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Autore: ilaria8    15/01/2009    5 recensioni
Ho incluso molti personaggi per rendere la storia più appassionante, e spero che vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack O'Neill, Samantha 'Sam' Carter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona lettura

Buona lettura!!!!!!

 

Di ritorno da una missione, l’Sg-1 fu mandata in infermeria per i soliti esami post-missione.

Sam si sedette accanto a Daniel, e fissando il pavimento, sussurrò:

Sam: devo dirlo al Generale, è il regolamento che me lo impone

Daniel: lo so Sam, ma Jack non reagirà bene

Sam: non so cosa fare!

Daniel: se ometti questo particolare nel rapporto, cosa può accadere?

Sam: come minimo mi degradano

Daniel: allora direi che devi dirlo al Generale; non è colpa tua, e sono certo che Jack questo può capirlo

Sam: lo spero davvero!

 

Due ore dopo nella sala riunioni.

Hammond: Colonnello O’Neill, sono venuto a conoscenza di un particolare rilevante….è vero che ha colpito più volte un abitante del pianeta P3X-625??

Jack: e questo come ha fatto a saperlo?

Sam: l’ho riferito io al Generale signore, ho dovuto farlo

Jack: ah, ora capisco tutto!

Hammond: sa che questo comporta delle serie conseguenze?

Jack: sì signore, ne sono al corrente

Hammond: ho chiamato i miei superiori e hanno optato per una sospensione di durata non superiore a una settimana e una nota di demerito sulla sua scheda. Lei è sollevato da tutti gli incarichi a partire da adesso. La riunione è terminata.

 

Jack si alzò di scatto e si diresse verso il corridoio, senza degnare di uno sguardo gli altri membri della squadra.

Sam lo seguì nel corridoio e lo chiamò per parlargli, ma lui non le dava ascolto.

All’improvviso si girò di scatto.

Jack: lo sà Maggiore…….non sono arrabbiato, sono a dir poco furibondo. Un simile comportamento non me lo sarei aspettato, ma non sono sorpreso più di tanto. Per una promozione ho visto fare cose peggiori!! Hai colto l’occasione per fare bella figura con l’alto comando, devo ammettere che sai prendere le occasioni al volo! Non posso credere di aver rischiato la vita per tutti questi anni con un elemento come te nella squadra!

Sam era ammutolita, non riusciva a rispondere alle accuse di Jack, mentre Daniel e Teal’c assistevano alla scena  poco più dietro.

Jack: ora capisco perché nessuno vuole starti accanto; tuo fratello è a ore di macchina da casa tua, invece tuo padre ha addirittura cambiato pianeta per starti lontano e non mi stupisce neanche il fatto che per ragazzo hai un idiota; chi sano di mente, potrebbe stare con te?

Jack aveva terminato di parlare, e si accorse che gli occhi di Sam  erano pieni di lacrime che però non scendevano sul suo viso.

Sam: ha terminato signore?

Sam lo fissò dritto negli occhi.

Jack: …………….

Sam: bene!

Sam si girò per andarsene e Jack non mosse un passo. Quando lei era ormai distante anche lui si girò e si diresse verso lo spogliatoio maschile. Lì lo raggiunse  Teal’c.

Jack: non ho voglia di parlare!

Teal’c: ……………

Jack: non mi devo scusare!

Teal’c: ……………

Jack: è stata lei a danneggiare me e non il contrario!

Teal’c: ……………

Jack: e dì qualcosa!!

Teal’c inarcò il sopracciglio e inclinò la testa.

Teal’c: sono convinto che quello che ha detto al maggiore Carter non lo pensa seriamente. Volevo solo consigliarle di ripensare a tutto con la mente lucida e in modo tranquillo.

Jack rimase in silenzio, mentre sentì il suo amico uscire dalla stanza chiudendo la porta dietro si sé.

Jack si vestì e lasciò la base, dove non avrebbe messo più piede per una settimana a causa della sospensione.

 

Due giorni dopo Sam si diresse verso l’ufficio del Generale Hammond per consegnargli una richiesta di trasferimento.

Hammond: cos’è questa?

Sam: Signore, sarei felice se lei accettasse la mia richiesta di trasferimento all’Area 51

Hammond: ne è sicura, sarebbe veramente felice?

Sam: si signore (quella frase le uscì con un filo di voce)

Hammond: credo che questo sia dovuto al diverbio avuto con il Colonnello O’Neill non è vero?

Sam: non sono sicura di riuscire a fare altre missioni con un diretto superiore che non mi apprezza e che sul campo non mi considera un buon elemento per la squadra.

Hammond: capisco perfettamente………..Dovrò fare un paio di telefonate. Saranno fortunati ad averla all’Area 51 Maggiore!

Sam: signore posso chiederle un altro favore?

Hammond: dipende da cosa comporta!

Sam: quando vede mio padre, lo può salutare da parte mia?

Hammond: sarà un piacere!

Sam: grazie signore. Grazie di tutto quello che ha fatto in questi anni.

Sam uscì dall’ufficio e si rese conto di dare un grande dolore alle persone che le vogliono bene, ma le era necessario cambiare qualcosa nella sua vita dopo quello che è successo. Si diresse verso la mensa, fece un giro attorno al tavolo dei dolci e prese l’ultimo bicchiere di gelatina blu che era rimasto. Trovò un tavolo libero e si sedette.

Poco dopo la raggiunse Daniel che si sedette a sua volta al tavolo.

Daniel: hei, come và?

Sam: ho fatto domanda per un trasferimento, e il Generale sta facendo delle telefonate

Daniel: cosa???Sam non puoi….

Sam lo interruppe subito.

Sam: Daniel non sopporterei una tale situazione

Daniel: Sam tu sai che Jack non pensa quelle cose veramente

Sam: ne sei veramente sicuro?

Daniel: avanti Sam!! Jack è impulsivo e sa quando sbaglia

Sam: è un ottimo superiore, ma non è più come prima. Eri là anche tu quando ha detto quelle cose, e non ti vengono in mente all’improvviso certi pensieri

Daniel: ma non puoi abbandonare il progetto Stargate dopo anni di lavoro, missioni suicide dove era impossibile uscire vivi e altre atrocità subite, per una cosa simile!

Sam: Daniel qui non siamo in missione; questa è la nostra vita. Voi siete la mia famiglia e vi voglio un bene immenso. Il mio trasferimento non cambierà quello che sento per tutti voi. Abbandonando il progetto non potrò più vedere mio padre, Teal’c, Janet, Cassandra, il Generale te e molti altri, ma sento che questo è indispensabile per me!

Sam aveva le lacrime agli occhi, e non riusciva a trattenersi.

Daniel: è tutta colpa mia. Io ti ho suggerito di parlare ad Hammond dell’incidente

Sam: no, non devi pensare questo. Era la procedura da seguire in quelle circostanze, e io ero obbligata a seguirla

Daniel: già! Tutto questo per il regolamento militare

Sam: già!

Sospirarono entrambi e ripresero a mangiare.

Sam passava molte ore a riordinare le sue cose in laboratorio, dato che dall’Area 51 doveva arrivare il suo sostituto. Ad un tratto qualcuno si fermò davanti alla porta del laboratorio.

Era Teal’c, che passò a trovarla per scambiare due chiacchiere.

Sam: sono felice di vederti

Teal’c: anche io maggiore Carter

Sam: Teal’c non c’è bisogno che ti rivolgi a me sempre con il grado e il cognome

Teal’c: ha ragione…….Sam

Sam: così va meglio

Sam si avvicinò all’amico e lo abbracciò. Il suo abbraccio si strinse sempre più al pensiero che non lo avrebbe più potuto rivedere.

Mentre si accorgeva che Sam singhiozzava, Teal’c la strinse a sua volta, e stettero abbracciati per qualche minuto.

Sam si riprese, e rincominciò a sistemare gli scatoloni.

Teal’c: non sarà più la stessa cosa

Sam: nella vita le cose cambiano Teal’c

Teal’c: questa non è necessario cambiarla

Sam: per me è necessario. Mi dispiace Teal’c, ma vedrai che il mio sostituto non vi darà problemi, anzi sarà più bravo di me

Teal’c: questo è impossibile!

Sam: non è vero Teal’c. Io non sono poi così infallibile!

Teal’c: a Chulak non è permesso sottostare alle donne, ma lei è l’unica che ha il mio rispetto e la mia stima

Sam: e di questo sono onorata Teal’c, ma vedrai che tra qualche missione non vi accorgerete della mia assenza

Teal’c uscì dalla stanza in silenzio, e Sam non provò a fermarlo.

 

Passarono altri due giorni, e ormai la Dottoressa Lee si era ben sistemata nel laboratorio di Sam.

Era ora dei saluti; Sam si avvicinò al Generale Hammond e lo abbracciò anche se non era permesso dal regolamento militare.

Si avvicinò a Janet, che tentava di respingere le lacrime, ma alla fine gliene scappò una, che Sam asciugò con la manica della maglia. Le due erano più che amiche, Janet per Sam era sorella che non aveva mai avuto, e  salutarla le procurava un vuoto dentro.

Sam: ciao Janet!

Janet: stammi bene Sam e non ti scordare di noi!

Sam prese l’ascensore che dal sottolivello 28 l’avrebbe portata in superficie.

 

Ad attenderla all’uscita vi erano Daniel e Teal’c.

Daniel: volevi andartene senza salutarci??

Sam: come potete pensare una cosa simile?

Daniel si avvicinò e la strinse in un abbraccio. Teal’c la abbracciò a sua volta.

Sam prima era riuscita a trattenere le lacrime mentre salutava il Generale e Janet, ma con loro era impossibile. Ne avevano passate tante. Sette anni a rischiare la vita l’uno accanto all’altro, a difendersi a vicenda, ma ora era diverso.

Daniel: non strapazzarti troppo di lavoro

Sam: stà tranquillo…….fate attenzione là fuori ragazzi!!

 

Sam si avvicinò alla sua auto, mise in moto, ma prima di partire si voltò verso la base, che così tanto le aveva dato in quei lunghi anni;  poi si voltò verso Daniel e Teal’c, e dopo averli osservati per qualche istante, partì verso il Nevada lasciandosi tutto alle spalle.

 

Due giorni dopo alla base tornò il Colonnello O’Neill, che non fu ben accolto dai suoi compagni.

Daniel non gli rivolgeva la parola, mentre Teal’c visibilmente seccato gli dovette spiegare la situazione.

Jack  venne a sapere della richiesta di trasferimento di Sam, ma non cambiò atteggiamento.

Questo fece infuriare Daniel e Janet nella sala mensa.

Daniel: hai saputo del trasferimento di Sam?

Jack: sì, e non sono sorpreso! Le è sempre piaciuto poter studiare antichi reperti e strani congegni in un laboratorio

Daniel: come puoi pensare che lo ha fatto perché gli piace lavorare là?

Jack: semplice, perché sennò sarebbe rimasta qui!

Daniel: lei se né andata perché non sopportava l’idea di avere te che la consideravi un cattivo elemento per la squadra e tu questo lo sai

Jack: e allora?

Daniel iniziava a perdere la pazienza.

Daniel: tu non vuoi capire. Lei amava questo progetto e il lavoro che faceva qui; non hai la minima idea di quanto ha lavorato per il programma Stargate, e non puoi neanche immaginare quanto ha sofferto per quello che le hai detto. Lei piangeva ogni giorno all’idea di non rivedere più le persone a lei care. Adesso noi abbiamo un vuoto, ma solo tu sembri non dare importanza alla cosa

Janet era sul punto di piangere, allora decise di andarsene in infermeria.

Janet: scusa Daniel, devo tornare in infermeria

Daniel: ………….

Quando ormai era uscita dalla mensa, Daniel si girò verso Jack e lo guardò dritto negli occhi.

Daniel: Sam mi venne a chiedere un consiglio, se dire al Generale Hammond dell’incidente o no. Io gli dissi che ti saresti infuriato, ma lei si volto verso di me e con un sorriso mi disse che eri un grande uomo e che avresti capito, ma non è stato così.

Jack: non è colpa mia!!

Daniel: è questo che mi fa infuriare di te Jack, non capisci quando è il momento di riparare agli errori. Tu non senti la sua mancanza Jack??

Jack: è lei che ha deciso di andar via, e poi con la Dottoressa Lee staremo bene. Ho letto la sua scheda, è preparata e credo che sia all’altezza dell’Sg1. Non vedo perché devo sentire la mancanza di Sam!

Daniel: già, proprio come pensavo

Daniel si alzò dalla sedia, e senza voltarsi verso Jack uscì dalla sala mensa.

 

Qualche minuto dopo Jack era davanti alla porta dell’ex laboratorio di Sam. Bussò e trovò la Dottoressa Lee intenta a disfare gli scatoloni.

Jack: Buongiorno, lei deve essere la dr.ssa Lee!

Lee: e lei deve essere il Colonnello O’Neill !

Jack: indovinato!!!!

Lee: ho sentito parlare molto di lei

Jack: ah sì! E da chi??

Lee: Dal Maggiore Carter

Jack: Davvero? Allora non deve averle detto delle belle cose sul mio conto!!

Lee: cosa glielo fa pensare Colonnello?

Jack: bèh………..

Lee: al contrario, mi ha detto delle magnifiche cose sul suo conto.

Jack: per esempio?!?

Lee: mi ha detto che non potrei avere un diretto superiore migliore di lei, che ha un ottimo senso dell’umorismo, e che se si ha lei in missione al proprio fianco non c’è da preoccuparsi dei nemici

Jack rimase ammutolito.

Lee: è tutto a posto signore??

Jack: sì, assolutamente. Domani c’è la missione su P3X-892

Lee: sarò all’altezza signore

Jack: ne sono più che certo! A presto!

Lee: a presto signore!

Jack uscì dal laboratorio con la testa piena di pensieri, ma non ebbe tempo di ripensare agli errori, un viaggiatore non previsto stava arrivando alla base.

 

Il giorno dopo l’Sg1 era nella sala d’imbarco per raggiungere un pianeta su cui si sarebbe dovuta trovare, visti i rilevamenti,  una navicella Goa’uld abbandonata. Attraversato lo Stargate furono colti da una luce accecante. Si diressero verso la navetta ed entrarono all’interno.

Daniel: sembra che sia molto danneggiata

Teal’c: i comandi sono fuori uso

Jack: è un rottame, a cosa può servirci un simile ammasso di ferri?

Lee: è tecnologia avanzata, devono averla rubata ad una civiltà molto evoluta

Jack si girò di scatto, credendo che dietro di lui ci fosse Sam al posto della dr.ssa Lee. Daniel si accorse dello strano comportamento di Jack e si avvicinò a lui.

Daniel: tutto a posto??

Jack: si, è solo un attimo di confusione

Daniel: credevi fosse Sam non è vero??

Jack: come fai a……

Daniel: ho notato anche io la loro somiglianza quando si tratta di parlare di tecnologia aliena

Jack: già!..........continuiamo l’ispezione della nave; Lee vieni con me! Teal’c e Daniel dall’altra parte!

 

La squadra si divise, ma tutti si accorsero di essere in guai seri quando udirono lo sparo di una lancia Jaffa.

Jack: Lee esci e digita il codice di rientro mentre noi ti copriamo

Lee: sì Signore!

Teal’c e Daniel si unirono a Jack mentre coprivano Lee sparando ai Jaffa. Daniel si avvicinò allo Stargate e lo oltrepassò insieme a Teal’c, mentre nello stesso istante in cui Lee si stava dirigendo verso l’iride, venne colpita. Jack si girò d’istinto.

Jack: Sam!!!

 

La dr.ssa Lee era stesa a terra, e lui dopo essersi reso conto che non era Sam la prese per la divisa e la tirò dentro lo Stargate.

Arrivati nella sala d’imbarco Hammond fece chiudere l’iride e poterono soccorrere la dr.ssa.

Daniel: tutto bene Jack??

Jack: si non sono ferito

Daniel: hai una faccia sconvolta!

Jack: non è nulla!

 

Nello spogliatoio Jack non aveva detto una parola, e Teal’c insieme a Daniel lo avevano lasciato solo per non disturbarlo.

Un ora dopo la squadra era convocata nella sala riunioni per il rapporto, ma Jack anche lì non disse una parola.

 

Jack dopo qualche ora passata a pensare a ciò che è successo raggiunse Daniel nel suo laboratorio.

Jack: ti disturbo Daniel?

Daniel: dipende!

Jack: in che ramo l’hanno trasferita?

Daniel: chi??

Jack: sai benissimo chi!

Daniel: perché lo vuoi sapere? Non ti importa di nessuno, neanche di chi rischia la vita più volte per salvarti.

Jack: devo trovarla per scusarmi, aiutami Daniel!!

Daniel: come mai questo cambiamento?!?

Jack: la dr.ssa Lee mi ha riferito cosa le ha detto Sam sul mio conto…..

Daniel: penso proprio che non siano state delle belle cose!

Jack: anche io lo pensavo!

Daniel: ma………….

Jack: non ha detto niente di male su di me. Anzi ha detto delle cose splendide!

Daniel: a differenza di te!

Jack: già!

Daniel: ma scommetto che non è tutto, cos’è che ti ha fatto cambiare veramente idea? Sei strano da quando hai oltrepassato lo Stargate!?!

Jack: è successa una cosa che mi ha fatto riflettere. Tu e Teal’c avete oltrepassato lo Stargate, mentre io e Lee eravamo alle vostre spalle…..

Daniel: continua

Jack: quando hanno colpito la dr.ssa Lee, ho creduto che fosse Sam, e mi è mancato il respiro; credevo fosse morta, e io sentivo……..sentivo di essere morto con lei. Quando mi sono reso conto che era Lee mi sentivo sollevato, e ho pensato a Sam che lavorava in un laboratorio buio piangendo per quelle cose che le ho detto

Daniel: finalmente ti sei accorto del tuo errore!

Jack: spero solo di essere ancora in tempo

Daniel: bèh, come avrebbe detto Sam, il tempo è una cosa relativa, è tutta una questione di………..

Jack lo interruppe bruscamente.

Jack: allora vuoi aiutarmi o no??

Daniel: è stata trasferita all’Area 51, nella sezione che studia i congegni che noi riportiamo dalle varie missioni su altri pianeti

Jack: grazie Daniel!!

Daniel: e ora dove vai?

Jack: ti ho detto che devo trovarla per scusarmi!

Daniel: ma l’Area 51 è in Nevada, e noi siamo a Colorado Springs; ci vogliono ore di macchina per arrivare, e noi tra due ore abbiamo il breefing per le recenti scoperte!

Jack: riferirò al Generale che tu prenderai il mio posto!

Daniel: ma non sono sufficientemente preparato, era tuo il compito di parlare in sala riunioni!

Jack tornò sul ciglio della porta del laboratorio

Jack: vuoi o non vuoi che Sam torni alla base??

Daniel: ma certo che sì, che domande fai?

Jack: allora devo andare in Nevada al più presto, e poi sei sicuramente molto più preparato di me, te lo garantisco!!

Daniel si fece serio.

Daniel: cosa ti fa credere che ti voglia rivedere, e che accetti le tue scuse?

Jack: non lo so, ma devo parlarle!

Daniel: buona fortuna Jack!!

Jack: anche a te per il breefing! Sei un vero amico!!

Jack entrò in macchina per raggiungere l’Area 51, e dopo aver passato molti posti di guardia, riuscì ad entrare nello stabilimento.

Dopo aver chiesto a molti avieri, riesce finalmente a trovare il laboratorio di Sam.

Sulla porta c’era scritto il suo nome, e prima di entrare Jack fece un respiro profondo. Non sapeva bene cosa dirle; in quelle ore passate a guidare per raggiungerla aveva pensato a molte cose, che poi erano state scartate perché non le riteneva adatte.

Alla fine bussò e  una voce femminile che lui conosceva benissimo provenne da dietro la porta.

Sam: avanti!

Jack: ciao Carter!

Il viso di Sam si fece subito scuro e non rispose al saluto.

Jack: posso parlarti due minuti??

Sam si rimise a lavorare con il microscopio, ma la sua voce risuonò nella stanza.

Sam: sto lavorando!

Jack: lo vedo, ma puoi anche ascoltarmi!

Sam: non riesco a lavorare con qualcuno che parla!

Jack: allora puoi stare ad ascoltarmi senza lavorare a quel…quel….quel coso!!

Sam si girò di scatto.

Sam: l’ultima volta che sono stata ad ascoltarla, avrei preferito non farlo!

Jack: è proprio per questo che sono qui, volevo scusarmi

Sam stava per ribattere, quando all’improvviso una voce li interruppe. Era il Colonnello Maybourne.

Maybourne: chi si vede!!! Il grande Colonnello Jack O’Neill!! Cosa ci fai da queste parti Jack??

Jack: Harry Maybourne, tu cosa ci fai da queste parti??

Maybourne: io ci lavoro, sono a capo di questo reparto!

Jack: ti hanno affidato questo posto?? Devono essersi bevuti il cervello per permetterti di dirigere un posto in cui si esaminano dei congegni alieni! Evidentemente non sanno dei tuoi contatti vero??

Maybourne: oh no, lo sanno eccome, ed è per questo che Kinsey mi ha affidato questo incarico Jack!

Jack: Kinsey, dovevo aspettarmelo!!

Maybourne: comunque, cosa ti porta da queste parti? Non vorrai mica portarci via il Maggiore Carter vero Jack?

Jack si girò verso Sam, che non lo degnò di uno sguardo. Lei sapeva quanto Jack odiasse quell’uomo, e non poteva credere che lei era disposta a lavorare per lui.

Jack: quindi lavora per te?

Maybourne: e fa anche un ottimo lavoro. Eccellente direi!

Sam: con permesso!

Sam uscì dal laboratorio, e si diresse verso un’uscita laterale della base. Jack la seguì con lo sguardo, poi si girò verso Maybourne e gli lanciò un’occhiata di sfida. Subito dopo uscì anche lui dal laboratorio, e raggiunse Sam fuori dalla base.

Jack: Carter aspetta!

Sam: non voglio parlare

Jack: non posso credere che tu possa lavorare per Maybourne dopo quello che ha fatto a noi e al progetto Stargate!

Sam: sempre meglio che stare agli ordini di chi non ti crede all’altezza e tutto il resto che ha detto

Jack gli si fermò davanti. Sam teneva lo sguardo fisso nei suoi occhi e Jack  vide tutta la rabbia che aveva nei suoi confronti.

Jack: Carter mi dispiace, non so da dove mi sono uscite quelle frasi.

Sam: sono sicura che la dottoressa Lee farà un ottimo lavoro alla base

Jack: no Sam, torna alla base, per favore!

Sam ebbe un attimo di esitazione.

Sam: devo tornare nel mio laboratorio

Si voltò e tornò nella base.

 

Si fece sera, e Jack decise di prendere una stanza in un motel. Dopo essersi sistemato chiamò con il suo telefono Daniel alla base.

Jack: ciao Daniel

Daniel: ciao Jack, hai parlato con Sam??

Jack: sì

Daniel: com’è andata?

Jack: non proprio come speravo, ma mi devi fare un favore!

Daniel: dimmi

Jack: devi scoprire dove abita Sam!

Daniel: perché cosa è successo??

Jack: ti spiego tutto quando torno!

Daniel: va bene, faccio delle ricerche e ti richiamo appena ho trovato l’indirizzo!

Dopo una mezz’ora circa il telefono di Jack squilla.

Jack: l’hai trovato?

Daniel: abita nella 5° strada

Jack: grazie Daniel!

Daniel: buona fortuna!

Jack mise in moto la macchina e dopo qualche minuto era sotto casa di Sam. Jack bussò alla porta.

Jack: ciao Sam!

Sam: come fa a sapere che abito qui?

Jack: ho chiesto a Daniel di fare qualche ricerca

Sam: ora capisco! Come mai da queste parti?

Jack: devo parlare con una persona di una questione importante

Sam: allora credo abbia sbagliato casa

Jack: non credo proprio!

Sam: non ho intenzione di parlare con lei

Jack: ho delle cose importanti da dirti e voglio che tu le sappia

Sam: alla base è stato molto chiaro e credo di aver afferrato il concetto!

Jack: è proprio di quello che è successo alla base che ti volevo parlare. Posso entrare?

Sam era alquanto infastidita dalla richiesta di Jack, ma seppur stizzita lo fece entrare.

Sam: prego!

Jack: grazie!

Sam appena richiuse la porta si voltò verso Jack.

Sam: posso ferirle qualcosa da bere?

Jack: solo un bicchiere d’acqua per favore!

Sam si diresse in cucina, mentre Jack iniziò a girare per il salotto guardando gli scatoloni ancora chiusi riposti in un angolo, e alcune foto appese alle pareti della squadra assieme a Janet e a Hammond.

Sam: ecco l’acqua!

Jack: grazie! Belle quelle foto! Quando sono state scattate?

Sam: alcune sono state scattate al compleanno di Daniel che abbiamo festeggiato alla base, mentre le altre sono state scattate al compleanno di Janet!

Jack: già, ora ricordo, erano due bellissime feste!

Sam: già!

Sam si voltò verso Jack.

Sam: cosa voleva dirmi?

Jack: possiamo sederci?

Sam gli indica il divano. Dopo essersi seduti, Jack iniziò a parlare.

Jack: mi volevo scusare per quello che ti ho detto alla base. Ero arrabbiato con me stesso e me la sono presa con te. Non volevo ferirti.

Sam: però l’ha fatto, e non ha idea di come mi sono sentita. Dopo più di sette anni passati a combattere i Goa’uld, rischiando la vita fianco a fianco ogni volta che oltrepassavamo quell’anello, non mi sarei aspettata un simile trattamento, soprattutto da parte sua!

Jack: non ho mai pensato quelle cose su di te. E poi credo che Pete sia un bravo ragazzo!

Sam: ci siamo lasciati tre settimane fa

Jack: e perché non ce lo hai detto?

Sam: non mi sembrava il caso

Jack: noi siamo tuoi amici

Sam: amici!

Jack: io ci tengo a te Sam, e non è vero che nessuno ti vuole stare vicino

Sam chinò la testa, e Jack si accorse che stava piangendo. La sua voce tremava.

Sam: mi faccia un esempio. Usando le sue stesse parole, chi sano di mente potrebbe stare vicino a una come me?

Jack si fece molto serio in volto, si avvicinò a lei, e con una mano le alzò delicatamente il viso che era rigato dalle lacrime. Allungò la manica della sua camicia e ne asciugò quante più poteva.

Jack: io voglio stare vicino a te!

Sam tentò di trattenere le lacrime, ma più provava a smettere, più piangeva.

Sam: perché sta facendo questo?

Jack: perché io ti amo Sam, e anche se il regolamento non lo permette, io ti amerò sempre, e non hai idea di quanto mi penta ogni secondo per averti detto quelle cose

Sam lo fissò negli occhi, mentre Jack si avvicinò al suo viso.

Sam: signore non possiamo

Jack: lo so, ma qui non siamo alla base

Sam: ti amo anche io Jack!

Jack si avvicinò e le diede un bacio pieno di passione. Sam rispose al bacio, e poco dopo si ritrovarono distesi sul divano.

Passarono la notte che avevano entrambi atteso da anni e si risvegliarono l’uno abbracciato all’altra.

Jack: buongiorno Sam!

Sam: buongiorno a te Jack!

Jack: sei bellissima!

Sam: come facciamo adesso con il lavoro?

Jack: per prima cosa ti farò tornare alla base SG, poi dovremmo trovare una soluzione per la nostra relazione, che ne dici?

Sam: dico che non sarà facile

Jack: ne abbiamo affrontate di peggiori; navi madre Goa’uld piene di Jaffa, torture subite dai Signori del Sistema, lotte continue, eccetera eccetera!

Sam: sì, ma questa è la nostra vita, la realtà in cui siamo ogni giorno, ogni istante

Jack: lo so Sam, ma io non voglio lasciarti!

Sam: neanche io Jack!

Jack: quindi sei d’accordo con me o no?

Sam: sono d’accordo!

I due si scambiarono qualche tenero bacio, ma poi fu il momento di dirigersi verso la base. Arrivati al comando, Sam fu subito accolta dagli abbracci dei suoi amici.

Daniel: ben tornata Sam, sapevo che non avresti potuto starci lontano per molto tempo!

Sam: hai ragione, mi mancavate molto!

Teal’c: ben tornata maggiore Carter!

Sam: grazie Teal’c, sono felice di rivederti!

Janet: ciao Sam, per fortuna che sei tornata, non ce la facevamo più!

Sam: ciao Janet, mi dispiace averti lasciata sola in mezzo a questa marea di soldati!

Jack: Carter, dobbiamo andare dal Generale

Sam: sì Signore, ci vediamo dopo!

Daniel: buona fortuna Sam!

Sam: grazie!

Sam sorrise ai suoi più cari amici, ma era alquanto terrorizzata all’idea che il Generale non potesse più trasferirla all’SGC, dopotutto sarebbe stato più che naturale visto che era lei che se ne era andata.

Jack: buongiorno Generale!

Sam: buongiorno Signore!   

Hammond: sedetevi! Ho parlato con i miei superiori per la riassegnazione del Maggiore alla base, ma mi è stato molto difficile trovare una soluzione

Sam: posso capirla Signore, e mi scuso per questo disagio

Jack ascoltava in silenzio la conversazione, e voleva stringere la mano di Sam che continuava a tamburellare sulla sedia per tranquillizzarla, ma non gli era permesso farlo.

Hammond: comunque dopo molte trattative, ho ottenuto la sua riassegnazione qui alla base

Sam fece un’enorme sorriso, e si girò verso Jack anche lui sorridente.

Hammond: però in futuro non voglio più dover affrontare situazioni del genere

Sam: sì Signore!

Jack: grazie Generale!

I due uscirono dall’ufficio del Generale Hammond, e appena i loro sguardi si incontrarono, non poterono trattenere il sorriso.

Tornarono dai loro amici, e comunicarono la notizia della riassegnazione di Sam alla base SGC; dopo essersi congratulati, decisero di organizzare una festa a casa di Jack la sera stessa, perché la casa di Sam era da risistemare dato che le sue cose erano in Nevada.

 

Si erano fatte le otto di sera, e Jack e Teal’c erano intenti a sistemare il cibo e le bevande.

Ad un tratto sentirono bussare alla porta, erano Janet, Sam e Daniel.

La festa poteva cominciare.

Daniel: allora Sam, nella settimana che sei stata via, cosa hai fatto all’Area 51?

Sam: mi sono divertita a studiare strani congegni che qui alla base non avevo avuto il tempo di guardare!

Janet: allora ti sei divertita!!

Sam rivolgendo un’occhiata veloce a Jack rispose.

Sam: non mi posso lamentare!

Teal’c: non è felice di essere tornata all’SGC Maggiore Carter?

Sam: ma certo che sono felice di essere tornata alla base, e poi ti prego, non chiamarmi Maggiore Carter, mi basta Sam!

Jack si intromette.

Jack: tranquillo Teal’c, non è un problema, il Maggiore Carter non riesce a non rivolgersi a me senza mettere nella frase la parola Signore!

Sam: non lo faccio apposta, e poi per me è il regolamento, per Teal’c non è la stessa cosa!

Jack: qui non siamo alla base……..Maggiore!

Sam: hai ragione……….Jack!

Jack: così va meglio!

Passarono qualche ora a ridere e scherzare, Daniel e Jack insegnarono a Teal’c a giocare a scacchi, mentre Janet parlava a Sam di Cassandra.

Quando furono più o meno passate le 11.30, era ora di andare a casa, perché l’indomani sarebbero dovuti recarsi tutti alla base.

Janet: a domani ragazzi!

Ragazzi: a domani!

Sam: ciao Janet!

Dopo qualche minuto, anche Teal’c doveva tornare alla base, e Daniel si offrì di accompagnarlo.

Daniel: ci vediamo domani!

Teal’c: a domani!

Sam: ciao ragazzi!

Daniel: tu non vai?

Sam: devo aiutare il colonnello a rimettere a posto, d’altra parte era per me la festa e l’abbiamo dovuta fare a casa sua, mi dispiace lasciare tutto in disordine

Daniel: già hai ragione!

Jack li raggiunse alla porta.

Jack: a domani ragazzi!

Appena tutti furono andati a casa, Sam iniziò a mettere in ordine la casa. Jack si avvicinò a lei.

Jack: non và a casa Maggiore?!?

Sam: prima devo rimettere in ordine la sua casa Signore!

Jack: rimettere in ordine? Pensavo fosse rimasta per farmi compagnia!

Sam si girò sorridendo.

Sam: si sbaglia, devo ripulire la casa

Jack l’abbracciò e la fissò negli occhi, poi le sussurrò.

Jack: lo possiamo fare domani

Sam: lo sa che non lascio mai un lavoro in sospeso, ma per questa volta posso fare un’eccezione!

Jack: allora devo approfittare!

Jack la baciò, poi la prese in braccio e la portò in camera da letto.

L’indomani mattina era ora di andare alla base; Sam si svegliò prima per passare da casa a cambiarsi i vestiti, mentre Jack si diresse direttamente verso la base.

Cheyenne Mountain; Base SGC.

Jack: pronti a partire Signore!

Hammond: bene, buona fortuna SG1!

Jack: grazie Signore!

Walters: settimo simbolo, inserito!

Jack si girò verso gli altri membri della squadra.

Jack: andiamo!

Oltrepassato lo Stargate la squadra era pronta per affrontare ogni pericolo gli si parasse davanti, ma questa volta tra Jack e Sam c’era più di una semplice amicizia. Erano costretti a tenere il segreto fino a quando la situazione non sarebbe migliorata, ma sapevano che il momento era vicino e che avrebbero affrontato insieme qualsiasi conseguenza.

 

FINE

  
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