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Autore: chibi_onigiri    03/07/2015    1 recensioni
Salve! Questa è la prima cosa che pubblico in assoluto quindi spero che sarà letta e che possa piacere. Che dire è una cosa molto semplice e senza pretese.
Dal testo:"Era una tranquilla domenica mattina e la giornata si prospettava essere abbastanza calda. Riko Aida stava sistemando i suoi appunti per i nuovi allenamenti quando fu interrotta dal vibrare del suo cellulare, segno che le era arrivato un messaggio. Appena sbloccò lo schermo, comparve un mittente sconosciuto, l’ultima persona al mondo da cui si sarebbe aspettata di ricevere un messaggio."
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Riko Aida, Seijuro Akashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di allenamenti ed equivoci

Era una tranquilla domenica mattina e la giornata si prospettava essere abbastanza calda. Riko Aida stava sistemando i suoi appunti per i nuovi allenamenti quando fu interrotta dal vibrare del suo cellulare, segno che le era arrivato un messaggio. Appena sbloccò lo schermo, comparve un mittente sconosciuto, l’ultima persona al mondo da cui si sarebbe aspettata di ricevere un messaggio.
“Salve Aida Riko-san. Sono Akashi Seijuro” questo era tutto quello che recitava il messaggio e tutto si sarebbe aspettata ma non un messaggio da parte di Akashi, tanto che si sentì, in un certo qual modo, quasi costretta a rispondere.
“Ciao Akashi-kun…come hai avuto il mio numero?” le sembrò la cosa più sensata da scrivere in quel momento, non che si sentisse emozionata o cose del genere, forse solo parecchio stupita che quello che una volta era il temuto imperatore l’avesse contattata.
“Me l'ha dato Kuroko”
“Capisco…ecco…come mai mi hai scritto?” e in realtà era questa la domanda che avrebbe voluto fargli fin da subito.
“Beh sono rimasto molto impressionato dal tuo modo di allenare e dalle tue capacità e ci terrei a fare quattro chiacchiere con te riguardo ai menù di allenamento e cose del genere, magari davanti ad una tazza di caffè. Sei libera?” Riko non poteva credere che Akashi, quell’Akashi, le avesse appena chiesto di incontrarsi per parlare di allenamenti.
“Wow..ecco..non mi sarei mai aspettata un tuo invito..” stava forse tergiversando prima di dargli una risposta? Magari solo un po’.
“Non puoi?”
“Oh no no, sono libera! Mi farebbe molto piacere e sarà senz’altro interessante”
“Allora facciamo per le tre alla caffetteria davanti alla stazione?”
“Certo, perfetto” e con questo terminò la loro conversazione. Era ancora un po’ scossa dato che si sarebbe dovuta incontrare con Akashi.
Il tempo era passato in fretta e si accorse che era quasi ora così si affretto a prepararsi. Si era vestita un po’ più carina del solito? Forse un pochino. Dopotutto voleva fare una buona impressione. Durante il tragitto la sua mente era affollata da mille domande che avrebbe potuto fargli, magari sui metodi usati con la generazione dei miracoli, che non si accorse di essere già arrivata. Entrò nel locale e trovò Akashi già seduto a un tavolo che la stava aspettando.
«Ciao. Sono davvero contento che tu abbia accettato il mio invito Aida-san» disse lui alzandosi e spostandole la sedia. ‘Si vede che è cresciuto in una famiglia ricca e di buone maniere’ pensò Riko sentendosi leggermente in imbarazzo per quel gesto.
«Figurati Akashi-kun. Mi ha davvero sorpreso un invito da una persona come te»
«Come me?» domandò il rosso alzando un sopracciglio.
«Ecco non fraintendere –brava Riko hai cominciato proprio nel migliore dei modi- intendevo che sei senza dubbio un giocatore molto talentuoso e nonostante tu sia al primo anno sei già capitano..è davvero impressionante»
«Grazie, apprezzo molto le tue gentili parole. Anche tu hai del talento, soprattutto nel modo in cui i giocatori obbediscono ai tuoi ordini e ti rispettano» rispose lui.
«Beh..in realtà più che obbedire credo abbiano paure delle conseguenze a cui andrebbero in contro se non li seguissero» continuò Riko con una luce pericolosa negli occhi.
«Sostengo che anche la paura sia un buon deterrente per farsi rispettare e saper incutere paura non è da tutti, ma un leader deve senz’altro avere questa qualità» concluse lui notando che si stava avvicinando la cameriera per prendere le ordinazioni.
«Ecco Akashi-kun..avevi qualcosa in particolare di cui volevi discutere?»
«In realtà mi interesserebbe molto conoscere quali allenamenti base segue la squadra» era forse un modo per spiare indirettamente i loro training?
«Prima che ti risponda, lascia che ti chieda una cosa: è forse un modo per spiare il nostro gioco?»
«Ahahahahahahah che ragazza sagace ma, nonostante la domanda possa essere intesa anche in questo modo, no non è così. Sono solo molto curioso di sapere come normalmente si allena la squadra che è stata in grado di battere il Rakuzan»
«Non è che siano allenamenti molto particolari o sofisticati. Normalmente dopo un buono stretching s'inizia con il rafforzamento dei fondamentali e poi ognuno passa all’allenamento personalizzato. Ad esempio Kagami rafforza spesso le caviglie o Hyuuga si allena nelle triple. Per finire una partitella e poi una bella corsetta.»
«E sei in grado di elaborare una scheda di allenamento per ognuno di loro?»
«Certo che sì, altrimenti che allenatrice sarei!? Anche se spesso per farlo mi ci gioco le notti eheh» rispose lei un po’ imbarazzata e sorseggiando il suo caffè. «Certo non ho capacità eccezionali di previsione come Momoi, ma per la mia squadra cerco di dare sempre il meglio»
«Ad ogni modo si nota molto il tuo impegno e come tieni alla squadra, non è cosa da tutti» aggiunse Seijuro con quello che poteva sembrare una punta di rammarico nella voce.
«Akashi-kun posso farti io una domanda?» proseguì Riko prendendo un po’ di coraggio, perché sì quel ragazzino che le sedeva di fronte, anche se di un anno più piccolo, le incuteva una certa soggezione.
«Certamente» rispose lui sorseggiando il suo caffè e con una mano indicandole di proseguire.
«Sarei molto curiosa di sapere invece come si svolgevano gli allenamenti di quando eravate alle medie, sai essendo voi dei prodigi se seguivate qualche allenamento specifico» continuò lei, pregustando mentalmente chissà quale allenamento super micidiale che avrebbe potuto applicare alla sua squadra.
«Temo di doverti deludere Aida-san ma alle medie non seguivamo nessun tipo di allenamento particolare. Anzi più che altro direi quando ci allenavamo, perché negli ultimi periodi, come credo saprai, era diventato molto raro trovarsi tutti insieme e quindi ognuno faceva un po’ quello che voleva»
«Perciò regnava l’anarchia?»
«Certo che no. Dal momento che il nostro coach sembrava non fosse in grado di guidare una squadra come la nostra ovviamente me ne sono assunto io la responsabilità e beh siamo diventati quello che siamo».
Non era esattamente la risposta che Riko si sarebbe aspettata e ne rimase anche parecchio delusa, delusione visibilissima sul suo volto. Pensava che per essere diventati i mostri che erano, i giocatori della Generazione dei Miracoli avessero cominciato con un allenamento sfiancante e invece no. Probabilmente quelle capacità erano già nei loro DNA.
«Aida-san ti vedo parecchio delusa dalla mia risposta»
«Se posso essere sincera Akashi-kun sì. Speravo davvero in una super preparazione atletica micidiale che avrei potuto riutilizzare e invece no»
«Comprendo il tuo disappunto, però potremmo migliorare la situazione se ti raccontassi degli esercizi che segue il Rakuzan. Sono senza dubbio più “micidiali”, come dici tu, rispetto a quelli del tempo alla Teiko» al che a Riko si illuminarono gli occhi, non aspettava altro.
Kagami e Kuroko stavano facendo due passi prima di recarsi al campetto per una partitella e caso volle che passassero proprio davanti al locale in cui si trovavano Riko e Akashi.
«Ohi Kuroko! Hai visto chi c’è dentro quel bar?» fece un sorpreso Kagami, tirando una gomitata a Kuroko per attirare la sua attenzione.
«Ahi! Kagami-kun. Non ce n’era bisogno. Comunque si, ho visto: sono il coach e Akashi-kun»
«Secondo te che ci faranno insieme?»
«Non saprei, forse discutono di allenamenti» continuò il sempre apatico Kuroko «qualche giorno fa Akashi-kun mi aveva chiesto il numero del coach per mettersi in contatto con lei»
«Oh Kami no! Siamo tutti fregati!» dichiarò un Kagami sempre più spaventato.
«E perché mai? Per quel che ne sappiamo, potrebbero anche essere ad un normalissimo appuntamento»
«Vero. Però se lui la infettasse con la cosa dell’imperatore? E se lei sviluppasse quella cosa dell’occhio e la usasse per ucciderci tutti?»
«In realtà lei sarebbe un’imperatrice, non un imperatore.»
«Ma non lo vedi il problema qui!?» esclamò esasperato Kagami portandosi le mani nei capelli. Kuroko proprio non arrivava a capire che quell’incontro avrebbe rappresentato la loro fine e la loro morte.
Erano quasi arrivati al campetto quando incontrarono Kyoshi. Si avvicinarono e lo salutarono. Kagami non perse nemmeno un secondo per spiegargli la terribile situazione cui sarebbero andati incontro «Stiamo per morire e Kuroko è completamente inutile!»
«Perché staremmo per morire?» domandò di rimando Kyoshi con la sua solita calma.
«Abbiamo appena visto il coach ad un appuntamento con Akashi» concluse Kuroko.
«Spero che Hyuuga non lo venga a sapere» e sul viso di Kyoshi cominciarono a comparire delle goccioline di sudore.
«Che cosa c’entra il capitano?» domandò Kagami non capendo la situazione. In quel momento Kuroko avrebbe voluto tanto fare un palm-face grande quanto una casa ma si trattenne: era chiaro come la luce del sole che il capitano aveva una cotta per il coach ed era sicuro che lo avessero capito tutti tranne lui e il coach.
«Beh pensavo lo sapessi dal momento che hai menzionato la morte» continuò Kyoshi.
«Io con morte intendevo Akashi…»
«Oh ragazzi, Akashi non potrebbe nulla contro Hyuuga» e detto questo Kyoshi li salutò e proseguì per la sua strada avendo un impegno e Kuroko e Kagami per la loro.
Kyoshi sperava davvero di tutto cuore che l’amico non lo venisse a sapere perché oltre alle torture degli allenamenti di Riko sarebbe dovuto sopravvivere anche alla furia del capitano. Proprio in quel momento gli arrivò un messaggio da parte di Hyuuga.
“Kyoshi ho visto una cosa che non avrei voluto vedere e ora sono un po’ arrabbiato”
“Oh cavolo” fu tutto quello che riuscì a rispondergli, potendo anche sentire chiaramente che si stava scrocchiando il collo.
“OK SONO FOTTUTAMENTE INCAZZATO! IO LO UCCIDO QUEL BASTARDO! LO UCCIDO UN MILIONE DI VOLTE!” e ora come minino si sarebbe scatenato il putiferio.
In quell’istante, mentre da una parte si stava scatenando l’inferno, da un’altra Riko era la persona più felice sulla terra. Akashi si era rivelato una fonte molto proficua di nuovi metodi per sfiancare i suoi giocatori.
«Grazie mille Akashi-kun. Nonostante tutto è stato molto piacevole chiacchierare con te»
«Grazie a te Aida-san. Ma perché “nonostante tutto”?»
«Beh se devo dirla tutta, mi aveva messo un po’ in soggezione l’idea di incontrarti, perché dai racconti di Kuroko-kun mi ero fatta un’idea completamente diversa di te, sai ti ho sempre immaginato come un dittatore dispotico e crudele» disse lei grattandosi una guancia per l’imbarazzo.
«Una volta lo ero ma per fortuna sono cambiato e questo anche grazie a voi. Ad ogni modo sono stato contento di condividere i nostri metodi e mi farebbe piacere potere ripetere nuovamente la cosa»
«Certamente. Allora a presto Akashi-kun» e detto ciò i due si salutarono.
E mentre Riko tornava a casa pronta a sfruttare tutti i nuovi esercizi appena appresi non si aspettava minimamente di essere oggetto di un grandissimo equivoco che avrebbe portato come minimo alla terza guerra mondiale.


Angolino Autrice
Salve a tutti! Questa è la prima storia che pubblico e se avete letto fin qui vi ringrazio di cuore.
Come detto è una storiella semplice e davvero senza pretese ma spero che vi sia piaciuta.
Ogni recensione e consiglio sono ben accetti soprattutto perché sono alle prime armi.

Baci chibi_onigiri

   
 
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