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Autore: I Sogni di Elen    05/07/2015    2 recensioni
DAL SECONDO CAPITOLO
"Fu a quel punto che qualcuno prese il polso di Meredith, tirandola verso di sè.
Meredith sorrise felina e accarezzò la mascella del ragazzo, ma quando i suoi occhi incontrarono quelli di lui rimase pietrificata.
Charlotte le aveva ripetuto tante volte cosa fare in caso qualcuno l’avesse riconosciuta, a sentire la rossa era una cosa che accadeva abbastanza spesso, ma in quel momento sentiva la testa maledettamente leggera, il panico cominciò a stringerle lo stomaco."
Meredith è una studentessa universitaria che per pagarsi gli studi lavora come stripper in un locale. Daniel e Meredith si incontrano prima casualmente, poi lui scopre il 'lavoro' di lei.
Da quel momento sembrano destinati ad incontrarsi ovunque.
***
Una (e più) storia d'amore fuori dagli schemi ..e ho detto tutto.
[Con la collaborazione di Maki Chan]
Se vi abbiamo incuriosito, passate a dare un'occhiata!! ^_^ (inserite la vostra storia fra le ricordate per ricevere da parte mia un messaggio in cui vi informerò di ogni aggiornamento 😊 oppure lasciate una recensione!)
Elen;-)
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Capitolo Uno
betato da Maki Chan

 

Dalle finestre del monolocale in Old Town entrava la luce soffusa e fredda del mattino; il rumore del traffico trapassava i vetri e inondava l’ambiente di forma quadrata, spazioso e privo quasi del tutto di mobili. 

Delle tende colorate creavano piccoli spazi simili a camere, come fossero mura. Il primo spazio era la camera di Bonnie, che stava uscendo proprio in quel momento dal bagno con i capelli ancora annodati dal sonno e l’aria di chi non ha dormito abbastanza. Bonnie era una ragazza alta, i capelli scuri che caratterizzavano anche le sue sorelle, dalle braccia e le spalle sottili. 
Si stropicciò gli occhi, guardandosi intorno e posando subito lo sguardo su Meredith, che al contrario di lei era sveglia già da qualche ora. 
Meredith le sorrise, versando qualche goccia di olio su una padella rovente. L’olio sfrigolò, Bonnie sorrise lievemente mentre le mani di Meredith si avvicinavano troppo al fornello.
-“Attenta, potresti bruciarti” la avvertì. Meredith la ignorò, posando tre fette di bacon sull’olio. Presto il caldo e morbido odore del bacon fritto riempì il monolocale, svegliando la terza sorella. 
Florence era la più piccola, ma non lo si sarebbe mai detto. Era alta quanto Bonnie ma più sottile, le prime curve cominciavano a spuntare da sotto la maglia del pigiama.
Erano passati sei mesi e mezzo dal trasloco, eppure l’emozione di trovarsi nella città dei loro sogni non si era ancora esaurita e forse non lo avrebbe fatto ancora per molto tempo. 
L’estate aveva lasciato il posto all’autunno e ora stava cominciando l’inverno. Ma a San Diego persistevano le temperature relativamente alte, che rendevano quell’anno uno dei più caldi dell’ultima decade.
-“Che si fa oggi?” chiese Bonnie, già sveglia del tutto. Florence continuava a sbadigliare a mitraglia, uno sbadiglio dopo l’altro che contagiavano Meredith.
-“Io devo studiare” borbottò Meredith -“Ho un test lunedì”
-“Lo stesso vale per me”
-“Quindi io starò da sola a casa” sbuffò Bonnie, alzò le mani in un gesto di resa molto teatrale e aggiunse -“Siete imperdonabili, ho trascorso da sola anche lo scorso sabato”
-“Questo perché non hai amici” replicò Florence -“A proposito, stasera esco con Jo”
-“Chi è?” chiese Meredith. Florence era stata la prima ad ambientarsi a San Diego e nella nuova scuola sembrava andare tutto alla grande.
-“Uno” rispose vagamente Florence, alzando le spalle. 
-“Uno per cui hai una cotta o uno a cui non hai potuto dare buca?” chiese Bonnie mentre Meredith fulminava con un’occhiata Florence, stringendo le labbra in una linea sottile e cercando una scusa per tenere lontana sua sorella minore da quel ragazzo. 
-“Uno che a quanto pare è il più popolare della scuola e quindi si presuppone che io abbia una cotta segreta per lui dal primo giorno che l’ho visto” 
-“Ma in realtà…” Bonnie suggerì l’inizio della frase ma Florence non la terminò, si limitò a portare una forchettata alla bocca e a scrollare le spalle.
Meredith scosse la testa -“E se organizzassimo una serata cinema?” in fondo Flo adorava le serate cinema, forse avrebbe preferito rimanere a casa piuttosto che uscire con un adolescente pervertito.
-“Non funziona, devo andare per forza” borbottò Florence.
-“Sicuramente stasera farà molto freddo…”Meredith provò con un altro approccio, ma non funzionò neanche quello.
-“Ho intenzione di usare il tuo mini-abito viola” disse Florence, a mo’ di replica, con un sorriso furbo da bambina. Meredith scosse la testa.
-“Ragazza indisciplinata…” sussurrò fra sé, Bonnie scosse la testa e Florence ridacchiò.
-“Non ti lascerò uscire con un ragazzo con quel vestito” disse Bonnie, seria. Meredith portò le mani al cielo e sorrise.
-“Finalmente qualcuno che ragiona!” esclamò, strizzando l’occhio a Bonnie -“Dovrai infilarti le calze di lana scure, quelle che ti ha regalato papà per il compleanno, e una felpa…magari anche la sciarpa nera, starebbe bene con il vestito, e magari anche…” la lista avrebbe continuato se solo Florence non l’avesse interrotta sbattendo la forchetta sul piatto.
-“Finiscila, Meredith! Non sei papà e neanche il mio fratello maggiore” disse, alzando la voce
-“Infatti, sono tua sorella!” replicò Meredith, alzando di conseguenza il tono.
-“Ho sedici anni, direi che posso pomiciare con i ragaz…”
-“Ah! Quindi è di questo che si tratta! Bene! Non uscirai stasera, mia cara ragazza, te lo puoi scordare!” Meredith sgranò gli occhi e guardò con severità Florence, marcando le parole come faceva quando era tenacemente decisa ad avere ragione. 
-“Finiscila, M!” borbottò Bonnie, riportando entrambe al silenzio ed interrompendo Florence, che era sul punto di urlare qualcosa che avrebbe fatto arrabbiare Meredith -“Flo ha ragione. E poi tu a sedici anni non eri neanche più vergine, perciò non puoi avere voce in capitolo”
-“Ecco” disse soddisfatta Florence. Bonnie le sorrise.
-“Però Meredith ha in parte ragione. Non puoi uscire con quel vestito insieme ad un ragazzo, perciò metterai qualcos’ altro.”
Meredith sorrise compiaciuta e Florence le fece una smorfia. 
-“Allora quello nero” disse Florence -“Nero o viola? Tre…due…un…”
-“Nero” sbottò Meredith, sbuffò e finì la sua colazione -“Muoviti a mangiare oppure esco senza di te” aggiunse, finendo le sue uova. 

***

 

La New Central Library di San Diego era un edificio sorprendente, con una cupola fatta di ferro che risplendeva sotto la luce del sole di fine ottobre. Meredith si sistemò meglio la borsa sulle spalle, riflettendo già su quali libri fosse meglio scegliere per preparare l’argomento del test. Da ragazza aveva sempre avuto in mente di studiare design o grafica, qualcosa che poi l’avrebbe portata a lavorare in un giornale di moda, ma poi durante l’orientamento per la scelta delle facoltà aveva scoperto che studiare le altre civiltà non era poi così noioso: così era finita alla facoltà di Antropologia della University of California. 
Florence le lanciò un’occhiata -“Sei arrabbiata?”
-“Dipende a cosa ti riferisci”
-“Jo” sospirò lei -“E’ un ragazzo intelligente, sai, anche simpatico, non è poi così male. Ti prometto che tornerò presto, stasera”
Meredith si intenerì a quelle parole, aveva sempre avuto il ruolo di “sorella gelosa”, persino con Bonnie si comportava così, anche se era da tempo che la maggiore non parlava di un ragazzo. A quanto ne sapeva, l’ultimo fidanzato di Bonnie risaliva all’ultimo anno del liceo. Corrugò le sopracciglia, chiedendosi come mai non si fosse resa conto che Bonnie non parlava da anni di un uomo in modo “serio”.
-“Tu lo sai che mi preoccupo facilmente” rispose semplicemente.
-“Lo stesso vale per me” borbottò Florence, Meredith si sentì gelare nel momento in cui il suo sguardo incontrò quello della sorella minore. Florence non sapeva nulla del Timmy’s e Meredith era determinata a fare in modo che fosse così per sempre.
-“Che intendi dire?”
-“Pensi che non abbia notato che torni sempre tardi la notte, ogni giorno? Hai certe occhiaie la mattina e sembri persino più stanca di quando sei andata a letto. Sembri Morticia per quanto sei pallida e ultimamente sei dimagrita un po’ troppo per far finta di seguire una dieta” si erano fermate e Meredith guardava Florence con un misto di sorpresa e amarezza per quello che la minore le stava dicendo -“Quando non studi, dormi e ogni tanto, quando ti guardo dormire, noto come corrughi le sopracciglia. Ho capito che c’è qualcosa che non va, probabilmente è l’Università, forse dovresti allentare un po’ la corda” nel sentire l’ultima parte della frase, Meredith si trattenne dal lasciare uscire un sospiro di sollievo. Florence aveva intuito qualcosa, ma almeno non immaginava neanche che sua sorella facesse la spogliarellista.
-“Forse hai ragione” mormorò Meredith, sorrise alla sorella e si rimisero in marcia. Florence non era convinta dalla risposta della sorella, aveva imparato a conoscerla troppo bene per sapere che le preoccupazioni di Meredith non sarebbero andate via con un semplice discorso di incoraggiamento. Florence sapeva benissimo che Meredith era ambiziosa, talmente ambiziosa da essere costantemente ossessionata dal futuro e il futuro ideale di Meredith era composto da tre cose: laurea a pieni voti, ottimo lavoro, stabilità economica. Era da sempre così, questo era il grande sogno di sua sorella. 
Il fatto che Meredith fosse così pragmatica non aveva minimamente impedito a Florence di vederla come un’eroina uscita dai suoi amati fumetti -perché, sotto sotto, Florence era sempre stata una nerd-, un’eroina di quelle con il mantello e la tutina, i capelli sempre in ordine e il trucco perfetto, una di quelle eroine che risplendono anche nel buio dei vicoli e che riescono a salvare tutti, senza bisogno di chiedere aiuto a nessuno. Meredith era fatta così, Flo lo sapeva bene e non poteva fare altro che ammirarla, come tutte le sorelle minori ammirano le sorelle o i fratelli maggiori. 
Ma quella sua aura di perfezione che sembrava proteggerla dal mondo, agli occhi di Florence si era leggermente incrinata nel momento in cui si era resa conto che Meredith non era affatto perfetta. Insomma, in quindici anni non l’aveva mai vista piangere, né essere preoccupata per qualcosa se non il benedetto futuro di tutt’e tre le sorelle Williams. Negli ultimi tempi, invece, era evidente che fosse preoccupata e Florence l’aveva persino sentita piangere.
Se lo sarebbe dovuto aspettare: nei fumetti i supereroi hanno sempre un lato oscuro, un demone che si trascinano dietro, qualcosa che li rende umani. 
Florence si rese conto, però, che quell’intaccatura nella corazza di perfezione aveva reso sua sorella ancora più forte e perfetta ai suoi occhi, ancora più solida e degna di fiducia e di ammirazione.

 

***

 

Meredith sospirò e si stiracchiò. Erano passate ore, si rese conto di avere la pancia completamente vuota.
-“E’ ora di andare a mangiare qualcosa” sussurrò alla sorella, Florence era a testa china sul libro, intenta a seguire il segno con il dito mentre prendeva appunti su un foglio strappato dal blocco di Meredith. Florence dimenticava sempre tutto.
Sorrise, pensando che stranamente Florence si era rivelata più seria persino di Bonnie. Pensò che lei a sedici anni non era mai stata seria, non aveva mai pensato troppo allo studio durante quell’anno, più che altro era stata colpa di un ragazzone idiota che l’aveva palpata alle festa delle sorelle Millar. Ripensò a John con una stretta di affetto, in fondo era stato il primo bacio, il primo fidanzato e il primo a esplorare quella parte di lei. Arrossì leggermente al ricordo. La sua prima volta era stata romantica, a modo suo John si era sforzato per creare la giusta atmosfera nel camper di suo fratello ma alla fine erano finiti sulla spiaggia e…
-"Andiamo?" fece Florence, risvegliandola dai ricordi. Ridacchiò e prese le sue cose. Meredith tese un braccio verso la sorella e le circondò le spalle, avvicinandola a sé.
-“Allora, come mai eri così seria?”
-“Tesina di scuola”
-“Su cosa?”
-“Su un personaggio storico che ammiriamo particolarmente”
-“E tu chi hai scelto?”
-“Michael Jackson”
Meredith scoppiò a ridere, attirando l’attenzione di due ragazze che la fulminarono con lo sguardo.
-“Michael Jackson, davvero?!” chiese, abbassando la voce e avvicinando il viso alla sorella per non disturbare oltre. 
-“No, in realtà ho scelto Napoleone. Però volevo scegliere Michael per davvero”
-“Non so se il professore avrebbe apprezzato la tua tesina, sai?”
-“Si, lo so” Florence alzò gli occhi al cielo, facendo ridacchiare Meredith -“E’ un tipo così palloso!”
Si sedettero ad un tavolo della caffetteria con i panini in mano e le bottigliette di acqua naturale. Mentre Meredith dava un grosso morso al suo panino, incontrò inaspettatamente lo sguardo di un ragazzo che aveva un’aria leggermente familiare. Capelli biondo rossicci, ricci e folti come la cresta di un leone, mascella squadrata, felina, occhi attenti e allungati come quelli di una pantera, corporatura asciutta e atletica, altezza nella media e quel passo sicuro di sé, tipico di chi sa di essere bello. Meredith corrugò le sopracciglia senza accorgersi che il pomodoro che aveva addentato all’interno del panino aveva sgocciolato sulla sua scollatura. Florence si era portata una mano alla bocca per nascondere un sorrisetto divertito.
 Meredith la ignorò e vide il ragazzo sorridere, si accorse di avere le guance tese per il boccone troppo grosso e si sentì arrossire e sprofondare.
“Ma è possibile essere più goffi di me?” si chiese Meredith, posando il panino sul piattino e asciugandosi la scollatura con il fazzoletto.




Benvenuti!
Ciao, mi presento: sono Elen e questa è la prima storia che scrivo con l'aiuto di un'altra autrice e spero che sia molto meglio. 
Allooora...BENVENUTI se siete nuovi in questa storia e non ne avete mai sentito parlare (vi dico solo che sarà bizzarra) e BENVENUTI a chiunque l'abbia già letta nella vecchia versione.
Ma forse vi sto confondendo le idee quindi è bene cominciare dall'inizio: questa che state leggendo è la versione 'aggiornata' della vecchia storia (le differenze sono poche in realtà: la vecchia versione era in prima persona dal punto di vista di Meredith; i POV subentravano a casaccio e al tempo, neanche tanto tempo fa in realtà, non collaboravo con nessuno quindi c'erano molti errori di battitura...).
Devo ammettere che ero molto affezionata a questa storia e quindi ho pubblicato un annuncio sul forum di EFP, al chè Maki Chan mi ha contattata e abbiamo cominciato a riscrivere tutto. 
Avevo pubblicato un avviso in cui dicevo che NON avrei eliminato la storia ma poi l'ho eliminata, per cui vi chiedo scusa se siete uno di quei tanti lettori che ci hanno creduto...immagino che non mi credereste se vi dicessi che l'ho fatto per sbaglio... ç_ç
Detto questo, spero che il nostro primo capitolo vi sia piaciuto!
Elen;-)

P.s.
La storia verrà aggiornata una volta a settimana, il venerdì pomeriggio, ma non contateci troppo...chi mi conosce sa che sono un po' imprevedibile! ^_^
Siamo anche in attesa del banner per la storia, quindi pazientate ancora un po' e confidate nel fatto che il risultato non vi deluderà!!
E ora vi saluto!

Ah, aspettate! 
Quasi dimenticavo... spero che sappiate che ci aspettiamo tante recensioni per la nostra autostima (molto bassa...datemi retta) quindi RECENSITEEEEEE!!

MODIFICATO IL 3/AGO./2015 

SIETE CURIOSI DI SCOPRIRE 
TUTTI I
RETROSC
ENA 
DE "LA STRIPPER"?
ALLORA FATE UN SALTO SULLA MIA PAGINA FACEBOOK!
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