29/06/2015
2 recensioniGli occhi della ragazza si riempirono subito di lacrime, perchè sapeva che se avesse sceso le scale per andare al piano di sotto, non avrebbe trovato nessuno. Solo i suoi cani.
Con calma scese dal letto, infilandosi la maglia di Robert che stranamente lui aveva lasciato lì, andò in bagno per fare pipì e lavarsi il viso, poi si diresse verso le scale, scendendo con molta non curanza.
"Kris..." si sentì chiamare e girò la testa verso Robert, che stava proprio vicino alla porta.
Una lacrima si fece strada lungo la sua guancia, "Che ci fai ancora qua? Vattene. Hai deciso di andartene e lasciarmi senza dirmelo, e allora fallo." disse lei.
Lui sapeva che non doveva farlo. Ma era pronto, ormai.
Pronto a lasciare quella vita che pensava non gli appartenesse più. Quando invece c'era quella piccola morettina con gli occhi verdi che le apparteneva più di tutto il resto.
Più di qualsiasi altra cosa.
Kristen gli si mise davanti e gli fece una semplice domanda, "Perché? Quello che ti do non è abbastanza? Io non sono abbastanza?" e cedette alle lacrime.
Ci teneva troppo. Robert era la debolezza di Kristen. E lei pensava di esserlo anche per lui, ma stando ai fatti si sbagliava di grosso.
Robert, seppur con il dolore negli occhi le disse "Kristen, tu non sei più quello che voglio. Non puoi più darmi quello di cui io ho bisogno."
La ragazza divenne rossa dalla rabbia. "Sei un bugiardo." disse, con tutta la calma che poteva avere in corpo, "Fino a qualche ora fa mi ripetevi in continuazione di amarmi, stanotte abbiamo fatto tre volte l'amore, sempre se per te lo era. E io mi sveglio trovandoti qui, in procinto di lasciarmi senza dirmi niente. Pronto ad abbandonarmi." si fermò, strofinandosi gli occhi e affrontandolo , per quanto la sua altezza da nana potesse permetterle, gli disse "Sei un vigliacco, Robert."
Detto questo si girò, dirigendosi verso la cucina. Improvvisamente si bloccò e si girò per guardarlo, "E sappi che sono io che sto rompendo con te. Non il contrario. Ora sono io che rompo con te. Addio."
Si diresse nuovamente verso la cucina e, appena girato l'angolo e sentito la porta di ingresso chiudersi, la ragazza crollò sul pavimento scoppiando a piangere.
Come faceva male. Non pensava che sarebbe stata così dolorosa la loro rottura. Ma forse è così che ci si sente quando si rompe con una persona che si ama ancora con tutto se stessi.
Distrutti. Fatti a pezzi.
Kristen prese il cellulare e digitò il numero dell'unica persona che in quel momento potesse darle conforto.
Rispose al secondo squillo e la ragazza singhiozzò rumorosamente pronunciando solo una parola, un nome "Suzie".
"Mi spiace Kris. Arrivo, piccola." rispose la sua migliore amica.
Kristen appoggiò la testa sulle sue ginocchia e i singhiozzi le smorzarono le urla. Voleva urlare come mai aveva fatto prima.
E si arrese alle lacrime, passandosi una mano tra i capelli come fa sempre, accasciandosi sul pavimento freddo della loro casa, cercando di scacciare tutti i ricordi.
"... Certo che ti farò del male. Certo che me ne farai. Certo che ce ne faremo. Ma questa è la condizione stessa dell'esistenza. Farsi primavera significa accettare il rischio dell'inverno. Farsi Presenza, significa accettare il rischio dell'Assenza."
Il piccolo principe.