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Autore: _rei_chan_11_    29/06/2015    3 recensioni
-Aaaah, la mia testa...- gemo tenendomela con entrambe le mani. Mi sembra di avere una biglia che rotola da una parte all'altra, al posto del cervello. Riesco ad arrivare fino alla stanza da bagno sano e salvo. Uscendo e tornando in sala sul mio amato divano, passo innavvertitamente davanti ad uno dei tanti specchi disseminati per casa e qualcosa attira la mia attenzione. Mi fermo ad osservarmi, ancora senza maglia, non notando nulla di strano. Aspetta un attimo...la mia pancia ha qualcosa che non va. Mi giro di lato per potermi guardare meglio. No, è piatta come al solito...ma...
La accarezzo distrattamente e una strana sensazione mi pervade, mai provata prima. È...bello?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Reita, Ruki
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg
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Qualche raggio di sole primaverile filtra fra le tende nere semitrasparenti, svegliandomi. Mi stiracchio lentamente con un mugolio. I trent'anni si fanno sentire, sto diventando vecchio. Una risatina amara affiora dalle mie labbra a quel pensiero. Già, trent'anni e nessuna famiglia. Trent'anni e nessun lavoro stabile.
Quello che io considero essere il mio mio piccolo "nucleo familiare" si sveglia. Mi abbraccia i fianchi e strofina i capelli biondi contro il mio braccio.
-Sembri un gatto quando fai così, Aki-chan.- commento accarezzandogli la testa.
-Meow?- miagola lui, cominciando a fare le fusa sulla mia pancia. Rimaniamo sdraiati a letto a coccolarci per un bel po'. Oggi giornata libera, grazie al cielo. Non ho da lamentarmi, adoro il mio lavoro, ma tra photoshoot, registrazioni, interviste e live alla lunga diventa stancante, mai monotono per fortuna.
-Oggi credo che proverò a buttare giù qualche testo...sono troppo indietro e devo recuperare.- sospiro passandomi una mano sugli occhi.
-E se invece ci prendiamo un giorno di relax e stiamo un po' insieme? Da quant'è che non usciamo a cena noi due soli, eh?- propone Aki mettendomi un braccio intorno alle spalle e stringendomi. Annuisco sorridendo. L'idea mi piace assai!
Mi alzo per andare a farmi una doccia fresca. Nonostante sia solo aprile fa già un caldo bestiale!
-Amore, hai finito? È da mezz'ora che sei chiuso lì dentro!- mi bussa Akira dopo un po'.
-NO!- strillo da sotto il getto dell'acqua.
-Almeno fammi entrare! Devo prepararmi anche io!- si lamenta ancora. Apro la porta di scatto, alla quale era appoggiato, rischiando di farlo cadere per terra.
-Che rompiscatole che sei! Ho finito...- borbotto stringendomi di più nell'asciugamano e me ne vado con un finto broncetto a dipingermi il viso. Le braccia di Aki non tardano ad arrivare, mi prende per la vita da dietro e mi fa girare.
-Ah, e io sarei un rompiscatole? Subirai la mia vendetta, nano malefico!-
-Lasciami! Aiuto!- strillo con le lacrime agli occhi dal ridere. Mi porta fino al divano, dove mi ci butta.
-E ora...torturaaa!- e si mette a farmi il solletico.
-Ah! Basta, basta! Mi arrendo!- rido ancora contorcendomi.
-Mai insultare Akira-sensei!- esclama canticchiando tra sè e sè una musichetta epica da film. Ormai sono praticamente rannichiato per terra con le mani sullo stomaco dalle risate. Quando vuole sa diventare davvero stupido, ma mi fa morire!
-Ora che hai il bagno libero sei qua a blaterare...vai!- dico senza fiato. Mi fa l'occhiolino e corre subito nella stanza, lanciando in aria il pigiama una volta tolto. Mi chino e lo ripiego sospirando. Quel ragazzo è decisamente troppo disordinato! Mi vesto con un paio di pantaloncini di stoffa e una canottiera, le cose più leggere trovabili in questa casa.
Aki esce dalla doccia poco dopo, le guance arrossate dal vapore e i capelli umidi che gli pendono da tutte le parti. Glieli scompiglio affettuosamente, per poi tirargli via la frangia bagnaticcia dagli occhi e bloccargliela all'indietro con una delle mie mollettine. Odia tenere i capelli così (anche se non ho mai capito perchè), ma io trovo che sia carinissimo quindi, almeno in casa, è obbligato se non vuole dormire nella vasca da bagno e farsi settimane e settimane di astinenza. È il mio modo per convincerlo a fare tutto quello che voglio, minacciarlo. Mi sento malvagio, certo, ma intanto sembra funzionare alla perfezione. A quanto pare non ha intenzione di vestirsi per nessun motivo, gira per casa con i suoi pantaloni più corti e nient'altro.
-Aki...dai, vai a metterti una maglia.- lo spingo gentilmente verso la camera. Fa già abbastanta caldo così, non c'è bisogno che ci si metta anche lui.
-Ma ho caldo, Taka-chaan!- si lamenta sventolandosi con il ventaglietto, scovato in un cassetto del mio armadio.
-Ti prometto che domani andrò a comprare un ventilatore...ma ora vestiti!-
Scuote la testa e mi guarda imbronciato come un bimbo. Niente da fare, è testardo come un mulo! Forse se riesco a non fissarlo troppo andrà tutto bene...
Sì, come se fosse facile, avendolo a due centimetri di distanza,  spaparanzato sul divano, a gambe e braccia larghe. Provo ad osservare il paesaggio al di fuori della finestra per distrarmi. Non funziona, l'unica vista di cui posso godere da su un cantiere, non propriamente interessante. Torno a concentrarmi sul programma televisivo, ma anche quello è noioso. Oh, al diavolo! Mi accoccolo contro la spalla di Akira e gli prendo la mano, appoggiata sulla sua gamba. Mi lancia uno sguardo sorridente di traverso e, stringendomi un po' di più, mi da un bacino fra i capelli. A dir poco adorabile. Cerco di dargli un bacio sulla mascella, vicino all'orecchio, uno dei suoi punti più sensibili, ma l'accenno di barba che la ombreggia me lo impedisce.
-Pungi.- gli dico mettendomi una mano sulle labbra.
-Scusa.- ridacchia massaggiandosi il mento. Mi sporgo per ritentare con la guancia, quest'ultima morbida e setosa come una pesca.
-Molto meglio.- sorrido.
Passiamo la mattina e il pomeriggio a non fare nulla, tra bacetti, carezze e quiz televisivi di dubbia qualità, interrotto solo dal pranzo, ovvero un'insalata mangiata sul divano. La sera arriva lentamente e ai primi segni di buio ci alziamo all'unisono.
-Sushi?- mi chiede Akira prendendo in mano il telefono per prenotare. Annuisco aggiungendo:
-E discoteca.-
-Ok...- sospira lui rassegnato.
Saltello fino in camera esultando. Ora, piccolo problema...non so cosa mettermi! Chiedo consiglio ad Aki, che per tutta risposta mi ride in faccia:
-Non ci credo! Mi sembri una donna! Mettiti una camicia e un paio di pantaloni, che ti devo dire.-
-Non capisci niente...- borbotto spingendolo di nuovo in salotto per potermi cambiare tranquillamente. Alla fine opto per un completo di ciniglia blu con gli strass sulle spalle e delle scarpe nere con un po' di tacco. Dopo esserci truccati e pettinati come al solito, siamo pronti per uscire.
Il ristorante è davvero carino, il cibo delizioso e il personale gentilissimo. Verso le undici trascino, letteralmente, Aki fino alla discoteca più cool di Tokyo e, usando il mio pass vip, ci accaparriamo la saletta privata. Musica migliore, drink a dir poco divini e molto meno caos. Più nel mio stile. All'inizio Akira ondeggia da una parte all'altra, terribilmente a disagio, ma, dopo due Asahi ben ghiacciate, comincia finalmente a ballare sul serio. Non capisco perchè si vergogni tanto, è così bravo! Beh, non quanto me, ovviamente...
Mettono su "Let's go straight...to the number one", una delle classiche canzoni da filmetto porno di quarta categoria, e Aki mi prende i fianchi, avvinghiandosi a me. Le cubiste fanno la loro entrata in scena, ma non ce ne curiamo, presi come siamo l'uno dall'altro. Mi giro, dandogli la schiena, rimanendo con il corpo aderente al suo e continuo a ballare, una sua mano stretta intorno alla vita per tenermi il più vicino possibile, la mia destra ad accarezzargli il collo. Ci scappa un veloce bacio, nascosti dal buio. Quando l'attenzione è ormai tutta delle ballerine che ballano contro i pali con i loro miniabiti psichedelici, scendo piegando le gambe aperte, strusciandomi con la schiena lungo le sue cosce e torno su allo stesso modo.
-Wow...Taka non sapevo sapessi ballare in questo modo...- mi sussurra, per quanto sia possibile data la musica altissima.
-E non hai visto ancora nulla...- dico malizioso facendogli l'occhiolino. Ballo ancheggiando contro di lui fino alla fine della canzone, che viene subito sostituita con "Gimme more" di Britney Spears, per poi riprendere a "strusciarmi", qualche volta scendendo un po' troppo sotto la cintura, continuando a guardarlo negli occhi, interrompendomi solo per baciarlo con trasporto.
-Ehi, e se ce ne andassimo a casa?- mi chiede senza fiato.
-Ok!- grido sopra alla musica, cogliendo la sua allusione. Usciamo all'aria aperta, la testa mi gira, un po' per l'alcool, un po' per il caldo assurdo all'interno del locale.
-Vado a cambiarmi...ho la giacca fradicia. Era caldissimo lì dentro!- esclamo entrando in casa.
-Non ce n'è bisogno...- mormora con voce roca Aki, spingendomi sul divano. Sale sulle mie gambe e mi blocca ogni via d'uscita con le braccia, riprendendo a baciarmi appassionatamente. Gli allento la cravatta e gli apro gentilmente la camicia, infilandoci subito le mani fredde per andare ad accarezzargli la schiena. Lui, al contrario, quasi mi strappa i vestiti di dosso, preso dalla foga del momento. Siamo entrambi abbastanza brilli, ormai ci guida solo l'istinto. Dopo i nostri soliti preliminari e tanti altri baci bollenti, un unico pensiero ragionevole mi attraversa.
-Aki...il preserv-...- cerco di dire fra gli ansiti, ma lui non mi ascolta, tappandomi la bocca con le sue labbra gonfie e turgide a causa dai miei morsi.
Ho bevuto troppo...non capisco più niente...
~

-Aki?- mugolo socchiudendo un occhio. Che ci facciamo sul divano, entrambi nudi? Mi ricordo della notte di passione consumata ieri, e mi vien quasi da ridere. Eravamo talmente ubriachi da non riuscire ad alzarci neanche per andare in camera?
-Oddio...- mormoro mettendomi una mano sulla bocca. Che nausea! Credo di stare per...
Corro in bagno in tutta fretta prima di combinare un casino in sala.
-T-Taka-chan?- miagola Akira, bussando alla porta.
-Lasciami solo...arrivo sub-...- un altro conato di vomito mi impedisce di finire la frase.
-Takanori! Che cos'hai?! Fammi entrare!- riprende a bussare più forte, svegliandosi di colpo. Sentendomi tossire, entra, nonostante io gli abbia detto di no, e si inginocchia accanto a me.
-Doveva esserci qualcosa di strano nel pesce di ieri...o forse ho solo bevuto una birra di troppo...- mugolo aggrappandomi alla ceramica.
-Stai tranquillo, ci sono io qui con te. Ora chiamo Yutaka e gli dico che oggi non andiamo al lavoro.- cerca di consolarmi.
-No, tu vai...io starò beniss-...-
Di nuovo.
-No! Io rimango a casa con te! Non posso permettermi di lasciarti da solo in queste condizioni. Ce la fai a resistere un secondo?-
-Penso di...-
Ancora. Mi appoggio sospirando al bordo della vasca.
-No...non ce la faccio.-
Akira mi rimane accanto tutta la mattina, tirandomi indietro i capelli con le mani e tenendomi la fronte. Quando il mio stomaco sembra essersi tranquillizzato mi prende in braccio e cullandomi mi riposa sul divano. Mi copre con il piumino e mi da la borsa dell'acqua calda da tenere sulla pancia. Si siede accanto a me e mi accarezza dolcemente le guance.
-Secondo me, dovresti mangiare qualcosa...starai solo peggio se rimani a stomaco vuoto.- consiglia.
-Il solo pensiero del cibo in questo momento mi fa venire voglia di rimettere di nuovo...- borbotto tirandomi la coperta fino al naso.
-Per una volta fidati di me!-
-No.-
-Ok, sto zitto.-
E così rimaniamo in silenzio entrambi.
-Senti, vado alla farmacia più vicina a prenderti qualcosa...ti lascio il cellulare qua vicino, nel caso avessi bisogno di qualcosa. Torno subito.- dice alzandosi al mio ennesimo lamento.
-No, non andare, ti prego!- esclamo allungando una mano e stringendogli debolmente l'orlo della maglietta.
-Ci metterò solo un minuto, te lo giuro.- mi promette dandomi un bacio sulla punta del naso. Lo saluto con un cenno della testa, che non accenna a smettere di rimbombarmi.
Uffa, devo andare in bagno. Proprio ora che Akira non c'è, ovviamente. Mi dovrò arrangiare. Mi alzo lentamente a sedere.
-Aaaah, la mia testa...- gemo tenendomela con entrambe le mani. Mi sembra di avere una biglia che rotola da una parte all'altra, al posto del cervello. Riesco ad arrivare fino alla stanza da bagno sano e salvo. Uscendo e tornando in sala sul mio amato divano, passo innavvertitamente davanti ad uno dei tanti specchi disseminati per casa e qualcosa attira la mia attenzione. Mi fermo ad osservarmi, ancora senza maglia,  non notando nulla di strano. Aspetta un attimo...la mia pancia ha qualcosa che non va. Mi giro di lato per potermi guardare meglio. No, è piatta come al solito...ma...
La accarezzo distrattamente e una strana sensazione mi pervade, mai provata prima. È...bello? Forse, non riesco a capirlo neanche io. Rimango in piedi davanti allo specchio fino a quando la mia testa riprende a lamentarsi, costringendomi a stendermi.
Non riesco a smettere di pensarci: non sto male come al solito, è qualcosa di diverso. Un'idea malata mi illumina. Afferro il telefono in tutta fretta e chiamo Akira, pregando tutti i Kami che sia ancora in farmacia.
-Pronto?- mi risponde preoccupato dopo uno squillo.
-Aki! Sono Taka, sei ancora in farmacia?-
-Sì, perchè?-
-Prendi anche un test di gravidanza.-
Rimane in silenzio per qualche secondo.
-Ma che cazz-...Oh, mi scusi signora. No, no, non è nulla, solo un mio amico che si diverte a dire idiozie.- si mette a colloquiare con qualcun'altro.
-Akira! Compra quello che ti ho chiesto e sbrigati!- lo riprendo innervosito. Amico? Idiozie?! Ma come si permette!
-Takanori...è insensato. Non farmi spendere soldi per nulla, per favore.-
-A-K-I-R-A!- sillabo.
-Ok, ok...sto zitto. Ci vediamo fra poco.- borbotta per la seconda volta in meno di due ore. Attacchiamo e io mi metto a sedere. Non riesco neanche più a stare sdraiato, sono troppo agitato. Provo a guardare un po' di televisione, ma come al solito non c'è nulla di interessante, se non il mio stupido faccione spalmato sullo schermo. E non ho voglia di vedermi parlare, quindi mi rassegno a rispegnerla e tornare a torcermi le dita, in mancanza di qualcosa di meglio da fare.
Finalmente Aki torna a casa, trovandosi braccato sulla soglia.
-Hai preso quello che volevo?- gli chiedo bloccandogli la strada.
-Sì, sì...anche se io continuo a pensare che sia una cosa stupida...- borbotta passandomi la scatolina bianca e rosa.
-Sh, tu non pensi...è diverso!- ridacchio picchiettandogli sulla testa.
-Ma...EHI!- si lamenta ripettinandosi. Mi infilo nuovamente in bagno e faccio tutto ciò che devo fare. Aspetto il tempo "di posa" e prendo in mano il test, chiudendo gli occhi. Ho seriamente paura di guardare.
"Ora o mai più!" penso e spalanco gli occhi. Ho un altro capogiro, e questa volta non perchè sto male. Spero di aver visto male, non è possibile! Quello...quello è un più!
Mi manca il fiato per un secondo. Mi appoggio al lavandino con entrambe le mani, cercando di tornare a respirare. Akira mi raggiunge e mi massaggia le spalle.
-Che succede, Taka-chan? Ti senti male di nuovo?- mi chiede con dolcezza. Lo abbraccio di slancio mettendomi a piangere, non so ancora se per la felicità o per altro.
-Sono incinta...- sussurro.
-CHE COSA?!- urla allontanandomi. Lo guardo ferito.
-N-non sei felice?- balbetto.
-Non lo so...credo...- mormora mettendosi le mani nei capelli.
-Aki...- gli appoggio una mano sul petto -...io...sono felice. Saremo una famiglia. Io, te e il bambino.- sorrido accarezzandomi la pancia.
-Ma...non è possibile! Com'è potuto accadere?!- esclama ancora confuso. Gli prendo il viso e mi faccio guardare negli occhi.
-Akira...non è importante. Voglio solo sapere una cosa...tu, lo vuoi?-
Cerca di eludere il mio sguardo.
-Io...credo di sì.- mormora tirando un sorrisino. Lo abbraccio di nuovo, continuando a piangere e Aki mi segue a ruota.
-Noi...noi due avremo un figlio! Non posso crederci!- esclama sconvolto.
-Non è una cosa bellissima, amore?-
-Sì...sì, è magnifico.- ride sfiorandomi lo stomaco.
-Kami-sama...è così strano. Posso ancora?- mi chiede massaggiandosi la mano, come se si fosse scottato. Incrocio le braccia dietro la schiena per lasciarlo fare. Si inginocchia a terra e mi tocca delicatamente la pancia per un po', per poi posarci un piccolo bacio, vicino all'ombelico.
-Mi sembra di star già toccando il nostro bambino...- mormora con un sorriso stupido stampato in faccia.
-Lo so...è la stessa cosa che ho provato io la prima volta.-
Poi, un fulmine a ciel sereno.
-Come faremo con il lavoro?- chiedo preoccupato.
-Cavolo, non ci avevo pensato...- esclama rabbuiandosi.
-Forse dovremmo semplicemente spiegare a Yutaka cosa è successo.- propone dopo averci pensato su.
-Non ci crederà mai...-
-Vero, ma non vedo altre possibilità.-
-Per ora stiamocene a casa...possiamo sempre dire che io non mi sento meglio. Nel frattempo pensiamo ad un modo per dirlo a tutti.- sospiro. Akira annuisce.
Passiamo un'altra giornata stesi sul divano, io che mi accarezzo continuamente la pancia. Non so, mi fa stare bene.
-Dovremmo cambiare casa, abbiamo bisogno di un'altra camera.- dico improvvisamente.
-Sì, dovremmo...-
-E dobbiamo andare a comprare il lettino, il passeggino, l'ovetto, le tutine, i biberon,...-
-Sì, sì, ho capito...non farmi tutta la lista.-

 

...........quattro giorni dopo........


-Taka! Sei pronto? Forza, siamo in ritardo.- mi richiama Akira, già sulla porta con le chiavi della macchina in mano. Mi guardo un'ultima volta allo specchio controllando che la pancia non si noti al di sotto del maglioncino. In realtà non è ancora cresciuta nemmeno di un centimetro ma ho il terrore che qualcuno lo noti. Sento sempre dire che quando una donna è incinta, anche se solo di qualche giorno, lo si vede subito perchè ha qualcosa di diverso. È anche vero che io non sono una donna...
-Takanori!- strilla quell'altro spazientito.
-Arrivo, arrivo!- gli rispondo afferrando la borsa e gli occhiali da sole.
Salgo in macchina e per tutto il tragitto continuo a lisciarmi la maglia.
-Stai tranquillo, non si vede niente.- mi calma Aki accarezzandomi distrattamente il ginocchio fasciato in un paio di pantaloni in similpelle lucida, i miei preferiti.
-Come reagiranno gli altri secondo te?-
-Bene, credo...dopotutto sanno che stiamo assieme. Penso che sia normale che una coppia...ehm...hai capito, no?- balbetta imbarazzato.
-Lo faccia?- completo io.
-Ecco, sì.- borbotta arrossendo. Si vergogna tantissimo a parlare di queste cose...eppure non si direbbe, vedendo anche solo come si muove sul palco.
-Siamo arrivati.- annuncia fermando la macchina davanti allo studio.
-Ce la fai a salire da solo? Io vado a cercare un parcheggio...quello della PSC è pieno.- mi chiede scaricandomi. Scuoto la testa spaventato.
-Ok, aspettami qui. Arrivo subito.- sospira rimettendo in moto. Torna dopo qualche minuto, la mia borsetta stretta fra le mani.
-Hai dimenticato questa, rimbambito.- mi prende in giro lanciandomela.
-Grazie!- rido prendendola al volo. Prendiamo l'ascensore e saliamo fino al terzo piano. Fermi davanti alla porta con la targhetta che ben conosco, "The GazettE", Aki mi chiede:
-Sei pronto?-
-Sì, andiamo.- sospiro spalancando la porta.
-Aki-chan! Taka-chan! Siete tornati, finalmente!- strilla Kouyou abbracciandoci, affettuoso come al solito. Yuu ci rivolge un saluto con la mano e un sorriso a trentadue denti. Yutaka si limita a borbottare:
-Già, finalmente...siamo indietro con il lavoro e voi pensate bene di starvene cinque giorni a casa?!-
-Takanori è stato poco bene...non potevo lasciarlo solo.- si spiega Akira mettendomi un braccio intorno alle spalle, protettivo.
-Guarda che carini Yuu...perchè tu non sei mai così con me?- si lamenta Kou tirandogli una botta in testa.
-Ahia! Ma io...bah, lasciamo perdere.- sospira tornando ad accordare la sua chitarra.
-Ehm, ragazzi...io, cioè, noi dovremmo dirvi una cosa...- provo a dire con tono incerto.
-È qualcosa di brutto?- chiede subito Kou aggrottando le sopracciglia. Scuotiamo la testa insieme. Si siedono tutti e tre su uno dei divanetti, e noi due ci mettiamo proprio davanti a loro. Aki mi stringe la mano, cercando di incoraggiarmi. Suppongo che voglia che lo dica io. Prendo un lungo respiro.
-Sono incinta.- dico tutto d'un fiato. Ripeterlo è ogni volta un'emozione. Credo di stare per piangere di nuovo. Yuta, Kou e Yuu rimangono in silenzio, fissandoci sbigottiti.
-E lo vogliamo, entrambi.- conclude Akira baciandomi la tempia. Kou è il primo ad alzarsi. Si siede accanto a me e mi abbraccia strettissimo, dandomi un bacetto da amico sulla guancia.
-Sono così felice per voi. Davvero! È una cosa stupenda.-
Yuu lo raggiunge, dando una pacca sulla spalla ad Aki.
-E così diventerai padre, eh?-
-Già...- mormora lui grattandosi la nuca imbarazzato. Yutaka è l'unico che non si avvicina a noi.
-Vi faccio le mie congratulazioni.- dice con tono piatto, uscendo dalla stanza.
-Lasciatelo perdere...a lui importa solo del lavoro.- ci rincuora Kou, prendendo poi a far domande a raffica.
-Sarà un maschietto o una femminuccia? Come lo chiamerete? Secondo voi, a chi assomiglierà di più?-
-Non lo sappiamo ancora...io vorrei che fosse maschio.- risponde Aki. Non credevo ci avesse pensato.
-Anche a me piacerebbe avere un maschio...sarebbe tutto più semplice.-
-Ma come?! Aah, se io rimanessi incinta vorrei che fosse una piccola graziosa bambina da vestire come una bambola piena di fiocchi e merletti...- comincia a raccontare Kou con sguardo trasognato.
-Yuu! Voglio un bambino anche io!- gli salta addosso piagnucolando.
-Sai a malapena badare a te stesso...e io non ho voglia di avere tanti piccoli Kouyou urlanti che mi girano per casa perchè non trovano il loro eyeliner preferito...- gli risponde, probabilmente alludendo ad un episodio successo quella mattina. Il biondino gli tira un delicato pugno sul braccio.
-La smetti di prendermi in giro? Quell'eyeliner costa un occhio della testa...-
Io e Aki ridacchiamo. Mi ricordano un po' noi due...anche se si burlano continuamente l'uno dell'altro si vogliono un bene dell'anima.
-Oh lasciamo perdere...per quanto tempo riuscirete ancora a lavorare?- taglia corto Yuu, spingendo Kou giù dal divano, che finisce a gambe all'aria.
-Non saprei...dovrei starti vicino, no?- si rivolge a me Aki.
-Credo fino ai sei o sette mesi...poi dovrò rimanere a casa, più che altro per non destare sospetti in studio. Tu però, Aki, puoi continuare tranquillamente.-
-Non se ne parla nemmeno. Mi rifiuto di lasciarti da solo a casa!-
Sospiro. Niente da fare, non lo convincerò mai. E Yutaka mi ucciderà se gli tengo a casa il suo unico bassista.
-Bene, dai mettiamoci al lavoro!- esorto gli altri.
Dopo un paio d'ore Yutaka ancora non si fa vivo. Decido di andarlo a cercare, armato di una bella tazza di caffè fumante. Lo trovo nel giardino sul retro, stretto nel suo cardigan di lana, a fissarsi i piedi seduto su una panchina.
-Hey, leader!- lo saluto accomodandomi accanto a lui. Non mi risponde.
-Che succede?- chiedo.
-Niente...- borbotta.
-Non è per "quella cosa" di prima, vero?- domando ancora, quesa volta con una punta di sarcasmo nella voce.
-No...-
Mi levo gli occhiali e lo fisso alzando un sopracciglio.
-Che c'è?!- esclama spazientito.
-Leader...- lo richiamo.
-Sono preoccupato, ok?! Akira si crede ancora un diciott'enne, non riuscirà mai a gestire un figlio, e tu...- sbotta.
-E io cosa?- lo invito a continuare.
-Credo che tu non sia pronto.- sospira infine.
-Yutaka! Abbiamo entrambi trent'anni compiuti! Kou e Yuu sono felici per noi, Aki è felice, io sono felice...manchi solo tu all'appello!-
-Sono felice per voi...ve l'ho già detto.- dice, ma non è convinto.
-Non credere di potermi abbindolare così...per ora ti lascio stare, dopotutto sono una persona di buon cuore. Giusto?-
-Sì...- borbotta, sempre più incerto.
-Giusto? Giusto? Giusto?!- continuo a chiedere punzecchiandogli la spalla.
-Sì! Ho detto di sì!- ride alla fine.
-Piccolo nano malefico...- mormora accarezzandomi i capelli. E due.
-Ti ho portato il caffè...- sorrido porgendoglielo.
-Grazie, Taka. Entriamo dentro, qua si muore di freddo.- propone facendo finta di tremare.

Note:
Ciaoooo!
Eccomi di nuovo qua, con una nuova storia! Allora, premetto che questa ff è nata per essere una One shot ma, come al solito, il mio indugiare sulle descrizioni mi ha portato a renderla più lunga del dovuto....quindi ho deciso di dividerla in due o tre parti (anche quattro...vedrò).
Dai, ammettetelo, quanto di voi hanno desiderato vedere almeno una volta i Reituki alle prese con un bambino *faccia colpevole*?
Eccovi accontentate!
Io trovo che siano carinissimi *^*.....*li strapazza di coccole*
Non so quando pubblicherò il prossimo capitolo...appena lo finisco *genius*
Come al solito sono curiossissima di sapere cosa ne pensate, quindi riempitemi di recensioni sweeties!
Alla prossima!

Reichan :3

  
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