Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: Vianne1013    30/06/2015    7 recensioni
I personaggi di CH non sono miei (magari lo fossero avrei creato il panico tra Ryo e Kaori!) . Questa storia è una delle mie prime shot, risale al 2010, ma ha un posto speciale nel mio cuore. Si basa sull'episodio della principessa Yuki, il personaggio femminile più odiato dai sostenitori della coppia Ryo&Kaori, me compresa. Così ho deciso di prendermi una rivincita. Grazie a chi leggerà, commenterà. Spero che vi piaccia. ^_^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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I’ll die without you in my life
I’m love with you this is the truth
Please baby don’t leave me
Come back to me
I’ll die without you 


Shinjuku casa Saeba….sera tarda….
Sto qui al buio, a fissare la città dalla finestra, la stessa che mi fa compagnia tutte le sere mentre aspetto che rientri dopo esserti sbronzato o dopo essere stato con qualche bella donna.
Non so se tornerai, non so se stasera tornerai qui e non so se tornerai più….Yuki ha preso e ti ha portato via con una scusa e ora sono io quella che ti aspetta con una grande ansia addosso.
Poggio le dita sul vetro e poi ci premo contro la fronte, vorrei che questa sensazione sparisse, vorrei che tutto quello che è successo diventasse solo un brutto sogno dal quale mi sveglierò tra pochi minuti, vorrei che il tempo tornasse indietro e che mi permettesse di trattenerti senza lasciarti andare.
Yuki, la principessa Yuki, del lontano paese di Aranamia, ma chissà dove si troverà mai. E’ bella molto bella, forse una delle più belle clienti che abbiamo mai avuto e sono convinta che tu ne sia rimasto colpito.
Lei di sicuro è innamorata di te, ho visto come ti guarda e non è questo che mi fa male. Quello che mi addolora, quello che in questo momento stritola il mio cuore come una mano torturatrice è lo sguardo dolce che TU rivolgi a lei.
La guardi con una tenerezza tale che a me non hai mai concesso, eppure sono 7 anni che siamo insieme, che viviamo assieme e che io ti aspetto…. ma tu niente, sempre dietro a belle donne e alle clienti.
Io per te non esisto, sono solo l’incarnazione di una promessa da mantenere.
Mentre sono assorta da questi pensieri che mi uccidono lentamente vedo i fari della macchina sulla strada e presa dal panico mi precipito ad accendere tutte le luci, la televisione e mi fiondo in cucina come se niente fosse.
Sento il rumore dei tuoi passi mentre sali le scale ma niente può coprire il mio cuore che batte forte.
Una lacrima calda, silenziosa scende sulla mia guancia ma io mi affretto a far sparire la traditrice. 
Un rumore di chiave nella toppa, la porta si apre e il mio cuore ha un tonfo. 
Eccoti qui, sul ciglio della porta mentre osservi la casa, la nostra casa ormai, anche se non ho mai avuto il diritto di chiamarla così.
Avanzi e chiudi la porta e nel frattempo ti sento pronunciare il mio nome.
“Kaori?”.
“Sono qui.” Rispondo cercando di togliermi di dosso quest’inquetudine.
In poco tempo mi raggiungi in cucina poi ti fermi sulla soglia e mi osservi con aria interrogativa.
Non alzo lo sguardo, non ho il coraggio ma con la coda dell’occhio riesco a leggere curiosità sul tuo volto.
“Cosa stai facendo?” chiedi con tono incuriosito.
“Preparo la cena.” Rispondo risoluta.
“A quest’ora?”.
“Beh avrai fame no?” continuo fissando la pentola davanti a me.
“Si ma….tu hai mangiato?”
“No.”
“Mi hai aspettato?”
“Beh che c’è di strano? Ti aspetto sempre per cena.” Rispondo accorgendomi di quanto il mio tono sia lontano dal sembrare neutro.
I muscoli mi dolgono per quanto sono tesa simile ad una statua di ghiaccio.
Stringo i pugni e nel mentre mi mordo il labbro inferiore per evitare di andare avanti con il discorso ma tu no, tu stasera vuoi parlare e non ho ancora capito perché.
“Vuoi che ti aiuti in qualche cosa?”.
Non ci credo, hai sempre detto che un uomo non fa queste cose, che io sono la donna di casa e che devo cucinare anche se lo faccio male, ma che ti succede stasera?
“Hai paura che faccia una cena disgustosa?”
No Kaori così non va sei troppo tesa, troppo arrabbiata, non va, così lui capirà.
Mi guardi con aria interrogativa, davvero non ci arrivi? Davvero non hai in mente il motivo per cui io sia arrabbiata così tanto? 
Forse no, sei troppo abituato a correre dietro alle gonnelle per capire una qualche mia reazione.
“No non è questo ma è tardi e mi dispiace che tu mi abbia aspettato.”
“Non avrei dovuto?” sempre più astio, sempre più pungente la mia lingua.
Continuo a mordermi sempre più forte il labbro e in bocca sento il sapore metallico del sangue, devo stare calma, sono troppo nervosa finirò per urlargli contro il mio dolore.
“Kaori….” La sua voce che mi chiama.
No Ryo non chiamarmi così come se fossi da compatire, non potrei sopportarlo.
“Cosa?” .
Niente. Non ce la faccio, non riesco a trattenermi, in questo momento sono arrabbiata a morte con lui e ogni sua parola mi manda in bestia.
“Cos’hai? Sei strana e non capisco cosa ti stia succedendo.” 
Parla come se fosse preoccupato ma io non riesco a calmarmi. 
Le lacrime minacciano di scendere copiose e io non voglio che lui mi veda piangere. Non così. Non ora.
“Non è nulla sono solo stanca.”
Mento sapendo di mentire e credo che lui se ne sia accorto perché riesco a distinguere il suo sguardo accigliato. Lui odia quando gli dico le bugie.
“Ah si? E perché non mi guardi negli occhi?”.
Sono in trappola! Lo sento avvicinarsi sempre di più a me e sto tremando di paura.
“Perché non rispondi Kaori? Mi sembrava che prima avessi tanto fiato in gola. Che succede?”
Mi provoca, m’incalza e io sento il sangue ribollire nelle vene mentre il mio corpo è di ghiaccio.
Ora è vicino a me, sento il suo respiro sul collo e il suo calore attraversare il mio corpo ma nonostante tutto sono ferma immobile e non riesco a muovermi.
La sua mano afferra il mio polso e con tutta la forza che ha in corpo mi volta verso di lui.
Dio ti prego fa che non pianga!
“Ora tu mi dici cosa diavolo ti sta succedendo!” mi ringhia in volto.
E’ arrabbiato, non l’ho mai visto in questo stato e soprattutto con me.
Cerco di divincolarmi, ma la sua stretta è troppo forte e in poco tempo mi ritrovo con la schiena al muro, con entrambi i polsi incastrati sotto al mio mento, costretta a guardarlo negli occhi.
“Parla Kaori sto aspettando.”
Non riesco, le parole sono bloccate in gola e sento sempre quelle lacrime che vogliono scendere sul mio volto, ma io sono forte e resisterò.
“Ti ho detto che non ho niente.” Sibilo come un serpente sul suo viso.
Mi guarda, si sta arrabbiando sempre di più ma io non intendo cedere.
“Lasciami!” gli dico risoluta.
Ecco che si allontana lasciandomi libera e mentre si allontana dirigendosi verso il salone gli dico.
“Spero che tu ti sia divertito oggi. Quand’è che ti trasferirai ad Aranamia?”.
Eccolo che si volta e ora non solo è arrabbiato ma è proprio infuriato tanto che in un poco tempo sono di nuovo con la schiena contro il muro e lui sopra di me che mi stringe i polsi saldamente.
“Cosa diavolo dici?” sibila sulla mia bocca.
“Quello che ho detto.”gli ringhio a mia volta.
“Tu sei pazza.” 
“Ah davvero? E allora dimmi perché sei qui? Ti sei dimenticato il cucciolo a casa? Oppure ti senti costretto a rispettare la promessa fatta a mio fratello? Se è per questo puoi anche andartene io non ho bisogno di una balia.”
La furia lo sta ipnotizzando, sento le sue dita premere contro la mia carne e sto quasi per avvertire dolore ma appena lui vede la mia smorfia sul volto allenta la presa.
“E’per questo che ce l’hai con me stasera? Sei gelosa Kaori?” mi chiede con voce roca, con quel suo modo di parlare leggero come il velluto e mi guarda con occhi diversi, non ricordo di essere mai stata osservata così da lui.
Sbarro gli occhi mentre il mio cuore inizia a battere all’impazzata. No che ho fatto! Ora lui capirà e potrà liberamente ridermi in faccia.
“No, non sono gelosa. Non potrei mai essere gelosa di te perché sei l’unico uomo al mondo che non m’interessa!” 
Continuo a mentire!
Il mio affanno mi tradisce, la mia voce mi tradisce, il mio cuore, ogni mio movimento mi sta tradendo e LUI se n’è accorto.
La sua mano sinistra libera il mio polso e scende giù sfiorandomi i capelli e fermandosi sul mio viso. 
Mi accarezza la pelle della guancia, poi scende giù e con un dito sfiora le mie labbra, con forza e possesso.
Scende ancora giù, sfiorandomi il collo provocando dei brividi nel mio corpo e infine si poggia sul mio seno sinistro all’altezza del cuore e con delicatezza avverte i miei battiti impazziti.
Un ghigno gli si forma sulla bocca e mentre la sua mano preme contro il mio petto mi sussurra all’orecchio: “Ah si? E allora mi spieghi perché il mio tocco ti piace?”.
Non riesco a parlare. Le parole sono bloccate in gola mentre il mio cuore sta per esplodere nel petto e l’unica cosa che riesco a fare è guardarlo impietrita mentre mi studia con i suoi profondi occhi neri.
Il mio corpo è sempre più immobile e sento che le forze mi stanno per lasciare quando lui mi libera e mentre si allontana da me dice: “Non mi va di discutere stasera, se vuoi dirmi la verità mi trovi in terrazza a fumare.”
E detto questo si volta e se ne va.
Riprendo il controllo di me stessa mentre il cuore non accenna a fermarsi. Non posso credere a quello che è successo….cosa diavolo gli succede oggi? Perché si è comportato così? Cosa ho detto di male?
Ho mille domande nella testa e ho anche una paura matta di quello che potrà accadere se decidessi di raggiungerlo su ma sono anche dispiaciuta per come mi sono comportata.
Nonostante le mie gambe tremino e il mio cuore continui a battere come se stesse per esplodere, prendo uno scialle e mi dirigo verso la terrazza in preda ad un’ansia travolgente.
Salgo le scale e appena esco l’aria gelida mi avvolge in un abbraccio improvviso.
Scosto il ciuffo ribelle dagli occhi e ti vedo dritto davanti a me mentre appoggiato alla ringhiera stai fumando la tua sigaretta, con lo sguardo perso tra le luci della città.
Dio come sei bello! Sei meraviglioso!
Adoro i tuoi capelli corvini così mossi e ribelli, soprattutto quel ciuffo che si ostina ad andare dove gli pare stuzzicando la tua fronte. 
Adoro il profumo del tuo dopobarba, muschio bianco, il mio preferito, chissà se te l’ho mai detto ma quell’aroma mi fa impazzire ma forse è solo perché l’indossi tu e si sposa perfettamente con l’odore della tua pelle.
Adoro i tuoi occhi neri, profondi come il mare, adoro perdermi in essi e sentirmi avvolta dal fuoco ogni volta che mi guardi.
Adoro la tua voce, così bassa, a volte roca, così delicata, adoro il brivido che mi provoca dietro la schiena ogni volta che pronunci il mio nome.
Adoro le tue labbra così precise, così invitanti, è una tentazione per me non farmi scoprire incantata nel guardarle mentre parli.
Adoro le tue mani grandi ma delicate, forti e sicure, adoro sentire la loro delicatezza quando mi sfiori i capelli e la loro sicurezza ogni volta che mi afferri per proteggermi.
Adoro il tuo corpo, mi piace fantasticarci su ogni tanto, è muscoloso, potente, con te al mio fianco mi sento sicura e protetta sempre, ogni giorno della mia vita.
Sì Ryo sono gelosa! Gelosa di ogni donna che ti guarda e che vorrebbe averti, di ogni donna che ti ha avuto e potuto toccare, gelosa di ogni donna che ti abbia avuto vicino anche solo come guardia del corpo, di ogni cliente che fantastica su di te e di ogni donna che ti abbia mai rapito il cuore.
Sono gelosa da morire, sto impazzendo dalla gelosia, ma comprendo anche che per te io sono solo la sorella di Hideyuki, io sono solo Kaori e tu non riesci a vedere che sono una donna che ti ama con tutta se stessa.
Una folata gelida mi desta da questi pensieri e istintivamente mi avvolgo nello scialle e ti raggiungo.
Sono davanti a te, percepisco l’aria di tensione che ci avvolge ma oggi sono forte e non mi tiro indietro.
Basta giochetti, basta battute, basta prese in giro, stasera io sono di fronte a te, conscia di quello che provo e risponderò ad ogni tua domanda dicendo la verità.
Ti guardo con aria decisa e tu una volta finita la sigaretta la butti e mi guardi dritta negli occhi.
“Sei qui perché vuoi parlare seriamente?” mi domandi.
“Si, ma ti propongo un patto, sia te che io saremo entrambi sinceri, niente giochetti, niente battute solo la verità ed entrambi potremo fare tutte le domande che vogliamo all’altro, intesi?”
Mi squadri, forse hai capito a cosa sto mirando ma non importa ora sono in ballo e non intendo fare marcia indietro.
“Accetto. Comincio io. Che cosa ti succede stasera?”
“Sono arrabbiata!” rispondo seria.
“Perché?”.
Mi mordo il labbro, non so se ce la faccio a parlare. Mi guardi incalzandomi a rispondere e alla fine mi faccio coraggio.
“Perché sei andato via con Yuki.” Il sangue inizia a scorrere nelle vene mentre il cuore inizia a battere.
Mi guardi con sguardo profondo e io non so se riuscirò a resistere prima di svenire ma voglio andare fino in fondo.
“Perché ti da fastidio Yuki? Sei gelosa Kaori?”.
Stringo i pugni mentre le mie braccia iniziano a tremare e abbassando lo sguardo trovo il coraggio di pronunciare quella parola.
“Si.”
“Si cosa?” 
“Si…..sono gelosa.”
“Perché?” 
La tua voce è come un tuono che percuote il mio animo, lo stomaco mi si chiude, ogni mio muscolo si tende e inizio a respirare velocemente.
Non riesco a parlare, non esce suono dalla mia bocca e sono ferma, impietrita e non riesco a muovere un muscolo.
Ti avvicini a me, mi prendi per le spalle e non capisco come mai ma mi ritrovo con la schiena a stretto contatto con la ringhiera, le tue mani si poggiano sul freddo metallo circondandomi e bloccandomi e alla fine abbassi lo sguardo per incrociare il mio.
Ti prego non farmi questo o non riuscirò a parlare.
Il tuo viso si avvicina al mio e io tremo ancora di più non sapendo cosa fare. Sento il cuore balzare nel mio petto e prima che mi arrivi un infarto secco ti fermi a pochi centimetri dalla mia bocca.
“Perché sei gelosa Kaori?” aliti a pochi centimetri dalle mie labbra. “Rispondi.”
La tua voce mi da alla testa, sto perdendo il contatto col mondo e tu vuoi da me delle risposte.
Non sapendo come né perché le mie labbra pronunciano quelle parole che ho giurato a me stessa di non dirti mai.
“Perché….ti amo.” 
Tutto il mio corpo trema, le mie labbra si aprono nel tentativo di recuperare fiato, i miei occhi sono fissi sulle tue mentre sento il tuo respiro accarezzare la mia pelle.
Credo di essere ancora sospesa nell’aria quando in un attimo le tue labbra sono le mie e le tue braccia mi stringono a te come fossi un tesoro prezioso.
Mi aggrappo a te per essere sicura che non sia un sogno dal quale mi sveglierò a breve…… ancora non ci credo che tu mi stia baciando.
E che bacio! E’ solo un contatto tra labbra e già il sangue nelle mie vene sta bollendo, non riesco a pensare a quando lo approfondirai, credo che rischierò il collasso.
A malincuore ci allontaniamo ma vedo che anche tu sei rimasto sorpreso dall’effetto che ci ha fatto e rido sotto i baffi per essere stata io l’artefice di tale giramento di testa.
Mi guardi, i tuoi occhi sono velati di desiderio ma io prima voglio delle risposte e non perderò tempo nel chiedertele.
Stai per riacchiapparmi nella tua morsa ma io mi divincolo e ti fronteggio dicendo:
“Ora tocca a me! Perché sei tornato?”.
“Come sarebbe a dire?” rispondi accigliato.
“Tocca a me fare le domande, rispondi!”
“Cosa diavolo ci vado a fare con una principessa? Non sono tagliato per quel genere di vita!”
“E…?”
“E….la mia casa e tutte le mie cose sono qui come avrei fatto senza?”
“E….?”
“E…..qui ho anche il mio lavoro e tutte le belle donne che voglio non penserai che avrei abbandonato tutto questo per una principessa di un paese sperduto?”
“E…..?”
Ti spingo al limite, lo so, ma voglio sapere tutta la verità anzi voglio sapere quella verità che ti ostini a non confessarmi.
“E….va bene lo ammetto…..non ho ancora fatto mokkori con tutte le donne del mondo!” esclami felice con la tua classica faccia da maniaco e io sbuffando e rassegnandomi mi allontano sconfitta, quando mi afferri per un braccio e stavolta mi chiudi tra te e la ringhiera con il volto rivolto verso la città.
Ti stringi con forza a me, mi abbracci e mi sussurri all’orecchio:
“E soprattutto non potevo lasciare questa città….con lei ho un debito enorme…..” e avvertendo il mio batticuore e il mio affanno continui dicendo: “ …mi ha fatto conoscere la donna che amo, come minimo devo vivere qui altri 100 anni non ti pare?”
Eccole le mie lacrime traditrici che iniziano a scendere copiose sul mio volto mentre tu mi stringi e mi baci sulla fronte.
Mi stringo a te mentre sento il tuo respiro sul mio collo e mi faccio cullare dal tuo abbraccio.
“Dobbiamo festeggiare non credi?” mi dici prima di baciarmi di nuovo e anche stavolta vedo le stelle.
“Che intendi dire?” ti chiedo una volta terminato il bacio.
“Questo mia cara.” E detto questo mi prendi in braccio e mi porti in camera tua e ora so che rimarrai accanto a me, stanotte e sempre.
Mi ami come mai mi è capitato nella mia vita, i nostri corpi si uniscono per la prima volta ma è come se fossimo destinati a stare assieme. 
Mi dono a te con tutta me stessa e sento che tu stai facendo lo stesso. Ci amiamo per tutta la notte come a recuperare il tempo perduto e mentre le luci dell’alba accarezzano i nostri corpi mi stringo a te appagata e felice di averti fatto mio.
“Tutto bene?” mi dici mentre mi baci sulla fronte.
“Si.” Rispondo sorridendo. 
Poi ti guardo attentamente e dico:“Solo una cosa.”
“Cosa?”
“Ecco…cosa ti ha fatto cambiare idea e agire così?”
“In che senso?”
“Beh finora non avevi mai reagito così.”
“Così come?”
“Non mi avevi mai mostrato i tuoi sentimenti….mentre stasera….” M’interrompo e ripensando a quello che è successo tra noi, arrossisco visibilmente.
“Stasera abbiamo fatto l’amore……” poi mi guardi e vendendomi ansiosa in merito continui dicendo: “ e hai ragione nel volere delle risposte.”
Mi stringi ancora più forte a te e alla fine prendendo un bel respiro mi dici: “E’ cominciato tutto quando lei mi ha abbracciato e mi ha chiesto di venire via con me.”
E poi mi guardi e io continuo ad ascoltarti.
“Ho pensato come sarebbe stato lasciare tutto, la nostra casa, il nostro mondo, buttare all’aria tutto il mio passato e alla fine la cosa peggiore di tutto, lasciare te. Ho pensato a come sarebbe stata la mia vita senza di te…. ed era un vero inferno. Non potrei immaginare tortura peggiore se non vivere tutta una vita senza di te. Questo mi ha fatto capire quanto ti amassi realmente e sono volato di corsa da te con l’intenzione di dirti tutta la verità…….però tu mi hai dato del filo da torcere e alla fine eccoci qui.” Concludi quasi rimproverandomi.
“Cosa???? Io ti avrei dato del filo da torcere??? Ma come ti permetti? Sei tu che sei un farfallone incallito!!” e inizio a colpirti con un cuscino.
“Donna acida!” rispondi ridendo e iniziamo a giocare fin quando mi afferri e guardandomi dici: “ Ti amo Kaori, non potrei vivere senza di te….piuttosto morirei.”
E detto questo ti tuffi su di me e ricominciamo ad amarci come prima, con passione, delicatezza e l’amore che è nato e finalmente sbocciato tra di noi.



I’ll die without you in my life
I’m love with you this is the truth
Please baby don’t leave me
Come back to me
I’ll die without you 


Fine.
 
 
   
 
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