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Autore: Radamantia_chan    26/06/2015    0 recensioni
[DanMachi]
Uno spezzone di vita di Hestia prima di incontrare Bell Cranel, tra birre e caldi letti della sua amica Eirene, Dea della pace. (Personaggio inventato da me, così anche i suoi figli)
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘’La devi smettere di bere.’’ La voce assonnata di Eirene non fece cambiare idea ad Hestia, che oramai stava al secondo bicchiere di birra.
‘’Un altro po’, ti preeego’’ allungava la mano la Dea, inutilmente. Eirene era troppo lontana dalla sua portata.  
‘’Stai facendo baccano e… non vorrai dirmi che ne vuoi altra’’ Hestia fece sì con la testa. ‘’Daaai’’ sbuffò la Dea della casa e la Dea della pace non voleva di certo pagare altre bottiglie. Decise quindi di prenderla da una mano e portarla via.
‘’ Dove stiamo andando?’’
‘’A casa mia.’’
‘’Perché a casa tua? Io ho una casa mia!’’
‘’Se per casa tua intendi quattro mura di legno che a stento si mantengono in piedi, allora ti ci porto lì.’’
‘’E va bene!’’ mise il broncio.
Hestia assomigliava proprio a una bambina viziata e quando faceva così, nella mente di Eirena faceva capolino con veemenza la figura di Rei, ex avventuriera di livello 1 al suo servizio.
Ma non doveva pensare al passato quando nella sua mano, una mano piccolina cercava di dileguarsi. Hestia, Dea della casa, era una graziosa Dea minuta ma col seno più grande di Eirene e questo la faceva quasi arrabbiare quando si vantava con le altre.
L’enorme palazzo di Eirene si ereggeva imponente sulle altre strutture della città, come ad indicarne che la pace ne regnava infinita. La Dea della pace appoggiò delicatamente la Dea – che intanto si era addormentata in braccio – nel letto della stanza accanto alla sua.  Quando dormiva era decisamente più graziosa e calma.  
‘’Buona notte, Hestia’’ e tra vari mugolì della Dea e cigoli del portone, Eirene andò finalmente nella sua stanza privata.  

Era da 5 anni che non andava a dormire subito ma si metteva davanti alla finestra, seduta e con in mano un libro regalato da Eunomia, Dea della legge e sorella maggiore di Eirene.  Il cielo stellato trasmetteva calma e osservarlo le ricordava le numerose mangiate a cielo aperto con tutta la sua famiglia. Tra risate, birre, abbuffate di carne, tutti i membri si divertivano con la propria Dea. Ma c’era sempre una che si divideva dal gruppo. Rei era il suo nome. Avventuriera dai lunghi capelli neri, frangetta e con una camelia bianca come ornamento per i capelli. Si era da poco unita alla famiglia - in quanto sua madre è molto malata e ha bisogno dei soldi per pagarle le cure - e aveva familiarizzato poco, per via del suo carattere estremamente timido e impacciato nella socializzazione. Nonostante questo, i vari membri le facevano comunque compagnia, raccontandole varie storia di paura e non. Le aveva fatto tristezza che una minuta ragazzina come lei potesse essere così ostinata ad entrare dentro una famiglia di avventurieri. Ed era stata proprio quella ragazzina a darle in dono una camelia bianca, che nel linguaggio dei fiori era il fiore dell’amore, fiore che portava buon augurio se regalato alle persone care.

Passi lenti venivano dal corridoio e, se non ci fosse solo Hestia lì con lei, avrebbe pensato che fosse Rei  a chiederle se potesse dormire con lei. O per volontà divina o mera coincidenza, Hestia se ne uscì con ‘’Eirene, posso dormire con te? Non riesco a dormire sola.’’ con voce impastata dal sonno. E per abitudine un ‘’sì’’ uscì dalla rosee labbra di Eirene e come una bimba piccola, la minuta Dea si stese sul suo letto a baldacchino, accoccolandosi dentro le raffinate lenzuola color dell’oro.  Appena l’altra Dea si era sistemata nel suo letto Hestia disse: ‘’Ti posso chiedere una cosa?’’
 ‘’Sì, dilla pure’’  disse in risposta.
‘’Posso stare con te finché non avrò trovato un figlio?’’

E quella domanda la spiazzò. Di certo non si aspettava questa domanda dopo tanto tempo che Hestia aveva dormito dentro quelle quattro mura che lei chiamava ‘’casa’’.

‘’Certo.’’ Rispose senza pensarci. Una persona che le faceva compagnia dopo tanto tempo era sempre gradita.
‘’Scusa se ti ho fatto ricordare.’’

Ricordare. E dire che lei se lo ricorda sempre senza che la Dea minuta le porgeva tale domanda. Perché una famiglia distrutta da membri di una famiglia che lei considerava amica, di certo non poteva finire nel labirinto della dimenticanza.
‘’Tranquilla. Oramai quella scena mi perseguita da anni. Apollo deve pagare.’’ E Hestia percepì rabbia nella frase pronunciata dalla Dea della pace.
‘’Dimmi,  ora la sua famiglia?’’ E per una famiglia capì che diceva quella di Rei.
‘’Sua madre è morta dopo un’anno che continuavo a portarle i soldi, gli stessi soldi. Perché ora che non ho nessun membro, non sono poi così ricca. Quindi mi sono messa d’accordo con Miach e quando la signora le portava i soldi, lui le dava le medicine ma i soldi poi me li ridava a me e io continuavo il giro.’’

Hestia sorrise.

‘’Ma ora è meglio se andiamo a dormire, che domani mi devi preparare una ricca colazione!’’
‘’E va bene, va bene, buona notte, Hestia’’
‘’Buona notte, Eirene’’



Angolo dell'autrice:
Grazie a chi ha letto fin qui! :3 
Comunque il testo è abbastanza ''breve'' perché non volevo farne una storia lunga, ma solo raccontarvi un piccolo e ipotetico caso di come Hestia abbia vissuto prima di andare ad abitare sotto una chiesa con Bell. 
   
 
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