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Autore: thedoubleE91    06/07/2015    1 recensioni
"Katy Miller io ti amo" sussurró Javier nell'orecchio sinistro di lei. "Ti amo e ti prometto che non esisterà distanza, non esisterà tempo, non esisteranno altre persone, non ci sarà nulla che mi convincerà a non farlo. Io ti aspetterò. Ti aspetterò per tutta la vita e quando tornerai ti prometto che balleremo fino a che le gambe ce lo permetteranno, che faremo l'amore fino a quando vorrai e ti prometto che da quel giorno resteremo per sempre insieme. Te lo prometto". Katy piangeva...siamo a Cuba nel 1959 e katy è costretta a lasciare il paese, quindi a lasciare Javier...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei non sapeva come reagire. Insomma li c'era un ragazzo, forse ventennne, che stava per buttarsi giù da una scogliera. Questa immagine le porto alla mente ricordi, tanto brutti che una lacrima le scese lungo la pallida guancia. Attraversò velocemente la strada e molló la sua borsa sul marciapiede non stando attenta al posto in cui la buttò. Si sporse per il gard reil cercando di vedere la faccia del ragazzo. Le lacrime scorrevano sul suo viso e i capelli neri si erano attaccati al volto. Stava cantando una canzone del posto, ritmata nella quale un giovine chiedeva ad una principessa di sposarlo ed era dolce, coinvolgente, triste e spensierata, lenta. Restò ad ascoltarlo fino alla fine della canzone. Poi iniziò a cantare lei. Scavalco il gard reil. La faccia del ragazzo era allibita. Una yenkies. Nonostante Castro. E che era li vicino a lui e che cantava l'inno nazionale cubano a gran voce e con la mano a forma di coppa sul seno sinistro sopra il cuore. Lui la guardava. Stupefatto e stranito. Intanto, mentre non lo badava lei si rese conto della vita, e della sua importanza e si ripeté che era stata graziata da piccola e che la sua esistenza, come quella del ragazzo li accanto e come quella di tutti gli altri era meravigliosa. Lei smise di cantare e si guardarono per alcuni minuti. Guardandolo fisso negli occhi ne scoprì dolore come lui ne trovò nei suoi...o magari era solo il suo strazio rispecchiato in un altro paio di occhi? "Andrà tutto bene, te lo prometto. Ora mi dai la mano e io e te ce ne andiamo via..." si sporse verso di lui e gli parlò con la voce più rassicurante che trovava in se. "Andra tutto bene. Io sono qui. E se ti vuoi ci sarò sempre." Lui in preda ad una solitudine anormale,ad una malinconia , ad un senso di apaticità e si arrese e intrecció e strinse la mano della sconosciuta. Scavalcarono il gard reil e lei gli tolse dal viso i capelli bagnati ,chiedondogli di insegnarle la canzone che aveva cantato prima, ma lui non curante fece finta di niente. Improvvisamente svenne e una parte del suo corpo cadde in una pozzanghera di fango e lei imprecó. Era circa l'una del mattino lei era per strada seduta con la borsa sporca e faceva caldo, tanto , troppo caldo, di quella calura che ti impedisce di respirare correttamente e che ti fa venire voglia di gettarti in mare. E qui le venne l'idea. Le sarebbe bastato camminare un po con il corpo di lui e poi sarebbe arrivata ad una spiaggetta. Una di quelle piccole piccole che conosceva solo lei. Cercò di tirarlo su. Allora tiro fuori dalla borsa il portafoglio e getto l'accessorio dietro di se. Gli diede due schiaffi.lui gemette e lei lo prese sotto braccio e con tutta la forza che aveva lo trascinò fino alla strada che portava ad un sentiero in pendenza. Qui doveva svegliarsi e allora lei iniziò a fargli il solletico, a prenderlo a schiaffi e poi quando le speranze e le idee si stavano esaurendo lui aprí gli occhi e vomitó. La yenkies scattò e gli urlò contro in cubano e lui borbotto qualcosa. Si incamminarono per questo sentiero sterrato tra gli arbusti e gli insetti mattutini, lui si sorreggeva a lei, entrambi con la fronte imperlata di sudore e dopo varie bestemmie da parte di Javier e di imprecazioni di entrambi arrivarono a questa spiaggetta. Lui si buttò sulla sabbia bianca ancora tiepida e lei gli si sedette affianco. Lo fece sedere e si guardarono. Lei gli fissava avidamente le labbre inumidite dalla saliva e poi gli occhi quasi neri. E non riusciva ad emettere suono, mentre lui si scervellava per ricordare come si chiamava e dove l'aveva vista. Ma niente , proprio zero. Allora le fece segno di alzarsi, mentre lui si sforzava di stare in piedi con una certa dignità. Incominciò a cantare la canzone di prima e la prese e iniziarono a ballare. Lei totalmente incapace di muoversi insieme a lui cercò di restare compita ma poi mettendo un piede male cadde e restò sdraiata a guardare il viso di lui e le stelle. Javier sorrise e si stendette accanto a lei. Poi gli vennero a mente gli avvenimenti precedenti. Il tentato suicidio, la voce della ragazza e la guardò respirare a pieni polmoni con gli occhi chiusi. Si avvicinò cercando di non fare rumore. La guardava. Come se tutto quel viso fosse frutto di un immaginazione e si convinse di essere in un sogno. Si tolse la canottiera e i pantaloni e si tuffó in mare che era freddo. Lei si sedette e lo guardò e realizzò che era nella SUA spiaggia, con uno sconosciuto suicida nudo e che erano li da venti minuti e nessuno dei due aveva osato proferire parola. Alquanto bizzarro. Si tolse i vestiti e cammino verso l'acqua. Lui la guardava incantato. La ragazza si tuffó in acqua e nuotó vicino a lui. Poi lui prese coraggio:" Era una promessa?"-"Quella del gard reil?"-"si"-"si" sorrisero. "Javier"-"James" lui rise divertito al sentire il nome di lei. E mano nella mano si addormentarono. La mattina seguente Javier fu svegliato dalla calura e si rese conto di essere in una spiaggetta isolata. Da solo.
   
 
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