In una piovosa domenica d'inverno un ragazzo di diciotto anni ha ben poco da fare. Soprattutto se il suo migliore amico non è in zona e i compiti di scuola sono già finiti. Per questo Haruka, preso dalla noia e senza sapere cos'altro fare, cerca nei cassetti del comodino delle riviste prestatagli appunto da quel ragazzo che proprio in un giorno così apatico l'ha abbandonato andando a sciare con la famiglia. 
Haruka non ama molto quel genere di riviste, ma non ha saputo dire di no alle suppliche dell'amico di tenerle a casa sua poiché nella sua ci sono due scimmiette curiose la cui purezza voleva essere mantenuta. La noia vince il suo disinteresse per certe cose e così inizia a sfogliare lentamente le pagine. Alcune sono un po' sporche, ma preferisce non farci troppo caso e concentrarsi sulle foto. Si sofferma su una grande immagine di una ragazza seduta in modo abbastanza indecente. Le gambe allargate al massimo e le mani che toccano parti che lui non ha mai toccato in una ragazza(sempre ne abbia mai toccata una). Indossa solamente degli autoreggenti neri a rete e ciò colpisce molto il ragazzo: come può una ragazza essere così...
Smette di farsi domande inutili quando avverte la reazione del suo corpo. Lentamente si abbassa i pantaloni del pigiama e con la mano destra si accarezza il membro facendo passare leggeri brividi nel suo corpo. 
Dopo pochi minuti si è già focalizzato abbastanza da non sentire altro che piacere nell'immaginare quella ragazza dalle belle curve tra le sue mani. Quando è sul punto di arrivare al limite sente la porta della stanza aprirsi di colpo e la voce del suo migliore amico chiamarlo.
"Haru! Non mi hai sentito entrare? È da un po' che ti chi...!!!"
Lui nonostante l'indesiderato disturbo non smette di masturbarsi e l'altro, preso dal panico per la stazione poco adatta, si gira di scatto chiudendosi la porta alle  spalle in attesa che Haruka finisca.
Un minuto dopo raggiunge l'ospite in sala. Makoto è completamente a disagio ed è rosso scarlatto in viso. Haru divertito dalla sua reazione sghingnazza senza farsi vedere.
"S-scusami tanto! Non volevo disturbarti!"
"Non fa niente. Dopotutto ti ho chiesto io di passare qui non appena fossi tornato."
"S-si... però..."
"Hai ragione! È colpa tua. Tu mi hai lasciato quelle riviste qui a casa."
"Mi dispiace... non credevo tu le usassi."
"Infatti era la prima volta che le sfogliavo. Potevi almeno darmele non sporche."
Se possibile il volto dell'amico diventa ancora più rosso, quasi avesse solo sangue nelle guance.
"I...io..."
"Makoto, sto scherzando."
"Haru non farmi preoccupare per queste cose! Sai che ci do molto peso!"
"Ahah... la tua faccia imbarazzata per queste cose non ha prezzo!"
Il castano rimane un attimo stupito dall'espressione inusualamente divertita dell'altro, ma subito dopo si mette a ridere anche lui.