sembrava molto più pulita, le persone molto più benestanti e, unica pecca, l’ambiente troppo luminoso per uccidere.
Tom diede uno sguardo al suo portafoglio: poco più di trenta euro. Aveva bisogno di soldi. Decisero di entrare in una pizzeria e addentare qualcosa. 
All’interno c’era un solo cliente, completamente solo, con l’espressione preoccupata, era sul punto di piangere.
“Un assassino per psicologo” sussurrò Sam all’orecchio di Tom, che accettò l’idea di Sam.
I due, quindi, si avvicinarono con non-chalance al tavolo del loro nuovo “amico” e chiesero di sedersi.
I due iniziarono a parlare tra di loro, facendo dei riferimenti al loro lavoro di psicologo e psicoanalista, a come erano riusciti ad aiutare molte persone e, mentre addentavano un pezzo di pizza, chiesero al malcapitato se stesse bene.
Il ragazzo (non poteva avere più di diciannove anni) rispose:”beh, no, nella stessa serata ho scoperto che la mia ragazza mi tradiva e che lo faceva con il mio migliore amico.”
“Che dolce disgrazia! Sarà una grande fonte di guadagno, questo giovane.”
Samantha, che si era perfettamente calata nella parte della psicologa, gli chiese se avesse bisogno di parlare, lui, ovviamente, accettò, quindi passarono alla seconda fase: capire se fosse ricco o meno.
All’apparenza sembrava uno di quei ragazzi che cercavano di nascondere la propria ricchezza, aveva la pelle ben curata, camicie semplici ma di marca, pantaloni stirati a dovere e fatti per essere calzati solo da lui.
Dato che, però, sbagliarsi su questo tipo di cose era facile, decisero di avere delle prove concrete.
“Purtroppo, però, l’aiuto ha un costo, voglio dire, siamo professionisti!” disse Tom, che fino ad allora si era limitato a pensare.
“Oh, certo, le darò questo assegno in bianco, potrete completarlo voi, non chiederete più di 2000 euro, vero?”
“2000? Potrei svenire.” Pensò Samantha.
“È decisamente ricco.” Fu il pensiero di Tom.
Dopo altri venti minuti, riuscirono a farlo uscire dalla pizzeria. Era un osso duro.
Con  la scusa della discrezione lo attirarono in un vicolo molto stretto, scarsamente illuminato e poco abitato.
“Oh, ma lei come si chiama? Noi siamo Thomas e Samantha”
“Rick, piacere.”
Bel nome.
Samantha, evidentemente più portata nei rapporti umani, intratteneva Rick. Thomas, invece, preparava la lama. L’aveva nascosta in un taschino supplementare, cucito da lui stesso sopra la federa della manica sinistra del suo cappotto, poiché era mancino.
Ah, aveva gli occhi verdi, ottimo.
Samantha lo guardò negli occhi, fu uno sguardo fulmineo, durò pochi secondi, ma i due si capirono: era ora.
Samantha lo bloccò con le mani ferme dietro il busto, mentre Tom si avvicinò con la lama.
Stava per prenderlo, lo aveva in pugno quando…tutto degenerò.
Rick, con gli occhi pieni di terrore, ebbe la lucidità di colpire Samantha col piede e, nei pochi secondi di distrazione, di liberarsi dalla presa e scansarsi dalla traiettoria di Rick, che colpì Samantha su un fianco, procurandole soltanto un taglio superficiale.
Rick scappò. Corse più veloce che poteva.
I due lo inseguirono.
Thomas aveva il cuore in gola. “ È finita.” Continuava a pensare. “Mi hanno scoperto. Parlerà.”
Correva con tutte le forze, noncurante del vento gelido che gli tagliava le guance, noncurante di Samantha, che arrancava a causa della ferita, correva per se stesso, per la sua salvezza.
Purtroppo, però, la paura di Rick gli diede la forza di correre più veloce.
Samantha, ferita e delusa, convinse Thomas a tornare a casa.
Deluso e, soprattutto, amareggiato, Thomas tornò a casa,bendò Samantha e andarono a dormire.
Quella notte, però , Thomas non riusciva a dormire. Aveva gli occhi semi aperti quando vide Samantha alzarsi, vestirsi ed uscire.
Dove andava? Ad incontrare qualcuno, di sicuro.
  
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