Film > Altro
Ricorda la storia  |      
Autore: lapoetastra    25/06/2015    0 recensioni
[I Guerrieri della notte]
Rimani lì, fermo di fronte alla sua tomba.
È semplice, e così contrasta con la magniloquenza della sua vita.
Perché per te Cleon era un Dio, esattamente come indicava il suo nome.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rimani lì, fermo di fronte alla sua tomba.
L’hai costruita tu stesso, da solo, e non è che sia poi molto bella, con quei due legnetti striminziti incollati l’uno sull’altro per formare una rudimentale croce piantata nel terreno fangoso.
È semplice, e così contrasta con la magniloquenza della sua vita.
Perché per te Cleon era un Dio, esattamente come indicava il suo nome.
Ma ora lui non esiste più, e tu non riesci a fartene una ragione.
La rabbia ti fa ribollire il sangue nelle vene, e quell’ira è rivolta contro te stesso, perché non lo hai difeso, hai lasciato che fosse travolto dai poliziotti e dai fanatici delle altre gang, e non hai fatto niente per salvarlo.
Ti sei spaventato e te ne sei andato, sei corso via nella notte che ha ammantato con le sue ombre la tua vigliaccheria, nascondendola agli occhi pestati di Cleon.
Da allora non sei più riuscito a guardarti allo specchio, troppo timoroso di  vedere il suo fantasma alle tue spalle, pronto a punirti per non averlo aiutato a fuggire, come un vero amico avrebbe fatto.
Ma tu, nel profondo, desidereresti davvero che accadesse ciò.
Vorresti rivederlo almeno una volta, almeno per chiedergli scusa.
Lui per te era l’unico e vero leader dei Guerrieri, l’unica persona che stimavi ed adoravi veramente.
Non gliel’hai mai detto, però, e lui adesso non lo potrà mai sapere.
Il giorno dopo il pestaggio sei tornato in quel luogo, perché in fondo speravi che si fosse salvato, che fosse stato abbastanza forte per aiutarsi da solo, dato che nessun altro lo aveva fatto.
Quando però hai visto quella macchia di sangue scuro sull’asfalto nero e freddo, hai capito che non c’era più niente da fare.
Non sai perché quella pozza scarlatta ti abbia dato la certezza assoluta che fosse morto, eppure è così.
Per tale motivo hai costruito la tomba di fronte alla quale ora stai versando tutte le tue lacrime: per ricordarlo, quando tutti gli altri Guerrieri sembrano averlo completamente rimosso dalla memoria.
Forse così speri in qualche modo di riuscire ad espiare il tuo peccato di codardia, anche se sei consapevole del fatto che comunque vada e per quanto tempo passi, tu non perdonerai mai te stesso.
< Mi dispiace, Cleon. Mi dispiace davvero >, singhiozzi disperato, bagnando il terreno con gocce calde di pianto.
E di colpo ti sembra di sentire la sua voce, nell’aria, che ti mormora di non preoccuparti, che è tutto apposto, che non è arrabbiato con te.
Che ti ha perdonato.
Ed adesso è arrivato il momento di fare la medesima cosa nei tuoi stessi confronti.
 
 
 
Non so perché non torno dai Guerrieri.
Dovrei presentarmi di fronte a loro, di colpo, per vedere come reagirebbero alla mia comparsa improvvisa, loro che non hanno fatto niente per difendermi dai calci e dai pugni continui dei poliziotti e dei membri delle gang avversarie.
Loro, che mi credono morto e non hanno versato una singola lacrima per me.
Ma io sono più forte e resistente di quanto abbiano mai creduto, e mi sono salvato, sono riuscito a liberarmi dalle grinfie dei miei assalitori ed a scappare nella notte buia, ferito nel corpo ma ancora più addolorato nel cuore.
Mi sono reso conto di quanto coloro che ritenevo i miei più cari amici fossero in realtà infidi ed egoisti.
Per tale motivo non posso tornare da loro.
Non voglio più essere il leader di un gruppo che ormai non riconosco più come mio.
Ma dicendo così sto solo mentendo a me stesso.
Io vorrei con tutto il cuore tornare dai Guerrieri.
Sono la mia vita, nonostante tutti gli errori che hanno commesso, e so che non riuscirò a resistere a lungo senza di loro.
Eppure sono consapevole che non posso tornare, perciò cerco di convincere la mia mente che li odio, che li detesto, ma non ce la faccio mai davvero, per quanto ci provi.
Sono però consapevole che se mi facessi vedere in giro di nuovo con loro, anche solo una volta, la rappresaglia della polizia e delle altre gang sarebbe durissima, e non credo che questa volta riuscirei a sopravvivere.
Così devo stare da solo, ed andarmene per sempre da qui, per ricominciare da capo e farmi una nuova vita, senza passato.
Sono giusto in partenza quando lo vedo: Rembrandt, il più piccolo dei Guerrieri, è chino su una croce piccola e spoglia, e piange.
Nascosto dietro un imponente albero, lo sento singhiozzare e chiamare il mio nome, invocando perdono.
Sorrido, ed un calore improvviso divampa nel mio cuore, facendomi tremare.
Quel ragazzino, poco più che un bambino, è l’unico ad essermi rimasto fedele, e probabilmente il solo che si sente responsabile della mia presunta morte.
Vorrei correre ad abbracciarlo, ma forse è meglio se lui pensi che io non ci sia più, così con il tempo mi dimenticherà.
In realtà ho paura di farmi vedere, perché so che se anche gli spiegassi le ragioni per le quali non posso più tornare dai Guerrieri, lui non capirebbe.
Magari mi guarderebbe con occhi delusi, forse mi considererebbe un lurido vigliacco e la sua adorazione nei miei confronti si trasformerebbe in odio e disgusto.
Non posso permetterlo, perciò rimango fermo al mio posto mentre Rembrandt continua a piangere come il bambino che in fondo è ancora, nonostante si sforzi continuamente di non darlo a vedere.
Devo fare qualcosa, però, per attenuare il suo senso di colpa che lo sta chiaramente devastando.
< Rembrandt, non preoccuparti, non è colpa tua. Non sono arrabbiato. Ti perdono >, sussurro allora, lasciando che le mie parole si disperdano nella fresca aria autunnale.
Ho parlato troppo piano, sicuramente non mi ha sentito.
Invece mi sbaglio.
Rembrandt alza il volto di scatto, sussulta, guarda il cielo.
Sorride.
E con quel sorriso fisso nella mente mi allontano, scomparendo nel buio che ha iniziato ad ammantare ogni cosa con la sua coperta di stelle.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Altro / Vai alla pagina dell'autore: lapoetastra