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Autore: CatWhiskers    25/06/2015    4 recensioni
Dan e Phil stanno passando una tranquilla serata guardando la loro serie tv preferita, ma quando è ora di andare a dormire scoppia un violento temporale, scuotendo il povero Phil ed impedendogli di dormire.
Ci penserà Dan, con un rimedio molto "speciale", a fargli passare la paura dei temporali.
Phanfiction/ Dan & Phil
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dan Howell, Phil Lester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I DON'T LIKE THUNDERSTORMS


Era una serata molto tranquilla. Dan e Phil se ne stavano accoccolati sul divano a guardare l’ultima puntata della loro serie preferita, ma dopo pochi minuti gli occhi del maggiore stavano già cedendo, mezzi sonnecchianti. 

-Hai sonno?- chiese ridacchiando Dan, dandogli un colpetto sul naso.

-Mhg… Un po’- rispose all’improvviso Phil, stiracchiandosi e avvinghiandosi al braccio del suo amico.

-Se vuoi puoi anche andare a letto, non voglio obbligarti a stare sveglio per guardarla con me- lo tranquillizzò.

-No no voglio vedere come va a finire!- scattò Phil, tirandosi su a sedere e sbarrando gli occhi celesti verso lo schermo luminoso.

Per nessuna ragione al mondo Phil avrebbe lasciato da solo il suo migliore amico a guardare una puntata della loro serie preferita, non era proprio da lui. Passarono alcuni minuti quando la finestra del salotto si spalancò e una gelida folata di vento li investì in pieno, facendoli rabbrividire all’istante.

-Sta arrivando un temporale?- si domandò Dan, volgendo lo sguardo alla finestra.

-U-un temporale?- chiese Phil, tendando di rimanere il più calmo possibile.

-Già- rispose il castano, alzandosi per andare a chiudere l’anta e tirare le tende, -Perché, hai paura?- chiese, inserendo una punta di divertimento nella voce, immaginandosi il suo coinquilino terrorizzato nel letto mentre abbracciava un peluche.

“Anche se in realtà preferirei abbracciasse me” pensò.

-Chi? Io? Pff… no ti sbagli… solo che non mi piace tutto quel rumore, sai… ho il sonno parecchio leggero- si giustificò Phil, grattandosi la nuca dai capelli corvini.

-Oh beh, per lo meno si starà al fresco stanotte- disse soddisfatto Dan, tornando a sedere accanto a Phil.

Il temporale non esitò a manifestare la sua presenza: da lì a poco, il ticchettio della pioggia sul vetro della finestra si fece sempre più forte e ad intervalli regolari il cielo si rischiarava di una luce abbagliante, seguita da un brontolio in lontananza.
Phil roteò gli occhi e sospirò, pregustando già l’orribile notte passata completamente insonne in balia dei tuoni. Certe volte voleva proprio essere come l’eroe dei suoi film preferiti: impavido, senza che niente e nessuno lo spaventi, invece che tremare come una ragazzina di otto anni per un semplicissimo temporale. La mano di Dan che scivolava sulla sua gamba interruppe i suoi pensieri: dapprima accarezzò il leggero tessuto dei pantaloncini beige, poi fece scorrere le dita sulla pelle nuda. Un brivido percorse la schiena di Phil e gli fece salire la pelle d’oca.

-La puntata è finita…- sussurrò Dan, rivolgendogli uno sguardo che avrebbe ucciso qualsiasi fan.

A Phil scappò un gemito quando vide il viso di Dan a pochi centimetri dal suo. Non era ancora pronto, ma il castano aveva già preso il suo viso tra le mani e gli aveva schioccato un bacio sulle labbra.

-Buona notte Phil, ci vediamo domani- gli augurò sorridendo, lasciando l’amico con un’espressione stordita in volto.

-Buo… buona notte anche a te- sussurrò Phil, scosso ed eccitato da quel bacio a fior di labbra.

I due si alzarono ed andarono nelle rispettive stanze, chiudendo le porte e spegnendo le luci. Erano trascorsi solo pochi minuti dopo la mezzanotte, e dalla stanza del più giovane si sentiva un gran russare, intervallato dal rombo dei tuoni. Ormai il temporale era nel pieno della sua furia, e Phil se ne stava con gli occhi sbarrati verso il soffitto, incapace di dormire.
“Come faccio a passare una notte così?” si chiese Phil, fissando esausto l’orologio.
Si girò e si rigirò nel letto, ma senza successo. Per lo più, sentiva ancora sulle labbra il sapore del bacio dei Dan, e di certo questa era una cosa che lo teneva ben sveglio. Diede un’altra occhiata veloce alla sveglia, e dopo aver sospirato a lungo buttò via la coperta di dosso e si alzò, diretto verso la stanza del suo compagno.
“Toc toc”.

-Dan? S-Sei sveglio?- sussurrò, per paura di svegliarlo troppo di soprassalto.

-Che c’è Phil?- fu la risposta, una manciata di secondi dopo.

-Posso… entrare un secondo?- disse, imbarazzato.

Proprio in quel momento, un bagliore illuminò il corridoio, prendendo alla sprovvista Phil che balzò in aria per lo spavento.

-Ti prego- aggiunse, con la voce spaventata.

Si sentì un sospiro, poi la voce lo invitò ad entrare. Dan se ne stava seduto in mezzo al letto, senza maglietta, coperto solo dal leggero lenzuolo scuro che gli cadeva di sbieco, facendo intravedere buona parte del torace.

-Che c’è Phil?- chiese sconsolato, tremendamente assonnato, stropicciandosi gli occhi.

Dapprima il moro rimase lì per lì incerto sulla scusa da rifilargli, torturandosi le mani nervosamente, infine spiegò:

-Ho notato che il rubinetto perde. Non vorrei che… si allagasse il bagno…

Era una scusa talmente stupida che persino lui che l’aveva detta si diede una pacca in fronte, ma Dan sembrò non farci caso, talmente aveva sonno.

-Mhh, vediamo questo rubinetto- sospirò, facendo un grande sbadiglio e alzandosi dal letto.

Phil fece strada verso il bagno, seguito da Dan che strisciava contro la parete, cercando di rimanere sveglio a sufficienza per rimandare a letto Phil una volta sistemato il rubinetto.

-Phil qui non c’è nessuna perdita, avrai sentito solo il rumore della pioggia- annunciò Dan, sistemandosi il ciuffo ribelle, approfittando dello specchio sopra il lavandino.

-Ohh- fece Phil, fingendo stupore, -O-Ok, allora buona notte Dan, scusa se ti ho svegliato- si scusò, arrossendo per l’imbarazzo.

Una volta tornati a letto, Dan riprese il suo sonno molto velocemente, mentre nell’altra stanza Phil non era ancora riuscito a chiudere occhio. Il temporale si faceva sempre più forte, e la pioggia si stava trasformando in grandine. Era completamente terrorizzato. Persino il buio della sua stanza gli incuteva timore: ogni volta che il bagliore di un lampo rischiarava la stanza, Phil temeva che dinanzi a lui si materializzasse un’ombra oscura di chissà quale strana creatura la sua immaginazione lo induceva a pensare.
“No, non ce la faccio, ti prego dimmi che è quasi mattina” pregò, ma rimase deluso quando scoprì che erano appena le 3 del mattino. E conoscendo Dan, in casa loro prima delle nove solitamente nessuno apriva occhio, il che significava altre 6 ore di agonia. Improvvisamente, ci fu un tuono così forte che i vetri delle finestre tremarono, il cielo sembrò quasi squarciarsi in due, e il brontolio che seguì fu così profondo che sembrava che una montagna stesse franando rovinosamente. Quello fu decisamente troppo per Phil: dopo aver cacciato un grido, si alzò di nuovo, andò davanti alla porta del castano e bussò, stavolta senza preoccuparsi di svegliarlo; il tuono era stato così forte che se non lo aveva svegliato non ci avrebbe creduto.

-Dan ti prego apri!- urlò, mentre un altro tuono riempì il silenzio.

Stavolta il compagno andò direttamente ad aprirgli la porta.

-Phil, si può sapere che cosa diavolo ti prende? Vorrei dormire, sai sono le 3 del mattino!- gli urlò contro, con un’espressione a metà tra l’assonnata e l’imbronciata. A dirla tutta era talmente buffa, con le parole strascicate e impastate nella bocca che se non fosse stato per la paura che aveva in corpo Phil sarebbe scoppiato a ridere.

-E va bene, ok, lo ammetto: ho paura dei temporali! Non riesco a dormire, è da quando siamo andati a letto che non prendo sonno per colpa di questo maledetto tempo!

La sua voce si fece più bassa, cercando di cacciar via l’imbarazzo per quello che stava per pronunciare:

-Quindi, mi chiedevo ssssse… potevo dormire con te….per favore?

Dan rimase con quell’espressione dubbiosa per un tempo che a Phil parve interminabile, e dopo averlo squadrato rispose con un tono divertito:

-E tu saresti un ragazzo di 28 anni? Phil, ti prego, vai a dormire, il temporale non ti fa niente, chiudi gli occhi e stai tranquillo- disse ridacchiando, dando una pacca sulla spalla al moro e rivolgendogli un grosso sorriso.

Poi, alzò gli occhi verso quelli di Phil: erano lucidi, come se fossero colmi di lacrime, anche se Phil effettivamente non stava piangendo. Erano lucidi, probabilmente di paura. Quei due occhi preoccupati e delusi dalla risposta che aveva ricevuto lo stavano fissando come per implorarlo, ancora più azzurri del solito illuminati dalla pallida luce della luna. Dan sospirò per un istante, e si appoggiò allo stipite della porta. Non aveva notato che Phil fosse così tremendamente attraente quando aveva paura. Si stava immaginando quel faccino da cucciolo indifeso che ogni tanto faceva nei suoi video per far impazzire le fan.
Nel frattempo, Phil si mordicchiava il labbro e si lisciava nervosamente la maglietta del pigiama per nascondere l’imbarazzo e la tensione per quella sua domanda così audace.

-Oh, certo. Capisco. Beh, scusa ancora se ti ho disturbato, non lo farò più. Ci… vediamo domani allora- disse, deluso e imbarazzato fino alla punta del capelli.
Dan non aprì bocca, ma seguì con lo sguardo Phil finché non rischiuse la porta dietro di sé. Osservò quel fisico asciutto, un po’ goffo certo, ma così familiare e rassicurante che lo faceva sentire al sicuro. Rimase ancora un istante sull’uscio della porta, lasciando che la sua mente immaginasse liberamente, lasciandosi andare a desideri che forse non erano opportuni, ma di certo non erano così impossibili. Un bagliore maligno balenò nella sua mente.

Stavolta era Dan quello che non riusciva a riprendere sonno.

Camminò silenziosamente verso la porta di Phil, e bussò. Dal momento che l’altro era ancora sveglio, la porta si aprì subito.

-Dan che ci f…..!!

Non finì nemmeno la frase che il corpo di Dan gli fu addosso. Lui premette le labbra così forte sulle sue che per poco non lo fece cadere all’indietro.

-Adesso ti faccio passare io la paura del temporale- sibilò Dan nell’orecchio di Phil, spingendolo sul suo letto.

Al maggiore sfuggì un gemito, un suono così acuto che fu musica per le orecchie di Dan, un motivo in più di andare fino in fondo nella sua idea: lo avrebbe stravolto così tanto da fargli dimenticare completamente dei tuoni. Dan balzò sul corpo immobilizzato per lo stupore di Phil, facendosi spazio con le gambe.

-Dan, ma cosa…?- biascicò Phil, ma la frase rimase a mezz’aria.

Un’altra volta la bocca di Dan chiuse quella dell’altro, serrando le labbra in un saldo sigillo. Dan si divertiva a stuzzicarlo, anche quando erano in pubblico, e non c’era niente di più soddisfacente nel vedere la sua espressione quando erano da soli in intimità; di completo piacere ma con una punta di imbarazzo che lo contraddistingueva. Dan prese ad armeggiare con l’elastico dei suoi pantaloni:

-Adesso ti faccio rilassare io- sussurrò, cominciando a sfilarglieli.

Le mani di Phil si muovevano affannose sulla schiena del più giovane, cercando di raggiungere l’orlo della maglia, ma fu subito interrotto:

-Eh no, qui comando io, tu fermo- lo ammonì Dan, punendolo con una scia di baci lungo tutto il collo, alla quale Phil sospirò.

Sapeva di essere perfido, ma amava sentire quel suono provenire dalla sua bocca, significava che aveva centrato in pieno l’obiettivo. Proseguì quindi nel suo intento, sfiorando con la punta delle dita l’orlo della maglietta fino a sfilargliela del tutto. Osservava quel petto candido con bramosia. Quasi gli dispiaceva violare così quella sua innocenza.
Phil era attraente, e scatenava in lui pulsioni molto forti, ma d’altronde rimaneva sempre quel goffo tenero ragazzo che amava i baci sulla guancia, le passeggiate mano per mano, le coccole sul divano, i baci rubati quando erano in pubblico. Phil era il suo primo amore, e per lui era come un prezioso gioiello che doveva custodire. Lo amava, e mai gli avrebbe fatto del male in vita sua, mai avrebbe fatto qualcosa che a Phil non sarebbe piaciuto.
Ma sapeva che questo gli piaceva, eccome.
Riprese la sua opera, baciandolo dal collo fino al petto, mentre l’altro gli passava le dita tremati nei capelli.

-Dan ti prego-  lo supplicò, rosso in viso con gli occhi pieni di emozione, -Sai che mi imbarazza quando…

-Sai che mi piaci ancora di più quando ti imbarazzi- disse sorridendo Dan, intrecciando le sue dita fra quelle del maggiore.

Phil sorrise timido, chiudendo gli occhi, lasciando che le labbra di Dan lo accarezzassero. Anche stavolta, lasciò condurre il gioco al più giovane, d’altronde l’iniziativa l’aveva presa lui. Dan si sfilò i pantaloncini, superflui in una così calda notte estiva, rimanendo in boxer come Phil. I due si guardarono negli occhi per un istante solo, ma fu sufficiente per liberarli dall’imbarazzo iniziale dell’essere due uomini, semi nudi, nello stesso letto mentre facevano l’amore.
Phil era un tipo così riflessivo e timido che non avrebbe mai creduto di potersi lasciar andare così tanto con Dan, mentre Dan non avrebbe mai creduto di essere in grado di cedere ai suoi sentimenti per Phil. Erano due anime destinate a stare insieme, consapevoli però che se il mondo dello spettacolo avesse mai scoperto la loro relazione probabilmente sarebbero stati presi di mira dalla stampa e la loro storia sarebbe finita spiattellata su tutti i giornali e i siti Internet possibili. Per questo quando Dan e Phil si concedevano quei minuti di passione, si chiedevano sempre se fosse la cosa giusta da fare.
Un tenero, lungo bacio di Phil cancellò ogni dubbio:

-Non preoccuparti, nessuno lo saprà- gli sorrise, guardandolo dritto negli occhi color cioccolato.

Lui ricambiò il sorriso, ma riprese subito a soffocarlo di baci e a stuzzicarlo con le dita. Phil venne colto di sorpresa, e dalla sua bocca uscì un altro gemito.

-Oh sì, era quello che volevo sentire- disse sorrdendo soddisfatto, continuando a soffocarlo di baci.

Di sicuro nella testa di Phil c’era tutto fuorché il temporale in quel momento.
 
°°°
 
Il sole penetrava attraverso le tende della cucina dove Dan era già intento a prepararsi un caffè. Dopo la nottata di ieri, aveva per so buona parte delle poche energie che aveva recuperato nelle prime ore di sonno prima di essere continuamente svegliato da Phil. Si muoveva cauto e lento per evitare di svegliare di soprassalto l’altro. Accese la macchinetta del caffè e si buttò sullo sgabello, massaggiandosi la testa. Poco dopo, in cucina fece capolino Phil. Aveva i capelli tutti dritti in testa e gli occhi cerchiati da visibili occhiaie violacee.

-‘Giorno Phil, dormito bene?- lo salutò allegramente Dan, prendendo una tazza di caffè dalla macchinetta ed offrendogliela.

-Mhpf, spiritoso…- rispose il moro, sorseggiando il caffè.

-Beh, per lo meno ti ho fatto passare la paura dei temporali no?

-Beh, su questo ti devo dar ragione- ridacchiò Phil, massaggiandosi le cosce indolenzite.

-Quindi, se ogni volta che c’è un temporale vuoi che ti faccia compagnia…- cominciò a domandare, lanciandogli uno sguardo languido e perfido allo stesso tempo.

Dan lasciò la frase a metà ma Phil colse al volo il senso, strabuzzando gli occhi ed ingozzandosi con il caffè rovente.

-Oh povero me, e se dovesse esserci brutto tempo per tutta estate?!- domandò ridendo allegramente, seguito a ruota dall’altro.

-Vorrà dire che avrò più tempo per baciarti e stare con te- gli sussurrò, avvicinandosi e schioccandogli un tenero bacio sulla fronte.


*Angolo dell'autrice*
Hey! Eccomi qui con un'altra phanfiction ^^ siccome il Phandom su efp è un pochino carente, sono felice di contribuire alla causa ! Se vi è piaciuta e fate parte del Phandom, non esitate a lasciare un commento, anche piccolo, mi farebbe moltissimo piacere :) Alla prossima <3
   
 
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