" Mi dichiaro innocente di fronte a tutti i reati a me addebitati, ogni accusa nei miei confronti è falza. Ho amato sua maestà con tutta me stessa, lottando per mantenere il suo amore vivo nei miei confronti e in quelli di Elisabetta, nostra figlia. L'unica mia colpa, è stata quella di non aver potuto dare un erede al regno d'inghilterra, in modo che la dinastia dei Tudor continuasse, spero solamente che un giorno sua Maestà il re, che tanto ho amato e per il quale ancora nutro affetto, possa perdonarmi. Prego affinché non privi sua figlia dell'amore di un padre, poichè le mancherà già quello di una madre, perché io non ci sarò più.
Sono a conoscenza del fatto che queste mie parole, scritte su un  pezzo di carta mezzo ingiallito, verranno distrutte,  per questo mi rivolgo a chiunque le leggerà prima di bruciarle o strapparle. Dite a Elisabetta che  le volevo bene, che mi scuso per non essere stata una figura presente, essendo troppo occupata a generare un figlio maschio per il re. Sua madre è sicura del fatto che in lei c'è molto più forza e potere di qualsiasi uomo d'Inghilterra, crescerà bene per diventare la donna che io non sono mai riuscita ed essere.  Durante i suoi successi e traguardi sappia che ovunque io mi trovi, paradiso o inferno, sarò per lei la guida che non sono stata nel poco tempo concessomi di passare con lei.
Ho poche parole anche per sua maestà Enrico VIII, poichè tra qualche minuto verrano a prendermi per essere giustiziata.
 Maestà, nonostante la vostra presa di posizione nei miei confronti, che mi ha portato a questa fine, non rimpiango di avervi conosciuto, di aver fatto parte della vostra vita ed essere stata per voi oltre che consorte, un'amica e sostenitrice, in momenti importanti per il regno d'Inghilterra.
Porterò nel mio cuore finchè avrò vita, quindi ancora per poco, le vostre promesse e il vostro giuramento di amore eterno, li terrò con me, ripetendoli  nella mia mente quando salirò le scale che mi porteranno dal boia. Io vedrò voi, il vostro viso sarà davanti ai miei occhi, prima che quell'uomo di cui non saprò mai il nome, mi strappi la vita.
Vi auguro un futuro felice accanto alla giovane Jane Seymour, che con tanta astuzzia e apparente innocenza, vi ha portato via da me, spero che la sua bellezza rimanga immutata e che la candida pelle non sfiorisca alla soglia dei trent'anni, perchè questo creerebbe in voi un grande dispiacere e sareste costretto a rimpiazzarla, proprio come avete fatto con me e in precedenza con Caterina, vostra prima moglie.  Magari, la vostra nuova futura consorte, partorirà per voi quel figlio tanto voluto e desiderato. Un figlio che crescerete insieme, perché il vostro sarà un matrimonio duraturo e pieno di salute."
Anna Bolena

Il pezzo di carta non raggiunse i due destinatari, non Enrico e tanto meno la figlia Elisabetta vennero a conoscenza degli ultimi pensieri della donna.

l'ultima traccia di Anna Bolena venne gettata sulla brace fumante del  camino, dove passò i suoi ultimi giorni da prigioniera.
 

Quelle parole ormai sparse nel vento, presenti nella cenere e fumo in cui si erano tramutate, ebbero comunque un peso, tracciarono il futuro di coloro a cui si riferivano, perché dietro quegli augri fatti al re la donna espresse tutta la sua rabbia e risentimento, mentre per la figlia, Anna aveva previsto l'età dell'oro.
 Il regno di Elisabetta I, figlia di Enrico VIII e sua.