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Autore: DearAgony    27/06/2015    2 recensioni
Un uomo è tanto meno sé stesso quanto più parla in prima persona. Dategli una maschera e vi dirà la verità.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Vessalius, Lacie Baskerville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Otto anni trascorsi a camminare, da otto anni avanzava in quella Sablier che poteva anche sembrare viva, luminosa, bellissima, grazie a tutti i suoi suoni, alla sua musica, alle sue voci, ma che, per Jack Vessalius, non era altro che un labirinto tetro e vuoto, in cui il sole non osava mostrarsi. Non ai suoi occhi, non il suo sole. La vita scorreva come un fiume in piena per le strade della capitale, mentre lui si sentiva scivolare via ogni giorno di più.
Chi era lui, esattamente?
Nient’altro che un riflesso, una maschera, un guscio privo di vita, ancor più di quel giorno in cui lei lo aveva trovato. Respirava a mala pena in quel trambusto, in mezzo a tutte quelle voci, quelle parole, quelle personalità che ogni volta prendevano spazio nel suo volto, nei suoi gesti, nelle sue emozioni, nei suoi pensieri, a seconda della persona con cui interagiva. Tutto ciò lo sommergeva, lo travolgeva, lo soffocava. Aveva imparato che, per sopravvivere in quel mondo così crudele che lei tanto amava, non avrebbe mai potuto permettersi di essere sé stesso. E, ormai, non sapeva neanche più chi fosse. Non ricordava neanche un singolo difetto o pregio che caratterizzasse quella persona di nome Jack Vessalius. Più pronunciava quel nome, più si sentiva come se non gli appartenesse.
“Qual è il tuo nome?”
“Io sono Jack. Solo Jack.”
“Jack…? Che nome privo di personalità!”
Quelle sue parole gli tornavano in mente come un’eco ogni volta che lui provava a dimenticare, ogni volta che i ricordi e il suo disprezzo lo tormentavano. Ormai non ricordava più perché la stesse cercando così disperatamente. Lo faceva soltanto perché, altrimenti, non avrebbe avuto un motivo per continuare a vivere quella sua inutile vita. Perché doveva soffrire? Come aveva fatto a diventare talmente meschino? Quello non era lui, non poteva esserlo. Era tutta colpa sua.
“Perché mi hai salvato?”
Perché non aveva lasciato che la morte gli tendesse la sua gentile quanto crudele e fredda mano e lo trascinasse via, lo facesse sprofondare nei meandri di un sempre più buio abisso? Non poteva fare a meno di pensare che fosse stato tutto un errore, che non sarebbe mai dovuto succedere. Non riusciva a non considerare quel suo gesto così nobile un orribile peccato che aveva macchiato le sue belle, calde, gentili e talvolta crudeli mani. Malediceva ogni sua singola parola, ogni suo gesto che una volta guardava con adorazione, quasi fosse una creatura di un’altra dimensione, ogni suo sguardo, così dolce, caldo e terrificante.

E, mentre si perdeva nei suoi tormenti, come sovente faceva, osservò la sua espressione riflessa sul vetro di una finestra. In quel viso disgustato riconobbe sé stesso. Riuscì a recuperare una singola briciola di ciò che un tempo era, o che forse era sempre stato, anche in quel momento, benché non se ne accorgesse, benché avesse perso il suo volto tra tutte le maschere che indossava ogni giorno.
Capì finalmente, dopo tanto tempo, perché la stesse cercando, perché fosse disposto a qualsiasi cosa per incontrarla ancora una volta, perché indossasse quel maledetto orecchino ogni singolo giorno da otto anni: lei era tutto ciò che era rimasto di Jack Vessalius. Solo Lacie avrebbe potuto far riemergere la sua identità. Non poteva fingere di non averla mai incontrata, come se fosse stato tutto un sogno. Però, lo avrebbe desiderato: desiderava vivere una vita solo per sé stesso, cogliere ogni piccolo frammento di felicità che la vita gli lasciava, quasi per sbaglio, in mezzo a quel mare di disperazione, ma non poteva, perché ormai “sé stesso” non esisteva più. Jack Vessalius esisteva solo in Lacie Baskerville, quella era una verità a cui non sarebbe mai voluto arrivare. Un sorriso contorto, egro e disumano si dipinse sul suo volto, in un misto di gioia e tormento. Il cuore di cui aveva dimenticato l’esistenza cercava la sua voce, la riconosceva, la anelava ardentemente. Tese la mano verso il vuoto come se, in qualche modo, potesse riuscire a raggiungerla. Si rese conto che, abbandonandolo, aveva portato via con sé anche l’ultimo briciolo di integrità, moralità e umanità che gli era rimasto.
“Sei crudele, Lacie.”
Malgrado tutto l’odio che provasse nei suoi confronti, non avrebbe rinunciato ad incontrarla e a ritrovare, insieme a lei, sé stesso. Ed ecco che, pensando a quella donna, prese coscienza del suo egoismo, che lo spingeva ad imporre la sua presenza nella vita di Lacie, non interessandosi minimamente ai suoi sentimenti, ma solo a sé stesso.
Sei disgustoso, Jack.”
Rise, mente rivolgeva a sé stesso parole pungenti e colme di odio. Lo sapeva già, era l’unica cosa di cui era sempre stato consapevole. Lui era tutto, fuorché un essere umano. Se c’era qualcosa che non l’aveva mai abbandonato, era la sua corruzione.

Un uomo è tanto meno sé stesso quanto più parla in prima persona. Dategli una maschera e vi dirà la verità.


- Angolo autrice !

Salve, signori e signore, qui è DearAgony che vi parla!
Okay, smetto di fare l'idiota, credo non sia il caso. Per prima cosa, credo di dovervi ringraziare per aver letto questo aborto. E' la prima volta che pubblico qualcosa su Jack e Lacie e sono abbastanza nervosa, dato che tengo particolarmente a questi due personaggi. Ma, allo stesso tempo, è proprio per questo motivo che ho sentito il bisogno di dedicare loro una fanfiction. Questa storia è nata dopo anni di riflessioni sul personaggio di Jack e grazie all'ispirazione che mi è stata data da due canzoni che amo particolarmente: "Hold Me Now" e "Never Be The Same" dei Red, un gruppo che amo davvero tanto - vi consiglio vivamente di ascoltarli, credo che riuscirete a riconoscere alcune frasi prese direttamente da queste due canzoni. L'ultima frase, inoltre, non è mia, ma è una citazione del mio autore preferito, Oscar Wilde, che mi ha sempre ispirato, in particolare con la frase sopracitata, nel caso di questa one shot. Vorrei anche ringraziare l'autrice whitemushroom, con la quale ho interagito ultimamente e la quale mi ha fatto venir voglia di scrivere questa fanfiction anche con la sua storia "Masquerade", sempre su Jack, che vi consiglio caldamente di leggere.
Vi ringrazio ancora una volta per aver letto questa storia e vi prego umilmente di lasciare una recensione, magari con qualche consiglio per il futuro.
Grazie mille e alla prossima!
DearAgony.
  
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