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Autore: kirla212    01/07/2015    0 recensioni
per non sciogliere la loro amicizia, 2 ragazze, Yukino e Numeme decidono di trafrerisi in un nuova scuola.
qui si troveranno ad affrontare nuovi amori,amicizie,professori,litigi,sorrisi e lacrime. Questo è solo l'inizio di un'avventura che dovranno imparare a condividere.
la semplice vita di 2 adolescenti o qualcosa di più?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono in camera mia. L’unico posto in cui riesco a sentirmi al sicuro. Il mio rifugio. Ho appena finito la pesante litigata con i miei genitori. Per punizione non potrò uscire per un’intera settimana, inoltre non potrò riavere il telefono finchè non prenderò un voto che superi almeno la soglia della sufficienza. Che seccatura. Mi infilo le cuffie nelle orecchie,metto la musica al massimo. Faccio partire la prima traccia. Dopo un’ora passata tra i Linkin Park e i 5sos decido che è arrivato il momento di cominciare a fare qualcosa di più utile. Abbasso il volume della musica, senza spegnerla. Prendo un foglio di carta. A destra disegno il volto di Ambra, naturalmente aggiungendoci qualche “effetto personale”, a sinistra scrivo “idee per scoprire la vera identità dell’Ambrola”. Comincio a scarabocchiare qualcosa e tra le mille idee, una più stupida dell’altra, c’è ne una che mi sembra possa funzionare. È un nuovo mattino. Mi lavo, mi vesto e piombo in cucina. La sera prima non avevo cenato e ora sento i crampi dalla fame. Faccio colazione alla veloce cercando di evitare il più possibile lo sguardo dei miei genitori. Mi metto lo zaino in spalla ed esco. C’è una fresca brezza e una certa umidità nell’aria. Alzo gli occhi. Passano due uccelli, sembrano squarciare quel cielo scuro e tenebroso che ora mi sovrasta. Loro sono Liberi. Di volare, di viaggiare, di vivere. Liberi di affrontare quelle nuvole, le tempeste. Liberi e forti, perché riescono a volarci incontro. Vorrei anch’io le loro ali, non per andare in contro ai miei problemi, ma per fuggire dalla parte opposta. In cerca di un cielo azzurro, che so di non poter trovare,se non dopo aver affrontato quel gorgo di oscurità,la pioggia che inevitabilmente prima o poi sarebbe dovuta cadere. Davanti a scuola vedo Castiel , evito di passargli vicino. Non ho voglia di litigare. Entro nel cortile e mi siedo su una panchina. Sta notte non ho dormito e sento le palpebre cominciare a chiudersi, lentamente. “Ehy!! Dormigliona!” urla una persona accanto a me,spintonandomi in avanti. Spalanco gli occhi e mi giro verso il suono della voce. “M..Meme? Ma che cavolo fai?! Vuoi farmi cadere?” le dico io alzandomi in piedi. “Era solo per svegliarti.. quanto siamo irritabili oggi” mi dice facendo la linguaccia. “Scusami non ho dormito un gran che sta notte.. e comunque ero in fase di meditazione … non dormivo!!” le dico ribattendo. “Si si certo come no” ridacchia lei,dandomi una leggera pacca sulla spalla. Mi unisco alla sua risata e cominciamo a parlucchiare di cose stupide, com’è nostro solito fare, finchè non mi viene in mente un argomento interessante. “Comunque ho pensato a un piano per scoprire qualcosa in più su quell’anatra,senza farci scoprire da Nathaniel” le dico sorridendo. “Ahh!! Ma allora vedi che la tua insonnia serve a qualcosa!” mi dice facendo l’occhiolino. Non mi lascia il tempo di rispondere alla sua “provocazione”. “Allora?! Quali idee pervertite ti frullano in testa?!” continua lei cominciando a saltellare. Le racconto il piano e vedo che lentamente sul suo viso comincia a tracciarsi un sorriso sadico. “Allora hai capito?” le chiedo, lanciandole uno sguardo del tipo “la uccideremo”. Annuisce e ricominciamo a scherzare come 2 disperate. L’apertura del cancello ci distrae dai nostri pensieri. È di nuovo lei. “Biglietti gratis per la sfilata” dice ironica Meme, non posso far altro che mettermi a ridere. Passano un paio di minuti e dall’auto sgargiante, appena fuori dal cancello,esce Nathaniel. Ha lo sguardo rivolto verso il basso ed è leggermente rosso in volto. A quanto pare tutta questa scena non è di suo gradimento. Io e Meme ci guardiamo e lei comincia ad avvicinarsi al ragazzo. Ci scambiamo un’ultima occhiata e io mi incammino furtiva verso l’entrata di scuola. Il nostro piano è semplice, separare Nathaniel e Ambra finchè non riusciamo a scoprire qualcosa in più su di lei. Chi è? E come mai è così vicina a un ragazzo totalmente diverso da lei? Sono entrata. Vedo qualche alunno sulla destra,davanti alla 3C e uno o due professori che continuano a correre da un corridoio ad un altro. Faccio qualche passo e svolto verso destra. Vedo la sagoma di ambra avanzare verso una porta e suoi capelli dorati svanire dietro il cornicione. Mi avvicino. -È l’ora- penso tra me e me. Mi appoggio al muro restando il più vicina possibile alla soglia della porta. Mi giro di fianco e appoggio l’orecchio al muro bianco. È freddo. Sento che sta dicendo qualcosa ma per via dei muri insonorizzati riesco a sentire solo piccole frasi o singole parole, che non riesco a far quadrare in nessun discorso. Poi il silenzio. Cosa sarà successo? Sarà morta?? Penso. Ma no, poco probabile. Sorrido. Smetto di pensare a possibili omicidi, mi stacco dal muro e mi getto all’entrata della stanza. Devo scoprire qualcosa su di lei e standomene qui ad ascoltare parole in bianco non scoprirò mai niente. “AMBR..!” Urlo, intenta a fare il suo nome, ma a metà mi fermo di colpo. Rimango paralizzata. È a pochi metri da me, seduta su un banco e davanti a lei un ragazzo abbastanza alto, moro. Si stavano baciando, il mio urlo deve averli fatti sobbalzare. I 2 si staccano frettolosamente l’uno dall’altro. Ambra tiene ancora le mani sulla sua vita e il ragazzo si affretta ad allontanarle. Lui si gira di colpo verso la sottoscritta, mi guarda ed esce dalla stanza, rimettendosi a posto i capelli.- È davvero bello- penso tra me e me. Mi viene spontaneo aprire la bocca e seguirlo con lo sguardo finchè non scappa dal mio campo visivo. Sento dei passi pesanti venire verso di me. Un incombente ticchettio,avvicinarsi sempre di più. Mi giro immediatamente verso Ambra e serro la bocca. Rimango piantata nel pavimento. Non riesco a muovermi. – questa mi ammazza ..e non avrebbe cattivi motivi per non farlo-. Ho paura.- Ma proprio adesso dovevo entrare nella stanza?cazzo.. – penso tra me e me. Mi viene istintivo mordermi il labbro. Giusto per sfogare anche se lievemente la paura e in parte il piacere che sto provando. È in piedi,i suoi occhi sono accesi, infuocati. Mi fissa e stringe le palpebre, passano pochi secondi,le dilata di colpo, così come le sue labbra,cosparse da un rossetto rosa acceso. “TU…TU?! CHE CAZZO CI FAI QUI ORA??!” mi urla in faccia costringendomi ad indietreggiare. Io la guardo, non so se essere fiera della mia intrusione. -E poi cosa significa??non stava non nathaniel?! Sta brutta t**** - vorrei urlarle in faccia tutti i miei pensieri ma purtroppo il mio carattere non me lo permette. “Ma.. allora tu non sei..”comincio a balbettare io. Non mi lascia finire la frase, si avvicina ancora di più a me e ricomincia a sbraitare. Indietreggio ancora fino a toccare il muro con la schiena. Mi provoca un brivido lungo tutta la colonna vertebrale. È ancora freddo. “Non sono cosa?!! Chi cazzo sei tu?!! Ho impiegato mesi per riuscire ad avvicinare qual ragazzo, lo sai chi è?!Eh, cazzo lo sai?!” “ è il ragazzo più figo dalla scuola..DOVEVA essere mio!.. E Finalmente.. eh è finalmente c’è l’avevo fatta! Era caduto anche lui ai miei piedi come tutti i c**** di ragazzi di questa scuola, poi sei arrivata te brutta *****” Il suo tono di voce è sempre più alto e io ho sempre meno aria da respirare. Risucchiata come un vortice dalla potente dose del suo profumo, farsi sempre più vicino. Vorrei avere il potere di fondermi con il muro. Anche se in un certo senso sono felice di avere interrotto quel suo prezioso momento. Il suo alito caldo e afoso,come un vento estivo, mi inoltra la faccia. “Brutta t****!!” ripete . Ormai ci separano solo più pochi centimetri. Mi tira su un braccio, lo butta contro il muro. Cerco di muovermi ma è inutile. Sono immobilizzata. La sua stretta si fa sempre più forte. Si affretta ad alzare l’altra sua mano verso di me. Succede tutto in un attimo. Paure, solo paure, poi il silenzio. Uno scocco di freccia che sembra aver placato la sua ira. Sento la pelle del viso cominciare a bruciare. Lei allentare la presa. Mi porto una mano alla faccia. Prima sulla guancia, poi sull’occhio.- Non piango- stranamente non sto piangendo. Sento dei passi avvicinarsi, provengono dal corridoio. Chiudo gli occhi. Sta per arrivare un professore meno male. Un leggero sorriso si disegna sulla mia faccia. ” Yuki!!” sento urlare. Mi smuovo, spalanco le palpebre. È lei. Meme è davanti alla porta ed ha il respiro molto pesante. “Sono solo fratelli..!” mi dice, riprendendo fiato tra una parola e l’altra. Io la guardo, subito non capisco. Analizzo bene le tre parole. Una smorfia di stupore mi invade. Loro sono.. fratelli?!! Cioè Abra e Nathaniel avrebbero lo stesso sangue?!! Oddio! Io credevo fossero fidanzati!! Che granchio che abbiamo preso! Ambra sembra non capire infatti corruga la fronte,quasi annegata in un mare di fondo tinta. All’improvviso un bagliore sembra illuminarla. “ Ma che?!” urla Ambra scoppiando in una risata. “Voi credevate che io e Nathaniel.. ahahaha” continua a ridere. -non sei per niente simpatica, cara mia- penso. Avrei una voglia matta di urlarle queste e altre mille parole. Qualcosa mi fa restare in silenzio. Meme si avvicina a me e mi guarda evidentemente preoccupata per il rossore della mia guancia. Le sorrido, un sorriso un po’ forzato. “Tutto ok” Entrambe ci voltiamo verso Ambra. Cessa di ridere e al posto delle sue risate si piazza di nuovo,incombente,quello sguardo minaccioso di pochi minuti prima. “Sentite voi 2, vi dico solo questo, io non perdo mai! MAI! Avete capito?!Vi siete messe contro di me e ve ne pentirete!” ci urla in faccia la ragazza. Mi punta il dito il faccia. Una delle sue unghie finte, decorata a fiori,è a pochi centimetri dal mio naso. “E tu troietta del *****, non finisce qui, mi vendicherò è chiaro?! So farmi rispettare e scommetto quello che vuoi che diventerai una brava cagnolina scodinzolante” mi guarda,dall’alto verso il basso, con i suoi occhi acidi. Di un miele marcio, ammuffito, spento. Ci fissiamo ancora per qualche secondo finchè un altro colpo secco fa tornare il silenzio. Questa volta però è Ambra ad essere la preda. Meme ha la mano ferma su di lei. Ambra rimane scettica e nell’arco di poco comincia a piangere e a strillare. Un pianto forzato, calcolato, un pianto finto, ma efficace. Quelle non sono lacrime vere. Sono lacrime da vittima, di un leone,travestito da cerbiatto, di un buco nero che si nasconde nella candida luce di una stella. È quello che le riesce meglio, essere finta. La potente dose di mascara comincia a sciogliersi,macchiando la sua guancia, tramortita dal colpo della mia amica. La macchia,di un nero impenetrabile. Fisso Meme. -Dovrei essere felice per il suo gesto o forse solo preoccupata per le conseguenze?- Mi volto verso Ambra. Mi appare un sorriso sulle labbra, un sorrido freddo. Misto di soddisfazione e disprezzo. Una voce roca e molto acuta mi fa sobbalzare. “Cosa sta succedendo qui?!” urla una donna appena fuori dalla porta. Spalanco gli occhi. È la preside. Una donna bassa, su un metro e 50, capelli corti,bianchi. Un viso ricoperto da rughe, tante, forse fin troppe rughe profonde. “Voi tre filate in presidenza!!” dice ancora lei,sbraitando come una gazzella in calore. Punta il dito fuori dalla porta e ci scruta attentamente con quel suo sguardo penetrante. Di certo è una donna che sa come farsi rispettare. Ho paura, non tanto della sgridata o delle centinaia di urla che ci obbligherà a sorbire, ma al dopo. Ci siamo comunque picchiate prima dell’inizio delle lezioni, in un’aula scolastica,sotto il naso dei professori. Ci sospenderà? Oppure per una volta lascerà passare? Sono seduta in presidenza, accanto a Meme e dall’altra parte della stanza Ambra,sta fissando il pavimento. Quanto la odio. È un ufficio non molto grande, con qualche poltrona e una grande scrivania in legno d’acero al centro della stanza. Le pareti sono bianche, spoglie e buona parte dell’intonaco è rintanato in qualche angolo della stanza, lontano dal soffitto pieno di crepe. Giro lo sguardo verso destra. Meme sembra sentirsi quasi a suo agio. Ha fatto quello che sentiva giusto in fondo. Si sentiva di doverla picchiare e l’ha fatto, e ora ne paga le conseguenze ,senza timore. Io invece sto tremando come un cane. -Non potevo aspettare che fosse uscito quel ragazzo dalla stanza?- Penso, cercando di stringermi sempre di più in me stessa.- tutto questo non sarebbe successo- Vorrei scomparire. A partire da oggi non avrò più il coraggio di tornare a casa. Non ho mai preso una nota in vita mia e ora mi trovo reclusa in presidenza,rischiando la sospensione. Cosa mi è preso? Mi mordo il labbro. Sento la guancia pulsarmi. Brucia.
   
 
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