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Autore: Rinalamisteriosa    30/06/2015    2 recensioni
«Va bene. Qual è il tuo sogno, Honey-senpai?» gli chiese, appoggiando la tazza vuota sul tavolino esterno del locale in cui avevano fatto una sosta e deciso di attendere gli altri del loro gruppo. Ovviamente non indossavano la divisa scolastica, come se quella fosse un’uscita tra amici.
«Visitare la fabbrica dei miei sogni! Una fabbrica che produce tanti dolci e caramelle e che magari costruisce delle case di marzapane come in una famosa fiaba occidentale che mi raccontavano da piccolo!» replicò estasiato, abbracciando il suo immancabile coniglietto di pezza rosa.
«Esiste una fabbrica del genere?!» si stupì la ragazza con i corti capelli castani.

[Cosetta fluff con un pizzico di mistero | Ispirata solo all’anime | No pair]
- Scritta per il quinto e ultimo turno del contest “A tutto fluff!” indetto da Eireen_23 sul forum di EFP -
Genere: Fluff, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Haruhi Fujioka, Mitsukuni Haninozuka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Haru-chan, qual è il tuo sogno?» le domandò Honey-senpai dopo aver divorato in un sol boccone l’ennesima fetta di torta alla crema. C’erano due strati di panna che gli coprivano gli angoli della bocca, rendendolo ancora più adorabile. Le clienti dell’Host Club avrebbero apprezzato, soltanto che al momento tutti loro erano fuori dall’istituto, con un permesso speciale per svolgere delle ricerche su nuovi temi da offrire alle studentesse.

Haruhi, dietro una tazza di cioccolata calda, sorrise lievemente.

«Diventare un avvocato, proprio come mia madre», rispose serena e composta.

«Capisco… Non ti piacerebbe sapere cosa sogno io?» continuò gongolando sulla sedia.

«Va bene. Qual è il tuo sogno, Honey-senpai?» gli chiese, appoggiando la tazza vuota sul tavolino esterno del locale in cui avevano fatto una sosta e deciso di attendere gli altri del loro gruppo. Ovviamente non indossavano la divisa scolastica, come se quella fosse un’uscita tra amici.

«Visitare la fabbrica dei miei sogni! Una fabbrica che produce tanti dolci e caramelle e che magari costruisce delle case di marzapane come in una famosa fiaba occidentale che mi raccontavano da piccolo*!» replicò estasiato, abbracciando il suo immancabile coniglietto di pezza rosa.

«Esiste una fabbrica del genere?!» si stupì la ragazza con i corti capelli castani.

«Certo che esiste! Prometto che quando avrò la possibilità di entrarci, porterò anche Haru-chan, Takashi, Tama-chan, Hika-chan, Kao-chan, Kyo-chan… Insomma, ci andremo tutti. Che bello!» assicurò il biondino, perso nei propri pensieri sicuramente dolci quanto lui.

Il riferimento al sogno si interruppe lì, dato che l’alto e silenzioso cugino era tornato con un cameriere, che aveva servito un’altra torta dall’aspetto invitante e Honey-senpai si concentrò totalmente su essa.

 

I due non tornarono più sull’argomento “fabbrica dolciaria” e Haruhi quasi dimenticò la loro conversazione, finché un giorno…

 

«Assurdo… Ci sono davvero dei ricchi capaci di arrivare a tanto?!» si domandò una Haruhi un po’ più grande, un cerchietto fucsia fra i capelli leggermente più lunghi rispetto ai bei tempi in cui frequentavano l’Ouran High School.

Honey-senpai, che non era cambiato per nulla, sempre bassino, carino e coccoloso, si era incantato come un carillon che aveva smesso di funzionare.

Con un’espressione di incredulità e di meraviglia dipinta sul volto, Mitsukuni non riuscì a distogliere nemmeno per un secondo gli occhi color caramello che rilucevano come stelle dall’oggetto della sua ossessione.

Ancora non si rendeva conto di ciò che gli era capitato, della fortuna che aveva avuto, eppure era stata proprio la sua tenacia nell’opporsi alla strada di virilità e severità prospettata dalla sua famiglia per lui a condurlo dritto alla meta, al suo strano sogno.

Lui amava profondamente i dolci e il suo Usa-chan, ma ai primi era impossibile resistere, fremeva dalla voglia di entrare e di abbuffarsi fino a riempire il pancino senza fondo.

La voce gli tremò d’emozione quando uscì dalla bolla d’estasi in cui si era volontariamente isolato.

«Takashi… Entriamo?».

Il cugino moro si limitò ad annuire gentilmente facendolo scendere dalle sue spalle larghe, sulle quali l’altro si era aggrappato come una scimmietta curiosa. Certe abitudini erano davvero dure a morire.

Entrarono nel suo sogno.

 

 

 

 

 

 

 

____

*si tratta della fiaba di Hansel e Gretel.

 

Disclaimer: I personaggi citati non mi appartengono e non ho scritto a scopo di lucro.

 

Stavolta mi sembra di aver prodotto una flashfic assurda e senza troppe pretese con un pizzico di mistero verso il finale (se vi siete poste delle domande vuol dire che va bene, no? xD).

Non sono riuscita ad accorciarla più di 510 parole, ma la giudicia non ha mai dato penalità per questo, quindi non mi preoccupo.

Spero vi piaccia ^^ ho usato i due personaggi che secondo me sono i più fluffosi di Host Club, Haruhi e Mitsukuni, che adoro ** facendo leva sulla sua ossessione per i dolci, è nato tutto ciò.

Il tema di questo ultimo turno era proprio la realizzazione di un sogno.

 

Rinalamisteriosa

 

 

Ps: Obiettivo dei cinque fandom diversi per ogni turno raggiunto! Yattaaaa! ^O^

Comunque andrà, mi sono messa alla prova e su questo ho già vinto *___*

 

 

  
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