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Autore: Rachele_Saranti    02/07/2015    0 recensioni
[Quel che resta del giorno]
Sarah Kenton è sempre stata un'ottima governante e confidente. Ma dopo aver accettato la proposta di matrimonio del Signor Benn, incomincia seriamente ad avere dei dubbi se si tratti della cosa giusta da fare. Riuscirà Mr Stevens a fermarla in tempo, prima che lei faccia l'errore più grande della sua stessa vita?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Perfavore Sarah, ragioniamo inseme.-
-Tom, credo che sia abbastanza evidente. Io sto solo chiedendo dell' altro tempo.-
-Ma tempo per cosa Sarah? Non è abbastanza quello che faccio? Tutti i miei sforzi per renderla felice?

Sarah sospirò, e si sedette accanto all'uomo sul divanetto.

-Signor Benn, lei è una delle persone più dolci e sensibili che io conosca, ma non posso sposarmi con lei.- deglutì. -Ho accettato di andare a vivere con lei e sono felice della scelta presa, ma ... noi due ci conosciamo da troppo poco tempo. Ho bisogno di certezze.-
-Che tipo di certezze? Sarah, io la amo con tutto me stesso. E farei qualsiasi cosa per vederla felice al mio fianco.-
-Ma...io gliene sono grata! Signor Benn, lei non capisce. Io non sto mettendo in discussione i suoi sentimenti...- si bloccò per un secondo.
-Quindi,quindi è lei che non è sicura di amarmi. Lei non mi ama...-

Nelle ultime parole si sentì una forte nota di amarezza, frustrazione, disappunto nei confronti della donna.

-Io,,,-
-Già! Lei ha bisogno di certezze, lei ha necessità di avere un uomo al suo fianco, ma vuole qualcuno che la conosca affondo...-

Sarah riuscì finalmente a guardare negli occhi mr Benn.

-Io non dico di non amarla. Forse però, non riesco ad amarlo quanto potrei davvero, o quanto lei mi ama....-
-Signorina Kenton, non esistono mezze misure. Non in amore...non con me!-

Si alzò dal divanetto, e si avvicinò alla libreria. Iniziò a guardare gli scaffali tutti quanti spolverati accuratamente.

-Riguarda Mr Stevens?-

La domanda di Mr Benn sembrò per un momento soltanto spiazzare la governante.
Aveva capito tutto. Ma come? Lei non aveva mai parlato a nessuno dei sentimenti che provava per il suo collega. Beh, di certo non erano passate inosservate le loro conversazioni piuttosto aperte e i loro incontri continui nel salottino della servitù di Mr Stevens, ma entrambi avevano sempre mantenuto una certa formalità e decoro.
Non rispose. Non perchè non sapesse che cosa rispondere all'uomo, ma forse perchè se ne vergognava troppo.
Stava usando Benn per sfuggire da un'amore tribolato che non avrebbe mai avuto un lieto fine. Stava cercando di scappare dalla sua realtà ricostruendone però un'altra che non le apparteneva e non la rendeva tantomeno felice.
Che Mr Benn fosse sempre stato un uomo sveglio, su questo non c'era mai stato alcun dubbio! Ma adesso, il suo intuito era riuscito a trovare una soluzione logica a tutti i comportamenti enigmatici che la donna aveva sempre avuto con lui.

-Sono una vigliacca....-

sussurrò Sarah, abbassando lo sguardo e respirando profondamente.
Inutile cercare di negare. Era bene giocare a carte scoperte. Doveva parlare con Tom. Glielo doveva.

-Quindi, è vero? Lei non mi ama.-

Quest'ultima frase usciì dalla bocca dell'uomo con rassegnazione e delusione. Strinse i pugni e il suo viso si corrugò.

-Perchè non me lo avete detto prima? Perchè non mi  avete fermato quando io vi ho baciato la prima volta, signorina Kenton. Che cosa sperava? Che non notassi i suoi comportamenti alquanto distaccati nei miei confronti? Sempre a parlare del suo amico Stevens; poi da un momento all'altro per qualche strana ragione, diviene più distaccata anche con lui e allora mi cerca, dice di voler passare del tempo con me...Perchè Sarah?-

Gli occhi della donna si fecero lucidi. per qualche minuto, questa desiderò farsi piccola come un granello di sabbia e fuggire via.

-Signor Benn, non era nelle mie intenzioni ferirla come invece ho fatto...-
-Sarah, non voglio scuse. Voglio solo delle spiegazioni.-

La donna accavallò le gambe e fece segno a Tom di sedersi accanto a lei di nuovo.

-Quando arrivai qui a Darlington Hall, non avrei mai pensato di...di trovare in questa casa il mio futuro. Avevano messo un annuncio sul giornale: cercasi governante con esperienza ....e....una serie di requisiti che non le sto a elencare.-

Tom annuì, senza battere ciglio.

-Giunsi qui senza pretese e fu lo stesso Mr Stevens a ricevermi assieme a suo padre, l'altro  Mr Stevens. Subito compresi che, mr Stevens nonostante il suo essere così freddo, aveva deciso di assumermi ben volentieri. Le prime settimane furono, beh...complesse. Furono molto difficili. Io cercavo di essere collaborativa con chiunque, ma Mr Stevens non trovava di buon gusto alcuni miei comportamenti nei suoi confronti e in quelli di suo padre. Un giorno, ricordo che litigammo per la posizione di alcune statuette cinesi, o sul perchè lui non volesse abbellire il salotto della servitù con alcuni fiori appena recisi..- quasi non rise nel ricordare l'avvenimento .- Io stimavo lui e credo che la cosa fosse e sia ancora adesso ricambiata. Poi il padre di Stevens, si ammalò. Fu qualcosa di devastante per tutti . Eravamo molto affezionati a quell'uomo. Io rimasi a sorvegliare il corpo mentre mr Stevens continuava a dare servizio nella sala da pranzo assieme al resto della servitù durante uno dei soliti banchetti di Sua Signoria.-
- Mr Stevens non si recò dal padre?-
-No. Non subito almeno. Apprese la notizia da uno dei camerieri, ma non si scompose più di tanto. Non almeno dall'esterno. Ma dentro di se...insomma, era straziato. Può capire che cosa intendo? Perdere il proprio padre, la colonna da cui aveva appreso così tanto. L'ultimo familiare che gli era rimasto...- fece una breve pausa e riprese. - Fui io a chiudere gli occhi a Mr Stevens Senior, dopo che un Ictus ... gli portò via l'anima. Oh Povero mr Stevens! Fu la notte più lunga e dolorosa della sua vita. Provai a parlare con lui, gli porsi anche una spalla su cui piangere. Lui non fece nulla. Si rinchiuse in camera e non ne uscì fino al mattino seguente.-
-E poi cosa fece?-
- Il giorno dopo, tutto sembrava essere tornato alla normalità. Ma in fin dei conti, io sapevo che non era così. Mr Stevens non smise di piangere dentro di se, a volte penso che lo faccia ancora adesso.

Mr Benn annuì, Poi guardò Sarah.

-Senta, ma cosa ha a che fare lei con le sventurate disgrazie del signor Stevens?-
-Dopo la morte del padre...- Continuò la donna - Io e Stevens, incominciammo ad avere un' intesa migliore. Iniziammo a condividere le nostre serate attorno al caminetto con una tazza di cioccolata in mano e piano piano il nostro legame si è consolidato. Ne ebbi dimostrazione un giorno, quando minacciai seriamente di abbandonare Darlington Hall se lui avesse licenziato una delle mie cameriere.-
-Non le licenziò, devo supporre.-
-No. Lui le licenziò per volere di sua Signoria, ma io non ebbi il coraggio di abbandonare la villa. Vigliaccheria potrà dire lei, ma mr Stevens non la pensò allo stesso modo. Lui...apprezzò molto il fatto che non me ne fossi andata. Mi ringraziò, e mi fece sentire speciale.-
-Questo deve averla ingrandita nel suo ego...-
-Piuttosto mi fece sentire apprezzata in quella casa. Insomma ricevere un complimento o più di uno da Mr Stevens...è davvero cosa non da poco.-

Fecero entrambi un longo sospiro.

-Che cosa l'ha spinta allora a voler accettare la mia proposta, signorina Kenton.-
-Quando decisi di prendermi quella giornata libera, per visitare Londra e zone limitrofe, avevo appena avuto un forte dissapore con Mr Stevens.
-Un dissapore?
-Lui...beh, io...-
-Lui l'ha rifiutata?-

Annuì solamente.

- Questo mi portò a cercare di dimenticarlo, o forse farlo ingelosire , facendomi vedere corteggiata da un uomo come lei. Non potevo immaginare che la serata si sarebbe conclusa così...con quel bacio e quella proposta.-
-Ma lei non si è fatta troppi scrupoli ad accettare.-

Sarah non rispose.
L'aria tornò tesa e i due rimasero a fissarsi per qualche minuto.

-Che cosa sta cercando esattamente?-
-Come? Potrebbe ripetere signor Tom?-
-Che cosa vuole salla sua vita, signorina Kenton?
-Credo...di aver bisogno solo di...- si fermò un secondo - di tempo.-
-Tempo?-
-Voglio partire davvero con lei, Tom, ma ho bisogno di tempo.-
-Non cambierà nulla. Una volta partita con me, rimpiangerà mr Stevens. Non posso immaginare una donna così straziata al mio fianco. Non voglio che lei faccia la scelta sbagliata. Se dovrò aspettare, attenderò. Ma ...voglio solo la sua felicità.-


Si lasciarono con questo accordo. Mr Benn si era dimostrata una persona molto comprensiva, nonostante tutte le incertezze di Sarah.
Non l'aveva baciata, solo accarezzata su una guancia, dicendole che per almeno una settimana non sarebbe stato reperibile per motivi di lavoro.
Sarah sapeva che quella era solo una scusa per lasciarle a lei il tempo necessario per riflettere sul da farsi.
Non voleva deludere Mr Benn, ma nemmeno allontanarsi dall'unica persona che lei tanto amava e desiderava.
Era tornata nel passato con Tom, gli aveva spiegato tutto. Forse era proprio per questo che Benn aveva compreso meglio i sentimenti che lei provava per il maggiordomo.

Mr Benn si era già allontanato da Darlington Hall da almeno un'ora, quando qualcuno bussò alla porta della stanza di Miss Kenton.

-Signorina Kenton?-
-Mr Stevens!-
-Scusi la mia intrusione, ma le ho portato la sua tazza di...oh noto che ...-
-Sì, avevo preso già una tazza di cioccolata calda con Tom. Ma non fa nulla Stevens. Credo che una tazza in più in questi momenti sia davvero necessaria.-
-Devo supporre che sia successo qualcosa con mr Benn?-
-Diciamo solo che, ho deciso di rimandare di qualche giorno la mia partenza.-

Mr Stevens non disse nulla. Poggiò la tazza di cioccolata sul tavolo e guardò Miss Kenton con aria sospettosa.
Che diamine stava succedendo?
   
 
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