Naruto, a volte, temeva che il suo cuore prendesse la strada sbagliata, quella strada con un vicolo cieco, senza ritorno, la strada verso l'oscurità.
Da piccolo, nel suo cuore colmava talmente tanto odio verso il proprio villaggio, che qualche volta sperava che esso sparisse dalla faccia della terra.
Col tempo, si sa, la situazione migliorò, ma la Volpe-che non faceva altro che oscurare la sua mente, la sua ragione e il suo cuore-non aiutò il ragazzo.
Colmò quel vuoto che l'odio di quando era bambino aveva lasciato, con altro odio.
Naruto aveva valutato più volte l'idea di lasciar perdere tutto, di diventare egoista, anche a costo di farsi odiare.
"Infondo-si diceva-, al villaggio ancora mi guardano in maniera diversa dagli altri."
Ma c'era quello spiraglio di luce nel suo cuore, quel raggio tanto caldo da riuscire a scaldarlo nelle notti tempestose d'inverno.
Quella luce che, con la sua ingenuità e innocenza, penetrava lentamente nel suo cuore alludendo ad un 'finale' migliore della vendetta.
Spesso si era chiesto a cosa fosse dovuta questa luce, che, come fosse la sua ragione, lo richiamava quando stava per cadere nell'oscurità.
Già, a volte Naruto temeva che il suo cuore potesse prendere la strada sbagliata, ma, col tempo, si convinse che fosse impossibile.
Perchè, fin quando quella luce avrebbe continuato ad illuminarlo, non avrebbe ceduto all'odio.
Perché Sakura era la sua luce.